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Cuba ed il razzismo degli USA


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Post: 1957
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Esteban Morales
E' vero che nel marzo 1959 Fidel Castro stava criticando il razzismo contro i neri a Cuba e che nel 1962 si disse che già la questione era risolta. Ma se i neri cubani fossimo stati così sciocchi, come sembra suggerirsi, quando si disse che il razzismo era scomparso e non reagimmo; non avremmo potuto, i neri con i bianchi, aver realizzato una Rivoluzione come quella che abbiamo fatto. E che fin dall'inizio cominciò a beneficiare la popolazione nera e meticcia cubana. Profondendole alcuni vantaggi che non godono in nessun paese in questo emisfero. Oggi questi vantaggi soffrono i pesi, colpi della crisi economica, ma molti rimangono e altri continuano ad essere nelle intenzioni del governo, quando la situazione economica migliori.

Ci sono fenomeni che hanno la loro spiegazione storica e anche la loro giustificazione.
Quell'anno, il 1962, in cui si diede il razzismo come risolto, Cuba aveva già accumulato una traiettoria nella sua politica sociale, che se è vero che non prese in considerazione il colore, sì si concentrò fortemente sulla povertà. I neri, i più poveri a Cuba, cominciarono sempre più a ricevere i benefici di questa politica. Poiché la povertà fu anche, in maniera massiccia, bianca, ma la ricchezza non fu mai nera.
Molti di loro allora ottennero impiego, si alfabetizzarono, riempirono le scuole, entrarono nelle università, che quasi nessuno era riuscito a raggiungere; andarono a studiare negli, allora, paesi socialisti, cominciarono a ricevere assistenza sanitaria gratuita, sostegno sociale etc. E come se non bastasse, molti lasciarono la marginalità per integrarsi pienamente nella società cubana. Vale a dire, una politica sociale straordinariamente umanitaria, che cominciò a combattere la povertà ed i neri, sovra rappresentati all'interno di essa, cominciarono a godere come non mai dei suoi vantaggi.
Allo stesso tempo, dall'ottobre 1959, per fissare una data, in cui sbarcò a Cuba il primo mercenario che veniva con il piano per assassinare Fidel Castro, fino al 1962, l'isola aveva accumulato una lunga lista di aggressioni da parte della politica USA, che aveva fatto soffrire i crimini delle bande controrivoluzionarie finanziate dalla CIA; un' invasione mercenaria nell'aprile 1961; i tentativi di invadere l'isola con l'esercito nordamericano; l'Operazione Mangusta, che doveva ammorbidire Cuba per poi invaderla; la cosiddetta crisi di Ottobre, in cui Cuba si vide costretta ad accettare l'installazione di missili nucleari sovietici; i tentativi di auto-aggressione nella Base Navale di Guantánamo ed altri crimini. Come se fosse poco, dallo stesso 1959, gli USA iniziarono l'escalation del blocco, che in quello stesso anno, 1962, assumeva la sua più aggressiva espressione per l'epoca, con il Proclama Presidenziale 3447. A partire da allora iniziò una escalation di aggressioni economiche che non si è ancora conclusa.

Tutti questi furono eventi che alleviarono la realtà che fosse puro volontarismo considerare che il razzismo e la discriminazione razziale già fossero risolti a Cuba.

Socialmente si creò una situazione in cui i cubani, in particolare i neri, non esitarono a quasi dimenticarsi del colore, per serrare i ranghi con i cubani bianchi in difesa della rivoluzione.

Entrambi i momenti spiegati si coagularono per rafforzare la percezione che il razzismo e la discriminazione erano terminati, quando in realtà quello che fecero fu occultarsi, in attesa di momenti più propizi che arrivarono con la crisi economica degli anni novanta.

Quei momenti non erano per presentare rivendicazioni razziali, che ci potevano dividere ma unirsi per difendere l'opera che aveva permesso loro di essere persone, perché la prima volta che lo avevano ottenuto, dentro l'Esercito di Liberazione e nelle battaglie per l'indipendenza, si era perduto dentro l'intervento USA ed il tradimento di coloro che gli si allearono per prendere la loro fetta di repubblica. Come sappiamo, non fu il più radicale dei mambises, il settore che condivise la repubblica con l'intervento nordamericano, ma coloro che, dopo aver combattuto contro la Spagna, per lo più, solo perseguivano raggiungere l'indipendenza per metterla nelle mani degli USA.

Tali presidenti, da Estrada Palma, nel 1902, fino a Batista, nel 1958, non perseguirono altro obiettivo che implementare il modello neo-coloniale progettato per Cuba dagli USA. Se sino a quel punto arrivava il tradimento, di quella che mai giunse ad essere borghesia nazionale, come pensare che potrebbero preoccuparsi per i neri. Davvero la preoccupazione e l'occuparsi della popolazione nera solo arrivò con il trionfo della Rivoluzione, nel 1959.
Perché Obama non include nella sua agenda con Cuba il razzismo e la discriminazione dei neri? Semplicemente perché non è stupido e sa che la sua amministrazione non può esibire, finora, nulla che dica che ha fatto qualcosa per i neri. Nemmeno aver adottato una posizione più ferma e coraggiosa, quando ogni giorno aumenta il numero di neri che vengono uccisi impunemente dalla polizia.

Inoltre, in che modo Obama includerebbe la questione razziale nella sua agenda con Cuba, sapendo che l'isola lo costringerebbe a mettere anche il suo sul tavolo, da cui non ne uscirebbe bene.

Poiché i problemi di discriminazione e razzismo, che ancora esistono a Cuba, neppure assomigliano a quelli che esistono negli USA. Con un'acutizzazione del problema razziale, in modo tale che Obama si vede posto in una situazione che finora lo ha superato. Poiché Obama, in realtà non incarna alcun esempio ispiratore di progresso e giustizia sociale per i neri negli USA o in qualsiasi parte del mondo. Non avendo fatto nulla per loro durante le sue due amministrazioni. Poi, quindi, quale morale ha Obama per venire, a Cuba, a lottare per i neri, se non è stato in grado neppure di lottare per i suoi? Solo pochi neri snaturati, a Cuba, potrebbero avere l'idea che Obama lotterebbe per loro.

E' realmente di un'ignoranza straordinaria, dire che ciò che fece Cuba fu utilizzare come carne da cannone i neri cubani in Africa. E' privo di qualsiasi etica, obiettività e rispetto per la verità, quando un compito come quello che compì Cuba in Africa si giudica in modo tanto irrispettoso.
Inoltre, in primo luogo, in Africa non solo combatterono i neri. Anche sempre si auto-proposero per andare a combattere in Africa molto di più di quelli che realmente andarono.
Quando non si conoscono a fondo le motivazioni di un popolo, è praticamente impossibile che si possano valutare le sue azioni con obiettività. E quello è successo ad alcuni. Che vadano a dir ciò ai popoli di Angola, Etiopia, Namibia e Sud Africa, che a chi lo faccia avanzeranno i pomodori per preparare una insalata.

Forse non è noto che il prestigio che Cuba gode oggi in Africa non è stato goduto da nessun esercito che abbia combattuto militarmente al di fuori dei suoi confini

E' certo che sono i neri a Cuba, che ricevono meno rimesse. Ma questo non è responsabilità di alcuno in particolare, ma di un processo che ha sempre beneficiato la popolazione bianca. Per non essere i neri nella possibilità di cercare il loro futuro all'estero. Perciò hanno migrato dopo, senza sostegno e quando già gli USA non erano la terra delle opportunità. Ragioni per cui non hanno i i migliori posti di lavoro, né occupano le posizioni sociali più vantaggiose, oltre a soffrire la discriminazione, per cui la loro capacità di inviare rimesse a Cuba sono molto limitate. Le rimesse a Cuba le ricevono soprattutto i bianchi (80% dell'emigrazione negli USA) e tra loro gli intellettuali.

La popolazione carceraria non è in maggioranza nera, ma bianca. E questo perché i principali reati, oggi, sono legati alla corruzione e che non sono proprio i neri quelli con più probabilità vengano corrotti. Ma i bianchi, che ancora più occupano le posizioni guida nell'economia, in quanto alla
gestione delle risorse.
E' molto superficiale parlare delle sofferenze e umiliazioni che soffrono i neri a Cuba, senza porre esempi concreti che illustrino questa affermazione. Inoltre, da dove vengono a dare lezioni, ai neri a Cuba, di sofferenza e di umiliazione? Dalla nazione più razzista nell'universo conosciuto? Dalla nazione in cui la polizia uccide i neri impunemente e non risulta nessuno condannato per tali crimini.
Non è difficile rendersi conto quali obiettivi si perseguano al presentare la questione razziale a Cuba nel modo in cui si fa. Non è altra cosa che screditare il paese. Ma in realtà si fa con argomenti molto deboli e non con le intenzioni dell'obiettività storica.


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