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EgittoLa vittoria di Pirro. Cosa si nasconde dietro l`angolo


dana74
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La vittoria di Pirro. Cosa si nasconde dietro l`angolo

Mubarak esautorato. Tutto il potere agli oligarchi, dell’esercito e dell’economia, legati all’Occidente

Lorenzo Moore

Le Forze Armate egiziane - come aveva anticipato martedì Omar Suleiman, il generale padre padrone dal 1993 del Mukhabarat - i servizi segreti - incaricato dal presidente-dittatore Mubarak, di procedere nella “transizione” - hanno dunque preso il potere in Egitto con l’annunciato “colpo” di mano.
Notevole il linguaggio “politicamente corretto” per giustificare il golpe, peraltro “atteso” ansiosamente dal direttore della Cia, Leon E. Panetta, e dalla signora Segretario di Stato Hillary Clinton. Secondo un comunicato delle Forze Armate, si è trattato in fondo di un “atto dovuto”: e cioè “prendere le necessarie misure per proteggere la nazione e sostenere le legittime richieste del popolo”.
Già autorevoli esponenti del partito di governo, il Partito Nazionale Democratico, avevano dichiarato che l’esercito sarebbe “intervenuto per controllare il Paese” ed “evitare il caos”. Come lo stesso segretario del Pnd, Hossan Badrawi, segretario generale del partito, o il ministro degli Esteri Ahmed Abul Gheit che, alla televisione al-Arabiya aveva paventato, oltre all’intervento militare anche una successiva “situazione assai pericolosa”. Il ministro, si badi bene, aveva appena rifiutato, a nome del governo, una cancellazione delle “leggi di emergenza”, cancellazione richiesta non soltanto dai dissidenti in piazza, ma dallo stesso vicepresidente degli Usa Joseph R. Biden jr.
Anche la più volte vantata imparzialità - sic - delle forze armate egiziane è una frottola. Anche organismi non certo “radicali”, come l’associazione umanitaria Human Rights Watch, hanno segnalato che i militari lanciati come forza di presidio e contenimento delle manifestazioni di massa, dal 31 gennaio a oggi, si sono prodotti in decine di “arresti arbitrari documentati” e in almeno cinque casi di torture inflitte ai prigionieri.
Sta di fatto che da ieri il dispiegamento delle forze di sicurezza militari al Cairo e in altre città egiziane è notevole. Di fronte alle decine di migliaia di manifestanti di ogni classe sociale - che hanno scandito anche slogans di “speranza”, tipo “forze armate e popolo uniti” - i carri armati hanno preso possesso dei maggiori crocevia urbani. Per giungere nella stessa piazza Tahrir, ormai diventata in tutto il mondo il luogo simbolo della rivolta in Egitto, i cittadini sono stati costretti a procedere ad uno ad uno.
Tra i contestatori - gli scioperi si sono ormai dilatati a macchia d’olio nel Paese - hanno aderito alla protesta e agli scioperi i lavoratori tessili, dei trasporti e dell’energia, gli infermieri, la gente di mare, i dipendenti pubblici, i tipografi, nonché i docenti, i medici e gli avvocati (questi ultimi, i professionisti, indicati vox populi in gran parte come membri o comunque “simpatizzanti” dei Fratelli Musulmani).
Ed è stato proprio l’incubo americano che dalla rivolta potesse emergere un ruolo di governo della “Fratellanza” a dare impulso a una “soluzione militare” ancora dai contorni oscuri. Sono tanti, nelle alte gerarchie delle Forze armate, a non gradire che il ruolo di comando possa essere demandato al generale Suleiman.
Così da Washington giungono a ripetizione rassicurazioni dirette a Israele che “gli Stati Uniti, qualunque sia l’evoluzione della situazione in Egitto, faranno in modo che essa non crei un nuovo pericolo per Israele e la regione”.
Con un effetto collaterale: gli eventi delle ultime ore, accelerati dalle pressioni Usa, hanno notevolmente irritato gli altri regimi-sudditi dell’Arabia. Il ministro degli esteri saudita, Saud al-Fiazal, non a caso ha denunciato “le ingerenze di alcuni Paesi negli affari interni dell’Egitto” e si è detto colpito dal fatto che alcune di queste ingerenze “precedano addirittura e persino i desideri stessi del popolo egiziano”.

10 Febbraio 2011
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=6448


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dana74
Illustrious Member
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anche qui, ora c'è Suleiman, ovvero l'uomo che Israele voleva e chiese tempo fa e le proteste che continuano infastidiscono.

Ci vedo una certa analogia con quanto accaduto in Tunisia dopo che Ghannouchi ha ottenuto l'approvazione da sindacati ed avvocati per la "nuova squadra di governo".

Le proteste son continuate, ma a differenza di prima sbucato tizi che tirando sassi scatenano la repressione.
Speriamo non sia così.


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vic
 vic
Illustrious Member
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Si constata:

- George Bush padre diviene pres. degli USA, prima era stato capo della CIA
- Putin assume le redini della Russia, prima era un esponente di spicco del KGB
- Suleiman prende in mano l'Egitto dopo Mubarak, prima era capo dei servizi segreti

Qualcuno ha ancora dubbi sulla modalita' di governo detta "by secrecy"?


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