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Chi vuole la testa di Berlusconi: follow the money


Pellegrino
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La battaglia di Tripoli
All'estero tifano per la crisi

Ecco perchè inglesi e francesi ci criticano per la visita del Rais. Berlusconi ha soffiato l'affare alle potenze straniere. Che ora tifano per Fini.

In "Tutti gli uomini del Presidente", il film sullo scandalo Watergate, il reporter del Washington Post Bob Woodward, impersonato da Robert Redford, incontra la sua fonte, "Gola Profonda", e chiede notizie più dettagliate sul ruolo svolto dalla Casa Bianca. Gola Profonda risponde: "Follow the money". Segui i soldi. È una buona regola del giornalismo e nel nostro piccolo cercheremo di seguirla per raccontarvi come e perché non solo in Italia ma anche all’estero stiano sperando nella caduta del governo Berlusconi e come in una certa maniera si cerchi di alimentarla, la crisi. Partiamo da notizie sparse qua e là, apparentemente slegate, e vediamo di ricomporle in un mosaico che ha un senso.

Quattro senatori democratici il 13 luglio scorso hanno chiesto alla commissione esteri del Senato americano di investigare su un possibile ruolo svolto dalla British Petroleum nel rilascio da parte delle autorità britanniche del terrorista libico Ali al-Megrahi, coinvolto nell'attentato del 1988 all'aereo Pan Am 103 che sorvolava i cieli della Scozia. Alle cronache quell'azione terroristica passò con il nome di strage di Lockerbie, morirono 270 persone e molti erano cittadini americani. Megrahi nel 2001 era stato condannato all'ergastolo, era detenuto in Scozia, ma nel 2009 viene improvvisamente rilasciato e rispedito in patria per ragioni di salute. Si diceva che fosse in fin di vita. Il suo rilascio ha creato una tensione diplomatica tra Gran Bretagna e Stati Uniti e il disastro ambientale nel golfo del Messico causato dalla fuoriuscita di greggio dalla piattaforma della Bp colata a picco ha alimentato la determinazione degli americani a cercare la verità. I senatori democratici pensano che questa vicenda puzzi di petrolio lontano un miglio. Fantapolitica? Non lo sappiamo, però...

British Petroleum nel maggio del 2007 ha firmato un accordo con la Libia del valore di oltre un miliardo di dollari, garantendosi i diritti per l'esplorazione di 54mila chilometri quadrati nel golfo della Sirte e nel deserto vicino alla città storica di Ghadames. L'accordo è stato firmato da Tony Blair in persona. Gli inglesi, come gli italiani dell'Eni, sono a caccia di gas e petrolio.

Il 28 luglio 2009 Finmeccanica e Libyan Investment Authority hanno siglato un accordo di cooperazione strategica. Per fare cosa? Le aziende italiane (Selex, Agusta Westland e ATR) si occuperanno della sorveglianza dei confini libici. Valore della commessa: 400 milioni di euro. Ansaldo Sts invece si è aggiudicata la gara per la fornitura di sistemi per tre linee ferroviarie: 1. Al Khums-Sirth (linea costiera a doppio binario di 320 chilometri); 2. Tripoli-Sirth (tratta costiera di 115 chilometri) 3. Al Haicha-Sabha (linea sud a singolo binario di 810 chilometri). Valore della commessa: 541 milioni di euro. Lo scorso 6 agosto un consorzio costituito da Ansaldo Sts e Selex Communications (aziende Finmeccanica) ha firmato con la società russa Zarubezhstroytechnolgy un contratto per realizzare sulla tratta Sirth-Benghazi i sistemi di segnalamento, telecomunicazione, alimentazione, sicurezza e bigliettazione. Valore della commessa: 240 milioni di euro. Chi erano i nostri potenziali concorrenti? Non gli americani che sulla Libia hanno un blocco commerciale, non gli inglesi per cui in questo caso valgono logiche geopolitiche concordate con Washington, ma il boccone poteva esser prelibato per i francesi con Tales (diretta concorrente di Selex nell'elettronica per la difesa), Alstom (treni e ferrovie) e la partecipata Eads (elicotteri e satelliti). Totale del pacchetto: 1,2 miliardi di euro.

Il Financial Times, bibbia della City, è specializzato più di tutti nel gioco del follow the money. Ft segue i soldi come nessun altro. Soprattutto quelli delle aziende inglesi che si muovono su scala globale. Ieri la prima pagina del quotidiano era davvero interessante: la seconda notizia era rappresentata da una foto di Muammar Gheddafi e Franco Frattini, il colonnello e il nostro ministro degli Esteri. Titolo: Friends in Rome. Gaddafi to meet Berlusconi. Amici a Roma, Gheddafi incontra Berlusconi. Sotto la didascalia c'era un rimando a un editoriale nella pagina dei commenti. Da attento lettore del Ft sfoglio il quotidiano in cerca di un'analisi su Gheddafi e il Cavaliere. Niente. Sorpresa, l'argomento di cui si tratta è Gianfranco Fini. Il giornale britannico scrive che il Presidente della Camera «ora deve decidere se una nuova, luminosa e piena di speranze era post-Berlusconi può avere inizio». Quello di Ft è un vero e proprio invito a far colare a picco la maggioranza e mandare Berlusconi in pensione. Segue di pochi giorni un articolo più o meno dello stesso tenore dell'Economist. Fini ha degli amici molto interessati alla sua azione in Inghilterra.

Queste notizie hanno un'importanza fondamentale per capire le dimensioni e lo scenario della partita a scacchi che sta giocando il governo italiano, chi sono i suoi nemici e quali forze all'estero sono interessate alla caduta di Berlusconi. Come spiega Marlowe nell'articolo qui a sinistra, la Libia per l'Italia è un mercato economico di grandi prospettive. Stiamo portando via deliziose fette di torta ad altri concorrenti che usano qualsiasi mezzo per sedersi al tavolo del business internazionale. Questo provoca la reazione di una serie di soggetti che nascondendosi dietro l'ideale hanno invece un interesse economico reale. Il vero capolavoro dell'era berlusconiana è stato quello di aver sganciato la nostra politica estera dallo schema di Yalta e reso autonomo il ruolo dell'Italia su due aree geopolitiche: nel Mediterraneo e nell'Africa del Nord attraverso la stretta cooperazione con la Libia guidata da Muammar Gheddafi; in Eurasia grazie al rapporto con la Russia del primo ministro Vladimir Putin e del presidente Dmitrij Medvedev. Con un lavoro diplomatico molto intenso e un impegno personale fuori dal comune il presidente del Consiglio ha dato all'Italia quello che non aveva mai avuto: un'influenza decisiva in alcune partite diplomatiche molto delicate che riguardano i rapporti economici e militari con questi due Paesi i quali, a loro volta, sono un passaggio obbligato per il Medio Oriente e l'Africa da una parte, l'Eurasia e il Pacifico dall'altra. È grazie a questi legami che l'Italia oggi può far pesare le sue decisioni e assumere iniziative che puntano al proprio interesse nazionale e non a quello di altri. La Libia è il terreno di caccia degli inglesi e dei francesi, la Russia un mercato gigantesco per i tedeschi e l'eterna preoccupazione degli americani. L'Italia di Berlusconi si è infilata in uno scontro fra titani. Cosa un tempo impensabile e con un unico precedente nel passato: Enrico Mattei, il presidente dell'Eni morto in un incidente aereo del quale a tutt'oggi non conosciamo le cause.

La caduta di Berlusconi provocherebbe non solo un immediato big bang nella politica interna e nello scenario dei partiti, ma farebbe implodere quel sistema di relazioni internazionali che il Cavaliere ha costruito con tenacia e fantasia. Altro che la Disneyland di cui cianciano i finiani senza aver capito cosa c'è davvero in ballo. A chi conviene? Ci sono le impronte digitali. Risolvere il caso è facile.

Mario Sechi 31/08/2010
http://www.iltempo.it/politica/2010/08/31/1195247-battaglia_tripoli.shtml

vedi anche:
Sinistre amnesie
L'opposizione s'indigna per Gheddafi. Ma dimentica le visite "scomode" di Prodi. A Palazzo Chigi anche il sudanese Omar El-Bashir: criminale di guerra.
http://www.iltempo.it/2010/08/31/1195244-questo_punto_sinistra_tutta_proprio_disposta_fare_passi_indiet
ro.shtml


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duxcunctator
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Ottimo, Pellegrino.
Va a favore dell'ecologia della mente riflettere su queste tematiche, specialmente per coloro che appartengono alla cosiddetta "sinistra", e che su un sito come CDC mi par di capire che sono la maggioranza.

Berlusconi ha fatto saltare un po' di equilibri ultraconsolidati ed i Poteri Forti (ma quelli veramente forti) lo vogliono ricondurre all'ordine, in un modo o nell'altro.
Obiettivo però ben più difficile rispetto al ricondurre all'ovile un "normale" politico (ed i primi due nomi che mi vengono in mente sono JFK e Haider), perché il nostro caro premier raduna in sé (cosa mai successa in precedenza) i quattro tipi di potere: politico, economico, finanziario e mediatico.

Detto tutto questo, però diciamoci anche che trattasi di scontro tra Poteri rispetto al quale noi uomini di buona volontà (per chi si sente di appartenere a questa categoria) dovremmo chiamarci assolutamente fuori.
Perché l'obiettivo del Padrone di Lorsignori è quello di "arruolarci" in uno schieramento o nell'altro: a lui gli va comunque bene.

Peraltro, un articolo in cui si analizza l'innovativa e scomoda geopolitica di Berlusconi e si conclude con il parallelismo con Enrico Mattei (cattolico vero e morto da moderno martire, anche se non riconosciuto dalla Chiesa), non può non odorare di "bruciato".
Ho letto di recente un testo (penso proveniente proprio da CDC) centrato sulle tecniche di manipolazione mentale, ma di alto livello.
Miranti a costruire dei "circuiti neuronali", e proprio grazie alle "associazioni", strumento potentissimo in tal senso.
E' ricorrente, ultimamente, l'associazione Berlusconi-Mattei.
Mi limito a dire che Mattei, se avesse avuto l'immenso potere mediatico di Berlusconi, non lo avrebbe utilizzato per "sedare" gli utenti della televisione, così come ha scelto di fare Berlusconi.

E che ora proprio sul suo media-system si sia iniziato a svelare le verità sulle Matrici in cui tutti siamo invischiati (due articoli sul signoraggio ed uno sulla free energy, sul Giornale; ancora signoraggio e scie chimiche su "Misteri" di Italia 1, il satanismo delle elites su "Le Iene" sempre su Italia 1) non lo redime per nulla, semmai lo accredita come il pezzo più grosso di tutti, quello a cui è concesso dire ciò su cui gli altri debbono tacere.
Particolarmente preoccupante, a chi è dotato di un minimo di sensibilità escatologica.

Quindi, inneggiare a Berlusconi come ultimo katechon, rispetto alla marea montante di dissoluzione (che è la scelta che sembrerebbe essere fatta sempre più da certo tradizionalismo, cattolico e non, FDF-like) è una scelta con la quale ci si consegna, contenti, ai proprio carnefici.

Esiste un solo modo per servire, e sposare, la verità (che è tale perché la Verità si è fatta Uomo): ed è quella di servirla integralmente, ossia TUTTA, fino alla più piccola parte di essa.
Qualsiasi altra modalità di rapportarci alla verità, che fosse caratterizzato anche soltanto da parziali occultamenti o "aggiustamenti", ce la rende amante o, ancora peggio, escort. Invece che sposa.

E rende, coloro che la utilizzano come amante o come escort, non migliori di coloro che la stuprano in gruppo.


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Pellegrino
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Concordo in tutto D.


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sentinella
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io che non so scrivere come voi concordo anch'io!!!
Berlusconi non ha mai fatto mistero della sua ammirazione per il grande Benito che lo ha preceduto e ne ha sposato la mentalità opportunistica.
Ma la politica è ben una cosa complicata e l'alleato di oggi si può rivelare la disgrazia di domani.
Nella gara a chi si accapparra più petrolio una nazione come l'Italia rischia di ritrovarsi con le ossa rotte.
Pensare che i soldi non puzzano è proprio la mentalità che detesto più di ogni altra, e nemmeno nel nome della ragione di stato ritengo che si debba turarsi il naso.
Anche se Berlusconi facesse veramente l'interesse dell'Italia non farebbe mai in ogni caso l'interesse degli italiani come me che campano con il proprio lavoro e non con i soldi della mafia.


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Pellegrino
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"Berlusconi non ha mai fatto mistero della sua ammirazione per il grande Benito"

MA COSA C?ENTRA???

Ti confermi "sentinella" di chi-so-io


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terzaposizione
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Ammira di Benito il potere assoluto che esercitava e di cui disponeva fino al tracollo sul Parlamento.
Che la politica estera di Berlusconi, Frattini è l'utile idiota per lisciare il pelo a Zion, di chiara matrice ENI,sia invisa agli anglosassoni è condivisibile, solo sull'Iran abbiamo dovuto abbozzare (per ora e sulla carta). Ma l'interesse nazionale di Mattei non è paragonabile a quello di Berlusconi,lui pensa principalmente a pararsi il culo,sia a livello imprenditoriale sia a livello sopravvivenza.nel caso di elezioni anticipate dovrebbe dare istruzioni ai suoi sgherri mediatici di illustrare l'azione ant-Italia dei ns. cari "alleati", ad iniziare dal Britannia e Tangentopoli, con annessi ( privatizzazioni/svendite fatte da prodi & C.) e connessi ( Confindustria,DeBenedetti e Servizi Segreti strumentalizzati).
Come reagirebbero gli italiani se comprendessero che le 113 basi USA sono funzionali a tenerci sudditi di potenze straniere,che da 60anni siamo un laboratorio geopolitico per poi applicare ad altri Stati Sovrani la medesima medicina?
In un referendum tra rimanere succubi del petrolio arabo a mezzo USA e Clienti/fornitori privilegiati della Russia, chi sceglierebbero?


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duxcunctator
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Pensare che i soldi non puzzano è proprio la mentalità che detesto più di ogni altra, e nemmeno nel nome della ragione di stato ritengo che si debba turarsi il naso.
Anche se Berlusconi facesse veramente l'interesse dell'Italia non farebbe mai in ogni caso l'interesse degli italiani come me che campano con il proprio lavoro e non con i soldi della mafia.

Concordo con te, Sentinella.
Aggiungendo che i soldi smettono di puzzare solo se ce ne si spoglia integralmente, a favore di un Progetto (e per me, credente, un Progetto è tale se è voluto dall'Alto). Cosa che Berlusconi non ha mai fatto.

Inoltre, ti chiedo: posto quanto hai giustamente affermato, su Berlusconi; ne fai premessa per indicare la soluzione nello schieramento politico avversario?


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duxcunctator
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Che la politica estera di Berlusconi, Frattini è l'utile idiota per lisciare il pelo a Zion, di chiara matrice ENI,sia invisa agli anglosassoni è condivisibile, solo sull'Iran abbiamo dovuto abbozzare (per ora e sulla carta).

assolutamente d'accordo. Anche l'andata di Berlusconi allo Yad Vashem (il Museo dell'Olocausto), con lo zucchetto d'ordinanza, fu un'abilissima mossa diplomatico-politica.
Significativa, in quell'occasione, la frase che lasciò scritta sul registro dei visitatori: "è una cosa così grande che non ci si può credere".
Così domani, quando tra le altre verità svelate ci sarà anche quella relativa alla Shoà, così come ci è stata insegnata, lui potrà saltare su a dire: "Lo sapevo, non l'ho mai potuto dire, ma lanciavo i messaggi in bottiglia per chi li voleva cogliere"

Ma l'interesse nazionale di Mattei non è paragonabile a quello di Berlusconi,lui pensa principalmente a pararsi il culo,sia a livello imprenditoriale sia a livello sopravvivenza.

qui, invece, devo dirti che mi sembri un po' vittima dell' "idea circolante" che tende a sottovalutare Berlusconi ed a considerarlo un ganassa, per quanto di talento, per quanto ammanicato con Mafia&affini.
L'hai letta l'intervista al Maestro Massonico Giole Magaldi, uscita a luglio?
Berlusconi è molto ma molto più in "alto" rispetto all'immagine da lui fornita dagli pseudo-oppositori "di sinistra". E da lui stesso accuratamente coltivata: appunto quella del "bon fiol", che si sporca le mani ma alla fin fine lo fa nell'interesse suo e di tutti

nel caso di elezioni anticipate dovrebbe dare istruzioni ai suoi sgherri mediatici di illustrare l'azione ant-Italia dei ns. cari "alleati", ad iniziare dal Britannia e Tangentopoli, con annessi ( privatizzazioni/svendite fatte da prodi & C.) e connessi ( Confindustria,DeBenedetti e Servizi Segreti strumentalizzati).
Come reagirebbero gli italiani se comprendessero che le 113 basi USA sono funzionali a tenerci sudditi di potenze straniere,che da 60anni siamo un laboratorio geopolitico per poi applicare ad altri Stati Sovrani la medesima medicina?
In un referendum tra rimanere succubi del petrolio arabo a mezzo USA e Clienti/fornitori privilegiati della Russia, chi sceglierebbero?

Le condividerei, tutte, queste affermazioni. Se non fosse che sono fuori tempo massimo.
Erano perfette se fossimo al tempo di Mussolini, per capire (e far capire) cosa c'è realmente sulla bilancia.
Quando ci si poteva ancora permettere di agire nel mondo senza utilizzare la categoria "meta-storica".
Oggi, la loro utilità risiede nel fatto che ci permettono di "inquadrare" nella giusta cornice lo schieramento avversario (servo dei Poteri contro cui B. s'è messo di traverso).
Ma si ferma lì.
E diventano, vicecersa, letali, se inducono a pensare che sia Berlusconi, nonostante tutto, l'unica ciambella di salvataggio, o male minore che dir si voglia. O, ancora peggio, l'"uomo della Provvidenza", come proclamava il suo ex-mentore Baget Bozzo.
E come sembra pensare il suo attuale mentore, Tarcisio PIETRO Bertone di ROMANO Canavese.


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