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Il regime fantoccio della NATO in Libia va in pezzi


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IL REGIME FANTOCCIO DELLA NATO IN LIBIA VA A PEZZI

DI PETER SIMONDS
WSWS

La liquidazione di tutto il gabinetto dell’opposizione libica Bengasi, questa settimana, ha dimostrato il carattere antidemocratico e frammentato del regime che gli Stati Uniti e i loro alleati europei stanno cercando di imporre alla Libia. L’auto-proclamato Consiglio nazionale di transizione (CNT), di fronte alla situazione di stallo militare, nel tentativo di spodestare il leader libico Muammar Gheddafi, e a causa del mancato supporto popolare viene consumato da violenti conflitti interni.
Il presidente del CNT Mustafa Abdul Jalil ha ordinato il licenziamento del comitato esecutivo del CNT, Lunedi, dopo l’oscuro omicidio del capo militare dell’organizzazione, il generale Abdel Fatah Younis, il 28 luglio. Solo Mahmoud Jibril, il cosiddetto primo ministro del CNT, è stato tenuto a formare il prossimo governo. Un ulteriore segno di disordine, Jalil ha insistito che i membri delle varie milizie autonome, operanti in generale sotto la bandiera del CNT, debbano integrarsi nelle forze armate individualmente, piuttosto che a livello di unità.
Jalil agisce spinto dalla domanda di giustizia da parte dei membri della famiglia di Younis e della potente tribù Obeidi, e sotto la pressione della Coalizione del 17 febbraio, un gruppo laico di giudici e avvocati libici, critici verso la crescente influenza degli islamisti all’interno del CNT. Mentre annunciava lo scioglimento, un portavoce del CNT ha dichiarato che il governo è responsabile di “procedure amministrative improprie” che hanno portato alla morte di Younis.
Nessuna spiegazione ufficiale è stata data per l’arresto e l’uccisione di Younis, che era stato oggetto di aspre recriminazioni. Era stato il ministro degli interni di Gheddafi, prima di passare all’opposizione di Bengasi, insieme con le truppe delle forze speciali sotto il suo comando.
Persone vicine a Younis hanno accusato una milizia islamista del suo assassinio, per vendicare la feroce repressione del generale di una rivolta islamista, a metà degli anni ’90, e per bloccare i suoi sforzi per portare le unità militari del CNT sotto il suo comando unificato. Diverse organizzazioni islamiste, tra cui quelle derivanti dai Fratelli musulmani e il Gruppo combattente islamico libico (LIFG), filo al-Qaida, sono in primo piano nello scarsamente organizzato gruppo-ombrello militare del CNT, conosciuto come Unione delle forze rivoluzionarie.
Un articolo del canadese Globe and Mail della scorsa settimana, ha evidenziato la crescente assertività delle forze islamiche guidate da Mohammed Busidra, che si spaccia per “un moderato“. La sua rete comprende la Fratellanza Musulmana, la Brigata dei Martiri del 17 febbraio, guidata dal religioso Ismail al-Sallabi, e una serie di altri imam islamisti. Nella sua intervista al Globe and Mail, Busidra ha spiegato di aver redatto una costituzione islamista per la Libia post-Gheddafi e vuole che lo sceicco Al-Sallabi, fratello di Ismail, che attualmente risiede a Doha, assuma la presidenza.
Ismail Al-Sallabi ha accusato degli infiltrati di Gheddafi, piuttosto che la milizia islamista, dell’uccisione di Younis. Le tensioni tra fazioni all’interno del CNT si sono acuite, le sue unità hanno rastrellato decine di “fedelissimi Gheddafi” che, indubbiamente, comprendono gli oppositori politici. Ad oggi, nessuna delle milizie ha deciso d’integrarsi nella forza militare unificata del CNT.
Un terzo fattore nell’uccisione Younis è l’oscura figura militare di Khalifa Hifter, un ex colonnello dell’esercito libico dalla lunga collaborazione con la CIA. E’ noto per essersi scontrato con Younis per il controllo dell’ala militare del CNT. Se non è direttamente coinvolto, la presenza di Hifter nel CNT conferma il coinvolgimento di varie agenzie d’intelligence occidentali nelle sordide macchinazioni a Bengasi.
Due settimane dopo la morte di Younis, il presidente del CNT Jalil, egli stesso un ex ministro della Giustizia di Gheddafi, non ha offerto alcun chiarimento su quello che è successo. Inoltre, è stato costretto a licenziare tutto il suo “gabinetto” per mantenere il controllo della sua litigiosa coalizione tra islamisti, ex funzionari di Gheddafi, operativi della CIA e avventurieri assortiti.
Ciò che emerge è un atto d’accusa devastante all’amministrazione Obama e ai suoi alleati europei, insieme a tutte le organizzazioni di pseudo-sinistra e liberali, come il professore statunitense Juan Cole, che hanno agito come ragazze pon-pon per la campagna di bombardamenti della NATO sulla Libia. Un regime del CNT imposto alla Libia da parte della NATO, sarebbe quantomeno altrettanto corrotto e repressivo, quanto il regime guidato da Gheddafi.
Anche se il carattere antidemocratico e mercenario del CNT è diventato sempre più evidente, tuttavia, le potenze europee e gli Stati Uniti hanno esteso il suo riconoscimento diplomatico. Nelle lotte tra fazioni che seguono l’omicidio Younis, Stati Uniti, Gran Bretagna e altri paesi hanno consegnato agli avversari le ambasciate libiche di Gheddafi. Al tempo stesso, però, le stesse potenze controllano strettamente le attività finanziarie estere della Libia, per finanziare e mantenere il controllo sui loro litigiosi burattini di Bengasi.
La decisione delle potenze della NATO di sostenere un gruppo come il CNT, mostra che il loro intervento in Libia non ha avuto mai l’obiettivo di proteggere i civili o instaurare la democrazia, ma di fare avanzare le loro ambizioni strategiche ed economiche. Questi includono il dominio dei giacimenti di petrolio della Libia e la creazione di una testa di ponte nel Nord Africa, da cui controllare e reprimere i movimenti rivoluzionari emergenti della regione, soprattutto nel vicino Egitto.
Per mesi, i ministri della NATO hanno proclamato la caduta imminente di Gheddafi. Dopo che le azioni militari sul terreno del CNT hanno avuto una battuta d’arresto, l’attenzione si è spostata sulle speculazioni su una rivolta a Tripoli o un colpo di stato contro Gheddafi da parte di elementi del suo regime. Mentre Gheddafi ha mantenuto la sua presa sul potere, il CNT di Bengasi è ora frantumato. Inoltre, l’assassinio di Younis difficilmente ispirerò fiducia tra gli altri lealisti Gheddafi che vogliono passare al CNT.
Rispondendo alla dissoluzione del comitato esecutivo del CNT, il Dipartimento di Stato ha emesso un comunicato che dichiara di aver fornito l’opportunità di una “riflessione” e un “rinnovamento“. Queste osservazioni blande, riflettono il continuo supporto di Washington al presidente del CNT Jibril e alla sua cricca. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti e gli europei stanno senza dubbio esplorando tutte le opzioni, tra cui, come il Globe and Mail ha indicato, la fazione islamista di Busidra.
Gli intrighi e le lotte intestine a Bengasi servono a sottolineare il carattere neo-coloniale dell’intervento militare della NATO in Libia. Solo la costruzione di un movimento socialista basato sulla classe operaia in Libia e nella regione, in opposizione sia a Gheddafi che agli avversari borghesi, può offrire una via progressiva per uscire dall’attuale impasse politica.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – Aurora03.da.ru

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Fonte: Il regime fantoccio della NATO in Libia va in pezzi

13.08.2011
16.08.2011


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