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Morto David Bowie

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minollo
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[Riflessione]


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Georgejefferson
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Be si, buttare a mare tutta l'arte come dei pazzi, come argomento spauracchio da indirizzare e' vago.

Fa buona propaganda anche al narcisismo " libero " come natura legittima e onorevole a priori, che inibisce il sentimento di empatia e vicinanza alle sofferenze generali.

Caspita Fisher o Moondog conosci Istwine?

Non sapevo che eri cosi esperto. E la tristezza di Moondog ti suscita un po di empatia?


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minollo
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Be si, buttare a mare tutta l'arte come dei pazzi, come argomento spauracchio da indirizzare e' vago. [...]

"Spauracchio"? Perché, non era esattamente quello che stavi facendo? E non è forse vero che tu non sai manco chi sia Bowie? Ah bè, in tal caso, perdona la mia sciocca presunzione di aver capito, ed erudisci anche noialtri poveri ingenui sulla certamente lunga lista di artisti (ma anche non artisti, eh, tanto per capire chi merita la nostra stima) che soddisfano i tuoi canoni di integrità morale + fruttuosità socio-politica sul piano pratico.

Perché sennò, qua se c'è qualcuno che si comporta come da manuale da guru evitando di rispondere compiutamente e concretamente a qualsiasi obiezione, ma piuttosto simulando una superiorità morale ed intellettuale a colpi di vaghezza incoerente e vacua fatta di spezzoni filosofico-ideologici accozzati senza logica, quello sei tu, altro che Bowie 😆


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Georgejefferson
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Su, non frignare minollo che non ho ancora scritto un kaiser e già ti scateni come una verginella offesa del santino del giorno (di cui non a te interessa pochissimo)


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Jor-el
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A ecco, rock decadente cattivo nome per via della "sinistra" buonista egemone, pensa.

Sara Glamour buono invece perche di destra "realista", in reazione al buonismo americano "progressive" pappa e ciccia con i potenti no?

E poi poco impegnato, insomma ? Impegnatissimo per se stesso come quasi tutti i narcisi nichilisti dello spettacolo che:

aprono la strada al terzo grande ricambio generazionale del Rock, quello che lo ha abbattuto definitivamente come spinta di speranza e ribellione alla visione del mondo scoraggiata e imposta con la propaganda, e "realista" (quella degli ideali elitari) che distrugge ogni volontà "contro".

Quella delle generazioni di tossicomani che "si identificavano" annichilendo se stessi nella disperazione con le lacrime empatiche del guru di turno tutto impegnato verso se stesso "empaticamente" tra hotel di lusso e signorine, a scuola pero di recitazione di lacrimante cinismo.

Aprendo la strada al disastro successivo della società dello spettacolo tutto apparenza e scimmiottamento dei " famosi" che "uno su mille ce la fà"...che tanto fanno frignare i nuovi e vecchi nostalgici di destra, nostalgici degli "eroi" esistiti solo nel loro immaginario.

Una versione anticipante simile al nostro vasco che passa dal siamo solo noi (e la vita spericolata incurante degli altri) al "mondo non si cambia cambia te stesso con le pugnette".

A già poi il mitico punk, quello del "si il futuro e' nostro" con gli elitari di tutto il mondo a farsi grasse risate pisciando su tutti dall'alto.

Un "eroe" dei nostri tempi, già tutte le Tv sintonizzate (che saranno buoniste della sinistra egemone).

A pero la musica, e che c'entra la musica, e l'arte? Quella deve solo dare sollievo o libidine o lacrime ma tutto nel privato di consolazione, come le ave marie per le vecchiette.

Non capisco cosa vuoi dire. Ho scritto soltanto una cosa vera. David Bowie e compagnia nei primi anni '70 erano fortemente osteggiati dalle riviste musicali di sinistra, ad esempio Muzak, diretta da Giaime Pintor. Erano considerati il Male assoluto, quelli che volevano portare il nazismo nel rock. Oltre i "Rock Decadente" Muzak s'inventò a un certo punto il "Nazi Rock" vero e proprio, in cui imbarcò i Blue Oyster Cult, i New York Dolls e gli Aerosmith (???). Non scrivo cose che ho sentito dire, ma cose che ho letto, nero su bianco, toccando con mano le fonti. Se la sinistra non capiva un cazzo di musica, non è colpa mia e se sono cambiati, meglio per loro. Resta il fatto che i "compagni" per non sbagliare noi punk ci sprangavano volentieri nel corso di pittoresche "settimane antifasciste". La destra non so. A Bologna non ho mai conosciuto nessuno che fosse di destra, almeno fino agli anni '90. E io non sono di destra, per niente.

Poi:
Sarò uno che cerca il pelo nell'uovo, ma il motto dei punk non era "sì il futuro è nostro" ma l'esatto contrario: NO FUTURE. Che tu abbia abbia capito alla rovescia uno slogan così semplice mi da da pensare. Forse avremmo dovuto essere ancor più terra-terra. 🙂

Bowie, il Glam Rock, il Punk. Vestigia di un tempo che fu, quando la comunicazione era un terreno su cui poteva cimentarsi la creatività.
Poi il potere ha sussunto tutto quanto, è vero, chi lo nega. Però ne è valsa la pena lo stesso.


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reio
 reio
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per fortuna abbiamo lui
https://www.youtube.com/watch?v=rke5lzT68dg


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minollo
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per fortuna abbiamo lui
https://www.youtube.com/watch?v=rke5lzT68dg

"If you're ever sad, just remember the world is 4.543 billion years old and you somehow managed to exist at the same time as Georgejefferson"

Tanto per restare sul tema del nichilismo in agguato quando si giunge a talune consapevolezze 🙄


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Georgejefferson
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A davvero, era NO futuro il motto Punk?

Pofferbacco che scoperta i nostri eroi.


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Georgejefferson
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Tanto per restare sul tema del nichilismo in agguato quando si giunge a talune consapevolezze

Sbagliato, riprova.

Quelle sono le risate degli idoli.


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Georgejefferson
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Forse avremmo dovuto essere ancor più terra-terra.

Aaaa...forse no topa per tutti sarebbe stato più terra a terra.

Bowie, il Glam Rock, il Punk. Vestigia di un tempo che fu, quando la comunicazione era un terreno su cui poteva cimentarsi la creatività.
Poi il potere ha sussunto tutto quanto, è vero, chi lo nega. Però ne è valsa la pena lo stesso.

A la libertà prima per se stessi ma oggi negata. Il mito del passato meno peggio, quando almeno si poteva frignare tutti insieme col vomito incorporato.

Comunque mi sono state attribuite un sacco di etichette, giudizi decisi a priori ecc..

E fino ad ora ho fatto solo il pagliaccio con 4 sparate semplicistiche. Qualcosa d'altro su di me?


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Matt-e-Tatty
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Però nazi rock gli Aerosmith, fa anche ridere.
Chissà cosa direbbero oggi quei giornalisti/critici dei vari gruppetti Crukko metal come i Crematory o i Ramstein o tutte quelle stranissime band dei paesi del Nord Europa/scandinavi.

PS per Jor:

Tra i vari glam roker, oltre che personaggi con un certo valore artistico (come sono stati i Tesla), sono arrivati al successo personaggi indecifrabili e dal dubbio talento come i twisted sister o i poison, o i Motely Crue. Qualche santo alla casa discografica devono averlo avuto, non è nemmeno protesta e disagio estremo alla Sex Pistols, è proprio una trovata di quando raschi il fondo del barattolo delle idee.


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Jor-el
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Però nazi rock gli Aerosmith, fa anche ridere.
Chissà cosa direbbero oggi quei giornalisti/critici dei vari gruppetti Crukko metal come i Crematory o i Ramstein o tutte quelle stranissime band dei paesi del Nord Europa/scandinavi.

PS per Jor:

Tra i vari glam roker, oltre che personaggi con un certo valore artistico (come sono stati i Tesla), sono arrivati al successo personaggi indecifrabili e dal dubbio talento come i twisted sister o i poison, o i Motely Crue. Qualche santo alla casa discografica devono averlo avuto, non è nemmeno protesta e disagio estremo alla Sex Pistols, è proprio una trovata di quando raschi il fondo del barattolo delle idee.

Il Glam-Metal degli Anni '80, fenomeno prettamente americano, è qualcosa di abbastanza diverso dal Glam Rock degli anni Settanta, anche se un gruppo di raccordo c'è: KISS. Esso deriva più da una corrente contigua, lo Shock-Rock, che partendo da Alice Cooper arriva fino a Marilyn Manson. Attenzione a dare giudizi avventati, ho assistito a un concerto dei Twistewd Sister e devo dire che ci sanno fare e non poco. E non toccarmi i Motely Crue!!! Ho lavorato con Vince Neil (il loro cantante) nel 1993 (eh, una vita fa...) e mi sono divertito un sacco. Soprattutto al party nella villa del regista! Che fighe! 🙂

Per quel che riguarda i nazi-Aerosmith, me lo ricordo bene il trafiletto, diceva così: "Aerosmith, paranoia nera nella musica e mitra in mano al cantante". Probabilmente l'articolista aveva visto una foto di Tyler e aveva scambiato l'asta del microfono per un mitra... Poi c'era una foto dei BOC con sotto la didascalia che diceva, naturalmente: I New York Dolls.

Per George:
Non prendertela, so che sei un po' suscettibile, quando scrivo che non capisco quel che vuoi dire, intendo proprio, quello: non ho capito, o non sono sicuro di aver capito. Non è che voglio darti adosso, non mi permetterei mai.
Comunque sì, era NO FUTURE, dal testo di "Anarchy in the UK" dei Sex Pistols. 😉


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Arcadia
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David Bowie

Addio all'uomo delle stelle

di Marco Bercella

L'uomo che cadde sulla terra è tornato, infine, da dov'era venuto: "Look up here, I'm in heaven, I've got scars that can't be seen, I've got drama, can't be stolen, everybody knows me now". Un incipit, quello del nuovo singolo "Lazarus", che diventa l'epitaffio di una vita vissuta come un'opera d’arte, l'uscita di scena di un musicista preveggente, che ha saputo come nessun altro giocare con i cliché del rock, abbattendone le barriere, creando un'estetica.
Lo ha fatto forgiando personaggi memorabili, che si sono instillati nell'immaginario in modo se possibile ancora più prepotente delle sue canzoni (e che canzoni!). "There's old wave, there's new wave, and there's David Bowie", recitava la locandina dell'etichetta RCA nell'anno del lancio di "Heroes", e mai slogan pubblicitario fu più azzeccato, giacché Bowie era un'antenna capace di captare segnali, di riprogrammarli restituendoli al mondo in nuove, abbaglianti fattezze. Bowie era, ed è, la sempiterna terza via con cui, volenti o nolenti, si doveva e si dovrà fare i conti.
Con lui il folk diventa teatro, il glam bisessuale e cosmico, il soul androgino e plastico, il crooning gelido ed emaciato, l'ambient e il kraut-rock improvvisamente fruibili, il new-pop romantico e truccato, il funky cotonato e bianco, il drum 'n' bass non più materia per danze impasticcate, ma per copertine di riviste patinate, e si potrebbe continuare.

In cinquant'anni di carriera abbiamo fatto i conti col menestrello psych-folk, con Ziggy (non ci sono personaggi equiparabili... Ziggy è Ziggy, e nessun altro...), poi è stata la volta del sottile e drogatissimo Duca Bianco, dell'esistenzialista teutonico, del pierrot new romantic, del frontman che più stiloso non si può, del rocker ben vestito, dell'eroe post-industriale e infine, nell'ultimo decennio e forse più, con l'artista che si leva la maschera mostrandosi uomo con un pudore sempre più impercettibile, sempre meno trasfigurato.
E infatti, piano piano, progressivamente negli ultimi vent'anni, nella sua musica ha iniziato a prendere piede un'inquietudine diversa, l'ossessione per il tempo che passa, la crescente consapevolezza che il mondo non fosse più il palco per cui imbastire delle geniali e sgargianti messinscene.
Ma anche se lo specchio non restituiva più personaggi da inventare, né tendenze da veicolare, David Bowie è persino riuscito a farci credere che anche il grave malore che lo ha colto nel 2004 facesse parte del suo spettacolo: quel rimanere dietro le quinte per quasi dieci anni, e ritornare dopo essersi nascosto dietro a un silenzio assoluto, prima dimesso con "Where Are We Now?" e poi brioso con l'album che ne è seguito, aveva per certi versi stemperato la tensione.

"Hai visto? Bowie è tornato, anche questa volta...!". Ecco, ce lo siamo ripetuti anche all'annuncio dell'uscita di "Blackstar", e ormai rinfrancati siamo tornati ad attribuire tutte le ombre che contiene all'ennesimo dei suoi travestimenti. E invece no, questa volta ci stava dicendo che era finita per davvero, che questo era un addio ma che, anche questa volta, sarebbe stato lui a decidere il come e il quando.
David Robert Jones lo ha davvero deciso alla sua maniera, due giorni dopo il suo compleanno, due giorni dopo l'uscita del suo testamento artistico: l'eroe per un giorno è anche riuscito a scegliere il modo con cui consegnarsi all'eternità.
Maggiore Tom, comincia il conto alla rovescia, accendi i motori, controlla l'accensione, e che Dio ti assista.

http://www.ondarock.it/speciali/addio_davidbowie.htm


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Georgejefferson
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Comunque sì, era NO FUTURE, dal testo di "Anarchy in the UK" dei Sex Pistols.

Ma va?
Era proprio quello e'.
La pisciata dall'alto più esplicita


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Arcadia
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Posto un bel pensiero di Carlo Massarini:

Ieri sera, per pura e incredibile coincidenza, preparando le pillole per Absolute Beginners, ascoltavo "The Man Who Sold The World", "Hunky Dory" e "Ziggy Stardust". Soprattutto il secondo, che ho amato alla follia, scoperto in un pozzetto di dischi d’importazione, senza che nessuno mi sapesse dire chi era.

Mi si è riaperto un mondo: Per Voi Giovani, i dischi import, l’Università, l’esame di Anatomia preparato con Ziggy nel mangianastri, le telefonate in RCA per dire “Ma che aspettate a pubblicare Bowie? Come chi è?”, i settimanali inglesi e le foto di Ziggy piegato sulla chitarra di Ronson, la mitologia della rock star aliena, una scossa elettrica a tutta la scena inglese, che non sarebbe mai più stata la stessa, l’abbandono –il primo di una lunga serie- della maschera. E riflettevo su quel pezzetto di testo su "Quicksand", atmosfera criptica, un po’ occultista, “non credere in te stesso, non ingannarti credendo, la conoscenza viene solo con la liberazione della morte”. Perché, in un album in fondo leggero, codice del suo futuro artistico a partire da Ch-ch-ch-Changes, una cosa così sconfortevole?

Sono andato a dormire canticchiando "Starman", e al risveglio Bowie era stato liberato davvero. Il mutante, che fino all’ultimo aveva continuato a cambiare ed esplorare, aveva compiuto la mutazione ultima. L’’attore’, come amava definirsi, aveva fatto un’uscita di scena definitiva, praticamente il giorno del suo compleanno e del suo ultimo disco. Non so come considerare tutto questo, ma certo ho una sensazione strana addosso.

Bowie l’ho incontrato solo una volta, 1977, all’uscita di "Heroes". Brillante, intelligentissimo, attento, comunicatore perfetto, culturalmente vorace, avevi la sensazione di stare di fronte a uno di livello superiore. E non ho mai dimenticato quel ’se funziona, gettalo via!’ che ha lasciato un segno nella mia vita. Ve ne ripropongo un passaggio, perché la sua lucidità era pari al la genialità artistica.

“Eno ed io siamo molto vicini perché nessuno dei due si considera un musicista. Ma ci consideriamo artisti. Eravamo entrambi pittori e abbiamo deciso che la pittura non era un medium moderno: era arcaico, ci doveva essere qualcos'altro. Proviamo con il rock'n'roll, facciamolo funzionare, diamogli una nuova dimensione!Credo che sia un momento molto stimolante, per me, Eno e Fripp: stiamo creando qualcosa di eccitante, e quando smetterà di esserlo, ci sposteremo di nuovo. Ho la più alta stima per chi, senza curarsi se una cosa abbia successo o meno, ha il coraggio di non riposarsi sugli allori e vuole essere continuamente un artista contemporaneo. E quando dico contemporaneo intendo contemporaneo, non intendo dell’altr’anno. Il passo dei cambiamenti è così veloce, ora, che lo stile di vita di una persona può cambiare completamente in nove mesi – perché la musica dovrebbe parlare di una realtà di un anno prima? Sono interessato a trovare un nuovo linguaggio, dopodiché ricomincerò a parlare di certe situazioni. Ma non prima di aver trovato la formula con cui narrarle. Così ora devo essere David Jones per valutare quale linguaggio usare in futuro. Il rock'n'roll allora era eccitante, perché l'informazione era nuova, ma dopo vent’anni è diventato arcaico. È come un libro che leggi e dici: wow, che gran finale! Quando lo leggi una seconda volta pensi: è sempre lo stesso finale. La mia insistenza a mantenermi al passo coi tempi mi spinge a entrare in aree diverse prima ancora che io abbia finito con la precedente. I dadaisti dicevano: se funziona, gettalo via! È un approccio di tipo cibernetico: anche se il tuo cuore rimane legato emotivamente, devi continuare a cambiare. A meno che tu non voglia rilassarti e ascoltarti – allora puoi rimanere con la musica che hai scelto! – ma io non sono dentro la musica per la musica. Io voglio usarla. Alcuni dei miei album sono stati di successo, altri in parte, alcuni per niente. Ma sono tutti lì, e in retrospettiva hanno tutti un significato”.

Ciao, David, mancherai a tutti quelli che credono che l’arte, e la vita, siano cambiamento costante, e reinvenzione quotidiana.

Intervista dello stesso Mister Fantasy per Popster, nel 1977, subito dopo l'uscita di "Heroes": http://www.velvetgol.../massarini.html


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