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Carotenuto - Nella Colombia di Uribe


afragola
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NELLA COLOMBIA DI URIBE SI AMMAZZANO I DUE TERZI DEI SINDACALISTI AL MONDO

Gennaro Carotenuto
(11 giugno 2009)

Vilma Carcamo Blanco era una dirigente sindacale a Magangué Bolívar, in Colombia. Stava organizzando una giornata di protesta per lavoratori che non erano pagati da mesi. Il 9 maggio un sicario l’ha affiancata è l’ha assassinata a sangue freddo. Milton Blanco Leguizamón era un maestro come Víctor Franco. Nonostante Milton sia stato assassinato a pochi passi da una piazza completamente presidiata dall’esercito e dalla polizia non si è mai saputo nulla dei suoi assassini. Edgar Martínez, anche lui sindacalista, invece andava in motocicletta a una riunione quando è stato affiancato e assassinato da alcuni paramilitari, probabilmente delle “Aguilas Negras”, un gruppo che agisce nella totale impunità.
Vilma, Víctor, Edgar, Milton sono solo tra gli ultimi dei 558 sindacalisti fatti assassinare in Colombia da quando è presidente Álvaro Uribe in un contesto nel quale il sistema terroristico contro qualunque organizzazione di lavoratori è completamente impune e avviene nel silenzio della stampa internazionale che in genere applaude al governo colombiano o del Parlamento europeo che non approva mozioni di preoccupazione né di condanna per un massacro senza fine.
Per la “Confederazione Sindacale Internazionale”, che ha appena pubblicato il rapporto 2009 sulla situazione dei diritti sindacali nel mondo, addirittura i due terzi dei sindacalisti che vengono assassinati nel mondo perdono la vita in Colombia nell’indifferenza totale se non nella complicità del governo verso tali crimini.
Nel corso del 2008 ben 49 dei 76 sindacalisti uccisi sono morti in Colombia. Se il numero di 76 è un totale in calo rispetto ai 91 del 2007, i morti nel paese latinoamericano sono però aumentati di dieci unità. Quindi nel mondo muoiono meno sindacalisti ma molti di più ne muoiono nel paese di Álvaro Uribe dove è in corso una vera guerra al lavoro che non ha paragone al mondo e dove l’uccisione dei rappresentanti sindacali sembra essere considerata dalle imprese come una normale maniera di risolvere i conflitti. Dopo i 49 della Colombia nove sindacalisti sono stati uccisi in Guatemala, quattro nelle Filippine e in Venezuela, tre in Honduras, due in Nepal.
I morti degli ultimi due anni non fanno che consolidare il dramma colombiano. Appena pochi giorni fa il Sindacato Spagnolo delle Comisiones Obreras aveva denunciato come solo nell’era Uribe fosse arrivato a 588 il numero dei sindacalisti uccisi, 17 dei quali nei primi quattro mesi del 2009. Per le Comisiones Obreras sono dati che smentiscono sia il presidente Uribe sia il suo governo sul progressivo calo della violenza nel paese. Anche la Federación Internacional de Derechos Humanos (FIDH) si è associata nella preoccupazione “molto seria per la sicurezza personale di tutti i dirigenti sindacali” e ha chiesto espressamente al presidente Uribe dichiarazioni pubbliche di condanna contro i crimini commessi verso i sindacalisti. Fino ad oggi da Palazzo de Nariño a Bogotà non è arrivata alcuna risposta.

fonte www.gennarocarotenuto.it
mhh mhh sentivo il tipo che ora fa il presidente della camaera che gli USA non sono un paese terrorista ..beh usa gli uribe di turno
sti perecottari fascistelli sempre pronti a leccare le suola dei padroni a stelle e striscie ...mentecatti e buffoni


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