Notifiche
Cancella tutti

La paura del Brasile «olimpico»


mystes
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1461
Topic starter  

Una zanzara toglie il sonno ai Giochi di Rio 2016, a sei mesi dalla notte in cui, per la prima volta, sarà accesa la fiamma di Olimpia in Sud America. A un Brasile in crisi di identità, che si dibatte fra proteste nelle strade e lavori in affanno, mancava solo il virus Zika, causato dalle punture della zanzara Aedes Aegypti. Arrivato dal Sud Est Asiatico, il virus causa sintomi lievi, febbre e malessere ma forse è responsabile anche della microencefalite infantile. L’Organizzazione mondiale della sanità l’ha definito “emergenza sanitaria mondiale”, ma il ministro brasiliano Jaques Wagner ha rassicurato tutti: «Nessuno deve aver paura di venire ai Giochi, eccetto le donne incinte», e il presidente Dilma Rousseff ha promesso il massimo impegno: «Il vaccino è un impegno di tutti. Sarà una lotta casa per casa per distruggere le larve della zanzara», confermando l’impegno di 220mila soldati per la distribuzione di repellenti e la consegna di opuscoli. Ma tutto appare men che tranquillo, e non solo per Zika.

Un Carnevale triste.
Domani, a sei mesi dai Giochi, Rio de Janeiro si tuffa nel caos allegro del Carnevale ma il Paese ha l’acqua alla gola e il ritorno dalle ferie di Natale dei politici non basta a rassicurare chi ha gli occhi rivolti a Rio: 10mila atleti da oltre 200 Paesi (133 gli azzurri già qualificati), 20mila fra giornalisti e fotografi e oltre 500mila turisti. Lo scorso anno sono stati persi 1,5 milioni di posti di lavoro e nel 2016 non andrà meglio: le previsioni parlano di un taglio di un altro milione di occupati e, secondo l’Fmi, il Pil scenderà del 3,5%, tre volte peggio delle stime di ottobre. E questo elemento rende la vigilia dei Giochi molto diversa da quella dei Mondiali del 2014. Nel 2013 i brasiliani protestavano contro l’aumento dei prezzi del trasporto pubblico, contro una sanità allo sfascio. Gli stessi nodi riempiono le piazze oggi: bus rincarati, medici con il contagocce, ora anche Zika. E la rabbia è fortissima. Allora, si era nel primo mandato di Rousseff, il Paese cresceva a una media del 3% annuo, oggi è in profondo rosso. Mai così in crisi negli ultimi 25 anni. Per non ricordare che nel 2009, quando Rio vinse la corsa olimpica, il Paese era un gigante in corsa, una macchina di futuro, e nel 2010 segnava +7,5%, trainato dalle materie prime.
Un presidente sotto assedio.
Dilma Rousseff non sa da che parte girarsi: continuano le indagini sulla corruzione alla Petrobras, la società di Stato del petrolio, e c’è l’impeachment contro di lei, accusata di aver usato miliardi delle banche statali per accomodare le voragini dei conti pubblici e per la campagna elettorale. Servirebbero riforme profonde per far cambiare verso al Paese, a partire da quella delle pensioni: i brasiliani smettono di lavorare una decina d’anni prima della media dei Paesi Ocse e i loro assegni rappresentano il 40% delle spese statali. Ma, in questa fase di debolezza, una riforma così è impensabile come difficile è immaginare che il neo ministro delle Finanze, Nelson Barbosa, riesca a far passare una tassazione sulle transazioni finanziarie per abbattere un rapporto deficit/Pil vicino al 10%.

Corsa (olimpica) contro il tempo.
In questo quadro, si corre contro il tempo e contro il budget per consegnare in tempo tutte le strutture olimpiche. Il Comitato olimpico nazionale ha affermato che il 95% delle opere è concluso ma resta da ultimare l’opera che più di altre faciliterà la vita di tutti, atleti, turisti, brasiliani, e cioè la Linha Amarela, la linea della metropolitana lunga 16 chilometri e con sette fermate che unirà la città alla zona di Barra da Tijuca, dove si trovano il Villaggio Olimpico e molti impianti. Consegna prevista per aprile.
Fatte le debite rassicurazioni sulle strutture, restano da verificare i costi. Nell’ultimo aggiornamento sui conti è emerso uno sforamento di 400 milioni di reais (92 milioni di euro) rispetto alle previsioni, dovuto in particolare a nuovi generatori di energia nella zona di Barra. Così, in questi mesi, il budget è salito da un target iniziale di 28,8 miliardi di reais (6,6 miliardi di euro) a 39,1 miliardi di reais (9 miliardi di euro). Nonostante ciò il sindaco di Rio, Eduardo Paes, che è fra i candidati alle prossime Presidenziali, si dice soddisfatto perché il 60% dei costi è coperta da fondi privati. Ma alcuni progetti, già oggi, a sei mesi dal via, si sa che non saranno ultimati come la bonifica della baia di Guanabara, sede delle gare di vela.
Tra ritardi e auspici, Zika e rabbia, restano i sogni perché questo sono i Giochi: dal 93enne americano che vuole conquistare il pass nel tennis tavolo, a Mohammed al-Khatib che a Hebron, in Cisgiordania, ogni mattina si allena in strutture fatiscenti per accedere ai 100 fino ai rifugiati del campo Eleonas di Atene dove passerà la fiaccola olimpica. E il Brasile, per ora, pensa al Carnevale, ma non c’è molto da stare allegri.

http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2016-02-04/la-corsa-contro-tempo-brasile-olimpico-080012.shtml?uuid=AC0rjQNC


Citazione
Kambakoche
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 27
 

NON MICROENCEFALITE che non esiste ma MICROCEFALIA. Cioè la nascita del neonato con testa di dimensioni ridotte nel caso che la madre incinta abbia contratto il virus che altrimenti provoca sintomi banali e che si risolvono senza cura in due tre giorni.


RispondiCitazione
Condividi: