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Kiev: «Sì all’uso della forza»


oldhunter
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KIEV: «SÌ ALL’USO DELLA FORZA»

di Simone Pieranni

18 marzo 2014

Ucraina. A Simferopoli dopo uno scontro muore un soldato ucraino (un altro è ferito). Per il governo di Majdan è un «atto di guerra» e il ministero della difesa autorizza i militari a rispondere con le armi

Nel giorno in cui Putin ha annun­ciato l’annessione della Cri­mea alla Fede­ra­zione russa, la situa­zione nella peni­sola rischia di rag­giun­gere il limite della ten­sione diplo­ma­tica, sfo­ciando nel vero e pro­prio con­flitto armato.

Nella serata di ieri due noti­zie hanno scosso l’apparente calma rag­giunta da una gior­nata in cui sem­bra­vano domi­nare le parole del pre­si­dente russo. Dap­prima da Sim­fe­ro­poli è giunta la noti­zia di uno scon­tro a fuoco tra sol­dati ucraini e truppe russe, che avreb­bero agito con l’intenzione di porre in arre­sto i mili­tari. Ci sarebbe stato uno scon­tro e sarebbe morto un sol­dato ucraino. La noti­zia non poteva rima­nere priva di rea­zioni, dato che già nella gior­nata di ieri il pre­mier di Maj­dan Yatse­niuk aveva par­lato di uno stato di guerra.

In serata è giunta quindi la comu­ni­ca­zione del mini­stro della difesa del governo ad inte­rim ucraino, che auto­riz­ze­rebbe i mili­tari pre­senti in Cri­mea a rea­gire con l’uso della forza ad even­tuali attac­chi russi. data la situa­zione il rischio di un casus belli è altis­simo, dun­que. Poco prima dell’annuncio, il pre­mier di Kiev non aveva usato mezzi ter­mini nel defi­nire l’attuale situa­zione in Cri­mea, dal pro­prio punto di vista.

«Il con­flitto in Cri­mea è entrato nella fase mili­tare», ha detto Yatse­niuk, pre­ci­sando che «sol­dati russi hanno comin­ciato a spa­rare con­tro mili­tari ucraini» e que­sto rap­pre­senta un cri­mine di guerra, ha affer­mato annun­ciando di aver chie­sto al suo mini­stro della Difesa di con­vo­care una riu­nione con gli omo­lo­ghi di Gran Bre­ta­gna, Fran­cia e Rus­sia — tra i fir­ma­tari del Memo­ran­dum di Buda­pest del 1994 che garan­ti­sce l’integrità ter­ri­to­riale ucraina — al fine di pre­ve­nire una esca­la­tion del conflitto.

Del resto poco prima lo stesso pre­mier, secondo fonti ame­ri­cane, aveva defi­nito la deci­sione di Putin di annet­tere la Cri­mea alla fede­ra­zione russa, «una rapina su scala inter­na­zio­nale». E pro­prio Putin aveva viva­ciz­zato la gior­nata con un inter­vento al par­la­mento russo, ricco di motivi di discussione.

È stato in qual­che modo anti­ci­pato, per altro, da Gor­ba­cev, che ha dichia­rato che il refe­ren­dum in Cri­mea ha finito per cor­reg­gere un errore sto­rico, ovvero «la scelta del Par­tito comu­ni­sta di stac­care la Cri­mea dalla Rus­sia senza chie­dere niente alla gente». E oggi, ha spie­gato Gor­ba­cev, «è il popolo a rimet­tere le cose a posto».

Non troppo distante l’avviso di Putin, che ha defi­nito la Cri­mea «sto­ri­ca­mente appar­te­nente alla Rus­sia», aggiun­gendo che «se non aves­simo preso sotto il nostro con­trollo la Cri­mea, ci sareb­bero state vit­time». Dopo aver rimar­cato che «non c’è stato alcun con­flitto armato, non ci sono state vit­time, per­ché è dif­fi­cile, anzi impos­si­bile, com­bat­tere con­tro la volontà del popolo», Putin non ha man­cato di accu­sare l’Occidente, che secondo Mosca ha avuto una parte piut­to­sto rile­vante in tutta la vicenda ucraina, a comin­ciare da quanto acca­duto a Kiev: «In Ucraina l’Occidente ha var­cato la linea» com­por­tan­dosi «in modo irresponsabile» perché «sape­vano che c’erano milioni di russi».

Infine un rife­ri­mento all’immediato futuro: «La Rus­sia — ha spie­gato Putin — non vuole asso­lu­ta­mente l’annessione dell’Ucraina» e rivol­gen­dosi «diret­ta­mente gli ucraini» ha spe­ci­fi­cato: «Non cre­dete a coloro che vogliono spa­ven­tarvi con la Rus­sia. L’Ucraina non ci serve». Quello che più conta, alla fine, è il dato reale della gior­nata di ieri: la Cri­mea entra a far parte della Fede­ra­zione russa (con due diversi nuovi sog­getti, Seba­sto­poli e il resto della regione) a par­tire dalla firma del trat­tato, come ha pre­ci­sato il Crem­lino. Il periodo di tran­si­zione per l’inclusione della peni­sola nel nuovo stato, per quanto riguarda sistema eco­no­mico, finan­zia­rio e legale, si pro­trarrà fino al due gen­naio del 2015, secondo quanto pre­vede l’accordo fir­mato ieri. Il Trat­tato pre­cisa inol­tre che la demar­ca­zione fra il Mar nero e il Mare di Azov avverrà «secondo quanto pre­vi­sto dai trat­tati inter­na­zio­nali e dal diritto inter­na­zio­nale». Inol­tre, le nuove auto­rità locali saranno elette nel set­tem­bre del 2015.

Non pote­vano man­care le rea­zioni: Unione euro­pea, Stati uniti e Kiev non rico­no­scono natu­ral­mente la firma e anzi, hanno pro­vato a con­cor­dare motivi deter­renti nei con­fronti di Putin, che non pare però troppo scon­volto dalle rea­zioni, con­tando sulle divi­sioni interne all’Ue e sulla dif­fi­coltà degli Stati uniti a tro­vare un accordo anche con Bruxelles. «La dichia­ra­zione uni­la­te­rale di indi­pen­denza e l’approvazione del trat­tato russo che incor­pora la peni­sola ucraina sono attac­chi inac­cet­ta­bili con­tro l’integrità ter­ri­to­riale del paese», hanno con­ve­nuto Mer­kel e Obama, dopo una con­giunta con­ver­sa­zione telefonica.

Fonte: http://ilmanifesto.it/kiev-si-alluso-della-forza/


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clausneghe
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Se usano la forza ne prendono tante, ma tante 8)


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brumbrum
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Se usano la forza ne prendono tante, ma tante 8)

Il masochismo è una brutta bestia claus


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yakoviev
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Se usano la forza ne prendono tante, ma tante 8)

Consideriamo che hanno la pressione della parte più oltranzista della marmaglia, ora più che mai frustrata e rabbiosa, e già si parla di grossi scazzi all'interno della compagine governativa. Qualcosa devono dire, almeno fare la faccia feroce...Più che in Crimea, penso che tenteranno qualche colpo di mano muscolare nel sud e nell'est, per vendetta.


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Anonymous
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ma come sono democratici quei militari ucraini in crimea che hanno forse voluto reagire con la forza a legittime pretese di disarmo da parte delle truppe russe! C'è stato un democraticissimo referendum che ha deciso per l'adesione , e quindi, per il ritorno della crimea alla vecchia "madre patria" russa. Dovrebbero adeguarvisi anche se non fossero d'accordo oppure lasciare la crimea e andarsene nella parte dell'ucraina oggi in mano ai golpisti di kiev ... invece quei fantocci di militari ucraini in crimea preferiscono ancora obbedire agli ordini dei golpisti di kiev. Peggio per loro! Se il voto plebiscitario degli altri ucraini della crimea non è stato sufficiente a convincerli a stare dalla parte giusta, spero checi penseranno i kalascnikov russi a farglielo capire!


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