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Mali, islamisti distruggono sepolcri antichi


helios
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I guerriglieri del movimento islamista “Ansar-ad-Dine”(Protettori della fede) hanno cominciato a distruggere i monumenti architettonici presenti nella lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO nella città di Timbouktou nel nord del Mali, informa l’agenzia Reuters come riferito da testimoni.

“Questi guerriglieri hanno completamente distrutto il mausoleo di Sidi Mahmoud (Ben Amar) e altri due. Hanno dichiarato l’intenzione di distruggere tutti e sedici i mausolei”, ha detto un giornalista malese Yeya Tandina in una conversazione con l’agenzia.

Secondo le informazioni di France-Presse con riferimento agli islamisti, al momento attuale tutti i mausolei sono già stati distrutti tutti.

Timbouktou – è la città al nord del Mali, dove si trovano i monumenti del patrimonio mondiale UNESCO. Nella lista dell’UNESCO sono incluse tre moschee, Madrasah la principale di Timbouktou e 16 mausolei dei santi islamici.

http://italian.ruvr.ru/2012_06_30/79835232/

Nella città di Timbuktù situata nel nord del Mali estremisti islamici del gruppo Ansar Dine hanno distrutto ancora due sepolcri in una moschea costruita settecento anni fa. I guerriglieri affermano di eseguire la volontà suprema distruggendo tutti i sepolcri la cui altezza supera i 20 centimetri sopra la terra. Un rappresentante del gruppo ha spiegato che gli abitanti di Timbukù vengono per pregare ai sepolcri dei loro santi invece di venerare Allah.

Una decina di giorni prima i guerriglieri hanno distrutto le tombe di due scienziati sufi canonizzati.

I mausolei sufi di Timbuktù sono stati annoverati dall’UNESCO tra i valori del patrimonio culturale mondiale. Secondo i salafisti del gruppo Ansar Dine, che seguono le leggi severe della sharia, i monumenti sacrali sufi di Timbuktù sono estranei al vero islam. La Corte penale internazionale rileva che gli atti di vandalismo contro i monumenti culturali antichi possono essere qualificati come crimini militari.

http://italian.ruvr.ru/2012_07_11/Timbuktu/


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Stopgun
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La Corte penale internazionale rileva che gli atti di vandalismo contro i monumenti culturali antichi possono essere qualificati come crimini militari.

Un bel "casus belli"?


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helios
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La Corte penale internazionale rileva che gli atti di vandalismo contro i monumenti culturali antichi possono essere qualificati come crimini militari.

Un bel "casus belli"?

Negli anni ’80 e ’90, con la progressiva apertura del Sahara agli stranieri, i Tuareg riuscirono a migliorare in parte la propria condizione inserendosi nella fiorente industria del turismo. Ma questa parentesi si chiuse con il lancio della “guerra al terrore” in Africa a partire dal 2003, sponsorizzata in maniera congiunta dagli Stati Uniti e dall’Algeria per contrastare le attività del cosiddetto Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento (GSPC) (autonominatosi nel 2007 “al-Qaeda nel Maghreb Islamico”, e ormai noto con la sigla AQIM).

L’ascesa del GSPC (secondo alcuni analisti favorita dallo stesso governo algerino, visto che diversi esponenti del gruppo hanno avuto stretti rapporti con i servizi segreti di Algeri) e la militarizzazione del Sahara hanno segnato la fine del turismo, e il crollo dei limitati guadagni dei Tuareg, mentre le loro terre venivano progressivamente sfruttate da compagnie petrolifere e minerarie straniere che spartivano i loro profitti con i governi della regione, ma non certo con questa popolazione di pastori nomadi (un esempio tipico è quello del Niger, i cui giacimenti di uranio nelle aree abitate dai Tuareg sono sfruttati dal consorzio francese Areva).

L’EFFETTO DOMINO DELLA GUERRA LIBICA

Che l’intervento NATO in Libia per rovesciare Gheddafi avrebbe rischiato di scatenare un “effetto domino” in Africa era noto a molti, anche se in pochi ne hanno parlato apertamente.

La verità è che, mentre in Europa si parlava del potenziale “tsunami di profughi” che avrebbe invaso il vecchio continente dalla Libia, sono gli Stati africani confinanti che hanno subito in pieno l’onda d’urto dei civili (e non solo) in fuga dal paese nordafricano.

A partire dal febbraio 2011, oltre 900.000 persone hanno lasciato la Libia (secondo stime ONU). Molti erano lavoratori provenienti da paesi terzi, spesso dall’Africa sub-sahariana. Essi erano in Libia in conseguenza della politica panafricana delle “porte aperte” promossa da Gheddafi.

Già a marzo dello scorso anno, in 100.000 avevano sconfinato in Tunisia. A settembre, altri 80.000 erano fuggiti in Ciad, e 75.000 in Niger – secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM). Altre migliaia sono giunte fino in Mali.

Il periodo che va da giugno a ottobre è la stagione di maggior penuria alimentare nel nord del Niger, così come in Ciad e nel nord del Mali. “La maggior preoccupazione”, come disse un responsabile dell’OIM, “è che questi afflussi di profughi avvengono in paesi che sono già economicamente molto fragili”.

Era evidente che questi Stati non avevano le risorse per far fronte a una simile emergenza, né sotto il profilo umanitario né sotto quello della sicurezza.

Tra le migliaia di persone che giunsero in Mali, vi era anche un considerevole numero di miliziani tuareg che avevano fatto parte dell’esercito di Gheddafi. Le stime si aggirano fra i 2.000 e i 4.000 combattenti. Il loro arrivo fu accompagnato da un potente flusso di armi proveniente dalla stessa Libia.

tratto da http://www.medarabnews.com/2012/03/28/la-crisi-del-mali-il-caso-dei-tuareg-e-il-temuto-%E2%80%9Ceffetto-domino%E2%80%9D-libico/

quali giacimenti si potrebbero nascondere sotto quei monumenti che sistematicamente vengono abbattuti?


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antiUsrael
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beh non facessero tanto gli schizzignosi con questi islamisti visto che quando facevano(E FANNO) queste cose in Libia per conto della ''democrazia'' NATO Qatar a loro andava bene e li chiamavano ribelli democratici - astenersi persone impressionabili : http://www.youtube.com/watch?v=Cqj-iJiQWrc

Sarebbe bello sentire come giustifica il tutto quel verme di Farid Adly propagandista fedele della NATO ALciada...


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helios
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Bamako (Mali), 11 lug. (LaPresse/AP) - Gli estremisti islamici della setta Ansar Dine hanno distrutto altri due mausolei presso una moschea di 700 anni fa nella città maliana di Timbuctù, proseguendo così la distruzione dei siti del patrimonio culturale dall'Unesco. Lo ha fatto sapere Salem Ould elhadj, ricercatore dell'Istituto Ahmed Baba di Timbuctù, secondo cui gli estremisti hanno attaccato le tombe dei due studiosi considerati santi, Baba Babadje e Mahamane Foulane. I loro mausolei si trovano in un cimitero collegato alla pittoresca moschea Djingarey ber, realizzata in fango simile a uno ziggurat mesopotamico. Ansar Dine ha dichiarato di avere "l'ordine divino" di distruggere ogni tomba che sia alta più di 20 centimetri poiché, come spiegato dal portavoce Oumar Ould Hamaha, i residenti di Timbuctù pregano sulle tombe confondendo i santi con Allah.

Pubblicato il 11 luglio 2012

http://www.lapresse.it/mondo/africa/mali-ansar-dine-continua-distruzione-di-siti-unesco-a-timbuctu-1.188569

Ansar ad Dine è legato ad Al Qaeda nel magreb islamico


Le notizie che provengono dal nord del Mali, sotto il controllo dei ribelli tuareg e del gruppo islamico Ansar Al Dine, legato ad al Qaida nel Maghreb islamico, sono confuse e difficili da verificare. Detto questo, secondo un articolo pubblicato sul sito maliano Malijet.com, l’esercito governativo avrebbe bombardato le basi dei ribelli islamici a Taoudéni, nel tentativo di riconquistare le regioni settentrionali.

http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=15613

È chiaro che l’attenzione internazionale si è concentrata nella regione sub-sahariana, importante per la sua posizione strategica e per le grandi risorse naturali custodite nel sottosuolo. Lo dimostrano le operazioni militari segrete degli Usa, che con aerei turistici, dotati di radar, stanno spiando i movimenti dei militanti islamici. In questo contesto, si delinea l’evolversi di una guerra a distanza tra Parigi e Washington per la supremazia nella regione.


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Pellegrino
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helios
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è piuuttosto difficle credere che proprio gli integralisti islamici violino le moschee.

Nei giorni scorsi era
toccato ai mausolei di
Timbuktu, ieri a cadere
sotto i colpi del piccone
e dell’ignoranza è stata
l’antica porta della moschea
Sidi Yeyia.

Ieri, terzo giorno di distruzione,
la furia iconoclasta
si è abbattuta sull’entrata
della moschea
Sidi Yeyia, costruita nel
15˚ secolo.

http://www.leggo.it/20120703/pdf/LEGGO_ROMA_6.pdf

(da notare che il tutto è successo il 3 luglio e nessuno è riuscito a fermare gli integralisti)
******
......
Dopo la distruzione dei mausolei dei santi, il gruppo, che si dice legato ad Al Qaeda nel Maghreb islamico, aveva minacciato di prendersela con le moschee della città, affermando di agire in rappresaglia contro la decisione dell’Unesco, il 28 giugno, di inserire Timbuctu nella lista del patrimonio mondiale in pericolo.

I ‘talebani del Mali’ hanno preso il controllo delle città del nord la scorsa settimana, cacciando i ribelli laici Tuareg del Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad (Mnla), che il 6 aprile scorso avevano proclamato l’indipendenza del Mali settentrionale. Oggi l’Mnla ha dichiarato di voler combattere i gruppi jihadisti e ha chiesto il sostegno della comunità internazionale.

In quest’area, nel 2006, sono stati scoperti importanti giacimenti di petrolio.

http://www.eilmensile.it/2012/07/02/mali-integralisti-danneggiano-storica-moschea-di-timbuctu/


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Pellegrino
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è piuuttosto difficle credere che proprio gli integralisti islamici violino le moschee.

se leggi questo avrai più notizie sul tipo di "islam" di cui si parla..
http://europeanphoenix.net/it/component/content/article/5-cultura/329-perche-i-salafiti-distruggono-i-santuari-islamici


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