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Guerra non convenzionale contro la Rivoluzione Bolivariana


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Hugo Morales Karell
 
Dalla fine della seconda metà del secolo scorso, i carri armati pensanti si sono affannati nel teorizzare sulle diverse forme di aggressione. A questo proposito, hanno formulato le più diverse teorie su come raggiungere i loro scopi guerrafondai, cercando di "mettere da parte" gli usi delle guerre convenzionali che si praticano dall'antico impero romano.

Fu così che hanno acquisito forza, negli ultimi 15 anni, i più diversi termini e teorie, tra cui si potrebbero citare: "Rivoluzioni colorate”,"Potere Intelligente"," Golpe Morbido","Guerra Non Convenzionale","Guerra Irregolare", "Guerra di Quarta Generazione" e "Guerra Cibernetica". Se frughiamo nella semantica dei termini, dovremmo avviare un arduo dibattito con politici e filologi, ma la verità è che non importa l'aggettivo che si utilizza per qualificare le guerre, tutte sono uguali: lacerano sentimenti umani, dividono nazioni, devastano popoli e culture, e persino annullano civilizzazioni.

Durante la sua visita a L'Avana, il presidente USA, Barack Obama, con "parole mielate" ha chiamato a dimenticare il passato, e anche ha detto: "Sono venuto qui per seppellire l'ultimo residuo della Guerra Fredda nel continente americano". Niente di più lontano dalla realtà: non dimenticano il passato e continuano con una guerra, che di freddo ha solo di nome, dal momento che hanno convertito il continente americano in una 'calda' provetta di sofisticate strategie di aggressione.

Chi ha dubbi! solo studi, in dettaglio, le aggressioni contro la rivoluzione bolivariana. Tuttavia, se il tempo o la mancanza di informazioni non glielo permetterà, cercherò,a grandi linee, di spiegarglielo. La "Guerra Non Convenzionale" (GNC) che oggi affronta Caracas non è solo un fenomeno del presente, ma è la risposta dell'Impero, e dei suoi alleati della destra internazionale, ai propri fallimenti in passato.
La storia potrebbe essere iniziata alla fine dello scorso secolo, esattamente il 13 dicembre 1994, quando per la prima volta Hugo Chavez Frias visitava Cuba e fu ricevuto, alla scaletta dell'aereo, dal C.te in Capo della Rivoluzione cubana, Fidel Castro Ruz. Da quel preciso momento, gli eserciti imperiali presagirono che Fidel aveva identificato qualcosa nel giovane studioso di Bolivar. La storia dopo lo ha svelato: un carismatico statista antimperialista di classe mondiale.

Commentando l'evento -dieci anni dopo, in occasione della commemorazione dell'intervento di Chavez nell'Aula Magna dell'Università dell'Avana- Fidel ha detto: "Nel riferirsi al fatto che io l'aspettassi all'aeroporto, ha detto con incredibile modestia: "Quando ho ricevuto la immensa e piacevole sorpresa di essere atteso nell' aeroporto internazionale" José Martí" da lui stesso in persona, gli ho detto, 'Io non merito questo onore, aspiro a meritarlo un giorno nei mesi e negli anni a venire'. Lo stesso dico a tutti voi, cari compatrioti cubano-latinoamericani: un giorno speriamo di venire a Cuba in condizioni di estendere le braccia ed in condizioni di nutrirci reciprocamente in un progetto rivoluzionario latinoamericano, imbevuti come siamo, da secoli, dall'idea di un continente ispano americano, latino-americano e caraibico integrato come una sola nazione che siamo". [1]

Proprio, per meritare l'onore di essere ricevuto, più volte, a Cuba e per diventare il migliore dei suoi amici, è stato incorporato nella lista dei leader più "ostili", e quindi, oggetto diretto di un fascicolo al fine di applicargli durante i suoi mandati presidenziali, i più svariati metodi di "colpi di stato morbidi" o a "miccia lenta", come in quest'ultimo caso, lui era solito chiamarli. [2]

Al 6 dicembre 1998 Chavez vince le elezioni presidenziali con il 56,2% dei voti contro il 40% del suo più vicino concorrente; una sovrana batosta! Comprensibilmente, non è stato dimenticato.

Cosa ricevette Chavez dall'oligarchia venezuelana pro-USA di turno? "Un'economia con carenze macroeconomiche e sociali. La percentuale di persone in condizioni di estrema povertà si attestava al 20,3%, [...] l'inflazione media degli ultimi sei anni era del 57,6%, [...] solo il 43,3% della popolazione accedeva all'istruzione prescolare e il 21,6% all'istruzione secondaria superiore, il 37% di denutrizione infantile, la mortalità infantile del 21% e il 30% di abbandono scolastico". [3]

Da quel momento, iniziò la costruzione del progetto del socialismo del XXI secolo. Questo sistema politico l'Impero già lo conosceva, o almeno ne aveva sentito parlare: si dice che una piccola isola caraibica a sole 90 miglia al largo delle sue coste aveva costruito un sistema centrato su quella direzione ed il suo popolo vive in pace. Come è evidente, non gli si poteva permettere tale audacia.

Non importa, ma poiché Chavez era fatto della fibra dei grandi guerrieri proseguì nella battaglia e in soli quattordici anni al potere, tolse dalla povertà milioni di venezuelani; sradicò praticamente la denutrizione; aumentò la spesa pro capite nella sanità dai 176 dollari del 1998 ai $ 663 nel 2012; nell'educazione assicurò che l'Unesco dichiarasse il paese libero dall'analfabetismo così come promosse progetti sociali nei settori della sanità, cultura e sport per restituire ai venezuelani la dignità umana che, durante la IV Repubblica, era violata quotidianamente. Neppure lo perdonarono e tanto meno lo hanno dimenticato, fino ad oggi.

Nel 1999, i venezuelani, in segno della più fervente prova di democrazia, approvarono nel referendum la nuova Costituzione Bolivariana, che per la prima volta nella storia di quella nazione si raggiunse con il 71.21% dei voti. Questo passaggio della storia, neppure lo dimenticarono, e nel 2002, l'opposizione, con il sostegno di un'intensa campagna mediatica, effettuò un colpo di stato contro i poteri costituzionali. Anche in questo caso, s'impose la ragione e la volontà popolare, ed in meno di 72 ore reinstallano Chavez nel suo incarico. Il 14 aprile 2002 arriva la palazzo presidenziale di Miraflores e riassume la presidenza. Per coincidenza, in quello stesso mese, ma del 1961, in quella piccola isola dei Caraibi di cui ho già detto, l'imperialismo subì una grande sconfitta, in quello che loro stessi hanno riconosciuto come un atto di GNC, e casualmente in meno di 72 ore.

Nonostante il fallimento in Venezuela tornarono, nuovamente, ad insistere sulla sua caduta, e nel dicembre dello stesso anno, iniziò lo "sciopero petrolifero", chiedendo ancora una volta le dimissioni di Chavez, che anche si concluse con risultati infruttuosi. La sconfitta fece per un po' "ripiegare" l'opposizione per tessere nuovi intrighi. Tanto, che nel 2004 iniziano una campagna per un referendum revocatorio contro Chavez, a cui si sottopone, in assoluto rispetto delle istituzioni. Logicamente, i "difensori della democrazia e dello Stato di Diritto" neppure lo hanno potuto dimenticare.

Nel 2006, un'altra vittoria si aggiunge al palmares di Chavez, e con più del 62% dei voti vince le elezioni presidenziali per il periodo 2007-2013 e comunica la creazione del Partito Socialista Unito del Venezuela. In quel mandato annunciò che si sarebbe nazionalizzato tutto ciò che era stato privatizzato; prende il controllo operativo delle attività primarie legate agli idrocarburi nella Fascia dell'Orinoco, attraverso la PDVSA di proprietà statale, e raggiunge una clamorosa vittoria all'approvarsi, in un referendum la rielezione illimitata del presidente, che gli dava l'opportunità di presentarsi per un nuovo mandato nel 2012, che anche vince; questa volta l'uomo di Washington in Venezuela, Henrique Capriles Radonski. Questa vittoria,neppure fu dimenticata e, pertanto, tutte le forze contrarie ai principi della Rivoluzione Boli
variana cercarono di frenare la sua ascesa, per cui acutizzarono il sabotaggio economico, la guerra psicologica, il finanziamento miliardario ai suoi avversari e sicari perché attentassero contro la vita di Chavez così come cercarono, in tutti i modi possibili, il frazionamento dell'unione civile-militare.

Neppure gli perdonano né dimenticano che promuovesse l'integrazione regionale e la creazione di organizzazioni come l'Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR), l'Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA) e la Comunità degli Stati dell'America Latina e dei Caraibi (CELAC) così come educasse ai suoi principi un "autista di autobus", che divenne il primo presidente operaio del Venezuela, Nicolas Maduro Moros, contro cui hanno intensificato le aggressioni per cercare dche egli non continui l'eredità di Chavez.

Oggi si sostiene che il Venezuela cerchi una soluzione costituzionale alla "difficile situazione interna" e che si convochi un referendum revocatorio. Tuttavia, tutto sembra indicare che non poter raggiungere questi scopi legalmente, si sforzano di ricorrere a ciò che sanno fare meglio: la violenza contro le legittime istituzioni del potere.

Recentemente, siti digitali hanno annunciato punti all'ordine del giorno del Comando Sud contro Caracas, con il titolo: "Operazione Venezuela Freedom-2". Il documento fa riferimento a diverse raccomandazioni tra le quali si evidenziano: "Con i fattori politici della MUD abbiamo accordato un'agenda comune, che include un brusco scenario che può coniugare azioni di strada e l'impiego dosato della violenza armata, [...] il referendum o l'emendamento si sostiene come copertura [...] la responsabilità nell'elaborazione, progettazione ed esecuzione parziale dell'Operazione Venezuela Freedom-2, al momento attuale, sta nel nostro comando, ma lo slancio dei conflitti e la generazione di diversi scenari è compito delle forze alleate della MUD coinvolte nel Piano, per questo noi non assumeremo il il costo di un intervento armato in Venezuela, ma useremo le varie risorse e mezzi perché l'opposizione possa portare avanti le politiche per togliere Maduro".

Aggiungono: "[...] Mantenere campagna offensiva nel terreno propagandistico, favorendo un clima di sfiducia, incitando timori, rendendo la situazione ingestibile. [...] Di particolare importanza è lo sfruttamento di questioni come la scarsità di acqua, cibo ed elettricità, [...] rafforzare la matrice mediatica che pone la crisi elettrica come responsabilità esclusiva di Maduro".

E' per questo motivo che allo studiare i documenti programmatici del Governo USA sulla GNC, non si può fare a meno di trovare "casuali coincidenze" con le azioni che oggi vengono utilizzate contro la rivoluzione bolivariana. In questo senso, ragioni abbondano, per ribadire che la GNC resta il principale strumento per perpetuare il dominio imperiale, e che per il momento, continuerà ad essere la più convenzionale delle guerre.

riferimenti

[1] Intervento del Presidente della Repubblica di Cuba Fidel Castro Ruz, nell'atto di decorazione con l'Ordine "Carlos Manuel de Céspedes" del Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Hugo Rafael Chavez Frias, in occasione del X Anniversario della la sua prima visita a Cuba. Teatro "Carlos Marx", 14 dicembre 2004.

[2] Termine usato dal Presidente Chavez durante il suo intervento al programma "Alo Presidente" il 6.7.2007.

[3] Gracia Reyes M. e R. (2008): "Analisi della politica economica in Venezuela. 1998-2006 ", Oikos No 26,25-47, School of Management ed Economia, Università Cattolica Silva Henríquez (UCSH), Santiago del Cile. [ Http://edicioesusch.cl/oiks/ ]


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