Le “dirty wars” del Pentagono

Guardian e Bbc fanno uno scoop sulle torture in Iraq che rivela altro

Disclosure: quando i media inglesi parlano delle forze alleate nella guerra in Iraq non li prendiamo troppo sul serio. E’ un tic di cui non sempre andiamo fieri, ma l’associazione è inevitabile, ci vengono in mente le foto false sulle torture in Iraq pubblicate dal Daily Mirror, e non possiamo che darci di gomito in modo scemo. Detto questo: lo scoop di ieri sul Guardian, in collaborazione con la Bbc araba, sulle “dirty wars” del Pentagono e del generale Petraeus in Iraq ce lo siamo divorato, perché la parola “dirty” associata a Petraeus di questi tempi si porta molto e perché tra qualche giorno saremo sommersi di articoli sui dieci anni dall’invasione in Iraq, la guerra infame, e il glorioso ritiro obamiano. I due “mostri” dello scoop sono James Steele e il colonnello Coffman, il primo mandato da Rumsfeld in Iraq per creare truppe paramilitari settarie, il secondo che si è autodefinito “l’orecchio e l’occhio di Petraeus sul campo”. I due sono i registi di un sistema di torture permanente, con tanto di riprese video da parte degli americani (!): in ogni stanza in cui sono passate le fonti c’era sempre sangue e tutti gli “Allah” che si alzavano non erano preghiere ma urla di dolore.

Non c’è bisogno di aver visto “Zero Dark Thirty” (anche se aiuta, ed è bellissimo) per sapere che torture e rendition hanno avuto e hanno un ruolo decisivo nella guerra contro il terrore. Con questo scoop si conferma il dubbio che sia in corso anche un grande scontro tra generali, Cia e Fbi: ne abbiamo già avuto un assaggio con la caduta di Petraeus e Allen, il primo reo di adulterio, il secondo invece del tutto innocente. Che questa sia la seconda parte?

Fonte: www.ilfoglio.it
8.03.2013