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Cuba, verso l'abolizione Usa, meno esecuzioni


Tao
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PENA DI MORTE · In declino nell ultimo decennio

«Cuba svuota il braccio della morte, verso l'abolizione»: è una delle buone notizie contenute nell'ultimo Foglio di collegamento del Comitato Paul Rougeau, attivo in Italia dal 1993 per l'assistenza a condannati a morte negli Stati uniti, e per la campagna mondiale contro la pena di morte. Per leggere il bollettino il sito è: http://www.paulrougeau.org/ita%20ult%20fdc.htm

Lo scorso dicembre la Corte suprema di Cuba ha commutato in trent'anni di carcere (il massimo della pena) tre sentenze capitali per terrorismo; già nel 2008 il presidente Raul Castro aveva commutato tutte le condanne capitali per crimini ordinari annunciando anche una revisione delle sentenze per terrorismo (di fatto la ragione «di protezione» con la quale Cuba ha finora motivato il mantenimento almeno sulla carta della pena di morte). Le ultime sentenze risalgono al 2003, riferisce sempre il bollettino del Comitato Rougeau.

Il quale riporta il testo della terza risoluzione dell'Assemblea Onu per la moratoria della pena di morte, approvata il 21 dicembre con 109 voti a favore su 192 (con un trend positivo fra i paesi asiatici e arabi). L'altra buona notizia del bollettino è che negli Usa la pena di morte declina da un decennio, anche se non crolla. Le condanne a morte si sono ridotte di due terzi, le esecuzioni si sono dimezzate. In metà delle giurisdizioni Usa la pena di morte è stata abolita per legge o di fatto dal momento che non ci sono esecuzioni da dieci anni. Nessuno stato ha abolito la pena di morte nel 2010 (lo avevano fatto il New Jersey nel 2007 e il New Mexico nel 2009) ma le esecuzioni sono state 46 rispetto alle 52 del 2009. Inoltre sono state comminate «solo» 114 condanne a morte, un numero basso rispetto alle 300 degli anni '90. Perfino il forcaiolo Texas ha condannato «solo» otto persone nel 2010. Il grosso delle esecuzioni, comunque, si concentra in pochi stati del Sud. Le ragioni del calo? Spiega il Comitato: «Le giurie tendono a optare per la condanna a vita senza possibilità di liberazione, opzione ormai disponibile in quasi tutti gli stati, e ciò anche per la crescente consapevolezza degli errori giudiziari» (rimediabili solo finché il condannato è vivo...). Certo, «se le élite, soprattutto politiche, operassero con più coraggio, il declino in atto da dieci anni assumerebbe il carattere di un crollo». Permane però lo scandalo di lunghissime permanenze di «morti che camminano» nel braccio della morte.
Purtroppo il sistema giudiziario Usa è riuscito a supplire alla carenza del farmaco Pentotal (uno dei tre usati nell'iniezione letale) che aveva rallentato le esecuzioni. Purtroppo la sostituzione con il Pentobarbitale, usato per l'eutanasia degli animali, è stata consentita in Oklahoma dalle corti federali.

Il bollettino del Comitato dà voce anche a chi vive nel braccio della morte: con la lettera di Fernando Caro, i disegni di Larry Swearingen (che il Comitato assiste da tempo, sostenendo le spese legali per dimostrarne l'innocenza) e resoconti di visite come quella a Mauricio Silva,gravemente malato di gigantismo, una vita da emarginato prima di commettere quattro assurdi omicidi, e poi eterno condannato a morte, «residente» da 31 anni a San Quintino.

Marinella Correggia
Fonte: www.ilamnifesto.it
23.01.2011


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