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La Casa Bianca ferma le trivellazioni


Mari
 Mari
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PRONTI A ENTRARE IN AZIONE DUE AEREI CHE LANCIANO SOSTANZE CHIMICHE

Louisiana, l'onda nera tocca le coste
La Casa Bianca ferma le trivellazioni

Stop al piano energetico di Obama finché non saranno chiarite le cause dei disastro. Inviati tre ministri

MILANO -Quello che si temeva è avvenuto: la marea nera, fuoriuscita dalla piattaforma della Bp Deepwater Horizon, sprofondata nel golfo del Messico il 22 aprile, ha raggiunto le coste della Louisiana e negli Stati Uniti è stato decretato lo stato di «catastrofe nazionale». I tentacoli dell'enorme macchia di greggio sono stati visti al tramonto di giovedì sulle coste del delta del Mississippi, in Louisiana. La perdita si è rivelata cinque volte più grave di quanto inizialmente previsto (circa 5 mila barili di petrolio si riversano in acqua ogni giorno), con conseguenze che potrebbero eguagliare o superare quelle del disastro Exxon Valdez del 1989 in Alaska. Il presidente Barack Obama è sceso in campo annunciando la mobilitazione «di tutte le risorse possibili», anche l’esercito, per contenere il disastro ecologico.

STOP TRIVELLAZIONI -Un disastro che ha un effetto immediato anche sulla politica energetica dell'amministrazione Obama. La Casa Bianca ha annunciato lo stop alle trivellazioni petrolifere in nuove aree finché non sarà verificata la causa che ha determinato la fuoriuscita di greggio nel golfo del Messico. Il consigliere David Axelrod ha annunciato il cambio di rotta alla Abc: «Non è stata autorizzata né sarà autorizzata nessuna nuova trivellazione finché non scopriamo quel che è successo e se è successo qualcosa di unico e di prevenibile». Axelrod è stato categorico: «Nessuna trivellazione in nuove aree andrà avanti finché non sarà stata fatta una revisione adeguata di quel che è successo alla Deepwater Horizon e quel che è proposto altrove». Osteggiato dagli ambientalisti, il presidente Barack Oabma aveva annunciato alcune settimane fa un nuovo piano di trivellazioni al largo delle coste atlantiche e del golfo del Messico per ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dal petrolio straniero. Giovedì sera la Casa Bianca aveva difeso il piano del presidente Obama: «Propone un processo ponderato e scientificamente fondato per determinare quali nuove aree siano adatte all'esplorazione e allo sviluppo e per valutare potenziali rischi e benefici». Poi la brusca frenata.

PRONTE SOSTANZE CHIMICHE -Sul fronte degli interventi immediati, due aerei dell'esercito sono stati inviati in Mississippi e stanno aspettando ordini per iniziare a versare sostanze chimiche sopra la chiazza di petrolio. I due C-130, modificati appositamente per questo tipo di operazioni, sono decollati giovedì dalla Youngstown Air Reserve Station in Ohio. Il portavoce dell'Aeronautica, il maggiore David Faggard, ha fatto sapere che i velivoli sono pronti ad entrare in azione appena sarà necessario. Anche la Marina ha inviato tutto l’equipaggiamento necessario alla bonifica delle acque inquinate. I venti rischiano di spingere all’interno delle paludi la macchia nera ed è prevista una tempesta che potrebbe peggiorare la situazione.

INVIATI MINISTRI - I massimi dirigenti dell'amministrazione stanno raggiungendo la zona colpita dalla marea nera per coordinare tutti gli interventi che stanno cercando di limitare i rischi di una catastrofe ecologica. Janet Napolitano, ministro per la Sicurezza interna, Ken Salazar, ministro dell'Interno e Lisa Jackson, responsabile della Enviromental Protection Agency, l'agenzia per la protezione ambientale, stanno volando per un'ispezione aerea sulla parte del golfo del Messico coperta dall'enorme quantità di petrolio che minaccia le coste meridionali del Paese. I tre incontreranno alti dirigenti della Bp e discuteranno delle cause dell'esplosione della base petrolifera del 20 aprile che ha provocato il disastro. Quindi avranno una riunione con il governatore della Louisiana Bobby Jindal.

DISASTRO AMBIENTALE -La marea nera potrebbe diventare il peggior disastro ambientale in decenni per gli Stati Uniti: a rischio sono centinaia di specie di pesci, uccelli e altre forme di vita di un ecosistema particolarmente fragile e già sottoposto a traumi al passaggio dell'uragano Katrina. A New Orleans, la città devastata dal ciclone del 2005, giovedì l'aria è diventata pesante per i vapori acri del greggio: sono stati effettuati test per verificare le denunce dei residenti che hanno intasati i centralini comunali e della protezione civile. Nel mese di aprile sono state trovate morte sulla spiaggia a Galveston e sulla penisola Bolivar (Texas) 32 tartarughe di una specie rara, il doppio della media, ma nessuna collegabile alla marea nera, anche perché la macchia di petrolio si trova da tutt'altra parte rispetto a Galveston e, a parte un improvviso cambio delle correnti e dei venti, non dovrebbe arrivare in quella zona.

Redazione online
30 aprile 2010

VIDEO&FOTO all'interno del sito
http://www.corriere.it/esteri/10_aprile_30/louisiana-marea-nera-arriva-coste_4ea2b53e-5418-11df-a5b5-00144f02aabe.shtml


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