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L'energia nucleare è la fonte di energia più pulita

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giorgiogio48
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Rimettiamo il campanile al centro del villaggio.

Rispondo al signor Bazzecola, il quale sostiene, scientemente, diverse panzane.

Cominciamo con il fatto che le scorie sarebbero sempre meno pericolose nel tempo. Giusto. Infatti ogni isotopo radioattivo ha un un suo semitempo di decadimento per ogni reazione radioattiva cui va soggetto.

E' pura disinformazione pero' dire che la radioattivita' diminuisce nel tempo quando si sta parlando di uranio. Il tempo di dimezzamento dell'U-238, quello piu' comune, ben noto ai poveracci che ne respirano la polvere, ha un tempo di semivita di 4.47 milardi di anni. Si stima che l'universo abbia all'incirca 14 Mia di anni. Venirci a raccontare che la radioattivita' dell'uranio diminuisce nel tempo e' prenderci per fessi. In prima approssimazione si puo' tranquillamente affermare che la radioattivita' naturale dell'U-238 e' costante nel tempo (tempo della civilta' umana).
Consideriamo il ben piu' radioattivo U-235. Quello usato nelle bombe all'uranio e nelle centrali come vero combustibile nucleare. Tenetevi perche' decade molto in fretta: ci mette la bazzecola di 704 milioni di anni per dimezzare la propria radioattivita'. Il nostro satutto sul nucleare e' in grado di sottoporci l'elenco dei re del Sudafrica, o della regione Mesopotamica, o dell'Anatolia, o dove voglia poi lui, 700 milioni di anni fa'? E' in grado di dirci se i suddetti re avevano una coda lunga o corta? Farabutto di un disinformatore, di' le cose come stanno: anche per l'U-235 si puo', per quanto concerne l'uomo, considerare che abbia una radioattivita' costante.

Passiamo al facilissimo problema di stoccare le scorie.
Lo sanno tutti che scavare un tunnel e depositare dei barilotti di uranio cementificato ecc. ecc. e' fattibile. Meno evidente e' garantire che la struttura geologica rimanga stabile per tutto quel lasso di tempo, dell'ordine, come abbiamo visto per l'uranio, del miliardo di anni. Vada a prendere qualche lezione di geologia, signor saputello disinformatore, e poi vedra' che su questa lunghezza temporale nulla e' stabile.

Gia' che ci siamo, tiriamo in ballo la fiducia. Ma chi si fida mai dei severi controlli all'italiana! Chi si fida a lasciare in mano alla mentalita' italica la gestione di una centrale nucleare dev'essere proprio fesso ma fortemente fesso. Non basta un'occhiatina distratta alle ferrovie? Che sono poco radioattive. Estrapolando al nucleare il disastro e' programmato, con contorno di materiali scadenti, passati dal solito gruppo paramafioso.
L"Italia non ha la cultura per gestire delle centrali nucleari ed i problemi connessi. La sicurezza si ottiene anche pagando stipendi decenti, cosa che in Italia ormai si sognano in pochi. Ai mondiali del nucleare l'Italia se la gioca con la Bulgaria. Fin che c'e' mafia e corruttela in giro, niente nucleare. E' la minima precauzione che detta il senso comune. Oh, ma per il nostro sono bazzecole.

Adesso veniamo a quello che il signor bazzecola non dice. In Francia il nucleare sta consumando buona parte del patrimonio idrico nazionale. Quell'acqua li' non puo' piu' essere bevuta. Le misure attorno alle centrali non sono per nulla confortanti.

Ancora in Francia si sono accorti di un problema che a prima vista parrebbe minore. E' il problema degli scarti da miniera d'uranio. Questo materiale viene usato come materiale inerte per la costruzione stradale e per altri scopi simili. Indovina un po'. Problemi di alta radioattivita' pure li'. Affermare che la radioattivita' non sia pericolosa perche' e' un fenomeno naturale e' un argomento di chi e' senza argomenti. Nelle zone ad alta radioattivita' naturale l'incidenza di mutazioni al DNA e' molto piu' alta della norma. In pratica non esiste nemmeno la famosa soglia minima, che anni fa molti si auguravano. Piu' si abbassa la dose, meno sono le mutazioni cellulari da radiazione, pero' non sono mai zero.

Vogliamo tirarlo in ballo l'uranio impoverito si' o no? Sono davanti agli occhi di tutti le atrocita' che sta infliggendo. Il nostro disinformatore si guarda bene dal nominarlo. Quei danni genetici combinati dall'U impoverito non si elimineranno mai, tanto meno con soluzioni bazzecola che il nostro tanto predilige.

Veniamo a Tchernobyl. Lo sa il signor disinformatore che nei laghi sudalpini era proibita la pesca perche' i pesci contenevano un tasso troppo alto di Cesio-137, emanato dalla fusione del reattore di Tchernobyl? Diciamolo chiaramente: e' fuso il nocciolo. E' il disastro peggiore che possa succedere ad una centrale. La cosa non e' ancora archiviabile in quanto il sarcofago di cemento sotto cui il nocciolo e' stato rinchiuso va rifatto. Pena la fuga di altro materiale fortemente radioattivo. Detto di transenna, mi dicono che al sud delle Alpi succede di incontrare dei funghi ancora troppo radioattivi. Non sempre, pero' talvolta succede. Sempre grazie a Tchernobyl. Essi' che il Cesio decate molto piu' rapidamente dell'Uranio.

Vogliamo ricordare gli altri disastri in centrali nucleari? Ci sono stati, eccome. Dando ragione al rapporto Rasmussen che stimava il numero di futuri disastri nucleari. Rapporto che a suo tempo veniva deriso dai membri della cricca nucleare, i quali in in quanto a dogmatismo non sono secondi neppure al Vaticano piu' conservatore.

Sono passati i tempi in cui il nucleare veniva visto come una tecnologia piena di promesse, da esibire come indice del progresso umano. Oggi e' una tecnologia molto vecchia, dove i calcoli si fanno ancora come ai tempi di Fermi. Se avesse seguito la velocita' di sviluppo chesso', dei dischi per computer, oggi dovremmo avere delle centrali tascabili, da inserire nel telefonino. Siamo ben lungi da tutto cio' per il nucleare tradizionale.

Per finire vanno considerati i legami con il settore bellico. Il plutonio non si genera da solo, ma nelle centrali nucleari. Come detto sopra lo scempio da U-impoverito l'abbiamo davanti agli occhi. Le misure dell'incidenza di leucemia, soprattutto infantile, nei pressi di centrali sperimentali o di siti di ritrattamento sono fatti oggettivi. Vada il nostro a raccogliere informazioni sulla salute dei lavoratori nella filiera dell'uranio. Siano essi minatori oppure addetti ai centri di ritrattamento. Bazzecola anche quella, e' cosi'? Allora ci vada lui a lavorare in quei posti. Forza! Con i nostri piu' sentiti auguri.

I metalli pesanti tipici dell'industria nucleare sono fra gli elementi piu' tossici conosciuti, sia a livello chimico che a causa delle radiazioni. Come si puo' bagatellizare un fatto simile!

Ridurre le problematiche del nucleare a bazzecole e' da imbecilli.
Per lo piu' mascalzoni, se ci disinformano in malafede.

Va' a quel paese, va'! Possibilmente a Falluja, dove servono un'eccezionale insalata, spruzzata d'uranio genuino in polvere. Fa molto bene l'insalata, coraggio.

A me invece risulta che:
combustibile nucleare spento non è un rifiuto: esso consiste per il 95% di uranio (l’elemento naturale di partenza) e per l’1% da plutonio, ed entrambi, se opportunamente riciclati, sono perfettamente utilizzabili come combustibile in reattori a ciclo chiuso. Il restante 4% è la componente energeticamente inutilizzabile: ma il 3.5% contiene nuclidi che o sono stabili o dimezzano la propria attività ogni 24 ore, mentre 0.4% contiene nuclidi che dimezzano la propria attività in meno di 10 anni, per cui del combustibile spento meno dello 0.1% (principalmente stronzio-90 e cesio-137) dimezza la propria attività in circa 30 anni. In definitiva, è solo la componente energeticamente inutilizzabile del combustibile spento che va trattata come rifiuto e tenuta sotto controllo come già si fa ora, e per soli 100 anni circa e non per i 100.000 fantasticati da Pecoraro Scanio.
Innanzitutto, senza sapere né leggere né scrivere, basti guardare i fatti. Avete mai visto qualche cittadino francese o giapponese additare al problema di cui la Francia o il Giappone – che pure hanno quasi 60 reattori nucleari ciascuno – dovrebbero essere assillati, nel caso fosse, quello delle cosiddette scorie, un problema veramente irrisolto? Per capirne meglio la portata, dovete poi sapere che per produrre 1 gigawatt-anno elettronucleare è necessaria 1 t (tonnellata) di uranio fissile. I consumi elettrici italiani si attestano, oggi, a 40 GW, quindi se tutto il fabbisogno elettrico italiano fosse soddisfatto dal nucleare, gli elementi di combustibile conterrebbero 40 t di scorie radioattive, di volume nominale di circa 4 metricubi. I volumi reali sarebbero molto maggiori, anche perché l’uranio fissile (U-235) è solo il 5% dell’uranio nell’elemento di combustibile, essendo il 95% U-238, che non è fissile. Esso, però, sia chiaro, non è rifiuto prodotto dalla centrale, ma è presente in natura, e dalla natura è stato prelevato per essere poi utilizzato. E non è neanche rifiuto in sé, perché, pur non essendo fissile, l’U-238 è però fertile, cioè è ottimo combustibile per i reattori cosiddetti “veloci”, come lo sono alcuni reattori della ventura IV generazione.


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Tonguessy
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A me invece risulta che: combustibile nucleare spento non è un rifiuto

Infatti: fai come suggerisce Vic e mangiati l'insalata Fallouja, va! Vedrai che bene ti fa!


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vic
 vic
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Ah, siamo maestri nel deviare il ragionamento.

Allora.
Punto primo, il plutonio e' un radionuclide di grandissimo interesse per il settore bellico! Non essendoci in natura, l'unica fonte per grandi quantita' sono oggi i centri di ritrattamento. A loro volta fermamente in mano a pochissimi paesi, non a caso potenze nucleari.
Punto secondo, il plutonio e' altamente tossico, forse l'elemento piu' tossico in assoluto.
Punto terzo, vogliamo far finta che l'uranio impoverito l'hanno trovato sotto i cavoli? E' semplicemente lo scarto da arricchimento. C'e' bisogno di una grande alfabetizzazoione per contemplare l'uso molto pulito che se ne fa'? A circuito molto aperto da parte di un club piuttosto chiuso.
Punto quarto, i cosiddetti reattori veloci si sono rivelati molto rischiosi. Affidarsi a tecnologie ad alto rischio intrinseco non mi sembra una scelta saggia. Pero' l'uomo sembra fatto apposta per cercarseli i rischi. Oltre un milione di persone vivono attorno al Vesuvio, per esempio.
Punto quinto, noto con piacere che viene eluso l'argomento sui reattori al torio. Forse perche' non manifestano appiglio bellico?

Punto conclusivo: E' un dato di fatto che i paesi che hanno di fatto gia' trovato una soluzione definitiva al problema d'interramento delle scorie sono pochissimi. Nemmeno gli USA sono nel manipolo. Non la dice lunga abbastanza la denominazione "interramento" sull'alta scientificita' della soluzione?
No, il nucleare non e' una bagatella. E quindi non vanno utilizzati ragionamenti troppo semplicistici, perche' sono semplicemente fuorvianti.
Siccome non siamo nati ieri, lo sappiamo che dietro c'e' una lobby molto forte, intenta a lavarci il cervello. Lavino prima la salute agli addetti dei centri di ritrattamento ed ai minatori delle miniere di uranio.

Le stanghe di uranio, a differenza delle stangone svedesi. non si trovano in natura! Quindi smettiamo di chiamare naturale l'uranio. E' naturale quanto i paioli per la polenta, che notoriamente si trovano gia' bell'e fatti nelle miniere di paioli. Se estraggo il rame viene fuori un paiolo. Ma se estraggo l'uranio viene fuori una sorgente radioattiva concentratissima, che in natura esisteva solo molto sporadicamente in tempi geologici remoti, di certo senza popolazioni festanti in giro.

Inoltre c'e' una manifestazione psicologica degli addetti al nucleare. Nella grande maggioranza costoro si comportano come membri di una chiesa. Ottusi come un sarcofago. Pensano di avere un alone di grandi sacerdoti in quanto hanno a che fare col nucleare. In realta' e' una tecnologia vecchia e molto primitiva nell'essenza. Senz'altro poco efficiente in quanto il 60% dell''energia sviluppata va "persa" nell'ambiente sotto forma di calore. Non c'e' bisogno del molto presunto effetto serra da CO2. Le centrali nucleari l'atmosfera la scaldano direttamente.
Chiamare pulita una tecnologia del genere e' da maghi del marketing. Che tutti sappiamo benissimo e' essenzialmente manipolazione mentale.

Tireremo delle somme consuntive parziali sul nucleare civile solo quando la prima generazione di reattori nucleari sara' stata dismessa nei vari paesi. Non siamo molto lontani. Vale la pena attendere, senz'altro. Solo allora conosceremo anche i veri costi correnti del nucleare, esclusi i costi del rischio ed i costi dell'inciucio bellico.

Come mai nessuna assicurazione si assume il rischio di coprire le centrali nucleari, quando le autoesplosive torri gemelle erano bene assicurate?
Oggi si assicura tutto, solo il nucleare e' tabu'.

Questo e' un dato di fatto che capiscono anche gli analfabeti.


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AlbaKan
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A me invece risulta che: combustibile nucleare spento non è un rifiuto

Infatti: fai come suggerisce Vic e mangiati l'insalata Fallouja, va! Vedrai che bene ti fa!

😆 😆 😆
Invitalo a cena a casa tua...
😉


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Tonguessy
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A me invece risulta che: combustibile nucleare spento non è un rifiuto

Infatti: fai come suggerisce Vic e mangiati l'insalata Fallouja, va! Vedrai che bene ti fa!

😆 😆 😆
Invitalo a cena a casa tua...
😉

Tendenzialmente mangio verdure del mio orto, non scarti nucleari (per quando salubri siano). Non saprei quindi come procurami l'ingrediente principale dell'insalata Fallouja, sorry 😕


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giorgiogio48
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Ah, siamo maestri nel deviare il ragionamento.

Allora.
Punto primo, il plutonio e' un radionuclide di grandissimo interesse per il settore bellico! Non essendoci in natura, l'unica fonte per grandi quantita' sono oggi i centri di ritrattamento. A loro volta fermamente in mano a pochissimi paesi, non a caso potenze nucleari.
Punto secondo, il plutonio e' altamente tossico, forse l'elemento piu' tossico in assoluto.
Punto terzo, vogliamo far finta che l'uranio impoverito l'hanno trovato sotto i cavoli? E' semplicemente lo scarto da arricchimento. C'e' bisogno di una grande alfabetizzazoione per contemplare l'uso molto pulito che se ne fa'? A circuito molto aperto da parte di un club piuttosto chiuso.
Punto quarto, i cosiddetti reattori veloci si sono rivelati molto rischiosi. Affidarsi a tecnologie ad alto rischio intrinseco non mi sembra una scelta saggia. Pero' l'uomo sembra fatto apposta per cercarseli i rischi. Oltre un milione di persone vivono attorno al Vesuvio, per esempio.
Punto quinto, noto con piacere che viene eluso l'argomento sui reattori al torio. Forse perche' non manifestano appiglio bellico?

Punto conclusivo: E' un dato di fatto che i paesi che hanno di fatto gia' trovato una soluzione definitiva al problema d'interramento delle scorie sono pochissimi. Nemmeno gli USA sono nel manipolo. Non la dice lunga abbastanza la denominazione "interramento" sull'alta scientificita' della soluzione?
No, il nucleare non e' una bagatella. E quindi non vanno utilizzati ragionamenti troppo semplicistici, perche' sono semplicemente fuorvianti.
Siccome non siamo nati ieri, lo sappiamo che dietro c'e' una lobby molto forte, intenta a lavarci il cervello. Lavino prima la salute agli addetti dei centri di ritrattamento ed ai minatori delle miniere di uranio.

Le stanghe di uranio, a differenza delle stangone svedesi. non si trovano in natura! Quindi smettiamo di chiamare naturale l'uranio. E' naturale quanto i paioli per la polenta, che notoriamente si trovano gia' bell'e fatti nelle miniere di paioli. Se estraggo il rame viene fuori un paiolo. Ma se estraggo l'uranio viene fuori una sorgente radioattiva concentratissima, che in natura esisteva solo molto sporadicamente in tempi geologici remoti, di certo senza popolazioni festanti in giro.

Inoltre c'e' una manifestazione psicologica degli addetti al nucleare. Nella grande maggioranza costoro si comportano come membri di una chiesa. Ottusi come un sarcofago. Pensano di avere un alone di grandi sacerdoti in quanto hanno a che fare col nucleare. In realta' e' una tecnologia vecchia e molto primitiva nell'essenza. Senz'altro poco efficiente in quanto il 60% dell''energia sviluppata va "persa" nell'ambiente sotto forma di calore. Non c'e' bisogno del molto presunto effetto serra da CO2. Le centrali nucleari l'atmosfera la scaldano direttamente.
Chiamare pulita una tecnologia del genere e' da maghi del marketing. Che tutti sappiamo benissimo e' essenzialmente manipolazione mentale.

Tireremo delle somme consuntive parziali sul nucleare civile solo quando la prima generazione di reattori nucleari sara' stata dismessa nei vari paesi. Non siamo molto lontani. Vale la pena attendere, senz'altro. Solo allora conosceremo anche i veri costi correnti del nucleare, esclusi i costi del rischio ed i costi dell'inciucio bellico.

Come mai nessuna assicurazione si assume il rischio di coprire le centrali nucleari, quando le autoesplosive torri gemelle erano bene assicurate?
Oggi si assicura tutto, solo il nucleare e' tabu'.

Questo e' un dato di fatto che capiscono anche gli analfabeti.

Ciao a tutti,
quanto al plutonio e all'uranio impoverito mi è sufficiente dire che chi vuol fare la guerra, anche nucleare, può procurarsi tutte le materie prime che vuole.
Quanto alla faccenda delle assicurazioni, alla voce "assicurazione grandi impianti" su google non ho trovato nè Centrali idroelettriche nè Centrali termiche tradizionali. Le assicurano queste centrali?
Fammi sapere tu qualcosa di più preciso a riguardo.
l'U-238 lo si estrae dalla madre terra. E lì e rimasto per milioni di anni.
Perciò la tua questione del paiolo è assolutamente assurda.
Bisogna difendere la vita ma anche la qualità della vita. I dominatori della nostra società diffondono idee che insistono più sulla difesa della vita perchè in sostanza a loro interessa di più che i subalterni siano vivi per lavorare. Invece agli stessi dominatori interessa meno in quali condizioni viva la gente. I dominatori hanno i modi per imporre le loro idee. E così naturalmente queste idee sono le più diffuse.
E riflettete, se non lo avete già fatto, sui grandi vantaggi del nucleare.
I vantaggi economici del nucleare e quelli ambientali sono notevoli per i lavoratori. Basti pensare a quanto un italiano spenderebbe in meno con la bolletta elettrica. Inoltre le merci costerebbero meno per la minore incidenza del costo dell'energia sull'unità di prodotto. Il nucleare costa mediamente (incluso anche i costi di smantellamento) da 2 a 3 eurocent al KWh, contro i 3-4 del gas e del carbone e i 9-10 del petrolio (di cui, manco a dirlo, l'Italia fa gran uso).
Il nucleare porterebbe i seguenti grossi vantaggi:'"

    n".self::process_list_items("'.str_replace('
    ', '', '
    [*] riduzione dell' importazione di petrolio e gas naturale
    [*] riduzione (fino al 50% per i soli impieghi elettrici) della fattura energetica pagata all'estero (il costo del combustibile nucleare è il 15% del costo del KWh, contro l'80% dell'olio combustibile e del gas)').'")."n

"'


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Tonguessy
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E riflettete, se non lo avete già fatto, sui grandi vantaggi del nucleare.

Gli abitanti di Hiroshima hanno fatto riflessioni tali che sono state viste a centinaia di chilometri di ditanza.

Eccone alcuni intenti a riflettere (radiazioni). E a far riflettere chi ci arriva. Gli altri si arrangino.


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dana74
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grandi vantaggi del nucleare?

sarebbero?
Incrementare i reparti di chemioterapia?

per quanto riguarda la riduzione di importazione da petrolio eccoti una smentita con dati, una delle tante perché ce ne sono di documenti ben fatti

http://www.circoloalexlanger.it/documenti/no_ritorno_nucleare03.pdf

http://www.wwf.it/nucleare.sh

beh se devo ridurre l'importazione di petrolio per importare uranio dove starebbe l'affare?

COme è stato già scritto sulle bollette pesano i CIP6 e per giunta si paga un extra per la gestione delle scorie

Un altro gran bel vantaggio, non c'è che dire


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dana74
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Nucleare: è veramente necessario?
E' da tempo che l'energia nucleare tenta di tornare dalla finestra, visto che dal nostro paese uscì dalla porta con un referendum popolare nel 1987. Il costo del petrolio e gli aumenti in bolletta per i cittadini sembrano le ragioni scatenanti di una nuova campagna, dall'inizio del mandato del governo , a favore del ritorno dell'atomo, ma sarà veramente così conveniente e necessario.

Il dibattito sul nucleare dunque è ufficialmente riaperto, il Ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, facendosi portavoce, ha inserito il nucleare tra le priorità energetiche dell'Italia, rilasciando molte dichiarazioni in merito, dettando tempi e numeri degli impianti. Nell'era del picco del petrolio, del suo costo crescente è chiaro che ci sia la necessità urgente di pianificare il futuro energetico dell'Italia. E' un dibattito serrato, al quale partecipano in molti, arrivando in ritardo rispetto alla realtà che viviamo. I nuclearisti, sconfitti dal referendum del 1987, senza ancora aver risolto il problema delle scorie e dal loro smaltimento, tornano a presentarsi come alternativa al greggio, proponendo nuove tecnologie e nuovi sistemi nucleari sicuri e all'avanguardia a detta loro; dall'altro lato il mondo intero si sposta su le alternative rinnovabili sempre più diffuse e in grado di crescere ulteriormente.
Non è un dibattito ideologico quello a cui assistiamo, ma una presa d'atto dei costi e delle alternative alla dipendenza dal petrolio che l'Italia ha.
Innanzitutto c'è da tenere in considerazione che la base dell'energia nucleare è l'uranio, una materia prima che come per il petrolio, è destinata ad esaurirsi e per molti sembra che il suo picco sia quasi arrivato. Il futuro delle energie, facendo tesoro dell'esperienza del petrolio, dovrebbe essere pensato partendo proprio dalla durata di ciò che serve per produrre energia, e per questo l'energia prodotta dal sole e dal vento è definita rinnovabile, perché a meno che non ci si trovi come in qualche film americano "catastrofista", non si esauriranno mai.
Ma tralasciando questo "particolare" proviamo a prendere in esame la questione "nuke". In molti ci chiediamo cosa significhi la cosiddetta "quarta generazione" dei reattori nucleari, presentata come la soluzione a tutti i problemi: essi dovrebbero generare al loro interno nuovo combustibile nucleare, "fertilizzando" determinati nuclei; dovrebbero ridurre la produzione di scorie e "bruciare" quelle prodotte fino ad oggi e infine dovrebbero non essere oggetto di proliferazione militare. Dovrebbero perché ad oggi non esistono ancora e la loro possibile commercializzazione non si prospetta prima del 2040. Quindi è quantomeno strumentale sostenere che i progetti siano pronti all'uso quando nemmeno la sperimentazione ha terminato il suo ciclo, tanto più che parliamo di un'industria, come quella nucleare, che può avere pericolosissimi sbocchi. Inoltre l'unica sperimentazione in atto , quella francese relativa al Superphoenix è bloccata da tempo.
Quelli che vengono proposti in Italia dal Ministro Scajola e dalle imprese energetiche in coro, sono evoluzioni della "terza generazione" (definita 3plus), migliorati dal punto di vista della sicurezza rispetto a quelli di "seconda", ma presentano tutti gli stessi problemi di "gestione": scorie, proliferazione militare ecc...inoltre, visto il tema, non si può pensare di contenere i costi (notevolmente maggiori rispetto alla generazione precedente) magari andando a tagliare sulla "sicurezza" come purtroppo si fa nell'industria, ripercorrendo il cammino già tragicamente conosciuto con le centrali sovietiche, che facevano a meno di un involucro protettivo fondamentale per avere meno costi di gestione.

I costi. Una delle hit dei nuclearisti consiste nel sostenere che l'energia nucleare è oggi più conveniente rispetto ad altre energie, ma ne siamo sicuri? La cartina di tornasole è il finanziamento privato in casi del genere, e di banche disposte a finanziarie il nucleare non vi è neanche l'ombra. Persino le banche statunitensi (per inciso è dal 1978 che non viene inaugurata una nuova centrale nucleare) non finanziano le centrali a meno che il governo federale non si faccia garante. Quindi non vi è ombra di finanziamenti privati in materia, e la Francia che è citata spesso come esempio, non ha privatizzato il settore dell'energia, e il nucleare lo gestisce mettendo mano alla Force de frappe, il complesso nucleare militare.

I tempi. Anche su questo l'esempio francese ci torna utile sapendo che il primo reattore di terza generazione dislocato in Finlandia ha un ritardo di altri due anni (era previsto per il 2011) con un aumento dei costi di 3 miliardi di euro.

Costretti a comprare energia dalla Francia. E' un altro dei leit motiv a cui assistiamo, ma dovremmo sapere che innanzitutto non ne abbiamo bisogno, infatti in Italia la capacità produttiva di energia elettrica è di 88.300 megawatt a fronte di 55.600 della domanda, e poi la Francia vende energia perché ne produce oltre misura, quello che c'è da sapere, è che una centrale nucleare non ha un interruttore per l'accensione e lo spegnimento, e quindi a seconda dei momenti, l'energia viene venduta, in altri, quelli di picco del consumo, deve essere importata; tant'è che oltralpe pensano di riattivare alcune centrali termoelettriche dimesse dagli anni 60. Altra cosa taciuta è che per raffreddare i reattori nucleari serve l'acqua, in Francia circa il 40% dell'acqua potabile è destinata a questo uso. Nell'estate del 2003, quando molti anziani morirono per il caldo, uno dei danni collaterali che passarono sotto silenzio fu che scarseggiò l'acqua per raffreddare gli impianti. Come conseguenza fu ridotta l'erogazione di energia elettrica e la mancanza di aria condizionata aumentò il numero delle vittime.
C'è da aggiungere per rispondere a chi sostiene che la nostra bolletta elettrica è sempre più cara causa il non uso del nucleare, che noi paghiamo già oggi per il nucleare di ieri, proprio in bolletta (leggi articolo da Effetto Terra: Elettricità in Italia: la bolletta più cara d'Europa? Ecco perché). E ancora che fino a quando il nostro sistema energetico era pubblico, le bollette italiane erano pari a quelle francesi, a dimostrare che forse il problema non sta proprio nella materia prima.

Eliminare la dipendenza dal petrolio? Altra cosa taciuta dai sostenitori dell'atomo è quella di spiegare che tipo di energia si può produrre dal nucleare. E' importante sapere che dal nucleare si produce solo energia elettrica e il consumo totale italiano è rappresentato dal 20% di quella consumata e il petrolio importato serve per un terzo ad alimentare i trasporti.

Tutto ciò senza entrare nel merito del fattore sicurezza ed incidenti che purtroppo è il motivo, insieme alla guerra, per cui le centrali nucleari sono conosciute.
Potremmo infine porre alcune domande in merito allo smaltimento delle scorie esistenti e future, che ad oggi non ha risoluzione, e alle quali le popolazioni che abitano i territori interessati da futuri siti di stoccaggio nazionali, si sono ribellate con determinazione.
Per ultimo, ma solo per ordine di lettura, vi è un fattore che Jeremy Rifkin ha spiegato molte bene in una recente intervista rilasciata poco dopo l'ennesimo incidente nucleare (quello di Krsko in Slovenia): "È quello che io chiamo la "terza rivoluzione industriale". Un sistema distribuito, dal basso verso l'alto, in cui ognuno si produce la propria energia rinnovabile e la scambia con gli altri attraverso "reti intelligenti" come oggi produce e condivide l'informazione, tramite internet". Il guru dell'idrogeno, sostiene anche che l'Italia sia "naturalmente" adatta all'uso delle rinnovabili vista l'esposizione al sole e ai venti, ma lamenta un altro fattore che determinerebbe la scelta nucleare "Credo
che abbia molto a che fare con un gap generazionale. E ve lo dice uno che ha 63 anni. I vecchi politici, cresciuti con la sindrome del controllo, si sentono più a loro agio in un mondo in cui anche l'energia è somministrata da un'entità superiore".

http://www.effettoterra.org/documenti/energia/approfondimenti/nucleare_e_veramente_necessario.html


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vic
 vic
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Qualche vantaggio del nucleare ci sara' pure.

Vediamo di sviscerarne qualcuno.
Un indubbio vantaggio e' l'esistenza di un'industria del nucleare. Che fa lavorare gli addetti al nucleare, ma non solo.
Potrebbe essere un campo strategico, se qualcuino si desse la pena di incunearsi nella ricerca del nucleare a basse energie, per esempio. Oppure nell'ingegnerizzazione delle centrali al torio. Diciamo, temporaneamente, fintanto che non ci si e' liberati una volte per tutte di una tecnologia troppo pericolosa. Non perche' succedono incidenti giornalieri, ma perche' quella volta che c'e' l'incidente grave, il disastro e' di fatto incontenibile nel tempo. Continua a causare danni d'anni. Cioe' dopo anni dall'imprevisto evento.

D'altronde una strategia per non buttar via una conoscenza sulle cose nucleari sarebbe bene escogitarla. Se non altro per non farsi infinocchiare dal primo venditore che passa.

Ai nuclearisti proporrei un patto. Il patto scellerato del doppio gioco. Si' temporaneo al nucleare, ma che sia un nucleare staccato completamente da applicazioni belliche. Quindi niente uranio impoverito, niente plutonio. Niente scorie con radionuclidi che decadono solo dopo miliardi di anni. Massimo tempo di dimezzamento consentito 50 anni (per dare un'idea).
Non ce la fate a costruire una centrale con questi requisiti?
Good bye Sir. Au revoir Monsieur.

Il nucleo del patto dovrebbe essere: ok al nucleare di cui sopra, per darvi il tempo necessario a ristrutturare la creazione e diffusione dell'energia con altre modalita'. Nel limite del possibile in modo decentralizzato, sfruttando sorgenti naturali convenienti localmente. Sole, geotermia, eolico, altro. Da esaminare anche soluzioni centralizzate, nel caso ne valga la pena: esempio centrali solari nel nord Africa, o la' dove v'e' un'insolazione molto interessante. Previo accordo equo con quei governi, ma non con tutti. Con Gheddafi nisba.

Poi c'e' la questione dell'immagazzinamento dell'energia.
Sono gia' economicamente interessanti le soluzioni idroelettriche al contrario. Ma riguardano l'approccio centralizzato della distribuzione.

Il patto dovrebbe prevedere un passaggio sia a fonti rinnovabili che a modalita' decentralizzate. Questo per questioni di ridondanza. Dunque di riduzione del rischio generalizzato.

Il problema dell'immaganizzamento in piccolo, ad esempio per un'auto o per una casa non e' ancora risolto in modo soddisfacente.
Molte soluzioni potrebbero entrare in considerazione. Ma vanno sviluppate, rese accessibili anche finanziariamente e poi testate nella realta'.
Non e' detto che la soluzione debba necessariamente essere l'idrogeno.
La centrale di Priollo stocca il calore in sali d'uso corrente in agricoltura.

In Francia e' stata lanciata l'idea della vetturetta da citta' ad aria compressa. L'autonomia parrebbe notevole. Portare in giro energia concentrata rappresenta sempre un rischio. Quindi ci sono tutti i problemi della sicurezza da risolvere. E dei costi. L'idrogeno per ora non decolla per entrambi i motivi, oltre al motivo che la sua produzione per via elettrolitica non e' soddisfacente nel bilancio energetico. Un altro motivo che frena l'idrogeno e' il costo troppo alto delle celle a combustibile. Produrlo per via chimica, magari dal metano, come si fa oggi, ci riporta ai piedi della scala. Tanto vale usare il metano o l'idrocarburo direttamente.

C'e' la possibilita' di fare un pensierino ai biocarburanti, almeno puntualmente, dove esistono le possibilita'.
Penso in particolare a certe tecnologie sviluppate nel nord Europa che parrebbero estrarre biocarburante dalla cellulosa, in pratica dal legno di scarto o di pessima qualita' per l'impiego nell'industria tradizionale del legno. Sarebbe un modo molto furbo per dare una sistematina decente a certi boschi, avviati allo stato di parchi nazionali spontanei, in quanto nessuno si degna piu' di tagliarli regolarmente e con criterio.

La vera alternativa al nucleare deve far tornare i conti energetici. Inutile illudersi che possa essere possibile fare la transizione al rinnovabile in quattro e quattr'otto. Occorre tempo, ma soprattutto l'impegno a farlo.
Da qui la proposta di un patto. Lo scopo e' di obbligare i nuclearisti ad impegnarsi nel passaggio verso il rinnovabile.
Dunque cominciare da subito ad imboccare la strada rinnovabile, godendo contemporaneamente del fiato necessario per poterlo fare.

Finisco rispondendo a Giorgio48 sul significato di "naturale". Naturale va riferito alla concentrazione. Un conto e' l'uranio dentro la miniera, un'altra cosa e' l'uranio, praticamente puro, usato nelle centrali. L'uranio in quella forma estremamente concentrata in natura non esiste. Esattamente come non c'e' rame in natura nella concentrazione che siamo abituati a toccare con mano nei manufatti correnti come i paioli. Dire che sia naturale per dar da intendere che pertanto e' poco pericoloso e' depistare l'interlocutore.
Ne approfitto per ribadire che il plutonio non e' per nulla naturale.
Molto naturale, anche se impegnativo, e' invece per gli ambienti pentagonali imbastire una bella, tondeggiante bomba al plutonio.
Mi scuso per la litania dei repetita che juvant sed stufant.

Ad essere pignoli nemmeno l'uranio da miniera e' innocuo per la salute. Lo sapeva gia' secoli fa' Claudius Agricola, un eccelso studioso delle proprieta' dei metalli. Merito a lui, che non disponeva delle conoscenze sulla radioattivita' di cui disponiamo noi.
Ma a quei tempi certe cose si scrivevano in latino.


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giorgiogio48
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C'è chi chiedeva perchè non avessi citato il Torio come materia prima per le centrali nucleari. No, il Torio è un ottimo combustibile per centrali nucleari e ce ne è abbastanza, insieme all'uranio, per 10.000 anni! E non parliamo di altri giacimenti che si potrebbero trovare con nuove esplorazioni.
C'è chi mi chiede dove sta la convenienza del nucleare rispetto alle altre fonti. Ma ve lo ho già detto prima!
Le rinnovabili creano tre ordini di problemi per avere un 20% di energia da rinnovabili. Uno economico, uno tecnico e uno ambientale. Col nucleare ci vorrebbero 100 miliardi di euro. Gli impianti eolici e FV equipollenti a quelli nucleari detti costerebbero, rispettivamente, 200 e 2.000 miliardi. Per quello tecnico basti sapere che la loro presenza non evita l’installazione di quelli nucleari, che devono funzionare quando il Paese richiede energia. elettrica anche se il sole non brilla o il vento non soffia. Per quello ambientale basti notare che servirebbero almeno 200.000 turbine eoliche e che smaltire pannelli FV dismessi è peggio che smaltire le scorie radioattive delle centrali nucleari.
Quanto al flop delle rinnovabili in Italia e in Germania se ne parla in questo thread: Autorità Energia. Con rinnovabili grossi aumenti in bolletta
Ci sono poi nelle vostre ultime risposte cose alle quali avevo già risposto prima.
Quanto agli incidenti occorsi col nucleare, vi dico quelli che sono occorsi nella filiera del petrolio. Impossibile elencarli tutti, innanzitutto per l'elevato numero: nel periodo 1970-1992 ve ne sono stati quasi 300 con oltre 10.000 morti. Nello stesso periodo, quasi 200 incidenti e oltre 7000 morti sono stati causati dall'uso del carbone e del gas naturale. Per non parlare dell'ultimo disastro nel Golfo del Messico.
Riferimenti:'"

"'


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vic
 vic
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- il torio funziona come combustibile nucleare solo nelle centrali al torio, non in quelle che sono in funzione attualmente.
Come gia' detto avrebbe tre enormi vantaggi: 1) separerebbe in modo netto la filiera bellica dalla filiera civile 2) e' un radionuclide molto comune. 3) Le scorie decadono piu' rapidamente delle scorie da uranio.
Aspetto che qualche specialista ci illumini sullo stato delle centrali sperimentali al torio. L'India dovrebbe saperne qualcosa.

- i danni da incidente nucleare grave sono peculiari in quanto modificano il patrimonio genetico della popolazione (umana, animale, vegetale). Danni perenni al patrimonio genetico.
Si puo' ribattere che un danno geoambientale e' altrettanto grave. Probabilmente. Pero' teniamo presente l'unicita' tragica dei danni da radiazione nucleare. Non sono bagatelle. Poi ogni civilta' fa il suo calcolo sui rischi/benefici. Certo e' che lasciare in mano simili calcoli alla cricca dei manager d'assalto, privi della minima sensibilita' sociale, e' la cosa piu' sciocca che si possa fare.

- I pannelli fotovoltaici usati finora sono essenzailmente cristalli di silicio, il minerale piu' abbondante sulla terra. Dove sarebbero i problemi di eliminazione? La macinatura? L'estrazione dei conduttori in rame? Capisco se si considera il bilancio energetico totale. Ma quello non torna praticamente mai.

- Il nucleare ha, almeno finora fortunatamente, la caratteristica di essere a portata solo dell'industria relativa. Non entra in considerazione il nucleare ad uso casalingo, anche se negli USA c'e' chi spinge in quella direzione. Aspettiamo la fusione fredda, va'!

- L'eolico e' una tecnologia, la' dove il vento spira, a portata casalinga. Non sono rari agricoltori/allevatori che sono elettricamente indipendenti grazie ad un piccolo generatore eolico eretto sul loro possedimento. Perche' proibire una comoda soluzione puntuale a chi e' in grado di farsela? Forse da fastidio il principio dell'indipendenza energetica. Ecco allora spuntare l'idea di grid, o rete. Con il motto dell'ottimizzazione si rimette sotto controllo centralizzato cio' che e' nato come delocalizzato. E' la tipica mentalita' da industria elettrica.

It is all about control, stupid!
direbbe un giovane Clinton.


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kitiaram
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Depositi di scorie nucleari in Piemonte
http://www.youtube.com/watch?v=AqC0WHqCUnI


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dana74
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"Quanto al flop delle rinnovabili in Italia e in Germania se ne parla in questo thread: Autorità Energia. Con rinnovabili grossi aumenti in bolletta
Ci sono poi nelle vostre ultime risposte cose alle quali avevo già risposto prima."

anche nei commenti precedenti è stato ben chiarito da cosa dipendono i costi in bolletta e non sono imputabili alle rinnovabili poiché i CIp6 vanno interamente alle assimilabili CHE NON SONO rinnovabili
che si debba per forza usare dati falsi per far propaganda al nucleare ormai è chiaro


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dana74
Illustrious Member
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Le rinnovabili creano tre ordini di problemi per avere un 20% di energia da rinnovabili. Uno economico, uno tecnico e uno ambientale
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ah che ora le rinnovabili creino più problemi ambientali del nucleare è veramente il massimo

"La microgenerazione elettrica solare ed eolica è arrivata a coprire un sesto del totale di elettricità prodotta al mondo. Ciò significa che in termini di diffusione su scala mondiale l’energia nucleare è in svantaggio. Il sorpasso è avvenuto nel 2006. "

http://www.ecoblog.it/post/6694/la-microgenerazione-elettrica-rinnovabile-batte-lenergia-nucleare


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