L’Ungheria prepara un referendum contro i migranti

L’Ungheria prepara un referendum contro i migranti

Le Monde, Francia
Il terremoto della Brexit si estenderà altrove in Europa? Dopo che i cittadini britannici si sono pronunciati il 23 giugno in favore dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea(Ue) con circa il 52 per cento dei voti, adesso è l’Ungheria a prendere posizione contro Bruxelles.

In un comunicato il presidente Janos Ader ha annunciato il 5 luglio la convocazione per il 2 ottobre di un referendum sul piano europeo di redistribuzione dei profughi nei paesi membri dell’Ue. Gli elettori dovranno rispondere a una domanda decisamente xenofoba: “Volete che l’Unione europea decreti una rilocalizzazione obbligatoria dei cittadini non ungheresi in Ungheria senza l’approvazione del parlamento ungherese?”.

Già da diversi mesi il primo ministro conservatore Viktor Orbán – conosciuto, come il suo collega slovacco Robert Fico, per i suoi discorsi contro gli immigrati – evocava la possibilità di questa consultazione popolare contro il sistema di quote (adottato in settembre dai 28) che considera come una violazione della sovranità.

Pericolo sottovalutato
Ossessionato dal pericolo di possibili vuoti legislativi, Orbán si è più volte considerato il garante delle frontiere nazionali affermando che i profughi provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa rappresentano una minaccia per i valori e per lo stile di vita europeo.

L’Ungheria è diventato un “paese di transito” sulla rotta dei Balcani occidentali per i migranti che vogliono andare in Germania e negli altri stati dell’Europa settentrionale. In totale quasi 160mila persone che si trovano in Grecia e in Italia – principali porte di ingresso nel continente – dovranno essere “risistemate” nei vari paesi dell’Ue.

La maggior parte degli specialisti sembra convinta che Orbán cerchi di approfittare dell’effetto suscitato dal voto inglese, caratterizzato da una campagna esasperata nel corso della quale il problema migratorio è stato al centro dei dibattiti.

Ancora più critico, Leonid Bershidsky ritiene che la strategia del capo del governo ungherese sia una “farsa” che rientra nel campo della “manipolazione elettorale”; una manovra destinata prima di tutto a rafforzare la sua popolarità sul piano interno e a dargli uno strumento di negoziazione “democratico” nei confronti degli altri dirigenti europei.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

UNGHERIAMIGRANTI

http://www.internazionale.it/notizie/2016/07/07/ungheria-referendum-migranti