Notifiche
Cancella tutti

Il crocevia Argentina


cubainforma
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1957
Topic starter  

www.cubainformazione.it

Angel Guerra Cabrera
 
Il 22 novembre, in Argentina si terrà il secondo turno delle elezioni presidenziali, in cui si gioca la continuità o un duro colpo al progetto bolivariano, sanmartiniano, martiano, chavista e fidelista di unità e d'integrazione dell'America Latina e dei Caraibi. Quello con cui Hugo Chavez, Nestor Kirchner e Lula da Silva, come interpreti di potenti lotte dei popoli della nostra America, sconfissero 10 anni fa a Mar del Plata il progetto di ricolonizzazione sostenuto da Bush e dai suoi cagnolini, pomposamente chiamato Area di Libero Commercio delle Americhe (ALCA).

Lo stesso che ha posto l'America Latina ed i Caraibi nella mappa politica del mondo come un giocatore di primo ordine, e guidato -insieme con la Cina, la Russia, l'Iran e i BRICS- un rapido transito, nel panorama geopolitico internazionale, dall'unipolarità al multipolarismo. Con proprio politiche attraverso nuove strutture, senza la presenza degli USA, come CELAC, UNASUR, PETROCARIBE, il MERCOSUR rinnovato e unCARICOM che, in questo contesto, ha notevolmente aumentato il suo peso regionale ed internazionale.

All'imporsi il neoliberale Mauricio Macri su Danieli Scioli, del kirchnerista Fronte per la Vittoria (FPV), questi enormi progressi nell'unità, sovranità e indipendenza della nostra regione correrebbero grave pericolo. Macri, dello stesso pelo cipayo del venezuelano Henrique Capriles e del colombiano Álvaro Uribe agirebbe come un ariete contro di loro con tutto il peso politico dell' Argentina.

Uno può immaginare il distruttivo e regressivo che potrebbe significare una vittoria di Macri per l'Argentina e per la nostra America semplicemente ricordando il singolare e straordinario apporto di Nestor e Cristina Kirchner negli ultimi 12 anni al processo di trasformazione e di emancipazione di entrambi. Alla lotta per la difesa della democrazia e l'autonomia latino-caraibica, contro i tentativi di colpo di stato in Bolivia, Ecuador, Venezuela. Alla battaglia per cercare che non s'imponessero i colpi di stato contro i presidenti Manuel Zelaya in Honduras e Fernando Lugo in Paraguay.

Nel primo turno di votazioni Scioli ha sconfitto per quasi tre punti di differenza (oltre 700000 voti) a Mauricio Macri, candidato di un'alleanza denominata perversamente e demagogicamente Cambiamo, sponsorizzata da Washington e dal settore più antipatriottico e traditore della destra Argentina, di netta ispirazione neoliberale, reazionaria ed escludente. Le sue origini risalgono al dominio britannico nel Cono Sud nel XIX e partedel XX secolo, cappio che venne sostituito dall'imperialismo yankee.

Scioli non è, come Nestor e Cristina, un leader nato da un'eccezionale circostanza storica, che non si ripetono. Manca del carisma, simpatia, cultura e spinta di quelli, proviene dall'ala conservatrice del peronismo, nato in una famiglia benestante ed egli stesso un imprenditore. Ma non è stato oggetto di processo giudiziario né legato alla corruzione come Macri de è riconosciuta la sua fedeltà al vincente progetto di giustizia sociale, difesa della sovranità nazionale e lo spirito latino americanista forgiato da Kirchner. Quasi la prima cosa che fece quando fu eletto candidato fu quella di viaggiare a Cuba e tenere un lungo incontro con il presidente Raul Castro.

Il suo compagno di corsa e vice candidato presidenziale, Carlos Zannini, proviene da origini molto umili, ha militato in un partito marxista d'ispirazione maoista, fu un prigioniero politico della dittatura militare per quattro anni e ha ricoperto la posizione strategica di segretario legale e tecnico della presidenza nei tre governi Kirchneristi.

Macri è anche un uomo senza vergogna che consigliato dal suo consulente di marketing ecuadoriano non ha avuto remore nel suo cammino verso il primo turno nell'assicurare che avrebbe rispettato le principali conquiste politiche e sociali Kirchneriste, come ha fatto il suo omologo Henrique Capriles sui programmi sociali del chavismo. Lui e la sua famiglia si arricchirono all'ombra della dittatura di Videla e per questo si oppone a far giustizia -come i Kirchner- ai torturatori e assassini di allora.

Il kirchnerismo ha beneficiato tutti. Ha messo il paese in piedi dopo la crisi devastante del 2001. Ha recuperato la classe media, ridistribuito la ricchezza sino a raggiungere la maggior parte della popolazione. Tutto questo si perderebbe se vince Macrì, che porrebbe di nuovo l'Argentina nel ciclo dell'indebitamento e svalutazioni che tanta sofferenza ha causato nel passato.

Twitter: aguerraguerra


Citazione
Condividi: