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Il riso dell'Arkansas e il buon Bill Clinton. Pentito


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Le sovvenzioni alle esportazioni alimentari Usa e agli aiuti prima e dopo il terremoto

C'è un aspetto apparentemente paradossale nella risposta umanitaria - a parte quella militarizzata degli Usa, 35 mila marines tuttora padroni del paese - provocata a livello mondiale dal terremoto del 12 gennaio a Haiti (250 mila morti, 2.3 milioni sfollati, 1.5 milioni rimasti senza casa e ospitati in campi profughi). Un aspetto che coinvolge loro malgrado l'ex presidente degli Stati uniti Bill Clinton e l'attuale presidente di Haiti, René Préval, in dirittura d'uscita in quanto alle elezioni fissate per il 28 novembre non potrà ripresentarsi.
L'aspetto paradossale (in apparenza) è racchiuso in una richiesta di qualche giorno fa dell'agenzia internazionale di aiuti Oxfam all'amministrazione Usa perché cessi di sovvenzionare l'esportazione a Haiti di riso americano, quello che gli haitiani chiamano «Riz Miami» o «Miami Rice». Secondo la Oxfam i sussidi del governo Usa al suo riso ammontano a 434 milioni di dollari l'anno, più dei 353 milioni che Washington manda a Haiti in aiuti. Ma gli aiutini all'esportazione per il «Miami Rice» bastano perché nei mercati di Port-au-Prince costi meno del riso prodotto dai contadini haitiani.

E pensare che fino agli anni '80, nonostante Haiti fosse il paese più povero dell'emisfero occidentale (reddito pro-capite 390 dollari l'anno, il 75% della popolazione attiva sopravvive con meno di 30 dollari al mese, il 60% è disoccupato), era autosufficiente quanto a produzione di riso, l'alimento base. Poi negli anni '80-'90 sotto le irresistibili pressioni di Fmi e Banca mondiale, i governi haitiani, fra cui il primo di Préval, dovettero abbattere le tariffe d'importazione del riso. Le porte per il «Riz Miami» sovvenzionato erano spalancate e oggi Haiti importa l'80% del riso che consuma e il 60% di tutti gli alimenti.

L'aspetto «curioso» (paradossale?) è che ha spingere per dare l'aiutino ai produttori-esportatori Usa di riso fu il presidente Bill Clinton, che da qualche mese è inviato speciale dell'Onu per Haiti e co-presidente del Cirh, la Commissione ad interim per la ricostruzione. Oggi Clinton dice che quegli aiuti, «buoni per i suoi farmers dell'Arkansas» furono «un errore» ed è molto dispiaciuto a vederne gli effetti sui mercati haitiani che dovrebbe contribuire a ricostruire. Peccato sia tardi e che il presidente haitiano Préval non abbia forse la volontà, certo la forza per farci niente, a meno che il buon Obama non decida di togliere i sussidi autonomamente (difficile).

Il riso sussidiato è solo l'ultimo esempio della «generosità» Usa e internazionale post-terremoto. Qualche mese fa era stata la nota Monsanto a fare agli haitiani un regalo avvelenato: 475 tonnellate di sementi di miglio transgenico dati gratis attraverso il Progetto Winner (vincitore in inglese) lanciato dall'Usaid, l'agenzia Usa per gli aiuti internazionali. «Noi crediamo che l'agricoltura è la chiave per il recupero sul lungo periodo di Haiti. Dopo il disastro la Monsanto ha donato denaro ma era evidente che la donazione dei nostri prodotti, miglio e sementi di ortaggi di qualità, poteva fare la vera differenza nella vita degli haitiani». Passato il colera andrà sicuramente meglio, grazie al riso Usa e al miglio Monsanto.

Maurizio Matteuzzi
Fonte: www.ilmanifesto.it
Link: http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/in-edicola/numero/20101023/pagina/09/pezzo/289679/
23.10.2100


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