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elezione popolare diretta dell'esecutivo - NO


vic
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Illustrious Member
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Da:
http://info.rsi.ch/home/channels/informazione.html

Risultato "bulgaro" alla questione messa in votazione oggi:
Volete l'elezione diretta del Consiglio federale (*) da parte del popolo?

Svizzera
La risposta dell'elettorato:
NO - 76.3%
SI' - 23.7%

Per cantoni:
NO - 22
SI' - 0
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(*) e' l'esecutivo del governo svizzero, composto da 7 membri suddivisi per partiti secondo la "formula magica". Attualmente un membro viene sostituito dalle camere parlamentari riunite, allorquando si ritira motu proprio. Una faccia della formula magica prevede che almeno 2 membri siano "latini', in pratica vuol dire romandi, che quando, putacaso, viene eletto un ticinese, sono gli svizzero-tedeschi a rinunciare ad un loro candidato.

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Da:
http://www.bluewin.ch/it/index.php/565,830894/Votazioni__chiaro_no_a_elezione_diretta_Consiglio_federale/it/news/svizzera/sda/

ATS - 9 giugno 2013

Votazioni: chiaro no a elezione diretta Consiglio federale
Sonora bocciatura alle urne per l'iniziativa popolare che chiedeva l'elezione del Consiglio federale da parte del popolo: la proposta lanciata dall'UDC è stata respinta dal 77,53 % dei votanti. Sul fronte del no si sono massicciamente schierati tutti i cantoni, con percentuali che hanno superato l'80% nelle regioni di Giura, Neuchâtel e Friburgo. È stata la peggior batosta della storia per l'UDC: mai un'iniziativa democentrista è stata respinta con una percentuale superiore al 76,3% odierno.

Anche il Ticino ha votato un no deciso (68%), ma l'iniziativa ha comunque raccolto più consensi che in tutte le altre regioni svizzere, nonostante gli oppositori abbiano puntato molto sul presunto ostacolo che il testo costituzionale avrebbe rappresentato per una candidatura ticinese all'esecutivo federale. I Grigioni si sono mostrati invece fra i più critici (79% di no).

Complessivamente i sì sono stati 480'447, i no 1'549'786. La partecipazione si è attestata al 40% : un valore nella media degli ultimi anni. In Ticino (37%) e nei Grigioni (36%) l'affluenza alle urne è stata solo marginalmente inferiore.

Tutte le formazioni politiche raccomandavano il no, ad eccezione di UDC e Unione democratica federale. Il testo ha peraltro trovato resistenze anche fra i democentristi, in particolare nelle file nel gruppo parlamentare, tanto che Christoph Blocher nelle scorse settimane aveva attaccato duramente chi si muoveva fuori dall'ortodossia. Ma non è servito a nulla: l'iniziativa ha raccolto un consenso del 22,5%, addirittura meno dei voti ottenuti dall'UDC nelle ultime elezioni.

Questo sebbene anche nel campo opposto non siano mancate le voci controcorrente: favorevoli all'iniziativa erano per esempio personalità socialiste di spicco come l'ex consigliera federale Micheline Calmy-Rey o il consigliere di stato vodese Pierre-Yves Maillard.

Delusione, peraltro nemmeno tanto marcata, in seno all'UDC, soddisfazione in tutti gli altri partiti: sono in larga misura scontate le reazioni all'esito del voto odierno sulla proposta di elezione del Consiglio federale da parte del popolo.

Per il comitato interpartitico dei contrari - che vedeva rappresentato tutto l'arco del parlamento, da PLR al PS passando da PPD, PBD, Verdi e Verdi liberali - gli svizzeri "sono attaccati ai complessi meccanismi che costituiscono il cuore della stabilità delle istituzioni politiche". I cittadini hanno preservato l'indipendenza dei consiglieri federali e hanno respinto l'idea di magistrati in permanente campagna elettorale, si legge in un comunicato. Si sono inoltre pronunciati in favore di un paese che integra le differenti lingue e culture.

Da parte sua l'UDC annuncia di aspettare gli altri partiti al varco: se davvero il parlamento è l'organo più consono per nominare il governo, lo dimostri evitando giochetti alla prossima occasione. In una nota il partito promette peraltro che continuerà ad impegnarsi per il rafforzamento dei diritti popolari.

In casa UDC il rammarico appare peraltro tutto sommato contenuto, "perché il risultato era purtroppo prevedibile", afferma il consigliere nazionale zurighese Alfred Heer. "Eravamo soli contro tutti", ricorda il deputato. Anche la forza dell'opposizione non ha stupito: "l'oggetto era controverso anche fra la base del nostro stesso partito", ha ammesso Heer. Molti sono giunti alla conclusione che l'elezione popolare del governo avrebbe danneggiato l'UDC.

Sul fronte opposto si frega le mani il PBD, il partito che attualmente maggiormente beneficia della rappresentazione distorta delle forze politiche in seno all'esecutivo. "Visto che praticamente non vi è stata una campagna contraria la percentuale dei no è da considerare notevole", ha osservato il consigliere nazionale bernese Lorenz Hess. Senza spendere nulla gli oppositori si sono imposti su una campagna milionaria, ha detto.

Il PPD, per bocca del suo presidente Christophe Darbellay, non esita a parla di una Waterloo per l'UDC. A suo avviso l'iniziativa avrebbe messo in forse la coesione nazionale e sarebbe stata pericolosa per le minoranze. Il popolo non ha voluto cambiare un sistema che ha dato stabilità al paese. l tema tornerà prima o poi sul tappeto: ma i tempi non solo al momento ancora maturi.

Anche il PS - che pure nei decenni passati ha sofferto molto per non aver avuto la giusta rappresentanza nella stanza dei bottoni - non cela la sua soddisfazione. Un sì all'iniziativa avrebbe favorito decisioni populistiche, indebolito la collegialità e messo in pericolo una corretta rappresentanza della Svizzera latina, afferma il partito in un comunicato.

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Qui il TG principale della RSI/LA1 dedicato prevalentemente alle votazioni odierne, con i primi commenti:
http://la1.rsi.ch/home/networks/la1/telegiornale.html?po=d9dc873a-6de9-4ddf-99f4-b1ab848c9bee&date=09.06.2013#tabEdition


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