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I “Sängerknaben” rischiano lo sfratto


Stodler
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I “Sängerknaben” rischiano lo sfratto perché non pagano l’affitto


NELLA FOTO, i “Wiener Sängerknaben” con il loro direttore Manolo Cagnin, in occasione del concerto d’Avvento 2014 nell’abbazia di Mariazell.

I “Wiener Sängerknaben”, i “piccoli cantori di Vienna” – uno dei simboli della capitale austriaca, come i cavalli lipizzani o la torta Sacher – rischiano di essere sfrattati dalla loro sede, il prestigioso palazzo Augarten, nel secondo distretto della città, dove un tempo c’era la riserva di caccia privata degli Absburgo. Lo Stato chiede loro un affitto mensile di 17.200 euro (poco più di 200.000 euro all’anno), che non sono assolutamente in grado di pagare. Ricordiamo che i “Sängerknaben”, nonostante il ruolo quasi pubblico che svolgono – nelle loro tournée in tutti i continenti sono di fatto gli “ambasciatori” della cultura musicale austriaca – formalmente sono un’associazione privata che si autofinanzia.

Nel 1498 erano stati fondati con il compito di cantare esclusivamente per la corte imperiale, durante le messe o in feste private, ed erano quindi sul libro paga degli Absburgo. Così fino al crollo della monarchia. Subito dopo la Grande guerra il coro di voci bianche, che allora si chiamava Hofmusikkapelle (coro di corte), fu sciolto, ma ricostituito poco dopo, nel 1924, in forma di “associazione”, per evitare che una tradizione secolare di cultura corale infantile andasse perduta. È solo da allora che i “Sängerknaben” indossano l’uniforme di marinaretti che tutti conosciamo, di norma di colore blu scuro, ma anche quella bianca di gala, negli eventi più importanti. Ed è da allora che i “piccoli cantori” si autofinanziano.

L’associazione dei “Wiener Sängerknaben” conta un centinaio di soci, tutti ex “piccoli cantori”, che hanno cura della gestione. Il bilancio annuale è di circa 2,8 milioni di euro, di cui il 65% è coperto dalle entrate derivanti dalla vendita dei biglietti dei concerti che i ragazzini tengono periodicamente a Vienna e in tutto il mondo (circa 300 all’anno) e dalla vendita di cd e dvd. Al resto (1,2 milioni) si provvede con contributi e sponsorizzazioni.

Una simile, intensa attività è resa possibile dal fatto che i “Wiener Sängerknaben” non sono un solo coro, ma quattro cori, contraddistinti da nomi diversi (Bruckner, Haydn, Mozart, Schubert), ciascuno dei quali segue un percorso formativo autonomo, con un diverso “Kapellmeister” (direttore). Dal 2008 uno dei “Kapellmeister” (quello del coro Bruckner) è il veneziano Manolo Cagnin. Sotto la direzione della sua bacchetta i suoi ragazzi si sono esibiti su palcoscenici in Vietnam, Cina, Singapore, Irlanda, Spagna, Germania, Sud America, Usa, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Taiwan.

Tra tutti i quattro cori i “Sängerknaben” sono attualmente 100. La pluralità di cori consente l’alternanza tra attività didattica in sede e attività concertistica fuori sede, che altrimenti sarebbe impossibile nell’intensità che abbiamo indicato di quasi una esibizione al giorno. Naturalmente davanti al pubblico esterno i piccoli cantori si presentano sempre e soltanto come “Wiener Sängerknaben” e non con il nome del gruppo di appartenenza all’interno della scuola.

Dal 1947 la sede di “piccoli cantori” è il palazzo Augarten. Lo Stato lo ha messo a loro disposizione, rinunciando all’affitto, in cambio dei lavori di risanamento e ristrutturazione dell’antico edificio. La compensazione tra il costo delle opere effettuate e dell’affitto avrebbe raggiunto il pareggio nel 2008, ma la disponibilità gratuita della sede era stata prorogata fino al 2013, probabilmente in considerazione del fatto che i “Sängerknaben” avrebbero dovuto stampare moneta per far fronte al nuovo onere.

Siamo nel 2015 e nulla è cambiato, salvo che è intervenuta la Corte dei conti, che ha riscontrato il mancato versamento allo Stato di due annualità dell’affitto. Può sembrare un paradosso che lo Stato chieda soldi a un’istituzione che lui stesso dovrebbe sovvenzionare, così come fa, per esempio, per le bande militari. Ma la Corte dei conti si chiama così perché sa fare soltanto conti e non entra nel merito dei rapporti debitori e creditori. Per lei i “Wiener Sängerknaben” sono come un qualsiasi privato moroso nei confronti dello Stato. La “Burghauptmannschaft” (organo che amministra gli immobili della Repubblica) ha emesso un’ingiunzione al pagamento del canone, un atto dovuto, per non incorrere a sua volta in sanzioni.

La situazione sta diventando kafkiana, perché il processo che si è messo in moto rischia di strangolare una delle istituzioni più qualificanti – verrebbe da dire identitarie – del mondo musicale viennese e austriaco in generale. Il piccolo esercito di marinaretti, che incantano il mondo con le loro voci, verrà dunque sciolto? Si farà avanti un bel giorno un ottuso contabile della “Burghauptmannschaft” per ordinare il “rompete le righe”? E che se ne farà poi lo Stato del palazzo Augarten, svuotato dei suoi piccoli ospiti?

Nessuno crede veramente che la fine dei “Wiener Sängerknaben” sia prossima. Purtroppo il problema è che nessuno sa nemmeno come uscire dal groviglio amministrativo in cui lo Stato è inciampato.

http://diblas-udine.blogautore.repubblica.it/2015/08/17/i-sangerknaben-rischiano-lo-sfratto-perche-non-pagano-laffitto/


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