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L'ossessione yankee di uccidere Fidel


cubainforma
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Post: 1957
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Fabian Escalante Font cubainformazione.it

In questi giorni, uno degli argomenti più noti – a proposito della sua scomparsa fisica - è stato la personalità, l'impronta e l'eredità di Fidel Castro, il segno lasciato nei suoi contemporanei, l'esempio di tenacia, disciplina, coraggio, solidarietà, ottimismo, la sua visione del futuro; allo stesso tempo molti hanno ricordato i numerosi piani, complotti e cospirazioni che gli USA architettarono, per più di mezzo secolo, per assassinarlo.

Le ricerche condotte a questo proposito dimostrarono, che in 41 anni, gli organismi di sicurezza cubana vennero a conoscenza e smantellarono 634 complotti omicidi contro la sua persona, a diversi stadi di sviluppo, di cui 60 diretti esecutivamente dalla CIA, in 10 dei quali partecipò la mafia di quel paese; un triste record che nessun altro leader mondiale raggiunse, nella storia dell'umanità, e questo senza contare i non scoperti.

L'informazione sopra esposta -rigorosamente vera- fu ottenuta negli archivi della Sicurezza di Stato, nei procedimenti penali intrapresi agli autori e giudicati dai tribunali e dai documenti declassificati negli USA.

Veleni sofisticati, dardi mortali, fucili per la caccia degli elefanti, armi ultramoderne e altri artefatti furono progettati, preparati, o utilizzati per realizzare tali macabri piani.

Ma non solo cercarono di assassinare fisicamente l'uomo, ma anche moralmente ed intellettualmente, danneggiare la sua immagine e screditare le sue idee: polveri con droghe che colpissero i suoi sensi, campagne mediatiche per denigrare il suo modo di pensare e condotta, insomma tutta la creatività e la capacità tecnologica e scientifica della più grande superpotenza mondiale messa a disposizione di questo obiettivo.

Film, documentari, fumetti, conferenze in università di tutte le latitudini, campagne radio e televisive, infine, il possibile e l'impossibile fu fatto, con grandi budget, ma più volte, fallirono; l'immagine ed il pensiero del leader cubano si rafforzava e proiettava la sua luce verso i nostri popoli fratelli.

Nel mondo, molte persone si sono chieste il perché di questa ossessione criminale di un governo forte - la superpotenza mondiale - per eliminare, assassinare e seppellire le idee di un uomo che, a capo di un piccolo paese, mai li aggredì e combatté per l'indipendenza e la sovranità del suo popolo, per raggiungere livelli di vita più elevati per i suoi compatrioti, per praticare l'internazionalismo in modo militante e disinteressato e dare un esempio di condotta rivoluzionaria.

Credo che le ragioni di questo odio viscerale bisognerebbe cercarle nella condotta stessa della Rivoluzione cubana, realizzata a soli 90 miglia dagli USA.

L' "establisment" USA non era preparato per una sfida di questa natura, poiché l'America Latina era il loro cortile di casa. L'Avana era quasi un'altra città dell'Impero, dove i suoi connazionali venivano in vacanza, a giocare e a consumare droghe, con governi lacchè che qui soddisfacevano i loro desideri e bisogni.

Più di 1000 milioni di dollari raggiungevano gli investimenti USA a Cuba; prima della Rivoluzione i migliori zuccherifici, le imprese di servizi pubblici, le principali immobiliari, le grandi industrie, club, campi da golf, alberghi, le raffinerie di petrolio, infine tutto quello che valeva, era di proprietà USA, tra cui gli investitori della mafia che già si erano stabiliti nel paese, per farlo diventare un bordello internazionale.

Governi corrotti come quelli di Ramon Grau, Carlos Prio e Fulgencio Batista gli assicuravano quel paradiso per i loro investimenti ed ozi che, secondo i piani di allora, sarebbe diventata la "Las Vegas dei Caraibi".

Il primo giorno di gennaio del 1959 si trovarono che in questa tranquilla, e fino ad allora bucolica, isola caraibica si era scatenato, dopo più di 25 mesi di lotta armata nelle montagne e pianure, una vera e propria Rivoluzione che presto avrebbe trasformato lo "status quo"esistente, realizzando un programma di trasformazioni sociali, politiche ed economiche senza precedenti nel continente americano, che colpì direttamente le fondamenta stesso dell'impero USA.

Le riforme agraria ed urbana, la riduzione delle tariffe di energia elettrica e telefoniche, la costruzione di scuole, la proscrizione del gioco e della corruzione, la sconfitta dei mercenari da loro sponsorizzati alla Baia dei Porci, il successo della grande campagna di Alfabetizzazione che eliminò l'analfabetismo, e la nazionalizzazione delle principali proprietà USA a Cuba, per il loro sabotaggio ed opposizione alle misure sociali attuate, fu il colpo che scosse il potente "vicino del nord", ponendolo in evidenza di fronte all'opinione pubblica mondiale.

E tutto realizzato alla luce del sole, trasmesso in vivo e in diretta dalle radio e dalla recentissima televisione, progettata per il dominio della coscienza delle grandi masse di popolazione. Mai prima, questa era stata utilizzata in modo tanto ingegnoso ed il popolo cubano, come gli altri popoli del mondo, sapeva, giorno per giorno, anche i più piccoli dettagli di questo processo straordinario che si realizzava a Cuba e che rivoluzionava il modo fare una Rivoluzione.

El 6 agosto 1960 nello stadio capitolino di baseball del Cerro, affollato dal popolo e trasmesso dalla TV, Fidel e i leader rivoluzionari proclamarono al mondo, la nazionalizzazione di tutte le imprese USA e la fine delle loro operazioni a Cuba. Qualcosa di inaudito per l'impero e che avrebbe colmato il vaso.

Poche settimane più tardi, nel settembre dello stesso anno, approfittando di una visita di Fidel all'ONU, a New York City, la CIA contrattò la mafia per assassinarlo. Qualcosa di completamente provato dai suoi documenti declassificati. Da allora in poi, iniziò la caccia che si prolungherà per oltre cinquanta anni, senza successo. La Rivoluzione avrebbe continuato il suo processo di approfondimento e, mesi dopo, avrebbe proclamato il suo carattere Socialista.

In questi anni di lotte e vittorie Fidel, con il suo talento ed etica, forgiò un nuovo concetto del "far politica", che anni dopo, all'inizio di questo secolo, avrebbe definito come il concetto di Rivoluzione.

La politica, fino ad allora, screditata e prostituita, infangata da secoli di corruzione, cospirazioni, lotte intestine per il potere, ecc, emerse dal suo pensiero come qualcosa di nuovo, diverso, che si relazionava con il miglior modo di servire gli interessi della Patria e dell'umanità, e nel nostro caso, per costruire una società "con tutti e per il bene di tutti", qualcosa che toccò il concetto della cosiddetta "democrazia rappresentativa", auspicata e promossa dall'impero come il più alto livello della democrazia.

Da allora ci sono due tipi di democrazia, la loro chiamata "rappresentativa", ancora non so il perché, prostituita e corrotta come le recenti elezioni in quel paese hanno dimostrato, e la socialista cubana consacrata nell'esistenza dei nostri poteri popolari, nella concezione stessa della strutturazione e formazione della società civile e della difesa dei diritti umani fondamentali, anche se è ancora necessario perfezionare il nostro sistema politico democratico.

E' la politica che Cuba ha conseguentemente sviluppato nel corso dell'ultimo mezzo secolo e non solo a beneficio degli interessi di un paese, ma di tutta l'umanità, ben ora appoggiando tutti coloro che combattevano per la loro indipendenza e liberazione; affrontando e sconfiggendo gli eserciti dell'apartheid, liberando in una campagna militare, storicamente senza precedenti, i popoli in Africa; portando l'istruzione e la medicina nei "più oscuri angoli del mondo"; o avvisando sull'ecatombe ambientale che ci si avvicina.

Mai si conobbe, sul nostro pianeta, un leader interessato ed occupato a risolvere tanti diversi problemi, un'epopea di tal natura, che proprio diresse e comandò Fidel Castro e .... per questi "peccati" gli USA lo condannarono a morte.

Tuttavia fallirono, uno dopo l'altro, i loro complotti criminali contro la sua vita e per rovesciare la Rivoluzione, come nuovamente falliranno le minacce imperiale che si osservano all'orizzonte dopo le elezioni USA. Cuba è un bastione delle idee di Fidel, della solidarietà, dei diritti umani, del socialismo.

No poterono eliminarlo fisicamente, è morto quando e come volle, dopo una lunga e fruttuosa vita al servizio del suo popolo e dell'umanità. Fidel starà per sempre nei nostri cuori e nel nostro modo di pensare e di agire.


Citazione
Adriano Pilotto
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 39
 

" in 41 anni, gli organismi di sicurezza cubana vennero a conoscenza e smantellarono 634 complotti omicidi contro la sua persona, a diversi stadi di sviluppo, di cui 60 diretti esecutivamente dalla CIA, in 10 dei quali partecipò la mafia di quel paese".
Partendo da questa piccola montagnola di dati si ha uno strabiliante panorama della storia americana.


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