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Brasile: il vero obiettivo


mystes
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Ieri i giudici della Corte di Appello di Porto Alegre (Brasile) riuniti in seduta collegiale hanno condannato definitivamente l’ex-presidente comunista Ignazio Lula da Silva a 12 anni di carcere per corruzione.
In realtà però a mio avviso l’obiettivo vero dei giudici non era tanto Lula ormai fuori gioco dalle competizioni politiche anche se considerato nelle ricerche di mercato il candidato con il più alto numero di consensi; l’obiettivo vero era ed è il candidato della destra nazionalista Bolsonaro, amico dei militari e ben visto in molti ambienti del mondo economico, che seguiva a ruota nelle preferenze e quindi nelle probabilità di competere con Lula e di batterlo nel confronto finale e di essere eletto alla Presidenza.
Infatti, con la fine di Lula viene meno la probabile radicalizzazione della competizione elettorale (sinistra-destra) e si aprono ampi spazi a molti altri candidati che nel passato hanno dato prova della più scarsa inefficenza politica (ma di un'alta competenza nel far quattrini) e soprattutto della incapacità di lottare a fondo contro i grandi mali che stanno affondando il Brasile: la corruzione, la delinquenza organizzata, l’arretratezza.
Invece il Brasile avrebbe bisogno proprio di una grande battaglia elettorale radicalizzata all’insegna di valori veri e non di effimeri giochi di potere come quelli che si profilano alle prossime elezioni senza più lo scontro Lula-Bolsonaro.
Il candidato nazionalista adesso resta da solo in testa nelle preferenze di voto, ma certamente non lo sarà per molto: i corrotti e i grandi marpioni del carnevale elettorale (con voto obbligatorio) che dominano la scena politica si stanno preparando per l’assalto finale alla diligenza con grandi capacità di spesa, visto che sono i beneficiari dei gandi scandali di corruzione che in tutti questi anni hanno dominato e continuano a dominare sulla scena politica del Brasile.


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oriundo2006
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Sono stato in tempi recenti quattro volte in Brasile. A mio avviso occorre partire dalla bandiera: 'ordem e progresso’.
E’ sull’ ‘ordem’ che si gioca la battaglia.
L’interpretazione di Lula era un ‘ordem' partecipato e reso solidale a partire dalle immense bidonville: dunque un ‘ordem’ che desse cittadinanza e diritti anche a chi da sempre ne era fuori, attraverso un presa di coscienza ( anche ) di costoro verso le responsabilità che avevano nel rendere vivibili le loro favelas. Dunque lotta alle organizzazioni criminali, diminuendo la loro presa sociale nei più, sopratutto giovani e sopratutto diversamente colorati ( andare un pò a vedere laggiù cosa significa ‘meticciato’ …). Un impegno immenso, nobile ma condotto con una mentalità e con mezzi insufficienti: ed ampiamente boicottato da ‘partito americano’, che vi ha visto come fumo negli occhi le tendenze socialisteggianti e redistributive.
Di fatto, le classi d’ ordine’ tradizionali, piccola, piccolissima e media borghesia, ne erano ampiamente escluse: parlare un po’ con costoro mi ha reso evidente che una ‘sudamericanizzazione’ della politica in senso ‘populista’ era vista come l’emblema della decadenza che il Paese attraversava, insieme al sostanziale fallimento delle politiche di Lula, incapaci di trovare lavoro sufficiente e FATTIBILE a larghe masse assolutamente digiune dalla scolarità: ne era l’emblema e NON la soluzione.
Questo è un grave e sottaciuto problema: è all’origine del problema dell’ ordine pubblico’ assai travisato perchè identificato con l’aspetto repressivo oppure con l’idea che al Brasile ‘importante’ ( San Paulo ) questo sostanzialmente potesse servire come serbatoio di manodopera pronta a tutto: e quando si dice pronta a tutto, si parla anche delle forze paramilitari, oppure della droga ‘libera’ per tutti a costi irrisori, o degli operai a salario infimo, e di tutto il resto che chiunque vada in quel Paese immenso vede ad ogni angolo di strada...
Di fatto, è questo Brasile ricco, occidentalizzato all’americana e deresponsabilizzato che si è andato affermando e le elezioni rifletteranno questa realtà: vi sarà un po’ di repressione aggiuntiva nelle bidonvilles lasciate a sè stesse, i salari fletteranno ancora al ribasso, i morti ammazzati avranno un’impennata: e tutto si fermerà lì, perchè senza una remissione delle cause profonde - prima fra le quali è la scolarità insufficiente - nulla davvero cambierà di dx o di sx.
Ripeto, queste sono impressioni estemporanee di un occidentale, di un viaggiatore che ( purtroppo ) non ha tempo e modo di poterci vivere a lungo e, perchè no, di poter partecipare ad un ‘qualcosa’ di importante socialmente.


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Tibidabo
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@oriundo2006

Non è cosí.
La piccola borghesia e quella medio bassa non avevano alcun motivo razionale per rifiutare le politiche di integrazione di Lula.
Non gli cambiava niente se non il fatto di ritrovarsi “i poveri” nei luoghi che prima erano loro proibiti per motivi economici come centri commerciali di lusso, aeorporti e soprattutto (soprattutto) le università.
Infatti con Temer stanno prendendo molte più bastonate che con Lula per esempio con l'aumento vertiginoso dei prezzi della benzina che è collegato ai tentativi di privatizzazione di Petrobras.

Qui in due parole l'opinione del sociologo Jessé Souza autore di un bestseller che ha fatto sensazione uscito nel 2017, “A elite do atraso”

“Digo que a classe média foi massa de manobra dado que não havia, exceto para as capas superiores da classe média associadas ao pacto rentista, nenhum motivo racional para isso. A classe média não ganhou nada e só vai perder com o golpe. Mas ela agiu como se fosse a protagonista do processo.”

Segundo Jessé, a única justificativa – ainda que irracional – para o apoio da classe média ao golpe é o ódio aos pobres, que vem desde a escravidão. Ou seja: a classe média se comporta como o capataz dos antigos senhores de engenho agia em relação aos escravos. Uma melhor posição na escala social é também o que mantém, para setores da classe média, uma confortável sensação de privilégios no modelo de extrema desigualdade que impera no Brasil.

Conosco a bastanza bene il Brasile e confermo l'opinione di Souza che l'unico vero motivo della classe media è stato quello di trovarsi a perdere quelle prerogative che gli permettevano una distinzione di classe dai poveri e dai poverissimi che in quel paese sono disprezzati al punto di crederli una razza diversa in virtù della loro diversa condizione sociale.

Che è lo stesso IDENTICO che succede da noi solo che lí è esplicito mentre da noi viene rimosso dalla coscienza e messo in atto collettivamente a livello inconscio.

Non so cosa succederà in Brasile ma mi pare di vedere un inizio di mobilitazione degli intellettuali e di quella fascia di borghesia colta che Jessé Souza chiama “borghesia critica”.

Lo vedremo nei prossimi mesi, sia in Brasile che in Italia.
Credo che se non si muoverà nulla sarà la prova che è finito tutto ma qualche “inquietudine” fuori dell'odinario mi pare di intravederla.


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mystes
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Io credo che non accadrà nulla. La stagnazione sociale è nella realtà dei fatti: le "riforme" che vorrebbe promuvere il "golpista" Temer sono patrocinate dai suoi ricchi sostenitori. Riformare un sistema per non cambiarlo o cambiarlo a vantaggio dei globalisti: ecco cosa c'è dietro la riforma della Previdenza Sociale e delle leggi sul lavoro. Intanto è stata nominata ministra del lavoro una signora che non pagava i contributi previdenziali al suo autista. E' vero che i Giudici stanno tentando di impedire la nomina, ma è in corso un pericoloso braccio di ferro che dimostra lo stato di pericolosa instabilità e incertezza....Non prevedo nulla di buono.


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oriundo2006
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Cito: 'Non gli cambiava niente se non il fatto ..’’: appunto. Si sentiva ‘spinta in basso’ e non valorizzata dal populismo di Lula e Compahneiros: sono classi sociali che tengono al lato ‘colto’ della vita, molto enfatizzato in senso europeo, avendo a mente l’Europa di anni fa, peraltro, e non al lato ‘bum-bum’ associato alle masse ( nere o mixed ), buone per tutto ciò che a loro modo di vedere fa cadere il Paese in basso. Vero o meno, è anche l’origine storica del Paese stesso, e non si può trascurare, nè la reazione può essere la repressione e basta.
Dunque la composizione sociale del paese è composizione di classe stratificatasi su di una composizione etnica specifica del Brasile ma comune anche ad altri paesi dell’America Latina che hanno però una componente nativaindia molto maggiore, qui invece inesistente se non negli interstizi più poveri dei poveri e solo in certe zone specifiche. Questa stratificazione è una zavorra difficile da portare ad un più maturo senso della vita ed ad una idea di società inclusiva e non semplicemente rimuovente il conflitto sociale ( che prima o poi esploderà ): e questo riguarda bianchi, neri, gialli e tutti quanti.
Quello che 'tutti’ sotterraneamente temono, avendone parlato direttamente con gente di là, è l’esempio del Venezuela, ovvero una guerra civile strisciante ed una repressione militare feroce, che farebbe sprofondare il Paese ( enorme: è 27 volte l’Italia, con la grande maggioranza della popolazione assai sfavorita ) in un abisso di povertà, strozzatura economica, marginalità internazionale e quant’altro: e forse addirittura ad una separazione nordestsud già oggi evidentissima. Non dimentichiamo che il Brasile ha già avuto esempio recente di dittatura ed oggi i gruppi paramilitari fanno e disfano quello che vogliono, applicando la legge senza tribunali o giudici di sorta, specie verso i coloured: i bianchi hanno impunità totale e Temer ne è l’esempio attuale.
Quando sento la Merkel cianciare sul ruolo internazionale dell’Europa non posso non pensare all’America Latina, dove molto potremmo fare e ahinoi poco e niente viene fatto, lasciando centinaia di milioni di uomini e donne in bocca al pescecane a stelle strisce ed ad una concezione di società 'giustamente’ e tragicamente ‘disuguale'...


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Tibidabo
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@oriundo2006

Se non leggi però non capisci.

Souza, che è il più noto sociologo brasiliano ed è impegnatissimo politicamente, sta dicendo che la classe media NON (NON) è stata minimamente spinta verso il basso.
Anzi le bastonate peggiori le sta prendendo con Temer, non le prendeva cosí con Lula.
Come mai?
Perché essendo cretina (Souza nei libri la chiama tola e imbecil) si preoccupa più della distinzione sociale che del suo benessere effettivo.
Ha ragionissima Souza e il suo discorso si adatta perfettamente all'Italia.

Poi ragazzi, pensate come vi pare ma ogni tanto, cosí per sport, provate a considerare che si può cercare di uscire un attimo dai vecchi chemini triti e ritriti.


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oriundo2006
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A me risulta che Lula abbia aumentato di parecchio le tasse specie sulla proprietà…a parte questo, mi risulta anche un incremento notevole delle spese comuni per il tasso di cambio assai sfavorevole, dopo una imbriacatura al rialzo di quattro anni fa…di questo le persone con cui due anni fa ho parlato si lamentavano: non erano contrarie a Lula ma ne indicavano i limiti dell’azione politica. Non si sentivano rappresentate da un potere che voleva carpire il consenso delle classi svantaggiate monetizzandone il disagio con quattro soldi dati a vanvera, dimenticandosi del resto e sopratutto non governando il Paese mettendo riparo alle enormi diversità strutturali latenti: una mina vagante su ogni progetto SERIO di modifica di condizioni che da storiche si stavano tramutando in zavorra insostenibile. Insomma, il programma era insufficiente ed ideologico: questo mi dissero ed assolutamente carente di una spinta radicalmente innovatrice.
Poi lascio ad altri dirimere la questio ‘Brasile’ , con l’avvertenza che qui stiamo scambiando pareri ed impressioni anche estemporanee e non verificate e non siamo a scuola. Chi si mette in cattedra è bene che lo capisca e si scelga un altro sito.


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Tibidabo
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@oriundo2006

Non ti basare per intero su quello che ti ha detto l'amico tuo.
Ci sono dei testi e te ne ho segnalato uno, in più trovi moltissimi articoli che sono disponibili in rete.
Dopo che avrai letto da diverse fonti giudica.


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