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1 Dicembre 2014 14:52
In Israele scocca l’ora di Eizenkot. A guidare le forze armate, dal 15 febbraio, sarà un generale noto per essere spietato con Hezbollah ma assai prudente sull’ipotesi di un attacco all’Iran. Il premier Benjamin Netanyahu ha scelto Gabi Eizenkot come nuovo capo di Stato Maggiore delle forze armate al termine di un processo di selezione insolitamente lungo.
Nato nel 1960 a Tiberiade in una famiglia marocchina originaria di un piccolo centro a Sud Casablanca, cresciuto a Eilat, ex comandante delle truppe speciali “Golani”, veterano delle guerre in Libano e già a capo delle operazioni nella West Bank, Eizenkot è soprattutto noto negli ambienti militari per aver formulato la “dottrina Dahiya” immaginando la prossima guerra contro Hezbollah. Ecco di cosa si tratta: radere al suolo ogni singolo villaggio sciita pro-Hezbollah in Libano al pari di quanto fatto nella seconda guerra del Libano con il quartiere di Dahiya a Beirut dove ha sede il quartier generale di Hassan Nasrallah. Come dire, guerra totale agli avversari strategici di Israele. Sul programm nucleare dell’Iran, protettore di Hezbollah, invece è assai prudente: “L’attacco sarà necessario solo se saremo con la spada alla gola” dice, ripetendo una frase già pronunciata da alti responsabili di intelligence e forze armate in evidente contrasto con le posizioni del premier Netanyahu. Vicino all’ex ministro della Difesa Ehud Barak, Eizenkot ha un’ombra sul curriculum: lo scandalo “Harpaz” che nel 2010 evitò la nomina a capo delle forze armate di un nome non gradito proprio a Barak. Una curiosità che fa discutere è il cognome di Eizenkot: si tratta infatti di una famiglia in origine tedesco-polacca ma proveniente dal Marocco perché un sesto dei 300 mila ebrei locali erano ashkenaziti, in particolare arrivati dalla Russia secoli prima.