Campo profughi AIDA - Cisgiordania

Ci sono 5.500 persone che vivono in un'area di 3-4 km quadrati, il 60% di costoro sono bambini dai 0 ai 17 anni. Quando i palestinesi giunsero in quel territorio, in fuga dalla pulizia etnica messe in atto dagli israeliani, una signora offrì loro le terre in cui oggi vivono. Gestiva un caffè e si chiamava AIDA. A lei è dedicato il campo.

C0'è una scuola in quel campo, ospita 1400 studenti.
Il sistema elettrico da quelle parti è messo così male che se in tre decidono di accendere lo scaldabagno salta la corrente a tutti.L'acqua vi arriva un giorno solo ogni due (2) settimane.Viene gestita dagli israeliani e gli abitanti di quel campo si affidano al loro "buon cuore".

La spazzatura dovrebbe essere gestita da un'organizzazione dell'ONU l'UNRWA, che ignora completamente questa incombenza.
Così come la stessa organizzazione dovrebbe occuparsi della distribuzione di generi di prima necessità, passano mesi prima che questo venga fatto.

Il campo è circondato da un muro da una parte e da un check point israeliano. Il muro lo hanno costruito quelli che un tempo abitavano nei ghetti della civile europa, hanno imparato bene il mestiere di carnefici ed applicano la stessa logica.

Lì è stato creato un asilo da alcuni matti. I soliti attivisti che sognano un mondo diverso. E' intitolato ad un'attivista che fu uccisa dagli israeliani. Era una delle promotrici del campo.
In quell'asilo giocano 1.200 ragazzi, giocano ed imparano a leggere e scrivere.
Ora è aperta una campagna di sottoscrizione e di aiuto per quell'asilo.
E' previsto anche un campo per volontari dal 10 al 20 luglio di quest'anno.
Se v'interessa questo è l'indirizzo a cui scrivere:
Centro documentazione "Falastin"-via Giachino 28 Torino

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