Notifiche
Cancella tutti

Burkina Faso. La rivoluzione fallita


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

Per quasi un mese in Burkina Faso riecheggiava una sola parola: rivoluzione. Da domenica scorsa i toni si sono smorzati. Un nuovo governo di transizione è stato formato senza rispecchiare le richieste del popolo burkinabé che chiedeva un “cambiamento”.

Le vecchie facce sono ai posti di comando e le forze armate ricoprono posizioni strategiche. In mano a esponenti dell’esercito, oltre alla guida dell’esecutivo stesso, sono andati in particolare i ministeri delle Miniere e dell’ Energia e i dicasteri della Difesa e degli Interni.

Il colonnello Isaac Zida, capo del governo e uomo forte di Ouagadougou, guiderà anche la Difesa. Gli Interni sono stati affidati al colonnello Auguste Denise Barry. Il presidente ad interim, l’ex diplomatico Michel Kafando, sarà anche ministro degli Esteri. Carica già ricoperta durante il governo di Compaoré. Kafando è stato infatti per oltre dieci anni al fianco dell’ex capo di Stato. Questi uomini, in base ad un accordo sottoscritto da rappresentanti dell’esercito, dei partiti e della società civile, dovranno organizzare elezioni libere e democratiche entro novembre 2015.

La sommossa popolare appare dunque addomesticata. Gli Stati Uniti e la Francia, che non possono permettersi di perdere un alleato strategico come il Burkina Faso, si sono subito mobilitati.

La Banca Centrale francese detiene la totalità delle riserve in valuta pregiata della Burkina Faso, rendendo estremamente facile il ricatto finanziario. Gli Stati Uniti hanno in Burkina Faso un’importante base militare che consente l’appoggio alle operazioni in tutta l’Africa occidentale. In particolare, dal 2007, da Ouagadougou partono gli aerei spia che sorvolano la Mauritania, il Mali e l’intera regione del Sahel.

Tuttavia, non è detta l’ultima parola. Chi è sceso in piazza lo scorso 30 ottobre, costringendo l’ex presidente Blaise Compaoré, al potere da 27 anni, a dimettersi, è spinto da una rabbia che ha tenuto con il fiato sospeso Washington e Parigi, memori di un’altra rivolta, quella condotta da Thomas Sankara.

Il timore di una “rivoluzione sankarista” ha indotto la Francia a intervenire e a mandare un elicottero, decollato dalla loro base militare a Ouagadougou, per prelevare Compaoré, la moglie e pochi fedelissimi e li ha portati a Yamoussoukro, in Costa d’Avorio. Da qualche giorno, in Marocco.

In un primo momento si è dunque pensato che anche questa volta ci fosse lo zampino dell’Eliseo. In Africa si dice che “non si muove foglia che la Francia non voglia”. Tuttavia, Parigi c’entra poco. È infatti intervenuta a cose fatte.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’annuncio di Compaoré di modificare l’articolo 37 della Costituzione per potersi ricandidare alle elezioni presidenziali.

Di fronte all’ennesimo abuso, i giovani burkinabé, sostenuti dai gruppi dell’opposizione e della società civile, si sono catapultati in massa per le strade della capitale, mobilitando grazie anche alle radio rurali migliaia di persone. La “Piazza della Nazione”, dove ha avuto luogo la protesta, è stata rinominata “Piazza della rivoluzione”.

A differenza di tante rivolte, qui non c’è un vero leader. «Abbiamo avuto un comandante invisibile di nome Thomas Sankara», ha spiegato all’agenzia di stampa Afp, Souleymane “Soul” Ouedraogo, cantante rap di spicco e uno dei leader del Balai Citoyen, un movimento civile che è stato protagonista della sommossa. Quando i manifestanti hanno sfondato i posti di blocco della polizia, che impedivano l’accesso all’Assemblea nazionale, hanno cantato “Patria o morte, vinceremo”. La frase che era solito pronunciare il Che Guevara africano, come è stato ribattezzato Sankara.

«I giovani del Burkina Faso hanno riabilitato la figura di Thomas Sankara», ha affermato la vedova, Mariam Sankara, che in una lettera ringrazia i giovani, le donne, la società civile, l’opposizione «e la gran parte dell’esercito repubblicano rispettosa del volere del popolo».

Nonostante in Burkina Faso il 72% della popolazione sia sotto i 30 anni e non abbiano vissuto gli anni della rivoluzione sankarista, i giovani reclamano la sua eredità. Ne hanno sentito parlare dai genitori. Si sono documentati su internet e hanno abbracciato i suoi ideali di libertà.

Francsca Dessì
Fonte: www.ilribelle.com
1.12.2014


Citazione
Condividi: