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L’acqua di Damasco, altro assist ad Assad


SeveroMagiusto
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
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L’acqua di Damasco, altro assist ad Assad

di Severo Magiusto

Dopo quaranta giorni, finalmente è tornata l’acqua a Damasco!
Come si può leggere anche negli articoli pubblicati dall’Agenzia di Informazione Siriana SANA, non appena è stata bonificata l’area della Valle del Barada, dove viene captata l’acqua che alimenta l’acquedotto di Damasco, i tecnici hanno potuto cominciare i lavori di ripristino dell’impianto, danneggiato dai terroristi. Come ricorderete i terroristi delle varie sigle che si erano annidati in questa zona, avevano provveduto non solo a sabotare la struttura dell’acquedotto, ma anche a sversare nell’acqua sostanze inquinanti, assetando di fatto quattro milioni di abitanti della capitale siriana.
http://sana.sy/en/?p=99181
http://sana.sy/en/?p=99351
Al momento l’acqua che circola nelle tubature viene prelevata da pozzi secondari, in attesa di riempire il serbatoio principale.
La bonifica dell’area ha riguardato sia la presenza delle milizie armate, sia il disinnesco di ordigni improvvisati (IED) da esse seminati.

A margine di questo episodio, vorrei fare un paio di considerazioni.
La prima riguarda il totale fallimento della strategia americana volta a causare in Siria un “regime change” – sull’onda di quanto accaduto in altri Paesi arabi – ricorrendo a truppe mercenarie, armate e finanziate con l’aiuto principalmente di Arabia Saudita, Qatar e Turchia. Ma la Siria è la Siria; non è la Tunisia, la Libia o l’Egitto. Certamente sappiamo che la guerra non è finita e che c’è sempre un “piano B” che prevede lo smembramento del nord della Siria o in alternativa la creazione di una continua situazione di turbolenza in quella zona, tale da evitare che possa realizzarsi il completamento dei gasdotti e della “nuova Via della Seta” tanto osteggiati dagli U.S.A. e dalle potenze regionali, che non ammettono concorrenza nei loro affari [1]. Questa guerra non ha mai riguardato motivazioni religiose [2] o di democrazia, ma è stata solo e sempre una questione di business. Assad vuole costruire un gasdotto assieme a Russi ed Iraniani, e alle compagnie americane, saudite e qatariote questo non va bene. E ovviamente in tutto ciò gli Israeliani ci sguazzano… Comunque, se gli Americani pensavano di avere vita facile nello scalzare Assad, hanno fatto molto male i loro conti! Non solo il Presidente siriano è ancora lì, ma la sua popolarità è alle stelle. A un livello che lo “zio Sam” se lo può scordare. E tutto questo proprio grazie all’incapacità strategica e militare degli Stati Uniti, che sono quelli che tessono le trame di ciò che sta accadendo in Siria. Assetare milioni di siriani (non solo a Damasco) non è la strada più intelligente per accattivarsi le simpatie del popolo… Oltre che essere un crimine contro l’umanità.
Di contraltare, Assad verrà ricordato come il Rais che non si è piegato ai voleri dello straniero, che non ha tagliato la corda neanche quando i tagliagole erano alle porte di Damasco, che ha contrattaccato e ha ripreso moltissimi villaggi – dove nel frattempo gli abitanti avevano potuto sperimentare le delizie offerte dal Daesh – , liberato Aleppo (ovviamente con l’importante aiuto dei suoi alleati), e ora lui e il suo Governo saranno benedetti per aver riportato l’acqua a Damasco!

Bene. L’altra cosa da notare su questa vicenda dell’acquedotto è la maniera nella quale si è conclusa di fatto la belligeranza con i terroristi asserragliati nella zona delle sorgenti. La metodologia è la stessa adoperata anche in altri contesti in Siria, come per esempio ad Aleppo: la trattativa. Ovviamente nel momento nel quale le truppe governative si trovano in una situazione di forza, la cosa è quasi una imposizione. Nel senso che “o accetti l’accordo che ti proponiamo, o ne paghi le conseguenze”. In sostanza i terroristi si trovavano di fronte a tre scelte:
 O continuavano a combattere, andando in questo caso molto presto a raggiungere orde di vergini in paradiso (non mi pare che nessuno abbia scelto questa ipotesi, a ulteriore riprova del fatto che non ci troviamo di fronte ad un Jihad);
 O smettevano di combattere, consegnavano le armi, ma comunque rifiutavano la resa al Governo;
 O accettavano l’offerta di riconciliazione, che significa non solo consegnare le armi, ma anche sottoscrivere un patto che impegna sia il combattente che il Governo a non intraprendere ulteriori atti ostili uno nei confronti dell’altro. Una specie di “ubuntu” in salsa siriana. [3]
Quello che mi incuriosisce è il fatto che i terroristi che decidono di consegnare le armi ma non accettano la riconciliazione, vengono caricati con le loro famiglie [4] su dei torpedoni e portati nella zona di Idleb, dove saranno liberi, se lo vorranno, di riprendere a combattere. Il che mi lascia supporre che presto anche lì succederà un altro macello. Haram![5]

[1] Molto è stato scritto sull’argomento, ma quasi solo sui media alternativi. Ecco un articolo da un “autorevole” quotidiano mainstream (e si vede che lo è): http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-10-19/siria-dietro-conflitto-l-eterna-guerra-le-pipeline-161032.shtml?uuid=ADBvyXfB
Sulle grandi manovre infrastrutturali cinesi in Medio Oriente: https://aurorasito.wordpress.com/2016/09/23/cina-e-russia-formano-una-nuova-alleanza-antiterrorismo-in-siria/ e da lì altri articoli correlati.
[2] Al di là del fatto che chiunque sia stato in Siria può testimoniare dell’ospitalità e della tolleranza dei Siriani, proprio oggi leggevo questo articolo di RT ( https://www.rt.com/news/375864-syria-artificial-conflict-western-msm/ ) nel quale Carla Ortiz, una regista Boliviana in viaggio in Siria, parla della sua esperienza, e dice: “Una volta ho fatto un errore, e ho chiesto a un signore – “Sei un musulmano? E lui mi ha detto – “Io sono Siriano, non facciamo domande sulla religione in Siria”.
[3] Sul tema suggerisco questo bel film di John Boorman con Samuel L. Jackson e Juliette Binoche https://it.wikipedia.org/wiki/In_My_Country
https://it.wikipedia.org/wiki/Ubuntu_(filosofia)
[4] Sui terroristi che si recano in trasferta in Siria, facendosi accompagnare dalle proprie famiglie, segnalo la vicenda degli Uiguri: http://oraprosiria.blogspot.it/2016/11/jihadisti-cinesi-in-siria.html
[5] https://it.wikipedia.org/wiki/Har%C4%81m


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