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Il passato pendente


cubainforma
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Salam Mousa Reyes

Per coloro, che come me, sono nati negli anni '80 del secolo scorso, forse risulta difficile capire i processi che ereditiamo dalla nostra storia. Più ancora, se anche cerchiamo di comprendere il carattere e la grandezza della storia di un'isola che, in maniera inequivocabile è legata e definisce, per certi aspetti, il resto del continente sudamericano.
Uno di questi fatti è senza dubbio la Base Navale di Guantánamo (BNG) in possesso del governo USA dal dicembre 1903, un processo politico-sociale attuale, con rilevanti conseguenze per entrambe le nazioni.
Interpretazioni riduttive possono definirla come una mera provocazione al governo cubano o un anello di attacco in caso di escalation contro Cuba. Questione che deve essere risolta attraverso la negoziazione e la conciliazione del nostro conflitto storico. Ma la disputa USA sulla BNG non è solo con Cuba, ma con tutta l'America Centrale.
Fin dalla sua nascita la BNG fu creata come progetto di dominazione geopolitica, istigata dalle correnti che emergevano dagli USA sotto la guida di due ferventi repubblicani, che caratterizzavano il realismo politico presente nelle relazioni internazionali di quella nazione: il veterano della guerra si secessione e poi presidente USA William McKinley ed il giovane ed ambizioso Theodore Roosevelt [1]. Le azioni di entrambi furono determinanti per ridefinire i confini dell'allora nascente impero.
Le origini di questo processo di espansione risalgono al 1884, anno in cui si produce la Conferenza di Berlino. Lì, le potenze di allora si ripartono il mondo in un festino a cui gli USA non furono invitati. Ciò motivò i politici USA ad orientare i propri interessi verso i Caraibi ed il Pacifico, spazi in cui già il loro dominio si faceva sentire per ragioni di economia e commercio.
L'espansione USA nei Caraibi e Centro America, abbondantemente prevista da José Martí, rispondeva ad una dottrina di dominazione che permane intatta ed in cui Cuba fu, e rimane, il paese "pivot" per il suo dispiegamento.
Tale dottrina adottò, nel corso della storia, diverse forme che maschereranno il suo unico scopo: l'espansione dei confini geopolitici imperialisti, egemonizzando il loro dominio attraverso l'economia, la cultura e le forze militari, ognuno dei quali rimane oggi vigente.
L'intervento a Cuba diede nuove opportunità al nascente impero che intravide nell'isola la possibilità di riubicare i suoi confini navali alle porte dell'area Centro Americana. Così accrebbe il suo potere ed influenza nella regione, che fino ad allora era stato un "protettorato britannico" a cui gli USA non avevano accesso.
Le ragioni strategiche per la scelta del porto di Guantanamo risultavano ovvie: la sua vicinanza al Passo dei Venti, la posizione in linea retta al canale interoceanico che si progettava costruire a Panama e la profondità della baia permettevano stabilire il controllo ed il predominio militare nel Mar dei Caraibi, Centro e Sud America.
Il costo della non indipendenza di Cuba e l'acquisizione del nuovo porto da parte delle forze imperialiste, ebbe un grave effetto nella regione e le sue conseguenze non si fecero attendere. La sua inaugurazione si produsse per essere usato come un centro di operazioni per invadere il fraterno popolo di Portorico nel 1898.
Dopo la sua formazione come base militare si utilizzò per invadere Haiti, nel 1915, e la Repubblica Dominicana, nel 1918. Questo senza contare il supporto agli interventi in Messico, Nicaragua, Panama, e le Isole Vergini, tutti nei primi 20 anni del XX secolo.
Anche se Cuba non fu scenario della II Guerra Mondiale, vale osservare che in questo periodo (1939-1945) il volume delle operazioni della Base nel vettovagliamento delle navi e gli esercizi di pattugliamento fece che fosse considerato il secondo porto più importante per gli USA in operazioni militari, superato solo da quello di New York.
L'espansione politica-militare USA riubicò le sue priorità in posizioni molto più vantaggiose che Guantanamo, per esempio, nell'isola portoricana di Vieques.
La realtà storica ci dice che dal 1935, un gruppo di esperti USA [2] contrattati dal governo di quel paese per realizzare uno studio approfondito della situazione interna di Cuba avvertiva che: "... gli USA dovrebbero prendere in considerazione la politica di rinunciare ai suoi diritti a Guantanamo. Numerosi cubani trovano difficile conciliare la base USA di Guantanamo con la sovranità della Repubblica di Cuba …'.
Più avanti dice: "... Se gli USA mancassero di buoni porti nel proprio territorio nei Caraibi o nel Golfo del Messico, la ritenzione della base di Guantanamo forse poteva essere difesa per motivi di auto-difesa. Ma ci sono numerose altre baie che possono essere utilizzate come base navale ... "
Parallelamente la BNG provocò un alto costo sociale per la gente di Caimanera. L'enclave militare si convertì, rapidamente, in un incentivo per l'auge della prostituzione, le sale di gioco d'azzardo ed il vizio di ogni genere.
Dopo il trionfo della Rivoluzione cubana la base acquistò un'altra connotazione. Fu il punto scelto per generare azioni provocatorie o auto aggressioni che portassero ad un'invasione USA a Cuba, ed in altri momenti servì alle politiche di stimolo all'immigrazione illegale contro il nostro Paese.
Infine divenne carcere illegale. Coloro che lì scontano la loro condanna, non hanno diritti di sorta, in violazione di tutte le convenzioni internazionali che toccano i temi della guerra e dei diritti umani.
Venuta meno, la BNG mantiene la sua rilevanza geostrategica, non sul piano militare che faceva parte del processo di espansione imperialista, ma come carta di negoziazione nel processo di ripristino delle relazioni con Cuba e su un piano esterno come un metodo di intimidazione contro i governi che si oppongono alle sue politiche. La sua simbolica e costosa presenza è un tentativo di mantenere il "mito" della potenza militare USA.
La Base è la stigma ereditata da un passato presente, che lacera lo spirito stesso della nazione. Cuba è il risultato di un lungo processo culturale che ci ha portato a convertire la libertà e l'indipendenza nel nostro paradigma e la giustizia e l'equità sociale in ideologia profondamente radicata nel nostro comportamento.
Pensare che l'esistenza di un territorio occupato sul nostro suolo sia storia passata sarebbe come cercare di coprire il sole con un dito. La nostra generazione è molto lontana dalle origini della base, ma con il decorso dei nuovi avvenimenti, può essere che sia quella destinata a vedere la fine di questa storia. Quindi non dobbiamo dimenticare le nostre essenze né gli impegni e lealtà a cause come quella di Portorico, che corse lo stesso destino di Cuba, senza la fortuna di un Moncada.
Rompere le ancore a quel passato per costruire un futuro più giusto non solo per Cuba, ma per l'America tutta, è la visione che deve prevalere nella nostra generazione, per adempiere al mandato dell'Apostolo José Martí "... impedire per tempo con l'indipendenza di Cuba che si estendano per le Antille gli USA e cadano, con quella forza in più, sulle nostre terre d'America..."

note
[1] Comandò un piccolo reggimento conosciuto come "Rough Riders" durante la guerra interventista a Cuba contro la Spagna.
[2] Problemi della Nuova Cuba, Rapporto della Commissione per gli Affari Cubani, Cultural S.A. pág.551, L'Avana 1935.


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Non si crucci ,CI, tutto sommato significa che parte degli yankee non vi considera, pensi che in Italia ce ne sono più di cento basi a stelle e strisce! 😉


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cubainforma
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NO NATO, NO BASI!


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Non posso che essere d'accordo con lei ma sarei un po' "stanchino" di ripeterlo.
Con sommo rammarico temo però che 'sto strazio durerà eoni.


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