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Il crollo del sistema provoca la fuga...


Tao
 Tao
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ll crollo del sistema provoca la fuga nel corporativismo e nell'iperinflazione

A fronte del crollo del sistema finanziario globale, i banchieri, le autorità finanziarie e di governo subiscono un crollo psicologico, palesato da dichiarazioni e interventi senza sostanza. Incapaci di prendere atto della realtà, essi si gettano ciecamente sul sentiero dell'iperinflazione alla Germania di Weimar e del corporativismo fascista mussoliniano. I salvataggi si susseguono, nella misura in cui un piano più insensato dell'altro viene tentato nello sforzo disperato di salvare l'insalvabile e mentre si consolida una dittatura bancaria mondiale.

Un esempio tipico è il piano annunciato dalla Federal Reserve la scorsa settimana per pompare circa 540 miliardi di dollari nei fondi monetari, attraverso una nuova "Money Market Investor Funding Facility", che finanzierà cinque veicoli speciali, o PSPV (Private Special Purpose Vehicles), gestiti da J.P. Morgan Chase. Questi PSPV, che raccoglieranno fondi anche vendendo obbligazioni commerciali collateralizzate, agiranno come mercato secondario per acquistare titoli dai fondi comuni e altri operatori dei mercati monetari. Meno di un mese fa, il 29 settembre, il Tesoro USA ha annunciato un Programma di Garanzia Temporanea per i Fondi Monetari, con fondi provenienti dallo Exchange Stabilization Fund di 50 miliardi. La nuova iniziativa della Fed crea un fondo di dimensioni oltre dieci volte superiori, e riflette la velocità con cui il sistema si sta disintegrando. Infatti, gli investitori hanno ritirato circa 500 miliardi di dollari dai fondi comuni dallo scorso agosto.

"Questa non è iperinflazione?" si è chiesto Lyndon LaRouche. "Eccome! È iperinflazione alla Germania di Weimar".

Nel frattempo, la maggior parte della liquidità iniettata dalla Fed nel sistema finanziario non serve a finanziare prestiti, come vorrebbe far credere il ministro del Tesoro Paulson, ma a ingrossare fondi destinati ad acquisizioni e a coprire le perdite. Le grandi banche pianificano di inglobare le piccole, usando il denaro dei contribuenti per finanziare una pericolosa concentrazione del sistema bancario in un piccolo numero di banche gigantesche. Il New York Times del 21 ottobre citava un funzionario anonimo del Tesoro che ammetteva esplicitamente che "Il Tesoro non vuole puntellare le banche deboli. Un obiettivo di questo piano è favorire il consolidamento".

Dei 125 miliardi di dollari da elargire alle banche nella prima tornata di acquisizione di azioni, 5 miliardi serviranno a contribuire all'acquisto di Wachovia da parte di Wells Fargo, e altri 5 per aiutare la Bank of America ad acquisire Merrill Lynch. Le grandi banche sono le più insolventi, ma tuttavia saranno loro date in pasto le banche minori.

Il 24 ottobre è stato annunciato che PNC Financial acquisterà National City Corp per 5,6 miliardi di dollari. Mentre a National City è stata negata la partecipazione al programma federale di acquisto azioni e le è stato detto di cercarsi un acquirente, il Tesoro fornirà 7,7 miliardi a PNC per finanziare l'acquisizione, specificando che il denaro non dovrà essere necessariamente usato per il credito.

Allo stesso tempo, i controllori del sistema liberista anglo-olandese fanno pressione per sostituire le autorità di sorveglianza nazionali con una globale, possibilmente coordinata dal FMI. L'intenzione è chiaramente quella di creare una dittatura mondiale delle banche gestita dalle forze che hanno creato l'attuale sfacelo, con l'obiettivo di distruggere il sistema degli stati nazionali.

"Questi idioti stanno lanciandosi in una fuga in avanti dettata dal panico – ha dichiarato LaRouche -, senza avere un'idea di ciò che stanno facendo, senza coerenza". "Stanno adottando il corporativismo di stampo mussoliniano, e il governo li finanzia. La gente dovrebbe rileggersi la storia del corporativismo fascista, come fu creato e come funzionava". Infatti, per finanziare tutti i piani di salvataggio messi in campo, i governi dovrebbero fare profondi tagli al bilancio, che colpirebbero gli investimenti e lo stato sociale ma soprattutto le fasce più deboli della popolazione.

Sarkozy annuncia la fine della "dittatura" dei mercati e il ritorno alla politica e allo Stato

In un discorso pronunciato ad Argonay il 23 ottobre, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha annunciato diverse misure miranti a proteggere l'economia reale dal crac in corso. A indicazione del suo stato d'animo, Sarkozy ha esordito attaccando l'ideologia del liberismo e sottolineando che l'idea che i mercati e gli "esperti" decidano tutto è morta, e che "la politica" è tornata a giocare la partita, così come lo stato è tornato a svolgere un ruolo nell'economia.

Sarkozy ha dettagliato la serie di misure che ha preso per proteggere l'economia. In primo luogo, ha destinato 22 miliardi di euro al credito per le imprese, e iniettato 10,5 miliardi in quelle banche che accettano, per contratto, di usare i fondi per aumentare i prestiti alle imprese di 75 miliardi. Sarkozy ha nominato Rene Ricol a capo di uno sforzo nazionale, mobilitando i prefetti e le autorità fiscali di ogni dipartimento, per assicurare che le banche estendano le linee di credito all'economia reale e non le usino per altri scopi.

Il Presidente francese ha anche annunciato che, in aggiunta ai 360 miliardi di euro annunciati in garanzie (320 miliardi) e in fondi diretti (40 miliardi), saranno stanziati altri 175 miliardi per investimenti statali nell'istruzione superiore, nella ricerca, nella difesa, nello sviluppo di canali fluviali (in particolare il canale Senna/Escaut verso Nord), nella Torino-Lione, in una nuova autostrada e in energie rinnovabili, tra cui il nucleare della terza generazione e la ricerca nella quarta generazione.

Finalmente, nonostante l'opposizione dalla Germania, ha annunciato la creazione di una specie di "Fondo sovrano" che interverrà per impedire le acquisizioni da parte di fondi predatori di imprese francesi la cui capitalizzazione è stata erosa dai crolli di borsa, e per fare altri investimenti di interesse nazionale. Il fondo verrà gestito dalla Caisse des Depots et des Consignations (CDC), un ente controllato dallo stato sorto per amministrare il Piano Marshall, che potrebbe fondersi con l'Ente Statale per le Partecipazioni Economiche e avere così un capitale iniziale di 200 miliardi di euro.

Ovviamente, questa politica è destinata a fallire se non ci sarà una riorganizzazione del sistema con procedura fallimentare, come Lyndon LaRouche e Jacques Cheminade hanno più volte affermato. Purtuttavia, le istituzioni dello stato francese fanno ciò che possono per proteggere gli elementi essenziali dell'economia nazionale.

Sul fatto che George Bush abbia deciso di tenere un vertice del G-20 invece che del G-13 come proposto da Sarkozy, il quotidiano Le Figaro ha scritto il 24 ottobre: "Il giudizio dell'Eliseo è che si tratti di una tattica americana per mettere a repentaglio l'iniziativa, che lascia l'establishment del partito repubblicano piuttosto scettica”. Ma Sarkozy non accetterà una risposta negativa. Nel suo discorso ad Argonay, il presidente francese ha ammonito i suoi "amici americani" che "questo vertice, questo incontro non andrà a vuoto. Non parteciperò ad un incontro fallito".

La Russia si concentra sull’economia reale per superare la crisi

Il Primo ministro russo Vladimir Putin ha presieduto una serie di conferenze a Mosca ed in Siberia sulla crisi finanziaria e sui mezzi per salvare l’economia russa dalla devastazione. Al contempo, è in corso in ambienti economici e politici russi una discussione potenzialmente produttiva, esemplificata dall’intervista concessa il 21 ottobre a Radio Ekho Moskvy dall’ex governatore della banca centrale russa Victor Gerashenko, che auspica una politica creditizia dirigistica verso l’industria e cita l’effetto da volano per l’econom
ia svolto in passato da programmi scientifici negli Stati Uniti.

Alla discussione partecipano molti oppositori della devastante politica della “terapia d’urto” imposta alla Russia negli anni Novanta, molti dei quali hanno studiato gli scritti di Lyndon LaRouche. Gerashenko stesso accolse positivamente la presentazione della Nuova Bretton Woods ad una conferenza che si tenne a Mosca nell’ottobre 2002.

Nella sua intervista, egli fa risalire la crisi attuale alla decisione americana di mettere fine al sistema di Bretton Woods nel 1971, e da quel momento, aggiunge “la crescita USA è sempre stata indotta dall’inflazione”. Interpellato sul recente piano contro la crisi presentato dall’accademico Sergei Glaziev, che ha proposto che la banca centrale emetta rubli su domanda di credito da produttori russi, invece che sulla base attuale, ovvero la conversione di profitti dall’export denominati in dollari, Gerashenko amplia questa idea facendo un interessante riferimento “all’esempio degli Stati Uniti, non le conseguenze di oggi, ma come svilupparono un paese imponente per oltre 50 anni, a tennero alto il livello per molto tempo”. Se gli Stati Uniti ottennero simili successi emettendo “buoni del tesoro, e anche valuta semplice” per progetti di sviluppo “perché non possiamo farlo noi? Dovrebbe funzionare se il denaro andrà a scopi produttivi”.

Le conferenze del Primo ministro Putin riguardavano alcuni settori chiave dell’economia russa, tra cui i trasporti e il programma spaziale, che ha definito “uno dei nostri vantaggi competitivi, che va preservato e sviluppato”. Putin ha auspicato la sistematizzazione “dei programmi di ricerca spaziale nell’economia” aggiungendo che nella situazione attuale “è del tutto giustificato avere un programma speciale e accelerato per l’uso di tecnologie spaziali, specialmente per sviluppare le regioni russe”.

MoviSol - Movimento Internazionale per i Diritti Civili - Solidarietà
Fonte; http://www.movisol.org
29.10.08


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