Ecco perché i cetacei sbagliano rotta

Oceani inquinati e più "rumorosi" ecco perché i cetacei sbagliano rotta

E se l´aumento di anidride carbonica nell´atmosfera fosse responsabile anche degli spiaggiamenti in massa dei cetacei? Se oltre alle nefandezze già compiute al livello planetario, l´eccesso di CO2 avesse, per esempio, spinto pochi giorni fa quei sette sventurati capodogli a morire soffocati sulle coste del Gargano? È un´ipotesi che emerge da una ricerca coordinata dal dipartimento di Oceanografia dell´università delle Hawaii, che è stata pubblicata dalla versione online della rivista Nature Geoscience . Secondo questo studio la maggior concentrazione di CO2 nell´aria non solo rende gli oceani più caldi, ma li fa diventare anche più "rumorosi" e cacofonici, fino a trasformali in un ambiente ostile per molti animali marini, primi fra tutti delfini e balene, i quali come è noto comunicano attraverso "canti" che sono suoni lunghi e a bassa frequenza.

Che cosa c´entrano i gas serra con l´acustica marina? Gli autori dello studio sostengono che gli oceani diventano più rumorosi perché le loro acque sono diventante meno viscose e di conseguenza non riescono più ad assorbire i suoni a bassa frequenza, sia quelli prodotti da fenomeni naturali come la pioggia e le onde, sia quelli generati da attività umane come i sonar, il passaggio di navi o le attività industriali. Ora, per essere più specifici, è l´aumentata acidità dovuta alle emissioni di CO2 che rende l´acqua meno viscosa perché più povera di sostanze minerali.
Immaginate quindi il caos sonoro che anima gli oceani e le perniciose conseguenze per la vita marina. È verosimile che questo fracasso acquatico influenzi il comportamento e la biologia degli organismi, causando la temporanea perdita dell´udito nei delfini o, appunto, lo spiaggiamento delle balene, che per il troppo chiasso non riescono più a comunicare tra loro, perdendo magari la rotta o travisandola perché udita male.
Dicono ancora i ricercatori che la situazione andrà peggiorando: entro il 2100 gli oceani diventeranno sempre meno viscosi e la capacità delle loro acque di assorbire i suoni si potrà ridurre di oltre metà. Nel corso del XXI secolo l´assorbimento chimico dei suoni nelle basse frequenze arriverà a dimezzarsi in regioni in cui le attività industriali sono più intense, come il Nord dell´Atlantico. E le balene diventeranno sempre più sorde.

Pietro Del Re
Fonte: www.repubblica.it
21.12.2009