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Le guerre degli Stati Uniti. Sono legali?


fasal75
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Originale italiano con link: http://znetitaly.altervista.org/art/8526

di David Swanson – 14 novembre 2012

Osservazioni all’assemblea generale biennale della War and Law League a San Francisco nella Giornata dell’Armistizio 2012

Cercherò di esporre brevemente cinque punti.

Uno: nei testi ci sono leggi chiare che rendono illegali le guerre statunitensi, assieme alle minacce statunitensi di guerra e alla propaganda statunitense a favore della guerra. Le leggi sono dimenticate o ignorate o eluse o abilmente reinterpretate per capovolgerne il senso. Ma un giorno potrebbero essere fatte valere.

Due: le guerre statunitensi si stanno sviluppando in modi che fanno loro violare altre leggi senza far loro rispettare nessuna delle leggi già violate.

Tre: i partecipanti alle guerre statunitensi occasionalmente sono incriminati in patria o all’estero per le loro specifiche azioni, anche se tali azioni non esorbitano dallo scopo fondamentale delle guerre.

Quattro: altre nazioni sono incriminate per gli stessi comportamenti degli Stati Uniti o sarebbe incriminate se li tentassero.

E, cinque: le guerre statunitensi sono dichiarate e condotte da dirigenti eletti in un sistema illegittimo dominato dalla corruzione aperta.

Nel Giorno originale dell’Armistizio, nel 1918, gran parte del mondo pose fine a quattro anni di una guerra che servì i soliti scopi costando la vita di circa dieci milioni di soldati, di sei milioni di civili, provocando il ferimento di ventun milioni di soldati, lo scoppio di un’epidemia d’influenza spagnola che si prese altri cento milioni di vite, la distruzione dell’ambiente che prosegue tutt’oggi, lo sviluppo di nuovi armamenti – comprese armi chimiche – usati ancor oggi, un enorme balzo in avanti dell’arte della propaganda, plagiato tutt’oggi, enormi arretramenti della lotta per la giustizia economica e una cultura più militarizzata, più concentrata su idee stupide come mettere al bando gli alcoolici e più pronta a limitare le libertà civili nel nome del nazionalismo, in cambio di un prezzo d’affare, secondo i calcoli di un autore, di denaro sufficiente [in moneta del 1918] a dare una casa da 2.500 dollari con un mobilio del valore di 1.000 dollari e cinque acri di terra a ogni famiglia in Russia, nella maggior parte delle nazioni europee, in Canada, negli Stati Uniti e in Australia, più somme sufficienti a dare a ogni città con oltre 20.000 abitanti una biblioteca da due milioni di dollari, un ospedale da tre milioni di dollari, un’università da venti milioni di dollari e con una somma residua sufficiente ad acquistare ogni lotto di proprietà in Germania e in Belgio. E fu tutto legale. Incredibilmente stupido, ma totalmente legale. Particolari atrocità violarono la legge, ma la guerra non fu un reato.

Il Movimento per la Messa al Bando degli anni ’20 – il movimento per dichiarare la guerra fuorilegge – cercò di sostituire la guerra con gli arbitrati, mettendo innanzitutto al bando la guerra e poi sviluppando un codice della legge internazionale e un tribunale con l’autorità di decidere sulle dispute. Il primo passo fu attuato nel 1928 con il Patto Kellogg-Briand che mise al bando tutte le guerre. Oggi 81 nazioni aderiscono a tale trattato, compresa la nostra, e molte di esse lo rispettano. Mi piacerebbe vedere altre nazioni, nazioni più povere che furono lasciate fuori dal trattato, aderire ad esso (cosa che possono fare semplicemente dichiarandone l’intenzione) e poi sollecitare i maggiori promotori della violenza del mondo a rispettare il patto.

Rispettare la Carta dell’ONU è più facile, grazie alle due grosse scappatoie che essa ha aperto, consentendo guerre che siano o difensive o semplicemente approvate dall’ONU. Come sapete, gli Stati Uniti combattono guerre contro nazioni impoverite in mezzo mondo e le definiscono difensive. Gli Stati Uniti combattono guerra mai approvate dall’ONU, e dichiarano che lo sono. Quando gli Stati Uniti hanno scelto di non porre mai fine alla seconda guerra mondiale, di non smilitarizzare, detassare e smobilitare mai, quando la Carta dell’ONU, la NATO, le Convenzioni di Ginevra e la CIA hanno reso normale la guerra e, presumibilmente, l’hanno civilizzata, abbiamo perso la capacità di pensare alla sua abolizione e addirittura ad assegnare premi Nobel a quelli che hanno lavorato per essa. Tuttavia la Carta dell’ONU ha reso illegale la minaccia di guerra e, anche se il Patto Kellogg-Briand è dimenticato, la Carta dell’ONU deve essere ignorata intenzionalmente, poiché gli Stati Uniti minacciano guerre in continuazione.

Ormai da dieci anni esiste un Tribunale Penale Internazionale, ma processa soltanto atrocità specifiche e solo quelle commesse dagli africani. L’idea sembra essere che i guerrafondai africani dovrebbero civilizzarsi e imparare a fondere la pelle dei bambini e a rendere radioattivi dei quartieri e a bruciare al suolo le case nel modo in cui lo fanno i guerrafondai civilizzati. Il Tribunale Penale Internazionale (ICC) è anni lontano dalla possibilità di sottoporre a processo il crimine di scatenare la guerra, e anche quando potrà farlo, saranno processati solo i paesi che si assoggettano alla sua autorità, solo nei casi approvati dai membri permanenti dell’ONU e solo nei casi di guerre aggressive (come se ce ne fossero di altro genere).

Dal 1976 la Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici ha reso illegale la propaganda della guerra. La tesi secondo cui la libertà di stampa e di parola garantita dal nostro Primo Emendamento supera ciò è fortemente indebolita, penso, dal fatto che i nostri principali canali mediatici escludono costantemente i punti di vista della vasta maggioranza di noi, al punto in cui ci si può aspettare che chi sostiene il parere della maggioranza sulla maggior parte delle questioni politiche ritenga di far parte di una piccola minoranza. Se avessimo la libertà di stampa avremmo la capacità di contrastare efficacemente la propaganda a favore della guerra. Come stanno le cose, manchiamo in larga misura di tale libertà, e la propaganda a favore della guerra è così pervasiva che nemmeno quasi ce ne rendiamo conto.

La Costituzione statunitense non soltanto prevede che, assieme ad essa, i trattati siano la legge suprema del paese. Prescrive anche che il Congresso approvi le dichiarazioni di guerra. Non c’è n’è stata una dal 1941. Il Congresso deve decidere su iniziative militari minori che potrebbero non rappresentare una guerra. Il Congresso deve creare eserciti secondo le necessità, ma non finanziarli per un periodo superiore a due anni. La maggior parte delle guerre nella storia è durata meno di due anni, un fatto che merita di essere tenuto in considerazione quando diamo credito a Obama di terminare la guerra in Afghanistan nel giro dei prossimi due anni (o saranno 12?). La legge sui Poteri di Guerra ha previsto eccezioni alla Costituzione, consentendo ai presidenti di scatenare guerre o altre azioni militari per brevi periodi prima di aver ottenuto l’autorizzazione del Congresso. L’autorizzazione a far uso della forza che ha preceduto gli attacchi all’Afghanistan e all’Iran si è spinta anche oltre, dando ai presidenti il potere di dichiarare guerre, il che spiega perché la dichiarazione di guerra contro l’Iraq non è mai stata revocata nonostante l’annuncio che la guerra era finita. Il legale di Obama, Harold Koh, ha notoriamente dichiarato al Congresso che l’attacco alla Libia non era guerra né ostilità (la terminologia che la legge sui Poteri di Guerra utilizzava per includere ogni azione militare).

Le cosiddette forze “speciali”, la CIA e i nostri coraggiosi droni sono impegnate in azioni militari in dozzine di nazioni, nessuna difensiva o autorizzata dall’ONU, nessuna in modo da sottrar
si al Patto Kellogg-Briand, nessuna con una dichiarazione costituzionale. Molte senza alcun genere di autorizzazione del Congresso, la maggioranza senza che il Congresso ne sia a conoscenza. Le cause civili intentate contro le iniziative militari statunitensi sono archiviate in base a presunti poteri segreti, o ad autorizzazioni in base a leggi segrete che non ci è permesso leggere, comprese le sezioni segrete della legge PATRIOT, che dobbiamo rispettare senza conoscerle. Notoriamente Obama ha annunciato che avrebbe riesaminato tutte le leggi segrete di Bush sotto forma di promemoria dell’Ufficio di Consulenza Legale, ma non ha mai annunciato i risultati di tale riesame, quali erano tutte quelle leggi, quali sono state mantenute, quali cancellate, quali nuove sono state aggiunte o cosa impedirebbe al prossimo presidente di rielaborare tutto ciò. Mentre costituzionalmente è previsto che sia il Congresso ad approvare ogni legge, il Servizio Ricerche del Congresso è stato ridotto a immaginare quale genere di logica contorta potrebbe utilizzare la Casa Bianca per far apparire legali iniziative come il suo programma di assassinii, caso mai la Casa Bianca fosse incline a prendersene il disturbo.

Anche se molti, persino dopo il bando del 1928 alla guerra in quanto omicidio di massa, hanno continuato a ritenere che la guerra sia un’eccezione al bando all’omicidio, le guerre statunitensi si stanno ora sviluppando ad assomigliare più da vicino alla concezione che molti hanno dell’omicidio. Si contrappone a ciò, ovviamente, il potere del razzismo e della xenofobia. Le tecniche belliche che si suppone riducano gli omicidi dei soldati statunitensi sono accettabili per quelli che non si fanno un problema ad assassinare il 95% dell’umanità. Ma i droni e gli attacchi notturni e gli altri assassinii non si sottraggono al bando contro la guerra, semplicemente accrescono la propria criminalità violando le proibizioni dell’assassinio. Né rientrano nella protezione della barbara legge statunitense sulla pena capitale. I droni non formulano accuse, non fanno processi legali. Il nostro governo ha intenzionalmente evitato di arrestare un sedicenne in Pakistan solo per metterlo nel mirino e ucciderlo con un drone mentre tentava di filmare i danni prodotti da precedenti attacchi di droni. Questo non è far valere la legge, è far valere illegalmente la forza.

Il 4 maggio il Servizio Ricerche del Congresso ha diffuso una comunicazione che tentava di ipotizzare come potesse risultare legale l’assassinio mediante i droni di cittadini statunitensi o di altri semplici esseri umani geograficamente molto lontani da altre guerre, non impegnati in guerre per conto di alcuna nazione e residenti in nazioni sovrane indipendenti. Secondo il New York Times esiste un documento segreto dell’Ufficio di Consulenza Legale che conclude, in modo molto simile a come John Yoo e Jay Bybee conclusero che la tortura non è tortura, che l’omicidio non è omicidio. Ma persino al Congresso non è consentito di visualizzare il documento, cosicché il Servizio Ricerche del Congresso è stato ridotto a immaginare cosa possa contenere. Tuttavia il SRC non è riuscito a ipotizzare alcunché di chiaramente coerente. E l’incoerenza di vari commenti pubblici della Casa Bianca oscura il fatto che le vittime non sono tutte sospettate di complottare attacchi contro gli Stati Uniti. La maggior parte delle vittime è costituita da persone innocenti semplicemente nel posto sbagliato. Altri sono presi di mira senza nemmeno conoscerne il nome, sulla base di un comportamento che si presume suggerisca non che stiano attaccando gli Stati Uniti, bensì che siano allineati con coloro che difendono una nazione straniera da un attacco statunitense. E senza contare i bambini e gli adulti traumatizzati dal minaccioso ronzio sopra le loro teste. Lo Speciale Relatore dell’ONU ha definito gli attacchi dei droni ‘assassinio extragiudiziale’. La reazione degli Stati Uniti è stata che non erano affari suoi.

Sapete gli affari di chi siano? Sono quelli di alcuni dei maggiori finanziatori delle campagne elettorali e creatori di occupazione. Naturalmente la spesa militare crea meno posti di ogni altro genere di spesa, ma sono posti facilmente eliminati. A un’audizione al Congresso non molto tempo fa è stato chiesto al Direttore dei Servizi d’Informazione Nazionali quale paese straniero potesse attaccare gli Stati Uniti ed egli non è stato in grado di nominarne uno. La guerra che si limita alle nazioni, piuttosto che agli individui, non va bene per gli affari. Va bene il generare ostilità all’estero. Va bene armare gruppi e dittature stranieri. Gli Stati Uniti coprono l’85% delle vendite internazionali di armi, gran parte delle quali sono illegali e tutte sono immorali. Senza la copertura di leggi Obama sta armando terroristi siriani, addestrando terroristi iraniani, impegnandosi in attacchi informatici e imponendo quelle che così orgogliosamente chiama ‘sanzioni paralizzanti’, tutti chiaramente atti illegali di guerra.

Il Procuratore Generale britannico ha deciso che attaccare l’Iran sarebbe illegale. Dirigenti israeliani di vertice, secondo un’interpretazione di eventi verificatisi due anni fa, hanno rifiutato ordini di predisporre un attacco contro l’Iran, in parte a motivo della sua illegalità. Tuttavia gli Stati Uniti continuano a minacciare l’Iran, a mentire a proposito dell’Iran, a propagandare la guerra, a prepararsi alla guerra, ad armare Israele a spese nostre e a proteggere Israele da ogni conseguenza dei suoi crimini. Al meglio gli Stati Uniti sono giunti alla conclusione che attaccare l’Iran sarebbe sbagliato se a farlo fosse un Repubblicano. Dopo anni di rifiuto i cittadini statunitensi intervistati nei sondaggi affermano di essere a favore di un attacco contro l’Iran e – non per coincidenza – che ora credono alle menzogne sull’Iran che il governo statunitense era andato spacciando senza successo per anni.

E al diavolo la legge! Gli Stati Uniti ora permettono di spiare senza autorizzazione, imprigionare senza processo, sequestrare, torturare e assassinare. E questo è per il bene dei cittadini degli Stati Uniti, il popolo per proteggere il quale si presume che dobbiamo massacrare il mondo. Il Bahrain, quel buon amico della Marina statunitense, amante dei diritti umani, ha recentemente privato della cittadinanza i dimostranti. Apparentemente il Bahrain non ha ricevuto il documento su come privare i cittadini di ogni diritto.

Bradley Manning, torturato e incarcerato da anni senza processo, e a rischio, come altre fonti interne, di quella cosa odiosa che chiamiamo pena di morte, sta cercando di patteggiare un’ammissione di colpevolezza, dichiarandosi colpevole di aver rivelato omicidi. Il governo non è incline ad accettare il patteggiamento perché Obama e compagni hanno in mente pesci più grossi, sperando di incriminare WikiLeaks per giornalismo. La lotta di Manning e di ogni altro rivelatore e di ogni persona che rifiuta ordini illegali è la nostra lotta.

E sono nostre le lotte legali in tribunali ancora interessati alla legge. In Turchia gli israeliani sono processati in absentia per l’omicidio di coloro che cercavano di portare aiuti a Gaza. In Italia due dozzine di agenti della CIA sono state condannate in absentia per aver sequestrato un uomo per torturarlo. Negli Stati Uniti abbiamo occasionalmente visto corti marziali per soldati di bassa forza accusati di torture, stupri, omicidi o – abbastanza bizzarramente – per maltrattamenti di cadaveri di persone che avevano ucciso in modo ritenuto accettabile.

Quando Barack Obama è stato rieletto presidente, la sua squadra elettorale ha chiesto proposte da sottoporre a voto sul proprio sito web. La proposta che ha ricevuto il maggior numero di voti è stata questa:

“Lei nominerà un Procuratore Speciale – idealmente Patrick Fitzgerald – per indagare indipendentemente i più gravi crimini dell’amministrazione Bush, comprese le torture e le intercettaz
ioni illegali?”

Obama si è rifiutato di rispondere alla domanda. Il decano dell’Università della California presso la Scuola di Legge di Berkeley, Christopher Edley Jr., ha affermato di aver presenziato a dibattiti di altissimo livello che la squadra elettorale di Obama aveva deciso che la CIA, l’Agenzia per la Difesa Nazionale (NSA) e l’esercito si sarebbero ribellati e che i Repubblicani avrebbero bloccato, per rappresaglia, qualsiasi proposta legislativa. Wow! Le cose non sarebbero potute andare diversamente? Ora, la domanda non è neppure posta e la minaccia di John Conyer di incriminare un presidente che attaccasse l’Iran è universalmente interpretata come non applicabile ai Democratici.

Dovremmo ricordare che in tempi come questi, quando vince il meno finanziato dall’industria tra i due candidati finanziati dalla stessa, non siamo noi a vincere. Obama ha dato pubblicamente e illegalmente istruzioni al Procuratore Generale di non incriminare la CIA per le torture. Lo abbiamo accettato. Obama ha detto ai gruppi ambientalisti di non parlare del cambiamento climatico. La maggior parte di loro ha obbedito. Obama ha detto ai sindacati di non pronunciare l’espressione “assicurazione unica” e loro non l’hanno pronunciata. Ora ci è detto che non dobbiamo chiedere tagli della spesa per la difesa o il processo dei crimini di guerra o l’immediato ritiro delle forze all’estero.

Io propongo che ci impegniamo, invece, a protestare e a votare contro e a prendere in considerazione l’incriminazione (ho elencato una quantità di motivi per essa) di chiunque al Congresso o alla Casa Bianca conceda un dito a proposito della protezione dell’Assistenza Sociale e del programma Medicare, voti a favore degli attuali livelli della spesa militare o di qualsiasi somma superiore al 75% dei livelli attuali, o che non si opponga alla guerra o che non approvi iniziative contro il cambiamento climatico. Basta con le lune di miele! Basta con i recinti dei vitelli in cui dipendenti pubblici dicono a pubbliche organizzazioni come servirli. E basta con le promesse di votare per voi indipendentemente da quel che ci fate o fate ai nostri fratelli e sorelle in giro per il mondo. Dobbiamo ricorrere alle azioni nonviolente non solo per por fine alla guerra, ma anche per offrire un percorso alternativo ai nostri giovani che altrimenti potrebbero arruolarsi per uccidere e morire. La nonviolenza richiede maggiore coraggio, maggiore impegno, maggior moralità ed è molto più gratificante che unirsi alla macchina della guerra. La Dichiarazione d’Indipendenza afferma che abbiamo il diritto di istituire nuovi governi. Stiamo arrivando al momento di farlo.

Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.zcommunications.org/u-s-wars-are-they-lawful-by-david-swanson

Originale: Warisacrime.org

traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2012 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0


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peronospora
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mai e poi mai riuscirò a capire il senso della parola legale, figuriamoci illegale


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