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Banche Usa: 40 trilioni di dollari di esposizione


Rosanna
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Le cinque maggiori banche americane hanno tutte un'esposizione ai derivati superiore ai 40 trilioni di dollari.

"Ci stiamo avvicinando al maggior disastro finanziario nella storia del mondo"

"Ci stiamo avvicinando al maggior disastro finanziario nella storia del mondo"

A quando il nuovo collasso del sistema bancario americano? Micheal Snyder su The Economic Colapse Blog non ha dubbi e per rispondere compie un'interessante analisi sul mondo dei derivati negli Stati Uniti: gli istituti "troppo grandi per fallire" nel paese oggi hanno singolarmente oltre 40 trilioni di dollari di esposizione ai derivati​.

Con un debito nazionale di circa 17.700 miliardi di dollari, 40 trilioni di dollari è una cifra quasi inimmaginabile. E, prosegue l'analista, a differenza di azioni e obbligazioni, i derivati ​​non rappresentano "investimenti" in nulla: sono solo scommesse di carta su ciò che accadrà in futuro. Praticamente una forma di gioco d'azzardo legalizzato e le banche "troppo grandi per fallire" hanno trasformato Wall Street nel maggiore casinò nella storia del pianeta. Quando questa nuova ​​bolla scoppierà (e scoppierà sicuramente), il dolore che causerà per l'economia globale sarà maggiore di quanto le parole possono descrivere.

Le banche "too big to fail", continua Snyder, producono enormi profitti attraverso i derivati. Secondo il New York Times, tali istituti "contano quasi 280.000 miliardi dollari di derivati ​​sui loro libri contabili", anche se la crisi finanziaria del 2008 ha dimostrato quanto sia pericoloso. Le grandi banche hanno poi sofisticati modelli computerizzati che dovrebbero mantenere il sistema stabile e aiutarli a gestire questi rischi. Ma tutti questi modelli sono basati solo su ipotesi ideate da persone in carne ed ossa. E quando un "evento cigno nero" arriva (come ad esempio una guerra, una grave pandemia, una catastrofe naturale apocalittica o un crollo di un grande istituto finanziario) questi modelli si sgretolano in pochissimo tempo.

Snyder riporta un breve estratto da un articolo di Forbes che descrive quello che è successo al mercato dei derivati dopo il tonfo di Lehman Brothers nel 2008:
“Torniamo al crollo finanziario del 2008 e che cosa vediamo? L'America stava celebrando: l'economia era in piena espansione, tutti sembravano essere sempre più ricchi, anche se i segnali di pericolo erano dappertutto: troppi prestiti, investimenti folli, banche avide, regolatori addormentati al volante, politici desiderosi di promuovere la casa di proprietà per chi non poteva permetterselo, e gli analisti a predire ciò non poteva che finire male. E poi, quando Lehman Bros è caduta, il sistema finanziario e l'economia mondiale sono quasi crollate. Perché? La causa principale non era solo il prestito sconsiderato e la assunzione di rischi eccessivi. Il problema era la mancanza di trasparenza. Dopo il crollo di Lehman, nessuno riusciva a capire i rischi per la negoziazione di derivati ​​e quindi nessuna banca voleva prestare o scambi con qualsiasi altra banca. Dato che tutte le grandi banche erano state coinvolti in misura sconosciuta nel commercio di derivati ​​rischiosi, nessuno poteva dire quale poteva essere il prossimo istituto finanziario a implodere".

Dopo l'ultima crisi finanziaria, prosegue Snyder, ci avevano promesso che questo sarebbe stato risolto. Ma invece il problema è diventato molto più grande. Da quando la bolla immobiliare è scoppiata nel 2007, il valore dei contratti derivati ​​in tutto il mondo è salito a circa 500 miliardi di dollari. Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali, si tratta oggi dell'incredibile cifra di 710.000 miliardi di dollari. E naturalmente il cuore di questa bolla dei derivati si trova a Wall Street. A tal proposito, Snyder pubblica il rapporto trimestrale più recente della Occ secondo cui le cinque maggiori banche "troppo grandi per fallire" dispongono tutte di oltre 40 trilioni di dollari in esposizione ai derivati.

JPMorgan Chase

Asset complessivi: circa 2,5 trilioni di dollari
Esposizione ai derivati: oltre 67 trilioni di dollari

Citibank

Asset totali: quasi 1,9 trilioni di dollari
Esposizione ai derivati: circa 60 trilioni di dollari

Goldman Sachs

Asset totali: poco meno di un trilione di dollari
Esposizione ai derivati: oltre 54 trilioni di dollari

Bank Of America

Asset totali: 2,1 trilioni di dollari
Esposizione ai derivati: oltre 54 trilioni di dollari

Morgan Stanley

Asset totali: 831 milioni di dollari
Esposizione ai derivati: oltre 44 trilioni di dollari

E non è certo un problema solo americano. Come ha riportato recentemente anche Zero Hedge, il gigante europeo, Deutsche Bank vanta la maggiore esposizione in derivati di qualunque istituto americano, vale a dire oltre 75 trilioni di dollari (5 volte il Pil europeo e più o meno il Pil del mondo!!)

Per coloro che cercano con ansia il giorno in cui questi colossi imploderanno, è necessario tenere a mente che quando lo faranno si porteranno dietro tutto il sistema, ormai completamente dipendente da queste banche. Ci avevano detto che qualcosa sarebbe stato fatto dopo l'ultima crisi, ma in realtà i giganti finanziari si sono, da allora, potuti allargare di un 37% complessivo. Oggi, inoltre, le cinque maggiori banche del paese rappresentano il 42 per cento di tutti i prestiti negli Stati Uniti, e le sei maggiori controllano il 67 per cento di tutte le attività bancarie.

Ci stiamo pericolosamente avvicinando verso il maggior disastro finanziario nella storia del mondo, e, conclude Snyder, nessuno sta facendo nulla per impedirlo.

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=8845


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Stodler
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Aveva ragione Sindona, per rubare in una banca è bene possederla.


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luiginox
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qualcuno mi spieghi cosa è esattamente un trilione.non a chiacchiere ma in linguaggio matematico.forse è 10 elevato alla 9?e il bilione?.è tutto un casino .tutti parlano ,nessuno è preciso e ognuno capisce come crede di capire.odifreddi fatti sentire.


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Anonymous
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Il credito fuori degli USA denominato in dollari ha raggiunto i 7.000 miliardi...
Il prossimo botto sarà...?
Sarà sempre più difficile per le banche centrali contrastare le bolle finanziarie.
Questo spiega l' istituzione del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa)


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Le cinque maggiori banche americane hanno tutte un'esposizione ai derivati superiore ai 40 trilioni di dollari.

Non è l’esposizione. E’ il capitale nozionale.
Ciò che conta è l'esposizione al rischio. Parlare genericamente di “derivati” significa fare appositamente della confusione. Le varie tipologie sono molto diverse . L’esposizione potrebbe essere anche pari a zero e comunque nella quasi totalità dei casi è una piccolissima frazione del nozionale. Frazione che devi aver versato a garanzia. Il problema alle volte è che le posizioni vengono aperte facendo ricorso a capitale di debito.
Rosanna, l’autore è caz***e non sa di che parla :
“Michael T. Snyder is a graduate of the University of Florida law school and he worked as an attorney in the heart of Washington D.C. for a number of years.”
Non che serva chissà quale formazione per capire due cose di base. E questo idiota nemmeno due righe si è letto.
E’ uno dei tanti furbetti che conta sul fatto che chi legge tanto non capisce e nemmeno s’informa. Non fare pubblicità (inconsapevolmente) a degli idioti che cercano solo visibilità.

Edit: Vabbé, lo metto nel caso in cui qualcuno sia interessato e non sappia dove andare a cercare. http://www.occ.gov/topics/capital-markets/financial-markets/trading/derivatives/dq114.pdf


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Il credito fuori degli USA denominato in dollari ha raggiunto i 7.000 miliardi...
Il prossimo botto sarà...?
Sarà sempre più difficile per le banche centrali contrastare le bolle finanziarie.
Questo spiega l' istituzione del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa)

N'altro ... Ma chi te lo fa fare?


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Anonymous
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Il rapporto annuale della banca dei regolamenti internazionali (BRI) pubblicato a fine giugno, rappresenta la situazione economica internazionale attraverso la dialettica tra ciclo economico e ciclo finanziario...

Cit: N'altro...Ma chi te lo fa fare?
Essere arrogante!


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Se per arrogante intendi sdegnato dai tuoi commenti hai colpito nel segno.
Cosa significa buttare lì un dato (5000, 7000 o 10000 miliardi ??!) senza nessun contesto?
Le banche centrali cercano di contrastare le bolle finanziarie? Questo spiega "l' istituzione del BRICS" ? Come no!
Ma di che parli?

Babuskin, ma va va …


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Anonymous
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Il contesto è il capitalismo e le sue ricorrenti crisi... sempre più ampie e profonde.

Sforziamoci di capirci e capire.
Partiamo da un dato di fatto (ormai chiaro anche agli struzzi), dopo lo scoppio della crisi, la politica monetaria ha ecceduto in politiche " straordinariamente accomodanti" (cit dal rapporto), i cui costi diventeranno evidenti nel tempo. La globalizzazione ha accresciuto le aspettative di crescita, ha dato forza e ampiezza ai boom finanziari e ha reso sempre più diffile per le banche centrali contrastare le bolle finanziarie, con l' idea che sia più facile neutralizzarne gli effetti con un allentamento aggressivo post-crisi. Il riferimento è alla dottrina Greenspan sulle bolle (...). Ne deriva una distorsione persistente, sia nel boom che nel bust, lo scoppio: i tassi d'interesse vanno verso il basso, l' indebitamento verso l' alto.
"Questa è la trappola del debito" (cit dal rapporto).
Da questa situazione è difficilissimo uscirne perché le banche centrali subiscono pressioni enormi per prolungare le misure accomodanti e perché il ritorno a tassi d' interesse più normali "è ostacolato dall'"accumulo di debito" (cit dal rapporto)
I tassi minimi d'interesse non fanno fiorire la crescita ma i funghi del debito e del capitale fittizio. Protegendosi le banche nell' accumulazione allargata le banche centrali coltivano i semi della sua scissione nel lungo termine.

Il monito sulla tenuta degli assetti istituzionali è stato ben chiaramente denunciato a metà luglio, quando i BRICS hanno proclamato al vertice di Fortaleza (Brasile) la creazione della New Development Bank (NDB) e del Contingent Reserve Arrangement (CRA), apparsi come una sfida lanciata alla Banca Mondiale e al FMI...

Cit: Nat ma va va... li!


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