La farsa rivoluzione egiziana

Dopo i bagni di folla mediatici e non di piazza libertà de Il Cairo, si profila il vero carattere della rivoluzione egiziana: una mediatica presa per il culo. Come volavasi dimostrare, cacciata mediaticamente la mediaticamente brutta faccia del padrone Mubarak (nel suo esilio dorato con piscina e vista mar Rosso), sfogata un po' la gioventù della capitale, cullata dai gadget mediatici di feisbuk e tuitter, resta la realtà: una dittatura militare reale, nonmediatica, che si è preoccupata come prima "decisione" di promettere ad israele che gli accordi di confine (leggi assedio a Gaza) non sarebbero cambiati di una virgola.

La notizia:

Lanciato ieri [23 maggio 2011] tramite un telefono satellitare un comunicato della Flottilla diretta a Gaza: sono bloccati in acque territoriali e stanno razionando l'acqua. Il giorno precedente, un annuncio del ministro degli esteri egiziano prometteva alle imbarcazioni di poter attraccare in porto egiziano, ma lo stop finale è arrivato dall'esercito (egiziano!) dopo consultazioni con Tel Aviv(SIC!) e Washinghton.

L'attracco in Egitto della Flotilla creerebbe un precedente non male per dare una mazzata all'aberrante blocco imposto a quel milione e mezzo di persone che hanno sbagliato, credendo nella democrazia e nel voto ad Hamas.

Giusto in sintesi un pro-memoria: dal 2006, anno delle elezioni in Palestina, Hamas è stata falcidiata dall'esercito israeliano, che ha iniziato letteralmente la caccia ed incarcerazione ai deputati palestinesi che non si allineavano alle politiche collaborazioniste di Fatah, il cui max esponente tiene abusivamente la carica di presidente dell'autoritè palestinese da tre anni.