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Vannacci e lo scontro di società


PietroGE
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Vannacci ha messo allo scoperto uno scontro sulla concezione della società che finora era rimasto sotto il tappeto perché la cosiddetta destra di governo, Lega compresa, si era adattata, pro bono pacis a livello nazionale e soprattutto internazionale, alla ideologia decadente individualista che contraddistingue l'occidente di questo periodo storico.

L'esempio della scuola è illuminante perché è il luogo di formazione e di riproduzione, per la prossima generazione, dell'ideologia sociale. Quello che dice in sostanza Vannacci è che la priorità sociale è la formazione di una giovane generazione qualificata in tutti i settori e che questo risultato si può raggoiuinegere solo se si impone il metodo meritocratico. Questo vuol dire che se ci sono in classe alunni incapaci di seguire il programma non si può semplificare il programma ma devono essere trasferiti in classi differenziate, con più assistenza didattica, coloro che non possono seguire.

Dovrebbe essere chiaro a tutti che un Paese che fonda il proprio benessere sulla qualificazione della forza lavoro, essenziale nel mercato internazionale, non può fare a meno di una scuola dove regni il merito e dove i programmi siano all'altezza delle necessità di formazione. Il problema però è più vasto e riguarda la concezione della società e quindi della scuola. Nella società 'no future' dove il fare figli è subordinato ai diritti individuali e dove la scuola ha come scopo il 'feel good', cioè la stare insieme, specie quando ci sono molte e diverse nazionalità e culture, qualunque proposta di ampliare i programmi e favorire la meritocrazia, in sostanza privilegiare gli interessi del popolo invece di quelli individuali, viene criminalizzata come razzismo. Sono i rappresentanti del 'cupio dissolvi' che si ribellano se qualcuno gli fa notare che stanno suicidando così un popolo intero. Esempio di 'cupio dissolvi' qui sotto :

 

Cei: “Concezione razzista della vita”

Il disappunto circola anche al di fuori del contesto politico, a cominciare dalla Conferenza episcopale italiana, la Cei: "Io non ne faccio una questione politica ma culturale, di civiltà. Una visione simile, che scarta e isola le differenze, è un vulnus per la democrazia e la convivenza, blocca il progresso civile. Dietro c'è una concezione razzista della vita. Questo è il crinale sul quale, oggi, siamo chiamati a decidere da che parte stare", ha detto il vicepresidente monsignor Francesco Savino. "Mi permetto di fare riferimento a un grande uomo, un prete talvolta non compreso: don Lorenzo Milani contrapponeva l''I care', l'interessarsi, l'avere a cuore, al 'me ne frego' - ricorda il vescovo di Cassano all'Jonio intervistato dal Corriere della Sera - Ecco, la mia preoccupazione è che stia passando la cultura del 'me ne frego'". Quelle di Vannacci, insiste il vicepresidente della Cei, "sono parole che riportano ai tempi più bui della nostra storia". Per Savino "il cosiddetto disabile, in una classe, è una presenza preziosa. La migliora. I diversamente abili diventano il collante della classe, la uniscono, sono i protagonisti intorno ai quali si costruisce il cammino educativo". E in generale "la diversità non è un problema. Che sia diversità di pelle, sessuale, biologica, mentale o che so altro. La diversità è una risorsa, sempre. Credo sia questa la visione che deve accomunare credenti e non".


Citazione
BrunoWald
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La democrazia, essendo un inganno elaborato, si basa sistematicamente su premesse fallaci. Una di queste è che sarebbe possibile la pacifica convivenza di opinioni incompatibili, che tutt'al più si confrontano in sede di competizione elettorale o di dibattito culturale. Ma ciò è falso. Nessuna società può reggere a lungo senza un minimo di coesione interna, come dimostra ampiamente la storia delle civiltà. La diversità è senz'altro una risorsa, non "sempre" ma entro certi limiti: concezioni opposte e conflittuali, semplicemente, non possono convivere senza che si produca il caos. Non si può "convivere" con chi favorisce l'immigrazione di massa, l'aborto come contraccezione, la medicalizzazione e sessualizzazione dei bambini, la neolingua con la sua repressione del pensiero antagonista: e infatti neanche loro intendono convivere con noi; prima o poi, circostanze del genere sfociano nel sangue. 

Gli attuali padroni del vapore favoriscono questa situazione appunto perché il caos è loro alleato; ma anche così, le visioni del mondo realmente antagoniste sono a malapena tollerate, e relegate ai margini del dibattito ufficiale, quando non estromesse del tutto. Il clima inquisitorio e intimidatorio che impera nelle università ne è un esempio eloquente, al pari delle varie proposte di legge intese a mettere la museruola ai siti web non allineati.

Come si osserva dalla citazione che riporti, la chiesa è in prima linea nell'imposizione delle consegne del Pensiero Unico, avendo ormai tradito tutto ciò che era possibile tradire. Blaterare di "democrazia" e di "convivenza", mentre al contempo si bolla l'interlocutore di razzismo, e lo si accusa di volerci riportare "ai tempi più bui della nostra storia", è un tipico esempio del modus operandi di costoro, della loro mala fede e ipocrisia congenita.

Ma con buona pace della CEI, e di tutti gli altri commissari del pensiero, il loro tentativo di esiliare dal mondo la verità e imporre la loro lugubre agenda può avere successo solo a patto di uccidere la società che vorrebbero plasmare a loro immagine e somiglianza. Nel momento in cui la loro presa dovesse allentarsi, e i popoli riprendere la loro libertà d'azione, raccoglieranno ciò che hanno seminato.  


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Stefanovic
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Vannacci ha il merito di dire ovvietà che nessuno ha più il coraggio di dire. Fa andare fuori di testa i sinistri, solo Silvio sapeva fare di meglio. Tuttavia perdonami, ma l'individualismo non c'entra nulla. Se regnasse davvero l'individualismo, non esisterebbe quella fogna chiamata scuola dell'obbligo e ognuno potrebbe scegliere liberamente le alternative per i propri figli. Viviamo in una società coercitiva e totalitaria: la socialdemocrazia al suo tramonto.


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PietroGE
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Va precisato che l'individualismo di per se non è negativo perché la favorisce la creatività. Quello che danneggia la struttura della società è l'eccesso di individualismo, il 'carpe diem' a scapito della famiglia, l'abolizione effettiva del concetto di popolo e dei suoi interessi, cioè : il diritto di vivere in pace senza dover subire una invasione di migranti e il diritto/dovere di trasmettere alla generazione successiva le identità culturali acquisite nella sua storia centenaria. Se si mettono in discussione questi diritti fondamentali e si cerca di sostituirli con la 'fuffa' : elogio delle diversità etnico culturali, trasformazione del Paese in albergo, masochismo culturale, subcultura per mascherare l'ignoranza, allora non ci si può meravigliare della decadenza e del declino in tutti i sensi. Vannacci dice cose che dovrebbero essere ovvie ma che purtroppo oggi non lo sono e il martellamento mediatico della sinistra contro di lui dice solo del vuoto intellettuale e politico di questa parte dello spettro politico.


sarah, BrunoWald e oriundo2006 hanno apprezzato
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oriundo2006
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CEI: il vaticano dentro l' Italia. Sono costoro che dettano le linee-guida della politica interna, quella che veramente ci interessa e che ci riguarda. Tutti: cattolici e non cattolici ( Su quella estera preferisono che l' Italia si 'allinei' all' occidente senza troppe storie ).

Del resto che problema c'è per loro: chi no è 'acccordo sull 'istruzione pubblica che vada nelle private, al 99% confessionali cattoliche.

Fanno anche lì così, mettendo subnormali con i primi della classe ? Con programmi stile Simpson ? E rette mostruose ?

Non lo so, non avendo figli. Da ex studente in una scuola cattolica ( il collegio dei Barnabiti a Milano ) non ho un ricordo particolarmente 'felice' dei metodi didattici di un'epoca però assai lontana da quella di oggi.

Chi sa parli, come si dice...

 


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