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India:53%case senza bagno,metà defecano in pubblico

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helios
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India, 60 milioni di bagni contro il disastro sanitario. Ma il piano rischia il flop

Le nuove toilette promesse dal premier Modi per contrastare le abitudini degli indiani. Il problema è convincerli a usarle
Gaia Cesare - Mer, 10/06/2015 - 08:38
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Quasi 180 milioni di persone vivono in povertà, oltre il 20% dei poveri del mondo. Il 46% dei bambini sotto i tre anni è malnutrito. Tredici città sono le più inquinate del pianeta, con New Delhi che detiene il record mondiale.

E poi c'è il tasso di corruzione, altissimo: il 62% degli indiani ha fatto ricorso a mazzette per avere un posto di lavoro e ieri il ministro della Giustizia della regione di New Delhi è stato costretto a dimettersi per aver vantato una laurea in legge mai conseguita. L'India è il Paesi dei primati, negativi, ma non solo. È la culla delle contraddizioni: patria del Mahatma Gandhi ma anche delle guerre di religione, la più grande democrazia al mondo ha registrato nel 2014 una crescita del 7,4% (anche se i dati sembrano un po' gonfiati dai nuovi metodi di calcolo del governo) e secondo la Banca Mondiale si avvia a superare la Cina per velocità nel boom economico. Un record stabilito nonostante gli enormi problemi legati a povertà ed emergenza sanitaria. È anche per questo che Narendra Modi, il premier eletto un anno fa grazie al successo dei nazionalisti del Partito del Popolo Indiano (Bjp) ha lanciato lo scorso ottobre il programma «Clean India», per affrontare il problema delle tonnellate di rifiuti che invadono le strade ma anche per combattere un'altra piaga: la carenza di servizi igienici, che nel 70% delle abitazioni dei paesini lontani dalle metropoli sono praticamente inesistenti e sono la causa, insieme con l'acqua non potabile, dell'80% delle malattie nell'India rurale e della morte per dissenteria di gran parte dei bambini sotto i cinque anni.

«Prima i bagni e poi i templi» ha detto il premier otto mesi fa, fresco di insediamento, promettendo la costruzione di 60 milioni di nuove toilette entro il 2019, per compensare le accuse di totale lassismo destinate ai precedenti governi. Un indirizzo chiaro nel Paese dove la cultura religiosa permea le giornate, i riti e le abitudini alimentari degli indiani. D'altra parte, la questione sanitaria dipende anche da questo: nel 53% delle case indiane non c'è un bagno e la metà degli indiani defeca in pubblico.

Sì, fa la cacca all'aperto, in campagna e in città. «Un'onta della società» ha tuonato il primo ministro, che in questo modo intende affrontare un'altra emergenza, quella delle donne e delle ragazze a rischio stupro ogni volta che si allontanano nelle campagne per i loro bisogni fisiologici. Così solo l'anno scorso sono state costruite 5 milioni e 800mila toilette, 4,9 milioni in più dell'anno precedente.

Ma il problema dell'India rischia di non essere risolto comunque, perché ora la sfida è soprattutto culturale. Non basta costruire nuovi bagni, serve soprattutto insegnare alla popolazione a usarli. «Andare nei campi è più salutare, meglio l'aria aperta che una piccola stanzetta puzzolente» è l'opinione di moltissimi. Per questo gran parte dei servizi igienici già costruiti non sono praticamente mai stati utilizzati. «Noi acceleriamo con le nuove costruzioni - spiega il ministro della Sanità Chaudhary Birender Singh - ma molto di più deve essere fatto per convincere la gente a servirsene».

Il governo spera nell'aiuto delle donne, che hanno cominciato a rifiutarsi di sposare gli uomini dei villaggi in cui non ci sono toilette. L'esecutivo ha anche lanciato una campagna mediatica in cui chiede alla famiglie di proibire alle ragazze di usare i campi come bagni. Ad Ahmedabad, la più grande città dello stato del Gujarat, l'amministrazione comunale ha deciso di premiare con una rupia (poco più di un centesimo di euro) chi usa i bagni pubblici

Ma gli ostacoli sono più profondi e riguardano la struttura sociale, storica e religiosa dell'India stessa, che si basa sul sistema delle caste. Gran parte delle aree rurali è priva di fogne e il compito di pulire le fosse settiche è considerato degradante e associato ai reietti della società. Non a caso il compito spetta ai dalit , gli Intoccabili, ermarginati perché la credenza dice che possano rendere impuro un membro di caste superiori, anche solo con lo sguardo. «La gente non vuole occuparsi personalmente della pulizia - spiega Sangita Vyas, direttrice di «Rice», un gruppo che monitora la questione sanitaria in India -. Hanno paura che nessuno voglia sobbarcarsi il compito di pulire le fosse settiche perché verrebbe marchiato socialmente». Per il premier Modi la sfida è ambiziosa: insegnare agli indiani a usare le toilette.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/india-60-milioni-bagni-contro-disastro-sanitario-piano-risch-1138797.html


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Certo che è incredibili, il secondo paese al mondo per popolazione, dispone della bomba atomica, tecnologia ai massimi livelli, in orbita intorno alla Luna, un PIL che non ci sognamo e....la fanno per strada!
Finchè non cambieranno il sistema delle caste non cresceranno mai come popolo


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illupodeicieli
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Sarebbe già buono che adottassero bagni come quelli inglesi: il bidet magari lo adotteranno in seguito. Poi ci sarebbe il business della carta igienica e questo potrebbe essere un incentivo economico.


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helios
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Certo che è incredibili, il secondo paese al mondo per popolazione, dispone della bomba atomica, tecnologia ai massimi livelli, in orbita intorno alla Luna, un PIL che non ci sognamo e....la fanno per strada!
Finchè non cambieranno il sistema delle caste non cresceranno mai come popolo

stiamo qui a parlare di un mondo che non conosciamo nemmeno.

Non conosciamo l'India e nemmeno la Cina, conosciamo a stento la nostra Europa ma non conosciamo i paesi dell'est e la Russia.

Pertanto ci facciamo fregare dal mainstream facilmente tanto che, viste le condizioni in cui versa l'India da terzo mondo, l'Italia non riesce ancora a portarsi a casa due, anzi adesso uno, marò.
Non è nemmeno capace di tener testa ad uno stato che ha una popolazione che vuole cacare all'aperto e in pubblico.

Le nostre condizioni in Italia con tanto di water e bidè sono mentalmente peggiori di quelli dell'India che cacano in pubblico o nei campi aperti.
Alla fine sono loro più sani, almeno mentalmente.


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beh io la Cina la conosco visto che ci vivo da anni e ho famiglia cinese 😉


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helios
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beh io la Cina la conosco visto che ci vivo da anni e ho famiglia cinese 😉

Bene, mi pare che ci fosse un detto : se in Cina avessero tutti la carta igienica le foreste sparirebbero dalla terra?
non credo sia solo l'India che ha di questi problemi...

Come siete messi in Cina?

PS- In India pagano una rupia se vengono usati i bagni pubblici e non la fanno per strada (che equivale ad un centesimo di euro)

https://www.agi.it/estero/notizie/india_stop_a_bisogni_per_strada_una_rupia_a_chi_usa_wc_pubblici-201506091531-est-rt10115

15:31 09 GIU 2015

(AGI) - Ahmedabad (India), 9 giu. - Una rupia, poco piu' di un centesimo di euro, per premiare chi usa i bagni pubblici: il Consiglio municipale di Ahmedabad, principale citta' dello stato di Gujarat, nell'India occidentale, ha deciso di pagare i propri residenti purche' smettano di urinare e defecare per strada. Il progetto 'pilota', per ora, coinvolgera' 67 toilette cittadine: chi avra' la buona creanza di usarle, ricevera' una moneta. Poi, ha spiegato il funzionario Bhavikk Joshi, l'esperimento verra' esteso a tutti e 300 i bagni pubblici cittadini. "L'idea alla base del progetto e' di impedire la defecazione in pubblico negli spazi cittadini dove le persone, pur disponendo di bagni pubblici, continuano a fare i loro bisogni all'aperto", ha confermato il presidente della commissione permanente locale, Pravi Patel, assicurando che i trasgressori saranno "identificati e incoraggiati" all'uso delle toilette. .


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illupodeicieli
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In un reportage su laeffe "diario dalle città di mare" o "dalle megalopoli" tra le contraddizioni, se così vogliamo dire , o se preferiamo "dal nostro punto di vista", che presenta Mumbai nota nei miei studi scolastici di over 50 come Bombay . era questa: i ricchi o comunque i benestanti avevano i bagni in casa ma, facendo calcolo tra i milioni di persone e il numero di gabinetti, veniva fuori come dato che non "c'erano servizi igienici per tutti" . Va notato che nel documentario si fa riferimento sopratutto al numero di servizi rapportato alle persone, e a come avere una casa indipendente e ben arredata sia anche lì considerato un traguardo e un successo personale: non si lega, a memoria mia, la carenza dei bagni a usi e costumi locali. Nel servizio allorchè si parlava di questa questione era inquadrata la spiaggia e il mare, come se tutto finisse lì, compreso ciò che dovrebbe andare negli scarichi fognari. Metto le mani avanti e faccio presente che anche in alcune realtà nostrane mancano i depuratori o talvolta funzionano male.


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beh io la Cina la conosco visto che ci vivo da anni e ho famiglia cinese 😉

Bene, mi pare che ci fosse un detto : se in Cina avessero tutti la carta igienica le foreste sparirebbero dalla terra?
non credo sia solo l'India che ha di questi problemi...

Come siete messi in Cina?

PS- In India pagano una rupia se vengono usati i bagni pubblici e non la fanno per strada (che equivale ad un centesimo di euro)

https://www.agi.it/estero/notizie/india_stop_a_bisogni_per_strada_una_rupia_a_chi_usa_wc_pubblici-201506091531-est-rt10115

15:31 09 GIU 2015

(AGI) - Ahmedabad (India), 9 giu. - Una rupia, poco piu' di un centesimo di euro, per premiare chi usa i bagni pubblici: il Consiglio municipale di Ahmedabad, principale citta' dello stato di Gujarat, nell'India occidentale, ha deciso di pagare i propri residenti purche' smettano di urinare e defecare per strada. Il progetto 'pilota', per ora, coinvolgera' 67 toilette cittadine: chi avra' la buona creanza di usarle, ricevera' una moneta. Poi, ha spiegato il funzionario Bhavikk Joshi, l'esperimento verra' esteso a tutti e 300 i bagni pubblici cittadini. "L'idea alla base del progetto e' di impedire la defecazione in pubblico negli spazi cittadini dove le persone, pur disponendo di bagni pubblici, continuano a fare i loro bisogni all'aperto", ha confermato il presidente della commissione permanente locale, Pravi Patel, assicurando che i trasgressori saranno "identificati e incoraggiati" all'uso delle toilette. .

Grazie a Dio siamo messi meglio, ovviamente nelle zone rurali, il bagno è fuori, ma questo succedeva anche a noi nella zone di campagna. Non ho mai visto nessuno defecare in pubblico e nemmeno urinare, qui c'è una diversa cultura e rispetto. Le regole ci sono e si rispettano ma non per il fatto che poi interviene la polizia e ti chiede chiarimenti, proprio per una questione culturale. D'altra parte, in Italia, ho visto gente che defecava alla Stazione Termini di Roma davanti a tutti....roba da matti


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Saysana
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Credo sia principalmente un problema culturale e quindi difficile da risolvere, vivo in Laos che, sicuramente, e' piu' povero e arretrato dell'India ma non ho mai visto nessuno defecare in pubblico, primo perche' un cesso, piu' o meno, lo hanno tutti ormai, secondo perche' essendo molto pudici non lo farebbero mai davanti a qualcun'altro, evidentemente gli indiani no avendo, oltretutto, una visione tutta loro dell'igiene.

Ci vorranno generazioni per farli cambiare.


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yakoviev
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Sono stato in India, precisamente in Rajastan e a Varanasi, per quasi un mese nel novembre scorso. Ho visto tantissime cose "strane", ma non ho mai assolutamente visto nessuno defecare in pubblico. Fra l'altro non mi sembrerebbe neanche la cosa più clamorosa: hanno piuttosto grossi problemi con lo smaltimento dei rifiuti. Carta, residui organici di ogni tipo vengono mangiati dalle vacche, dai cinghiali, dai cani, dalle scimmie, ma alla plastica devono dare fuoco direttamente la mattina in strada, dopo averla ammucchiata


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Anonymous
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ma avete anche il coraggio di ragionare su un articolo de Il Giornale, noto foglio di carta igienica che diffonde notizie al 90% false e razzistoidi come questa? In India nessuno la fa per strada, e di sicuro non davanti a tutti.


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brumbrum
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anche se fosse, a casa loro per conto mio possono cagare dove gli pare


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anche se fosse, a casa loro per conto mio possono cagare dove gli pare

sottoscrivo anche questa 8)


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Saysana
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ma avete anche il coraggio di ragionare su un articolo de Il Giornale, noto foglio di carta igienica che diffonde notizie al 90% false e razzistoidi come questa? In India nessuno la fa per strada, e di sicuro non davanti a tutti.

Probabilmente con pubblico s'intende all'aperto, non in un gabinetto, comunque anche senza essere razzisti che molti indiani (e tanti altri popoli di queste parti) siano poco attenti all'igiene non e' sicuramente un segreto.

Se poi parli per vissuto facci sapere, oppure se sei un altro di quelli buoni a parlare, per sentito dire, dalla tastiera e basta evitaci i tuoi sermoni su cosa si ragiona qui.


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helios
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Sono anni che in India stanno cercando di porre dei rimedi perchè la popolazione non defechi in strada.
L'anno scorso era coinvolta anche l'Unicef e parlavno di 600mln di persone che defecavano in strada, comprese quelle che avevano il bagno in casa.
Pertanto è evidente che se anche tutti avessero il water in casa labitudine di farla per strada esisterebbe sempre.

http://www.greenme.it/informarsi/ambiente/14731-pupu-per-strada-unicef

C'è chi la pupù la conserva in apposite provette per debellare delle malattie e chi, invece, la pupù la fa per strada scatenandole, le malattie. In India è problema serio: 600milioni di persone defecano per le vie delle città. 600milioni, mica due o tre buontemponi. Anche chi ha il bagno in casa.

È il dato sconcertante che emerge da uno studio dell'Unicef – che nei mesi scorsi ha lanciato la campagna Poo2Loo (letteralmente la "Cacca in bagno") – e riportato dal quotidiano Hindustan Times. Pare che circa il 40% delle famiglie rurali di Uttar Pradesh, Bihar, Rajasthan, Madhya Pradesh e Haryana, pur disponendo di un bagno in casa, tenda a farla per le strade. Tendono, cioè, a lasciar escrementi all'aria aperta, esattamente come fanno le mucche, libere e sacre. Ed è così che i cattivi odori prendono il sopravvento e con essi una marea di rischi di infezioni, di malattie e di epidemie per la popolazione (con tanto di contaminazione delle acque).

E non solo: il 44% delle madri smaltisce le feci anche dei propri piccoli all'aperto, aumentando ancora di più il rischio di contaminazioni microbiche dell'acqua con virus, batteri e altri agenti che provocano la diarrea nei bambini, una delle condizioni che determinano la malnutrizione, di cui soffre il 48% dei bambini in India.

66 milioni sono i chili di residui umani solidi al giorno e il motivo per cui lo fanno? Circa il 47% delle persone consultate nella ricerca condotta dall'Unicef hanno affermato che fare la pupù all'aperto è "piacevole, confortevole o conveniente". Anzi, molti sono convinti che questa pratica sia un metodo di vita virtuosa sana e salutare.

Diane Coffey, economista e responsabile dello studio dell'Unicef, ha detto: "Se questi sono i dati il governo indiano non può credibilmente affermare che il fenomeno della defecazione pubblica sarà eliminato entro il 2019", come ha fatto il premier Narendra Modi. Coffey ha concluso: "È urgente un'azione sociale per un profondo cambio di mentalità".

Insomma, qui finisce lo spazio delle vecchie abitudini e delle convinzioni popolari. Ma, gente, questo Paese così densamente popolato dove manca istruzione e cultura tanto da riempire le strade di cacca umana è l'altra faccia del Pianeta, lontana dalla bambagia becera dell'Occidente. E ricordate, come dice la campagna dell'Unicef: "urban or rural, poo is all around us, in our playgrounds and outside our offices. If we're silent, we're contributors".
...........

Riporto anche questo articolo sperando che la voglia di qualcuno di fare lo spiritoso o di dire stronzate come al solito senza apportare nulla alla discussione gli passi più che in fretta.Se la contaminazione delle acque e la diffusione delle epidemie in India per qualcuno è una scemenza è esentato di dire lui/loro scemenze.

...........

La campagna di sensibilizzazione dell’Unicef contro la defecazione all’aperto in India
Circa la metà della popolazione indiana non usa i servizi igienici, con rischi molto seri per la trasmissione e diffusione delle malattie

Nelle ultime settimane sono circolati molto online una serie di video e altri contenuti legati alla campagna Poo2Loo, un’iniziativa di sensibilizzazione promossa dall’Unicef in India contro la defecazione all’aperto, che rappresenta una delle principali cause di contaminazione dell’acqua e di diffusione di infezioni ed epidemie. Uno dei punti della campagna, per esempio, è stato la creazione di un videogame, piuttosto spartano, nel quale bisogna raccogliere dei rotoli di carta igienica. L’India ha una popolazione di più di 1 miliardo e 200 milioni ed è il secondo paese più popolato al mondo: è anche lo Stato con il maggior numero di persone che defeca abitualmente all’aperto (620 milioni), e soltanto la metà circa della popolazione indiana utilizza i servizi igienici.

La defecazione all’aperto produce una media di circa 65 mila tonnellate di escrementi al giorno, provocando una situazione che genera molti rischi per la salute. Il 44 per cento delle madri, per esempio, smaltisce le feci dei figli piccoli all’aperto: questo aumenta considerevolmente il rischio di contaminazioni microbiche dell’acqua con virus, batteri e altri agenti che provocano la diarrea nei bambini, una delle condizioni che determinano la malnutrizione (di cui soffre il 48 per cento dei bambini in India). Sebbene la presenza di servizi igienico-sanitari nelle strutture pubbliche sia aumentata negli ultimi anni – il numero di scuole fornite di bagni è aumentato da 0,6 milioni nel 2005-2006 (il 52 per cento sul totale) a 1,14 milioni nel 2010-2011 (l’84 per cento) – oggi 28 milioni di bambini frequentano scuole ancora prive di bagni.

Sul sito della campagna viene anche riportato un rischio collaterale legato a questa pratica, per le donne e le ragazze: quello di essere assalite e subire violenze sessuali (un altro problema molto serio, in India), motivo per cui molte non defecano durante le ore notturne. D’altra parte, però, defecare all’aperto durante il giorno è per le donne causa di vergogna ed è generalmente visto come una mancanza di decoro. Tra le scuole che dispongono di bagni, soltanto il 60 per cento hanno bagni separati, e anche questo spinge molte ragazze a non utilizzarli. Secondo alcuni commentatori, l’approccio “poco serio” di Unicef per questo problema molto serio (“poco serio” per esempio per il tipo di video diffusi) potrebbe essere il modo migliore per rendere l’argomento più familiare e farlo circolare apertamente nella popolazione.

http://www.ilpost.it/2014/04/19/campagna-unicef-defecazione-poo2loo/


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