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La guerra di Killary


Anonymous
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Il progetto dei falchi liberali

di Thierry Meyssan

Mi piacerebbe sapere che ne pensate.

I sostenitori di Hillary Clinton hanno lanciato una campagna in favore di una guerra aperta degli Stati Uniti contro la Siria. L’amministrazione Obama ha risposto loro con un educato silenzio. Qualsiasi cosa succeda, questo episodio permette di comprendere meglio la posizione del partito della guerra.
Rete Voltaire | Damasco (Siria) | 25 giugno 2016

I «falchi liberali», cioè i democratici favorevoli a interventi militari a tutto spiano per affermare la supremazia degli Stati Uniti sul resto del mondo, hanno iniziato una vasta operazione in seno all’amministrazione Obama. Sperano di sfruttare la campagna elettorale in corso per costringere il futuro presidente a rovesciare la Repubblica Araba Siriana.

Il primo atto di tale campagna è stato un telegramma, firmato da 51 diplomatici, inviato a John Kerry tramite una procedura legale di contestazione della sua politica in seno al dipartimento dello Stato. Purtroppo si ignorano i nomi dei signatari e il posto da loro occupato, e quindi per il momento non possiamo valutarne l’influenza. La cosa è stata resa pubblica il 17 giugno dal Wall Street Journal, tradizionale organo dei repubblicani guerrafondai, e dal New York Times [1].

Il secondo atto è stata la pubblicazione, il 20 giugno, di un rapporto del Center for a New American Security (CNAS) (Centro per la nuova sicurezza americana) [2] sulla lotta contro Daesh. Era stato presentato in occasione della conferenza annuale di questo "think tank" al segretario alla Difesa, Ashton Carter, e al vice-presidente, Joe Biden.

Questo documento [scaricabile in fondo a questa pagina], intitolato Defeating the Islamic State, A Bottom-Up Approach (Vincere lo Stato Islamico, un approccio dal basso verso l’alto), dichiara che la lotta contro l’organizzazione islamica sarà molto lunga. Non sarà possibile vincere a meno che non si appoggi la popolazione sunnita, abbandonando l’attuale strategia basata sui Curdi, che implica, secondo gli autori, il preventivo rovesciamento del presidente alawita siriano. Torniamo quindi al punto di partenza: il cambiamento del regime di Damasco diventa urgente.

Tuttavia, questo documento chiarisce la posizione dei falchi liberali — e più precisamente quella del generale David Petraeus, mentore del CNAS e membro del gruppo di lavoro. Non si cerca più di giustificare la distruzione della Repubblica Araba Siriana imputandole dei crimini di regime. Al contrario, si ammette che Damasco è sostenuta da una gran parte della popolazione. Ma si stabilisce a priori che alcuni sunniti non possono accettare né un regime laico, né un presidente alawita; una posizione ideologica comune alle monarchie wahhabite dell’Arabia Saudita, del Qatar e dell’Emirato di Sharjah, e che è anche sostenuta non dalla Turchia ma dal suo presidente, adepto della Millî Görüş.

I falchi liberali cercano forse soltanto di preservare il «loro» strumento, Daesh? Comunque, la loro tattica non potrà aver successo perché non tiene conto della presenza della Russia. Questa strategia intende installare uno «stato di guerra permanente» in Oriente, sotto il controllo statunitense. La guerra è continuata dopo la caduta dei talebani in Afghanistan, dopo quella di Saddam Hussein in Irak e dopo quella di Mouamar Gheddafi in Libia. La caduta dei regimi non è un fine, ma un mezzo per instaurare il caos. Questa strategia, che sorprende da parte di una grande nazione, corrisponde a quella dell’esercito israeliano nei confronti dei palestinesi a partire dal 1967 [3].

Né il segretario alla Difesa né il vice-presidente hanno reagito al rapporto. Il primo ha tenuto un discorso sul mantenimento della supremazia militare degli USA nel mondo, il secondo ha lanciato delle frecciate contro Donald Trump. L’amministrazione Obama resta insensibile, il CNAS spera nell’elezione di Hillary Clinton.
Thierry Meyssan

Traduzione
Giuseppe Fontanella

Fonte
Al-Watan (Siria)

http://www.voltairenet.org/article192519.html


Citazione
annibale51
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 845
 

Io non capisco come faccia il popolo americano a credere a simili sciocchezze. Questa del medio oriente mi sembra una voglia di Israele piuttosto che un problema americano. Se Israele vuole fare la sua guerra contro la Siria, la Palestina, l' Iraq e l' Iran...prego si accomodi. Perché gli Americani dovrebbero seguire, sono forse diventati i lanzichenecchi degli Israeliani? Poi...contro la Siria? Che coraggio! 300 mln in un continente pieno di tutto contro 15 mln di deserto? Perché non si decidono di attaccare la Russia o la Cina una volta per tutte? naturalmente lasciando fuori l' Italia.


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tamerlano
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 198
 

Perché non si decidono di attaccare la Russia o la Cina una volta per tutte? naturalmente lasciando fuori l'Italia.

Fuori dal rifugio antiatomico naturalmente.


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cedric
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1697
 

in fondo la vision americana è semplice.
1) la russia è la nostra pompa di metano
2) il medio oriente è la nostra pompa di benzina
3) la cina è la nostra fabbrica di ifone
4) l'india è la nostra fabbrica di geans
5) l'europa è il nostro campo di patate, peperoni e melanzane
6) l'italia è la nostra disneyland con opere d'arte vere
7) l'africa 200 anni fa ci forniva schiavi, adesso vediamo che fare

Viste le cose sotto questa prospettiva tutto ha un senso, almeno fino alle prime bombe atomiche con un paio di miliardi di morti: il concime fatto con i cadaveri bruciati è ottimo, magari la radioattività dura pure meno....


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