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Iraq: come si prepara una guerra


alekxandros
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Crawford, Texas: a un mese dal conflitto Bush
e Aznar si vedono per decidere la strategia

Iraq, come si prepara una guerra

I verbali segreti dell'attacco

Ecco le carte segrete che raccontano tutto ciò
che si dissero in quel giorno decisivo

Il 22 febbraio 2003, quattro settimane prima dell'invasione dell'Iraq, il presidente George Bush incontra nel suo ranch di Crawford, in Texas, l'allora premier spagnolo José Maria Aznar e lo informa che è giunto il momento di attaccare l'Iraq. Ecco il testo integrale della loro conversazione pubblicato su El País.

Bush: "Siamo favorevoli a ottenere una seconda risoluzione del Consiglio di sicurezza, e vorremmo farlo in fretta. Vorremmo annunciarla lunedì o martedì (24 o 25 febbraio del 2003, n. d. r.)".
Aznar: "Meglio martedì, dopo la riunione del Consiglio affari generali dell'Unione Europea. È importante mantenere il momentum [lo slancio] che abbiamo ottenuto per la risoluzione dal vertice dell'Unione Europea (a Bruxelles, lunedì 17 febbraio, n. d. r.)".
Bush: "Potrebbe essere lunedì sera. Comunque, la prossima settimana. Consideriamo la risoluzione scritta in modo che non contenga elementi vincolanti, che non menzioni l'uso della forza e che constati che Saddam Hussein non è stato in grado di rispettare i suoi obblighi. Una risoluzione di questo tipo la possono votare in molti".
Aznar:"Sarebbe presentata di fronte al Consiglio di sicurezza prima e indipendentemente da una dichiarazione parallela?"
Rice: "In effetti, non ci sarebbero dichiarazioni parallele. Stiamo pensando a una risoluzione il più semplice possibile, senza tanti dettagli di adempimento, che potrebbero servire a Saddam Hussein per utilizzarli come tappe e poi non rispettarle. Stiamo parlando con Blix (il capo degli ispettori dell'Onu, n. d. r.) e altri del suo team per ottenere delle idee utili per introdurre la risoluzione".

SBARAZZARSI DI LUI
Bush: "Saddam Hussein non cambierà, continuerà a giocare. È arrivato il momento di sbarazzarsi di lui. È così. Da parte mia, cercherò di usare una retorica il più sottile possibile, fintanto che cerchiamo di far approvare la risoluzione. Se qualcuno metterà il veto (Russia, Cina e Francia, con Stati Uniti e Regno Unito, hanno il diritto di veto al Consiglio di sicurezza, n. d. r.), noi andremo avanti. Saddam Hussein non si sta disarmando. Dobbiamo beccarlo adesso. Finora abbiamo mostrato una pazienza incredibile. Restano due settimane. In due settimane saremo pronti, dal punto di vista militare. Credo che ce la faremo con la seconda risoluzione. In Consiglio di sicurezza abbiamo i tre africani (Camerun, Angola e Guinea, n. d. r.), i cileni, i messicani. Parlerò con loro, e anche con Putin, naturalmente. Saremo a Bagdad a fine marzo. Ci sono un 15 per cento di possibilità che per quella data Saddam Hussein sia morto o fuggito. Ma queste possibilità non esistono finché non avremo mostrato la nostra risoluzione. Gli egiziani stanno parlando con Saddam Hussein. Sembra che abbia fatto sapere che è disposto ad andare in esilio se gli permetteranno di portare con sé un miliardo di dollari e tutte le informazioni che desidera sulle armi di distruzione di massa. Gheddafi ha detto a Berlusconi che Saddam se ne vuole andare. Mubarak ci dice che in queste circostanze ci sono forti probabilità che venga assassinato.

"Ci piacerebbe agire su mandato delle Nazioni Unite. Se agiremo militarmente lo faremo con grande precisione, e focalizzando i nostri obbiettivi. Decimeremo le truppe fedeli a Saddam, e l'esercito regolare capirà in fretta che sta succedendo. Abbiamo fatto arrivare un messaggio chiaro ai generali di Saddam Hussein: li tratteremo come criminali di guerra. Sappiamo che hanno accumulato enormi quantità di dinamite per far esplodere le infrastrutture e i pozzi petroliferi. Abbiamo previsto di occupare questi pozzi rapidamente. Anche i sauditi ci aiuterebbero, mettendo sul mercato il petrolio che sarà necessario. Stiamo elaborando un ingente pacchetto di aiuti umanitari. Possiamo vincere senza distruzioni. Stiamo progettando già l'Iraq del dopo Saddam, e credo che ci siano buone basi per un futuro migliore. L'Iraq dispone di una buona struttura burocratica e di una società civile relativamente forte. Potrebbe organizzarsi in una federazione. Nel frattempo, stiamo facendo tutto il possibile per soddisfare le esigenze politiche dei nostri amici e alleati".
Aznar: "È importante poter contare su una risoluzione. Agire senza una risoluzione non è la stessa cosa. Il contenuto della risoluzione dovrebbe constatare che Saddam ha perso la sua occasione".
Bush: "Sì, naturalmente. Sarebbe meglio così che fare riferimento ai "mezzi necessari"(si riferisce alla risoluzione tipo dell'Onu che autorizza a usare "tutti i mezzi necessari", n. d. r.)".
Aznar: "Saddam Hussein non ha cooperato, non si è disarmato, dovremmo fare un riassunto delle sue inadempienze e lanciare un messaggio più elaborato".
Bush: "La risoluzione sarà fatta in modo da poterti dare una mano. Del contenuto, a me importa poco".
Aznar: "Ti faremo arrivare alcuni testi".
Bush: "Noi abbiamo solo un criterio: che Saddam Hussein si disarmi. Non possiamo permettere che la tiri fino all'estate. In fin dei conti, ha già avuto quattro mesi".

IL MOMENTO DI AGIRE
Aznar: "Mercoledì prossimo (16 febbraio, n. d. r.) vedrò Chirac. La risoluzione avrà già cominciato a circolare".
Bush: "Mi sembra ottimo. Chirac conosce perfettamente la realtà. I servizi segreti gliel'hanno spiegata. Gli arabi stanno trasmettendo a Chirac un messaggio chiarissimo: Saddam Hussein se ne deve andare. Il problema è che Chirac crede di essere "Mister Arab", e in realtà sta rendendo loro la vita impossibile. Ma io non voglio avere nessuna rivalità con Chirac. Abbiamo punti di vista differenti, ma vorrei che ci si limitasse a questo. Porgigli i miei più cari saluti. Sinceramente! Meno rivalità sentirà tra noi e meglio sarà per tutti".
Aznar: "Come si combinerà la risoluzione con il rapporto degli ispettori?"
Rice: "Non ci sarà nessun rapporto il 28 febbraio, ma gli ispettori presenteranno un rapporto scritto il primo marzo, e comparirà di fronte al Consiglio di sicurezza non prima del 6 o 7 marzo 2003. Non ci aspettiamo grandi cose da questo rapporto. Ho l'impressione che Blix sarà più critico di prima rispetto alla buona volontà degli iracheni. Una settimana dopo che gli ispettori saranno comparsi davanti al Consiglio, dovremo prevedere il voto sulla risoluzione. Nel frattempo gli iracheni cercheranno di spiegare che stanno adempiendo ai loro obblighi. Il che non è vero e non sarà sufficiente, anche se annunceranno la distruzione di qualche missile".
Bush: "È come la tortura della goccia cinese. Dobbiamo mettere fine a questa storia".
Aznar: "Sono d'accordo, però sarebbe meglio contare su più gente possibile. Abbi un po' di pazienza".
Bush: "La mia pazienza è esaurita. Penso di non andare più in là di metà marzo".
Aznar: "Non ti chiedo di avere una pazienza infinita. Ti chiedo semplicemente di fare il possibile perché tutto quadri".
Bush: "Paesi come Messico, Cile, Angola e Camerun devono sapere che c'è in gioco la sicurezza degli Stati Uniti e agire con un sentimento di amicizia nei nostri confronti. Il presidente Lagos deve sapere che l'Accordo di libero scambio con il Cile è in attesa di conferma da parte del Senato, e che un atteggiamento negativo potrebbe metterne in pericolo la ratifica. L'Angola sta ricevendo fondi del Millennium Account, e anche questi potrebbero essere compromessi se non si mostreranno positivi. E Putin deve sapere che col suo atteggiamento sta m
ettendo in pericolo le relazioni tra Russia e Stati Uniti".
Aznar: "Tony vorrebbe arrivare fino al 14 marzo".
Bush: "Io preferisco il 10. È come il gioco del poliziotto cattivo e del poliziotto buono. Non mi importa di essere il poliziotto cattivo e che Blair sia quello buono".

UN CRIMINALE DI GUERRA
Aznar: "È vero che esistono possibilità che Saddam Hussein vada in esilio?"
Bush: "Sì, esiste questa possibilità. C'è anche la possibilità che venga assassinato".
Aznar: "Esilio con qualche garanzia?"
Bush: "Nessuna garanzia. È un ladro, un terrorista, un criminale di guerra. A confronto di Saddam, Milosevic sarebbe una Madre Teresa. Quando entreremo, scopriremo molti altri crimini e lo porteremo di fronte alla Corte internazionale di giustizia dell'Aja. Saddam Hussein crede già di averla scampata. Crede che Francia e Germania abbiano fermato il processo alle sue responsabilità. Crede anche che le manifestazioni della settimana scorsa (sabato 15 febbraio, n. d. r) lo proteggano. E crede che io sia molto indebolito. Ma la gente che gli sta intorno sa che le cose stanno in un altro modo. Sanno che il suo futuro è in esilio o in una cassa da morto. Per questo è importantissimo mantenere la pressione su di lui. Gheddafi ci dice indirettamente che questo è l'unico modo per farla finita con lui. L'unica strategia di Saddam Hussein è ritardare, ritardare, ritardare".
Aznar: "In realtà, il successo maggiore sarebbe vincere la partita senza sparare un solo colpo ed entrando a Bagdad".
Bush: "Per me sarebbe la soluzione perfetta. Io non voglio la guerra. Lo so che cosa sono le guerre. Conosco la distruzione e la morte che si portano dietro. Io sono quello che deve consolare le madri e le vedove dei morti. È naturale che per noi questa sarebbe la soluzione migliore. Inoltre, ci farebbe risparmiare 50 miliardi di dollari".
Aznar: "Abbiamo bisogno che ci diate una mano con la nostra opinione pubblica".
Bush: "Faremo tutto quello che possiamo. Mercoledì prossimo parlerò della situazione in Medio Oriente, proponendo un nuovo piano di pace, che conosci, e parlerò delle armi di distruzione di massa, dei benefici di una società libera e collocherò la storia dell'Iraq in un contesto più ampio. Forse vi servirà".
Aznar: "Stiamo attuando un cambiamento profondo per la Spagna e per gli spagnoli. Stiamo cambiando la politica che il Paese ha seguito negli ultimi 200 anni".

IL GIUDIZIO DELLA STORIA
Bush: "Io sono guidato da un senso di responsabilità storico, come te. Quando tra alcuni anni la Storia ci giudicherà non voglio che la gente si domandi perché Bush, o Aznar, o Blair non fecero fronte alle proprie responsabilità. In definitiva, quello che la gente vuole è godere di libertà.... Ho preso io la decisione di andare in Consiglio di sicurezza. Nonostante le divergenze nella mia amministrazione, ho detto ai miei che dovevamo lavorare insieme ai nostri amici. Sarebbe fantastico contare su una seconda risoluzione".
Aznar: "L'unica cosa che mi preoccupa di te è il tuo ottimismo".
Bush: "Sono ottimista perché credo di essere nel giusto. Sono in pace con me stesso. Ci è toccato affrontare una grave minaccia contro la pace. Mi irrita tantissimo vedere l'insensibilità degli europei riguardo alle sofferenze che Saddam Hussein infligge agli iracheni. Forse perché è scuro, lontano e musulmano, molti europei pensano che tutto vada bene con lui. Non mi dimenticherò quello che mi disse una volta Solana: perché noi americani pensiamo che gli europei siano antisemiti e incapaci di far fronte alle loro responsabilità? Questo atteggiamento difensivo è terribile. Devo riconoscere che con Kofi Annan ho degli ottimi rapporti".
Aznar: "Condivide le tue preoccupazioni etiche".
Bush: "Tanto più mi attaccano gli europei, tanto più sono forte qui negli Stati Uniti".
Aznar: "Dovremmo rendere compatibile questa tua forza con l'apprezzamento degli europei".
Copyright El País-La Repubblica
Traduzione di Fabio Galimberti

(27 settembre 2007)

fonte: La Repubblica

link: http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/esteri/bush-verbali/bush-verbali/bush-verbali.html


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