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Libia prima la distruggono e poi il piano Marshall


dana74
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e noi ben sappiamo cosa significa dopo 66 anni di occupazione
"Si assicureranno che i criminali verranno assicurati alla giustizia" sì, lo immaginiamo chi e con quali criteri, vedi Tadic come presidente e Milosevic suicidato (però ha subito il processo farsa).

Libere elezioni, anche qui, come per la Palestina che se non vince Abbas gli Usa si sentono autorizzati a non riconoscerne la legittimità..

Frattini: «Un piano Marshall per la Libia»
Hague: «Niente termine per la missione»
Un fondo speciale per favorire la ricostruzione. Pronta anche la road map che porterà a libere elezioni nel Paese

ROMA - Un'assemblea nazionale di ricostruzione della Libia che istituisca la nuova architettura dello Stato, da sottoporre al referndum tra la popolazione per poi passare a libere elezioni per i nuovi organismi istituzionali. E' questa la road map per la Libia di cui si è discusso nella riunione del cosiddetto Gruppo di contatto, il coordinamento dei Paesi che stanno lavorando sulla transizione del potere. L'avvio del processo democratico, come ha spiegato il ministro italiano degli Esteri, Franco Frattini, prenderà il via dalle elezioni municipali che potrebbero essere organizzate in tempi brevi quando le ostilità saranno terminate. E sarebbe, ha fatto notare, la prima volta che il popolo libico si troverebbe ad esprimere un libero voto dopo decenni. Si è poi parlato, ha detto Frattini, di un vero e proprio «Piano Marshall» per la Libia, con stanziamenti di un fondo speciale che dovrà servire per la ricostruzione e la modernizzazione del Paese. Frattini ha anche voluto ribadire con forza che «non c'è nessuno stallo» nelle operazioni. Di più: «Non vi è sensazione di affaticamento da parte nostra nè sospensione della nostra determinazione: il tempo gioca a nostro favore». Il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha invece detto ai cronisti che «l'Italia non ha intenzione di stabilire alcuna cronologia» sulla durata della missione in Libia. «Bisogna avere pazienza e determinazione», ha aggiunto Hague ribadendo che «non c'è una deadline» sull'intervento militare.

«IL TEMPO DI GHEDDAFI STA SCADENDO» - Al termine dell'incontro è stato presentato un documento in cui si spiega che «il Gruppo di Contatto accoglie favorevolmente il primo Rapporto dell'accusa della Corte criminale internazionale sui crimini contro l'umanità del regime di Gheddafi, presentato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 4 maggio». «Il tempo sta scadendo per il regime di Gheddafi, che è adesso sulla difensiva e sempre più isolato a livello internazionale» si legge nelle conclusioni dell'incontro di oggi, in cui si spiega anche la linea d'azione degli Stati coinvolti nella missione internazionale: «Intensificheremo la pressione sul regime» e assicuriamo che «le azioni criminali ed inumane» a danno dei civili «non rimarranno impunite».

«NON E' GUERRA CIVILE» - Intervenendo all'apertura della riunione del gruppo di contatto, Frattini aveva spiegato che quella in corso in Libia «non è una guerra civile: piuttosto potrebbe essere definita come la resistenza del popolo libico all'aggressione dell'esercito personale di Gheddafi». «Il Gruppo non vuole prendere il posto del popolo libico nel definire il futuro del loro Paese - ha aggiunto -. Il Gruppo riunisce i Paesi con uno speciale senso di responsabilità internazionale nel proteggere e con un desiderio genuino di ascoltare il popolo libico e di accompagnarlo nel tragitto verso una Libia nuova e libera basata su valori condivisi». «Mi auguro - ha poi sottolineato - che sempre più partner considerino di stabilire relazioni bilaterali con il Consiglio Nazionale di transizione libico. Questo aiuterà a rafforzare i nostri partner di Bengasi e ad aumentare il senso di isolamento del regime di Gheddafi».

I DISTINGUO DI SPAGNA E OLANDA - Un problema sul fronte della Libia, anche se non affrontato durante la conferenza a Roma, è quello che la sia la Spagna sia l'Olanda, non riconoscono formalmente il "governo" dei ribelli libici, il Cnt. «La Spagna ha mandato a Bengasi un inviato speciale incaricato di tenere i contatti con il Cnt», hanno indicato all'Ansa le fonti, «ma questo non implica un riconoscimento nel senso giuridico». In precedenza anche l'Olanda aveva smentito di aver riconosciuto ufficialmente il Cnt.

«IL COLONNELLO SE NE ANDRA'» - «Speriamo che la Nato acceleri la sua campagna militare» contro Muammar Gheddafi è invece stato l'auspicio espresso dal ministro delle Finanze del Consiglio nazionale transitorio libico (Cnt) Ali Tarhouna. «Crediamo fortemente che Gheddafi lascerà il potere in pochi mesi» ha aggiunto a margine della riunione del Gruppo di Contatto in corso alla Farnesina. Tarhouna ha precisato che il Consiglio nazionale transitorio non ha ancora ricevuto una risposta alla richiesta di finanziamenti ma, ha concluso, «siamo fiduciosi perchè tutti sono d'accordo sul meccanismo finanziario».
Redazione Online
http://www.corriere.it/esteri/11_maggio_05/gruppo-contatto-libia-ricostruzione-fondo-speciale_378ac7b2-7715-11e0-a006-4d571262b3cd.shtml


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dana74
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lasciamo perdere le bautade dell'imbelle, interessante per la cifra in ballo di cui non si precisa un bel nulla e delle parole a pappagallo che ripete all'unisono con Frattini

articolo di sabato 05 marzo 2011

Piano Marshall del Cav:
"10 miliardi per la Libia"
di Adalberto Signore

Da Helsinki il premier spinge l’Ue a farsi carico dell’emergenza immigrazione e traccia la via d’uscita dalla crisi: "Nuovo rapporto tra noi e il mondo arabo"
nostro inviato a Helsinki

Sul tavolo della riunione del Ppe ci sono la crisi in Libia e la riforma del patto di stabilità, temi che saranno trattati al prossimo vertice straordinario dell’Ue in programma a Bruxelles l’11 marzo. Ed è soprattutto sul primo che si concentra Berlusconi durante il suo lungo intervento. Nel quale chiede «un vero e proprio Piano Marshall» per tutti i Paesi dall’altra parte del Mediterraneo che stanno vivendo crisi politiche senza precedenti - non solo la Libia, ma anche l’Egitto e la Tunisia - per fermare sul nascere quella che rischia di diventare «un’emergenza umanitaria». D’altra parte, spiega a tarda sera lasciando Helsinki, «il problema riguarda tutta l’Europa». Un Cavaliere, insomma, che vuole farsi promotore di un’azione di «inclusione», con la consapevolezza che se davvero dovesse iniziare un’ondata migratoria l’Italia sarebbe il primo Paese dell’Ue a sentirne le conseguenze.

E il problema, spiega davanti a taccuini e telecamere, «è stato ovviamente posto» e «non si è alzata alcuna voce di dissenso». Nel Ppe, insomma, tutti sarebbero d’accordo sulla necessità che sia l’intera Unione a farsi carico della questione. Ed è proprio in questa direzione che va l’idea di un Piano Marshall che già martedì prossimo potrebbe essere oggetto di una comunicazione formale della Commissione al Consiglio. Un primo passo ufficiale, insomma. Berlusconi, però, preferisce non fare cifre, anche se dall’entourage del Cavaliere si parla di 10 miliardi di euro. Il premier, poi, auspica che «in Libia ci sia un cambiamento come quelli avvenuti in Tunisia e in Egitto verso una democrazia che consenta di mantenere la relazione di preminenza per la nostra economia». Non si sbilancia, invece, sul destino di Gheddafi: «Credo che nessuno al mondo possa fare previsioni».

Anche dopo essere sbarcato in Finlandia, però, Berlusconi è costretto a tenere un occhio sulle vicende italiane. E non solo perché ad accoglierlo all’ingresso dell’Hotel Kamp dove si tiene la cena del Ppe ci sono un centinaio di contestatori che lo riportano alle note vicende giudiziarie. Cori da stadio, qualche insulto da curva ma anche cartelli tipo «Giù le mani dalla nipote di Babbo Natale», «6th April, I have a dream» e via dicendo. Il frutto del movimentismo di un gruppo di italiani residenti in Finlandia che si sono autoconvocati via Facebook e hanno unito le forze con i locali contestatori del governo finlandese nonostante il termometro sotto lo zero e qualche fiocco di neve. La risposta arriva da Mosca, visto che Putin spezza pubblicamente una lancia a favore del Cavaliere: «Silvio si interessa non solo alle ragazze ma si occupa anche di cose concrete». Della contestazione, invece, il premier non se ne cura e imbocca la hall dell’albergo.

Come si guarda bene dal rispondere alle domande dei cronisti locali a caccia di un parere sulle doti culinarie dei finlandesi. Già, perché da stamattina la stampa finnica è scatenata sull’argomento, visto che qui non hanno mai dimenticato che anni fa Berlusconi ironizzò sulla «dieta finlandese». E tanto se la sono presa che l’ambasciata italiana ha messo da parte una corposa rassegna stampa sull’argomento e ovviamente segnalato il rischio di un «incidente diplomatico» a Palazzo Chigi. D’altra parte, Paese che vai usanze che trovi. Non è un caso che a sera, prima di salire in macchina accompagnato dal vicepresidente della Commissione Ue Tajani, sfoderi il consueto sorriso: «Ricordate... La carne di renna è buonissima e priva di grassi».

Sullo sfondo, invece, restano le beghe politiche di cui il premier si occupa durante la mattina e il pomeriggio passati ad Arcore. Il rimpasto, infatti, continua ad allontanarsi. Non solo perché la nomina di Romano a un dicastero pesante come l’Agricoltura lascia insoddisfatti altri Responsabili, ma anche perché sono sempre più gettonati nuovi arrivi dal Fli. I nomi non sono una novità (Ronchi, Cosenza, Patarino), ma sembra che nelle ultime ore soprattutto il primo sia a un passo dal rientro. «Il rimpasto - dice Berlusconi - non è così prossimo».

http://www.ilgiornale.it/interni/piano_marshall_cav__10_miliardi_libia/05-03-2011/articolostampa-id=509775-page=1-comments=1


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