L’AMAZZONIA E’ DEL POPOLO BRASILIANO

Da un poco di tempo a questa parte, i grandi giornali sinistroidi, come Repubblica e New York Times, al servizio di inconfessabili interessi dell’alta finanza internazionale, hanno iniziato una serie di campagne giornalistiche diffamatorie contro la politica ambientalista di difesa della foresta amazzonica avviata dal nuovo governo brasiliano di Jair Bolsonaro.
Erano abituati con la politica dei vetero-comunisti alla Lula e dei lulisti che si sarebbero venduti anche le mutande pur di foraggiare le personali casse alimentate dalla corruzione e dal banditismo.
Adesso i rubinetti che alimentavano il florido banchetto con la prigione di Lula si sono chiusi. Con il nuovo governo la politica ambientalista è nelle mani di un giovane ministro molto addentro alle cose dell’ambiente e che sta mettendo in pubblica piazza la verità vera delle false preoccupazioni ambientaliste dei governi europei e nordamericani.
Tra le quali si è saputo che le migliaia di ONG che affollano l’Amazzonia, il buon 90% sono al servizio non della tutela dell’ambiente e della difesa delle popolazioni indigene, ma di quegli inconfessabili interessi politici e finanziari radicati nel mondo occidentale che sono perennemente a caccia di nuove risorse e di materie prime di cui l’Amazzonia è ricca.
Adesso che le ONG hanno ricevuto l’ordine di fare la valigia e che il presidente Bolsonaro ha urlato ai quattro venti che l’Amazzonia è del Brasile e dei Brasiliani per cui saranno solo loro a decidere come amministrare il vasto patrimonio di verde e di risorse naturali che vi si custodisce, ecco svegliarsi i vari giornalacci con articoloni nei quali le menzogne e le calunnie contro un grande paese che ha subito da sempre depredazioni e angherie di carattere colonialista, sono all’ordine del giorno.
Non hanno ancora capito che l’Amazzonia è del popolo brasiliano e che solo il popolo brasiliano ha il diritto di determinarne la gestione, l’utilizzazione e la eventuale commercializzazione delle risorse naturali.
La festa è finita, andate in pace! E soprattutto non mentite sul riscaldamento globale, anche perché sapete molto bene chi è responsabile dell’alterazione climatica, certamente non il Brasile e la sua Foresta.