Alla vigilia delle elezioni presidenziali in Argentina, il candidato Javier Milei (nella foto) ha parlato di vittoria e ha promesso di liberare il Paese dai corrotti. In un misto tra un concerto e la celebre euforia delle tribune di Stato argentine, Milei è salito sul palco dell'ultimo comizio alla vigilia del primo turno tra ritmi musicali e tanto ottimismo.
All'evento, il candidato conservatore ha mantenuto ciò che ha promesso durante tutta la campagna elettorale: adottare un discorso forte contro gli estremisti.
Ha criticato coloro che sostengono l'attuale politica del Paese perché, secondo lui, "traggono vantaggio dal modello attuale e non vogliono il cambiamento". L'economista ha detto di rifiutare il voto di quegli elettori che favoriscono "il fallimento e la decadenza dell'Argentina".
Javier Milei ha ribadito che domenica 22 è un'opportunità per liberare l'Argentina dai corrotti e per dare una possibilità e un futuro a "coloro che vogliono vincere con i propri sforzi e che credono nel futuro dell'Argentina".
Leader nei sondaggi con il 34% dei voti, Milei ha mostrato fiducia in una possibile vittoria al primo turno contro l'attuale Ministro dell'Economia Sergio Massa, che ha il 29% dei voti, e Patricia Bullrich, anch'essa di destra, che ha il 23% dei voti.
Non penso che vincera' al primo turno, finira' in un ballottaggio e probabilmente lo vincera', anche se contro l'impresentabile peronista Massa la vittoria sarebbe certa, mentre contro la Bullrich un po' meno, perche' la citata pur di centro destra potrebbe avere il sostegno di molti peronisti. Se diventa Presidente e fa solo un quinto di quello che dice, per la primavera 2024 l'Argentina sara' un campo di battaglia, ossia con disordini di piazza esponenziali. I peronisti controllano i sindacati (la lobby nr 1 del Paese) e il 90% dei media, e aizzeranno milioni di persone contro il Governo. E' gia' successo nel dicembre 2017, quando l'ex Presidente Macri si spavento' e fece retromarcia sulla lotta all'inflazione, con conseguenze devastanti (il successivo nuovo default).
Io spero che vinca, ma sara' durissima dopo. Chi non conosce l'Argentina, non ha idea della profondita' della crisi del Paese, che non e' assolutamente solo economica, ma anche politica, sociale e culturale.