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India:peschereccio vittima di un diverso attacco?


helios
Illustrious Member
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20/02/2012 - retroscena
La polizia indiana rifiuta autopsia
e test dei proiettili

Se non ci fossero le distanze siderali di mezzo, due culture così lontane, un moto di popolo in Kerala dove 200 milioni di elettori voteranno tra qualche mese, una Sonia Ghandi al governo che non può permettersi di apparire minimanente sensibile alle sollecitazioni italiane, e persino un governo locale nel Kerala che è in polemica con il governo centrale ed è pronto a cavalcare l’indignazione popolare (il «chief minister» del Kerala, Oommen Chandy, ha proclamato a caldo: «Siamo di fronte ad un caso chiaro di crudele assassinio»), la vicenda della «Enrica Lexie» sarebbe molto semplice. Ci sono due versioni che non collidono? Bene, sia dia la parola alle prove.

Gli italiani hanno sparato 20 colpi e su questo non ci può essere dubbio in quanto le munizioni dei nostri militari sono contate. Gli indiani dapprima hanno sostenuto che fossero stati sparati 60 colpi contro il loro peschereccio; ieri hanno aggiustato il tiro e conteggiano 16 fori di proiettile nello scafo e 4 colpi nei corpi degli sventurati pescatori. E allora - ha sostenuto la missione di dirigenti ministeriali italiani - ci si chiuda in un laboratorio e si controlli il tipo di proiettile che ha colpito il peschereccio. Invece no. Le autorità del Kerala ne fanno una questione di principio. Le loro prove non verranno condivise con la commissione d’inchiesta italiana che s’è precipitata a Kochi.

Seconda questione: i corpi. Le autorità italiane hanno chiesto fin dal primo istante, oltre all’esame del peschereccio, di procedere all’autopsia sui due cadaveri. Dovrebbe essere semplice stabilire se sono stati colpiti da munizioni del tipo italiano oppure no. Era, quello italiano, un invito che sapeva di sfida. Già, perché la Marina militare e il nostro governo credono alla parola dei due militari e quindi sono sicuri che da un’autopsia verrebbero le prove a discolpa. Ma anche questo accertamento, al momento, non viene accordato. Senza dare troppe spiegazioni, ma lasciando intendere che un accertamento medico-legale sarebbe considerato oltraggioso dal popolo, le autorità del Kerala finora hanno negato anche l’autopsia.

Ecco perché, tre giorni dopo il fermo della nave italiana, il governo italiano s’è reso conto che in India la realtà è molto più complicata di quanto s’immaginasse. «La situazione non è tranquillizzante», dice la ministra della Giustizia, Paola Severino.

A confrontarle, delle due versioni non torna nulla: né l’ora del conflitto a fuoco, né il tipo di peschereccio, né il luogo. Secondo il libro mastro della «Enrica Lexie» il tentativo di abbordaggio avviene a 33 miglia dalla costa, in acque internazionali. Lo dichiara il satellite e ciò comporta che la giurisdizione è italiana. Secondo gli indiani, invece, i colpi sarebbero stati sparati a 22 miglia dalla costa. Il che, con interpretazione assai estensiva sulle «acque contigue» a quelle territoriali, porta quelle autorità a sostenere la loro competenza.

E ancora: i due marò italiani sostengono fin dalla prima versione, ribadita ancora ieri dapprima alla nostra commissione ministeriale, poi alla polizia locale, di avere visto a bordo del peschereccio ostile cinque persone armate, con fucili a tracolla. «I pescatori erano disarmati», ribatte la polizia del Kerala. Ma questo è forse l’unico punto su cui tutti concordano. I militari italiani non dubitano che gli undici pescatori fossero disarmati perché, appunto, non erano i cinque pirati contro cui sono state sparate le salve di dissuasione.

Resta poi un mistero il tentativo abbordaggio a un’altra petroliera, registrato dai Lloyd’s di Londra, quattro ore dopo il conflitto a fuoco che ha visto protagonista la «Enrica Lexie». Questa seconda petroliera era sotto costa, vicinissima al porto di Kochi, e ha riferito di un tentativo di abbordaggio da parte di venti pirati. Di qui il dubbio: probabilmente i conflitti a fuoco contro petroliere occidentali quella notte sono stati due, uno al largo e l’altro sotto la costa indiana. Ma in quale dei due conflitti sono stati coinvolti i pescatori?

http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/443165/


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