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La morte di Campos - Elezioni in Brasile


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Prima dell’ “incidente” aereo che ha portato alla morte di Campos, la situazione dei candidati alla presidenza era secondo i sondaggi la seguente: 1a Dilma, 2o Aecio Neves (con un distacco di quasi 10 punti percentuali al primo turno e circa 6 o 7 al secondo, 3° Campos con appena 11% delle intenzioni di voto e con nessuna chance di arrivare al secondo turno.
Aecio Neves è il candidato della destra “tucana” neoliberista, con una visione filoamericana in politica estera. Contrario alle politiche sociali dei governi di Lula e Dilma.
Eduardo Campos era il classico candidato che viene preparato per le elezioni successive dagli stessi interessi neoliberisti che sono dietro ad Aecio, ma con una spolverata maggiore di populismo e di finti interessi ecologisti, con una strizzata d’occhio anche alle forti componenti delle chiese evangeliche, che qui in Brasile hanno un peso notevole (22% della popolazione) e che erano ben rappresentate da Marina Silva sua vice.
Nelle 2 settimane precedenti l’”incidente”, Aecio stava perdendo progressivamente molte delle intenzioni di voto, anche in virtù di un suo possibile coinvolgimento in uno scandalo.
Con la morte il candidato Campos è stato trasformato dalle televisioni brasiliane (la Globo in primis) in una specie di santo martire e la sua vice in una apostola fedele, commossa e piangente. Accanto a lei è stato scelto come nuovo vice Beto Albuquerque, un vero cane da guardia delle potenti lobbies dell’agrobusiness brasiliano e degli interessi delle banche private (Itaù). Oggi, grazie alla propaganda dei media, Marina viene data dagli ultimi sondaggi, non citati dall’articolo di WAYNE MADSEN ripreso da cdc in hp, un paio di punti percentuali dietro Dilma al primo turno e impattata al secondo, con Aecio ormai completamente fuori gioco al 15%.
Marina Silva è solo una debole marionetta di interessi economici e geopolitici fortissimi, per comprendere i quali basta conoscere pochi punti principali del suo programma:
1. Indipendenza della banca centrale.
2. Controllo prioritario dell’inflazione, diminuzione della spesa pubblica e avanzo primario del bilancio.
3. Diminuzione degli investimenti nella statale energetica Petrobras e nello sfruttamento futuro degli importantissimi giacimenti petroliferi dell’area “pre sal” (considerata la più grande scoperta mondiale petrolifera degli ultimi 20 anni), come possibile prodromo dello smembramento e privatizzazione della stessa.
4. Indebolimento del mercato comune del Mercosul (con Argentina, Uruguay, Bolivia, Equador e Venezuela), sostituito da semplici accordi bilaterali.
5. Riapertura dei negoziati per l’ALCA (l’area di libero commercio con USA e Messico), abbandonati in passato dal governo Lula.
6. Abbandono delle politiche assistenziali e sociali e del credito obbligato delle banche per fini sociali.
7. Indebolimento del sistema bancario pubblico (Banco do Brasil, Caixa Economica, BNDS) a tutto vantaggio delle grandi banche private (Itaù, Bradesco, HSBC, Santander, etc.).
Tutto questo vi ricorda, per caso, un film già visto?


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