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Falliscono le sanzioni all'Iran e al suo petrolio


Tao
 Tao
Illustrious Member
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FALLISCONO LE SANZIONI ALL’IRAN E AL SUO PETROLIO IN VISTA DELLE ELEZIONI AMERICANE

Nel corso del mese di marzo, il Giappone e dieci paesi europei, stando alla Reuters, hanno ricevuto alcune esenzioni dall’osservanza dell’embargo decretato dagli USA (nota: non dalle Nazioni Unite) nei confronti dell’ Iran.

La contropartita è stata una riduzione “spontanea” ma non marcata delle importazioni di greggio.
Gli USA si trovano tra l’incudine del far rispettare le sanzioni e il martello del non provocare un aumento di prezzo internazionale del greggio che potrebbe compromettere le possibilità di ripresa negli Stati Uniti e quindi la rielezione del Presidente.

Questo trattamento preferenziale ha naturalmente provocato una lievitazione delle richieste di esenzione, un po’ come accade a Roma con l’autorizzazione a entrare nel centro storico con la targhetta di portatore di handicap. In vista delle elezioni al comune il numero degli handicappati cresce a dismisura.
Non sono riuscito a trovare l’elenco delle banche che hanno ottenuto una moratoria nell’obbligo di boicottare le transazioni con l’Iran, ma so che esiste.
Con l’inizio di giugno abbiamo avuto un secondo allentamento della maglia di ferro che dovrebbe difendere la pace e bloccare il nucleare.

L’India è stata “autorizzata” a commerciare con l’Iran a tutto campo, con l’impegno USA a non applicare le sanzioni minacciate ai disobbedienti.
A questa ha fatto seguito la Turchia, per evidenti ragioni di vicinanza non può esimersi dal commercio al minuto e all’ingrosso con il suo vicino, specie in prossimità di una fase di frizione al confine occidentale con la Siria.
Per i paesi immediatamente confinanti, si può anche capire.
Maggiori spiegazioni servirebbero invece per gli altri esonerati: Sud Africa, Corea del sud, Malaysia, Taiwan, Sri Lanka.

A questo punto il solo paese che non ha ricevuto esoneri di sorta e che alla fine del mese potrebbe subire sanzioni, risulta essere la Cina.
Il portavoce cinese ha dichiarato che il suo governo non crede a sanzioni che non siano promosse da Organizzazioni internazionali ed ha così sgonfiato il problema prima del suo sorgere.

Mi sembra evidente che, essendo i paesi “esonerati ” senza plausibili motivi, tutti dell’area asiatica, salvo il Sud Africa, la spiegazione ragionevole è che il governo degli Stati Uniti stia cedendo sul piano delle sanzioni per evitare che si crei un gruppo di solidarietà asiatica a favore della Cina che, approfittando del tema Iran, potrebbe iniziare a sciogliere le maglie della catena politica attorno ai suoi confini marittimi.

La necessità politica assoluta per gli USA di migliorare il rapporto con l’India in vista del rapido deterioramento del rapporto col Pakistan, ha provocato la frana.

Non esistono particolari motivazioni commerciali, tanto è vero che il segretario al commercio John Bryson, durante il week end era in tutt’altre faccende affaccendato, dato che ha fatto due incidenti di macchina – uno dei quali doppio – a san Gabriel, in California, ed ha dovuto chiedere un congedo per malattia nel tentativo di far credere di essere epilettico ed aver avuto il primo attacco a sessantotto anni…..

Bryson viene sostituito temporaneamente da Rebecca Blank, mentre si cerca affannosamente una malattia plausibile per giustificare la sequela di “frontali” che la Hilary Clinton sta collezionando nel mondo.

Antonio de Martini
Fonte: www.corrieredellacollera.com
12.06.2012


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