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Mercedes, Rai e Pavesini è vietato nominare Londra...


dana74
Illustrious Member
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Mercedes, Rai e Pavesini
è vietato nominare Londra...

Da sinistra: Gianni Petrucci, presidente del Coni, e Giorgio Armani (ansa)
Tutto proibito, ai Giochi Olimpici: nel nome del business milionario, il Cio ha messo delle restrizioni in qualche caso anche grottesche. Ad esempio, non si può citare nemmeno la parola Londra. Off limits. Ecco qualche esempio curioso. La Mercedes Benz è pronta a presentare la sua "squadra" di campioni. Ma non può nominare, per regolamento, le Olimpiadi di Londra, i Giochi olimpici, eccetera eccetera. Lo vieta espressamente il Cio. Dietro front improvviso, quindi, venerdì sera. Un comunicato stampa della Mercedes precisa che nel comunicato precedente era "stata inserita erroneamente la frase "in partenza per Londra"...". Visto che è già arrivata una diffida, per evitare cause legali, con richieste di risarcimento danni, è meglio che "Londra" non venga nominata. Nemmeno la città si può citare, pur senza alcun riferimento olimpico. Lunedì a Roma, in occasione della presentazione (ore 13, Aquaniene, chez Giovannino Malagò), che ci racconteranno? Che il Mercedes Benz Team, di cui fanno parte fanno parte la Pennetta, Mornati, Cammarelle e Montano (tutti olimpici: noi possiamo scriverlo senza incorrere negli strali del Cio...), non è più "in partenza per Londra" ma questa estate verso fine luglio andrà sì in Inghilterra ma in vacanza sulle bianche scogliere di Dover...

Altro caso, divertente (e assurdo) pure questo: la Fiat è sponsor ufficiale del Coni e avrà le sue auto parcheggiate a Londra davanti a Casa Italia, a due passi dalla Cattedrale Westminster. Attenzione, però, le Fiat potranno accompagnare, ad esempio, Petrucci da Casa Italia sino al Villaggio Olimpico, ma dovranno lasciarlo fuori dai cancelli: dentro possono entrare solo le Hyundai (sponsor del Cio) e le Bmw (sponsor del Logoc, comitato organizzatore britannico). La Pavesini aveva studiato uno spot, con addirittura Federica Pellegrini testimonial, con citazioni del Big Ben e del London Eye (la ruota panoramica di Londra, sul Tamigi). Niente da fare: non si può, Torre dell'orologio e Ruota sono state cancellate subito. Anche la Rai, nei suoi spot, deve stare molto attenta con le citazioni olimpiche (niente Londra) per evitare guai e lo stesso Armani, che ha appena concluso un grosso accordo con il Coni come main sponsor, sul territorio inglese non può citare nella sua pubblicità la squadra olimpica azzurra (come mai? semplice: il Cio è sponsorizzato dall'Adidas...): ma può fare, se vuole, una pubblicità generica al Marchio Armani, famosissimo ovviamente anche sul suolo inglese. Attenti, quindi: quelli del Comitato olimpico non scherzano, hanno messo in piedi una specie di Grande Fratello con uno stuolo di avvocati che tengono tutto sotto controllo e sono pronti ad intervenire per chiedere i danni. Business (d'altronde) is business. Non parliamo poi dei social network: il "Ioc" (Cio) "actively encourages and supports athtletes ad other accredited at the Olympic Games to take part in social media and to post blog and tweet their experiences...". In pratica, evviva la modernità. Si incoraggia l'uso dei social network, visto che siamo nel 2012. Ma è solo una finta, in realtà è tutto, o quasi, è proibito: gli atleti (anche per motivi di scommesse e non solo di business) non potranno parlare delle loro condizioni di salute, tantomeno degli avversari. Nessun riferimento diretto alle gare. Non potranno "postare" foto, se non generiche. Insomma, potranno scrivere su Facebook o Twitter soltanto:" Cara mamma, domani spero proprio di fare una buona gara, ma non ti posso certo dire come sto, tantomeno come stanno i miei compagni o avversari: ti posso dire che però oggi a Londra c'è un bel sole". Sì, loro Londra potranno nominarla...

Abete, Agnelli, la terza stella e la Federgolf
Giancarlo Abete deciderà domenica pomeriggio, ospite della trasmissione "Stadio Sprint" di Enrico Varriale. Il n.1 della Figc assisterà in tv alle celebrazioni della Juventus per il 28° scudetto, come da sentenze sportive passate in giudicato, poi deciderà cosa fare. Se, e come, intervenire. Se fare avviare da Stefano Palazzi una procedura di deferimento. La Juve, sulle maglie, dovrebbe trovare un escamotage per aggirare le regole: mettere la terza stella sul logo della società, modificando così un articolo dello statuto. E siccome il logo è proprietà personale, Lega e Figc potrebbero dire (e fare) ben poco. Anche il Coni pare si sia arreso (Petrucci è per la pace, e stima molto Agnelli): ma tutti quegli scudetti con il numero 30 che campeggiano allo Juventus stadio e davanti alla sede? Sepp Blatter, maliziosamente, ha ricordato che gli scudetti della Juve sono 28, mentre Michel Platini, da vecchio cuore juventino, si è tirato fuori dalla contesa ("Questioni italiane", ha detto quel rubacchione). Ma Abete ha già garantito che lui farà rispettare "le regole". Possibile che, pur invitato, diserti la trasferta a Torino per l'inaugurazione del museo della Juve, per evitare di cadere in un'altra trappola dopo quella dell'inaugurazione dello stadio, con in bella mostra i ventotto scudetti (ora diventati trenta, secondo la versione juventina). Trappola che, seppure a scoppio ritardato, lo imbarazzò non poco. La questione terza stella sta prendendo una piega poco simpatica. Fra l'altro ci sono numerosi consiglieri consiglieri federali, e non solo quelli di fede interista (due-tre, e non di poco peso), che non gradiscono affatto l'eventuale sbarco di Andrea Agnelli in consiglio federale. "Ma come-ci hanno detto-ha chiesto alla Figc 444 milioni di danni per Calciopoli, roba da mandarci in fallimento e adesso rischiamo di trovarcelo seduto nel governo del calcio. Non esiste". Intanto, bisogna vedere se i ricorsi della Juventus al Tar eccetera eccetera li ha firmati Agnelli o il dg Marotta: ma questo, secondo un'interpretazione giuridica, cambierebbe ben poco. Se fosse stato Andrea, in base alle norme Figc (sempre che si decida di rispettarle...), non potrebbe ricoprire cariche federali perché ha un contenzioso in atto con una Federazione. Tra l'altro, pare che Agnelli abbia intenzione di candidarsi alla presidenza della Federgolf (ora è consigliere): bisogna vedere però cosa ne pensa il presidentissimo Franco Chimenti, che ha rilanciato un sport prima solo per ricchi, e Toto Bulgheroni, ex grande campione del basket e ora industriale di successo, anche lui interessato alla presidenza di questo sport in continua ascesa e che a Rio 2016 avrà un posto di prestigio nella famiglia olimpica. Ma stavolta pare proprio che Abete voglia proprio fare la voce grossa. E, assicura chi lo conosce, non è tipo tanto tenero come sembra.

(12 maggio 2012)
http://www.repubblica.it/rubriche/spycalcio/2012/05/12/news/terza_stella_olimpiadi-34975765/


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