https://www.youtube.com/watch?v=DEqFTa13gno
Una scelta di società...
Diciamolo in parole più chiare, così lo capiscono tutti: si chiama SCHIAVITU'.
Uno schiavo costa meno di un robot se c'è solo da prendere un pacco da uno scaffale e metterlo su un nastro trasportatore: l'unico lavoro chiesto allo schiavo è quello di camminare e leggere il codice di corridoio e scaffale. Se lo schiavo ha bisogno di pisciare può farlo in una bottiglia (le donne usano un imbuto) così non spreca i 10 minuti di pausa.
Un robot (che non piscia neppure) costa meno di un operaio solo quando occorre eseguire un lavoro di precisione: saldare, verniciare, forare e tornire.
Oltretutto gli schiavi che a piacenza lavorano in amazon debbono anche essere riconoscenti ed ogni sera prima di dormire ringraziano chi gli ha dato pane e formaggio per mangiare anche oggi, magari con un buono pasto ed un voucher.
Chi compera da amazon rende cosa normale la schiavitù: digli di smettere.
Intervista interessantissima.
Sarebbe da raccogliere un'intervista cosi' per ogni multinazionale, onde farsi un'idea della cultura aziendale specifica.
L'intervistato e autore del libro zu Amazon, dichiara che Amazon rappresenta un modello di societa', non solo un modello di business. Io aggiungerei che rappresenta un modello del management moderno, cioe' di come ragionano i manager "nativi digitali".
Chissa' se da qualche parte negli archivi di qualche media italiano giace ancora l'intervista con un addetto dell'Olivetti dei tempi d'oro. Giusto per contrapporla alla cultura aziendale di Amazon. Perche' forse questi giovani, per niente stupidi, che vanno a fare un lavoro da semischiavo presso Amazon, nemmeno sanno di come si potrebbe gestire un'azienda in modo "umano".
Va anche detta una cosa: Amazon e' figlia naturale, direi logica, dell'idea di globalizzazione. E dell'idea del computer onnipotente, che scandisce la vita degli umani. Ad onor del vero in troppe circostanze non c'e' alternativa ad Amazon. Quante librerie locali sono fallite perche' non erano piu' in grado di soddisfare i clienti. Per esempio perche' agli addetti finiti in pensione sono subentrati addetti senza cultura, che avrebbero potuto vendere sardine anziche' libri. A quel punto il cliente si scoccia e va da Amazon, peraltro assai piu' puntuale della libreria locale prima che fallisse. Su Amazon si trova qualunque libro, spesso con indicazione di libri contigui. Insomma il servizio al cliente c'e', anche se e' fatto da un computer. E il cliente va li' per quello. Inconsapevole che per rendere effettivo il servizio alla fine della catena c'e' la logistica, che opera come constatiamo nell'intervista.
Va bene criticare, anzi va benissimo. Pero' l'Europa in questo campo dell'informatizzazione dei servizi non ha saputo contrastare gli statunitensi.
Perche' PayPal, che non e' nemmeno una banca, ha il monopolio dei piccoli pagamenti delle ordinazioni online? Che facevano le multinazionali bancarie europee? UBS per esempio era molto attiva nell'intelligenza artificiale, proprio a livello di ricerca. Eppure non e' uscito niente di notevole che fosse utile al piccolo cliente. Ora predicano ai quattro venti che il futuro del business bancario sta nell'informatizzazione spinta, nell'intelligenza artificiale. Ovvio che se un CEO parla cosi', non e' perche' sia piu' sveglio degli altri, ma perche' di questo l'hanno convinto dei consulenti scelti.
Anche il commercio al dettaglio va nella direzione Amazon. Non passa giorno, non passa acquisto, anche banale, senza che ti chiedano se hai la carta d'acquisto. L'intento e' duplice: a) per spiarti meglio nelle tue abitudini e preferenze; b) nel convincerti a non piu' usare il contante, poiche' pecunia non olet, cioe' e' anonima, non permette lo spionaggio a scopi di marketing.
Quindi dare addosso ad Amazon, va fatto con la consapevolezza che tutta l'economia si sta indirizzando in quella direzione.
Mi chiedo spesso se anche la bulimia di trasmissioni sportive non serva in fondo anch'essa ad un triplice scopo: a) fa da circenses, affinche' l'individuo poi renda meglio sul lavoro; b) insinua l'idea della competitivita' a tutti i costi, anche oltre i limiti umani. Infatti gli sportivi professionisti sono le prime vittime di incidenti "sul lavoro" inconcepibili per persone normali. c) fa da specchietto per le allodole, mostrando gente che lavorando relativamente poco guadagna cifre stratosferiche. Altro specchietto per le allodole del business sportivo e' che il merito viene sempre premiato. Nella vita di tutti i giorni non e' cosi'. Viene premiato ben altro. Altrimenti non si spiega come mai ci siano in giro cosi' tanti incompetenti nel loro mestiere. Esempio banale; chiedi nel negozio specializzato se hanno DVD con film di Fellini e l'addetta ti risponde: "chi e' questo Fellini"?
Amazon se non altro a queste domande risponde, impostando una ricerca consapevole di cosa si cerca.
Di Amazon siamo ormai circondati ovunque, nel grande e nel piccolo.
Che fa la sinistra? Inneggia sempre ancora alla globalizzazione. Se ne fa un baffo della microeconomia locale. Non che la cosiddetta destra abbia soluzioni migliori. Zeitgeist perverso.
Ma non si risolverebbe cominciando a pubblicare solo libri digitalizzati?
Non so. Forse puo' funzionare con la generazione dei nati digitali.
Personalmente qualche libro digitalizzato l'ho preso. Pero' faccio piu' fatica a leggerlo. E' piu' complicato portarselo dietro, non puoi pasticciarlo di sottolineature colorate.
In genere sono i libri tipo manuale che va a finire consulto in modo digitale.
Amazon sta un po' a cavallo fra il libro digitale e quello cartaceo.
Ma poi uno s'accorge che in realta' vende di tutto. Tutto cio' che puo' essere spedito. Il libro e' stato il cavallo di troia per Amazon.
Quando i famosi guru che vedono nel futuro, dicono che sparira' molto lavoro, dicono cose ovvie, che abbiamo gia' sott'occhio da tempo.
Gli uffici postali chiudono. Contemporaneamente la posta attiva centri logistici molto automatzzati. E spaccia al cliente i suoi servizi residui della posta d'antan con nomi affabili, tipo servizio porta-a-porta (se sei li' nel secondo esatto in cui passa il postino, senno' sei tu a dover andare alla posta, che ormai e' lontanissima, quindi ti sobbarchi spese e tempo che tuo nonno non si sobbarcava per prendere un pacco.
L'altra faccenda del digitale che non mi piace e' la durata poco sicura.
Qualche libro digitale l'ho gia' perso, assieme al disco che e' saltato.
Bravo, non fare i backup, mi dirai. Li faccio, ma a modo mio, non voglio diventar schiavo dei backup. Se uno compra un libro non e' che va subito a farne la fotocopia in caso d'incendio.
Se devo esprimermi con la pancia, credo di piu' alla pietra che al digitale, sul lungo periodo. Non ti dico quanti supporti digitali ho gia' dovuto cambiare, mi sta venendo l'allergia. Immagino che tutti quelli della nostra generazione siano passati da li', altra faccia del consuma e spendi. Fa' e desfa' l'e' tuett lavura', si dice in dialetto. Calma, calma, rispondo. Un po' di calma.
Le tavolette cuneiforme sono arrivate fino a noi. E' tutto da dimostrare che i dati digitali siano ancora leggibili fra 5mila anni. Gia' i video originali girati sulla luna non li sanno piu' leggere!
E' tutta una cosa a corto respiro questa rivoluzione digitale. Non fai in tempo ad adeguarti che gia' ti cambiano la terra sotto i piedi e devi ricominciare. Un libro invece e' un libro anche dopo 10 anni. Che non sono niente per un buon libro.
Li puoi sottolineare meglio, puoi scriverci quante note vuoi e puoi anche cancellarle.
Il backup dei libri ti prende un minuto per una libreria intera.
Ma è vero che ognuno si affeziona ai suoi supporti.
Leggere sullo schermo? Ho fatto un po' di fatica ma mi sono abituato, la cosa che non mi riesce é tornare indietro a ritrovare quel dato passaggio, nel libro le pagine si scorrono più rapidamente e la memoria aiuta a cercare in quel punto approssimativo della pagina.
Leggere sullo schermo? Ho fatto un po' di fatica ma mi sono abituato, la cosa che non mi riesce é tornare indietro a ritrovare quel dato passaggio, nel libro le pagine si scorrono più rapidamente e la memoria aiuta a cercare in quel punto approssimativo della pagina.
Ci sono alcuni metodi per farlo.
Primo se ti ricordi una parola significativa di quel passaggio la cerchi nel motore interno del lettore di libri (acrobat, kindle, foxit).
Ti appare un menu a sinistra o a destra con tutti gli incipit delle frasi dove appare quella parola nelle varie pagine del libro.
Secondo metti un segnalibro, di solito clicchi a destra in alto, appare un menu con una specie di bandierina e ci clicchi sopra cosí metti un segnalibro.
Terzo, che puoi fare insieme al secondo, aggiungi una nota scritta con una parola o una frase di richiamo, poi quando ti serve vai al menu delle note scritte da te e la trovi subito.
Devo essere fair,
la Bibbia la consulto in forma digitale.
M'intrigava al locuzione "camminava con DIo".
Nella versione elettronica fai un search, e voila' i due soli passaggi in cui appare. Si fanno scoperte interessanti, che un prete mai racconterebbe in chiesa. Piu' passa il tempo e piu' seguo Biglino nel suo modo d'interpretare la Bibbia alla lettera. Senza arzigogolarci sopra troppo.
Inoltre c'e' la possibilita' di consultare le diverse varianti.
Ma questa e' cosa piuttosto per specialisti, non per curiosi.
Leggere sullo schermo? Ho fatto un po' di fatica ma mi sono abituato, la cosa che non mi riesce é tornare indietro a ritrovare quel dato passaggio, nel libro le pagine si scorrono più rapidamente e la memoria aiuta a cercare in quel punto approssimativo della pagina.
Ci sono alcuni metodi per farlo.
Primo se ti ricordi una parola significativa di quel passaggio la cerchi nel motore interno del lettore di libri (acrobat, kindle, foxit).
Ti appare un menu a sinistra o a destra con tutti gli incipit delle frasi dove appare quella parola nelle varie pagine del libro.
Secondo metti un segnalibro, di solito clicchi a destra in alto, appare un menu con una specie di bandierina e ci clicchi sopra cosí metti un segnalibro.
Terzo, che puoi fare insieme al secondo, aggiungi una nota scritta con una parola o una frase di richiamo, poi quando ti serve vai al menu delle note scritte da te e la trovi subito.
Grazie, proverò. Ma sai quando arrivi ad un certo punto e ti ricordi di quel passaggio, e lo vuoi rileggere? Magari non ti ricordi la parola utile e non hai pensato di segnarlo prima.
Comunque Amazon é un bell'argomento di discussione...perché funziona, e le librerie sempre meno...c'era una volta un libraio (come dice vic).
Una versione. Tutti questi negozianti (non solo librai), da un certo momento, opportunamente imbeccati, hanno cominciato a cianciare di professionalità, concetto mai chiamato in causa prima, non serviva quando erano davvero dei professionisti.
Amazon é andato a vedere le carte, era un bluff, e lo pagano.