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Il successo diplomatico di...Raul


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Da Miami a New York: i falliti non riempiono un autobus

Iroel Sánchez

Il presidente di Cuba, Raul Castro, si trova a New York; è intervenuto, questo sabato, nel Vertice sui cosiddetti Obiettivi di Sviluppo del millennio dell'ONU; ha parlato questa domenica nel Vertice dedicato alla parità di genere e tornerà a farlo lunedi davanti all'Assemblea Generale.

Un gruppo di personalità USA, che vanno dall' ex presidente Bill Clinton, il sindaco di New York, e il governatore dello stato omonimo, il Presidente della Camera di Commercio USA, accompagnato da importanti impresari, sino a più di una decina di membri del Congresso, oltre il Segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, il Primo Ministro di Svezia e i presidenti di Mozambico e Venezuela, hanno voluto vedersi con il leader cubano approfittando del suo soggiorno nella Grande Mela. La stampa ipotizza un possibile incontro di Raul con il Presidente USA, Barack Obama, e anche si è riunito, domenica 27, con un gruppo di cubani residenti negli USA e personalità della cultura e della comunicazione USA che riempirono la Missione di Cuba all'ONU.

Il Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba ha finito le sue parole, questo sabato all'ONU, ricordando che, nonostante "che l'apertura delle ambasciate ed i cambi che il presidente Barack Obama ha dichiarato, nella politica verso il nostro paese, siano un importante progresso" "persiste il blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba, da più di mezzo secolo, che causa danni e privazioni al popolo cubano, è il principale ostacolo allo sviluppo economico del nostro paese, colpisce altre nazioni per la sua portata extraterritoriale e continua danneggiando gli interessi dei cittadini e delle imprese USA."

Raul ha aggiunto che questa politica "è respinta da 188 Stati membri delle Nazioni Unite che chiedono la sua fine" e, nonostante ciò, Cuba ha raggiunto gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e offerto la propria collaborazione ad altri paesi in via di sviluppo, in vari settori. Più di 9 milioni e 300 mila persone sono state alfabetizzate in 30 paesi con il metodo cubano "Io, sì posso" e Cuba, attualmente, ha più di 64362 collaboratori, in vari campi in 91 paesi, circa 50281 sono operatori sanitari in servizio in 68 nazioni, tra cui circa il 20% dei medici del paese nonostante che gli USA mantegano un programma per incoraggiare la defezione dei collaboratori cubani della salute, implementato dall'amministrazione di George W. Bush.

Prima di arrivare a New York, il Presidente cubano ha ricevuto, a Cuba, il Papa Francesco e presieduto a L'Avana la firma di un accordo tra i massimi rappresentanti del governo colombiano e la guerriglia delle FARC-EP, che spiana la strada verso la pace in quel paese in meno di sei mesi.

Nonostante gli sforzi dei media per collegare la visita di Papa Francesco con l' "opposizione", finanziata dagli USA, e scontrarlo col governo cubano, nulla di questo è successo. Con chi Francesco, sì, s'incontrò fu con Fidel, che ha visitato nella sua casa e a cui aveva inviato un saluto da che mise piede sul suolo cubano.

A Miami alcuni sono infastiditi, lì un articolista scrive: "A Cuba, il papa Francesco non chiede un cambio di sistema, ma il sostentamento del sistema. Negli USA, richiede un cambio di sistema. Quale spiegazione logica di questo? Ce l'ha?
"Certo che l'ha: la spiegazione logica è che il papa è comunista o lavora per i comunisti.
(...)
"Habemus Papa e Habemus Obama. Chi ha occhi per vedere, veda. Chi ha il potere di agire, agisca. D'ora in poi, nulla sarà lo stesso."

E agiscono. Ramon Saul Sanchez, un uomo che ha percorso l'intero spettro dell'industria della violenza anti-castrista (Organizzazione per la liberazione di Cuba, Omega 7, CORU, Alpha 66, Fronte di Liberazione Nazionale di Cuba, Giovani della Stella e Movimento Democrazia) ha affondato pescherecci cubani, eseguito un attentato con bomba all'aeroporto di Miami, oltre a violare 17 volte le acque territoriali cubane proveniente dagli USA, ha chiamato a manifestare, questo lunedì, a New York contro il presidente cubano.

Il giornale di Miami, El Nuevo Herald, lancia una convocazione: "un autobus con circa 50 persone lascerà Miami, domenica, e anche sono stati convocati da New York e New Jersey". Una folla, coloro che hanno partecipato all'apertura dell'Ambasciata cubana a Washington -e sicuramente gli interessati ad incontrarsi con Raul a New York- superano varie volte tale cifra.


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