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Morto David Bowie

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spadaccinonero
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@makkia
i picasso, la robaccia bauhaus è come i vari benigni, allen, cohen, levi ecc

dei "grandi" solo perché comunemente imposti dai media con i suoi prezzolati "opinionisti" (ovviamente imparentati o pagati da quelli sopra)

poi ognuno interpreta come vuole il mondo

io sono sicuro che un guernica disegnato da me lo buttano nel cesso, se lo disegna zuckemberg diventa intoccabile

suvvia, meno favole prima di andare a nanna

😆


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Georgejefferson
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Vedo un pelo di grettezza nel rivendicare di non saper apprezzare qualcosa che si sa per certo essere meritevole.

Non si tratta di "non saper apprezzare", spesso e volentieri chi non trova di suo gusto qualcosa, lo sa benissimo che "non vuole" applicarsi nell'immersione culturale di una data opera o stile che sia, ma viene disprezzato proprio dallo snob con la scusa della competenza, e quindi deciderebbe "il come" a suo insindacabile giudizio, fermo nella sua certezza assoluta che "si sa per certo essere meritevole" (magari non tu, e' generico) l'opera in questione.

Quando e' il soggetto che determina un gusto, emozione o significato, oppure dimostra il contrario.


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makkia
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@makkia
i picasso, la robaccia bauhaus è come i vari benigni, allen, cohen, levi ecc

dei "grandi" solo perché comunemente imposti dai media con i suoi prezzolati "opinionisti" (ovviamente imparentati o pagati da quelli sopra)

Questa storia degli ebrei ti sta prendendo la mano. Sei paranoico.

poi ognuno interpreta come vuole il mondo

E quando lo fa si chiama "dissociazione".
Non si piega la realtà a "come vogliamo" che sia. La realtà esiste e noi cerchiamo, per quanto possibile, di interpretarla.
Che è un lavoro rognoso, perché è assai complessa. Ma almeno il desiderio di non inventarla di sana pianta a nostro uso e consumo, dovremmo lasciarcelo.

io sono sicuro che un guernica disegnato da me lo buttano nel cesso, se lo disegna zuckemberg diventa intoccabile

Visto che, prima di decidere se hai davanti o meno dell'arte, devi prima sapere se ci sono di mezzo gli ebrei, direi che la tua sensibilità artistica è un po' troppo condizionata.
Quindi sì: con questa tara è improbabile che i tuoi disegni vengano fuori qualcosa di abbastanza genuino da veicolare arte.
Quanto a Zuckerberg, credo che i suoi disegni farebbero la stessa fine dei tuoi, salvo che qualche fesso ci spenderebbe due baiocchi sopra. Ma lo farebbe perché pensa che siano "un investimento", come il preservativo usato di Jimi Hendrix o la giacca di Little Richard (taglia 58) o come il frammento della Croce, garantito proveniente dal Golgota.
Soldi sì. Intoccabilità artistica col cavolo.

suvvia, meno favole prima di andare a nanna

Cioé che esistano opere d'arte sarebbe una favola?
Mapperfavore.


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spadaccinonero
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paranoico dillo a tuo cugino o a qualche amico tuo, grazie

non stravolgere quello che è il mio pensiero, "gentile" makkia

sto dicendo che molti "artisti" sono quello che sono grazie allo sponsor che hanno dietro, se così non fosse avrebbero dovuto LAVORARE come un qualsiasi altro comune mortale, NON HO DETTO CHE NON CI SONO ARTISTI
ma che non lo sono un picasso, quelli del bauhaus, un allen, un benigni o per finire ai giorni nostri un zalone (giusto per elencarne alcuni)

stop

se poi vuoi fare il furbastro e continuare a fingere di non capire, prego 8)


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makkia
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Vedo un pelo di grettezza nel rivendicare di non saper apprezzare qualcosa che si sa per certo essere meritevole.

Non si tratta di "non saper apprezzare", spesso e volentieri chi non trova di suo gusto qualcosa, lo sa benissimo che "non vuole" applicarsi nell'immersione culturale di una data opera o stile che sia ma viene disprezzato proprio dallo snob con la scusa della competenza e quindi deciderebbe "il come" a suo insindacabile giudizio fermo nella sua certezza assoluta che "si sa per certo essere meritevole" (magari non tu, e' generico) l'opera in questione.

Allora, prima che ci fraintendiamo di nuovo, vediamo di capire cosa c'è scritto qua sopra.

Non si tratta di "non saper apprezzare", spesso e volentieri chi non trova di suo gusto qualcosa, lo sa benissimo che "non vuole" applicarsi nell'immersione culturale di una data opera o stile che sia

Che è quello che ho detto io (di me stesso): difettandomi la strategia di approccio, succede che non capisco bene, non mi piace, mi lascia indifferente.
So che, se volessi, ci potrei arrivare. Però sono pigro. Amen. Farò a meno di quella particolare cosa.
Certo, non me la schiaccio di fare qualcosa di chissà quanto speciale: è proprio questione di "non saper apprezzare".
Ma tranquillamente, non una questione di vita o di morte: non sapere come fare ad apprezzare e fregarsene di decidere che voglio imparare ad apprezzare.
Non ne faccio tutto 'sto gesto eroico. Non è che "non voglio" in quanto atto volitivo contro chissà che. Non voglio perché mi fa fatica.
(né mi pare che jor-el ne facesse una battaglia all'ultimo sangue, ma magari sbaglio)

ma viene disprezzato proprio dallo snob con la scusa della competenza

Veramente qui era Jor-el che "disprezzava" chi ama una roba che a lui non piace. 😉
(In realtà sembrava più una battuta, quindi magari non "disprezzare" ma "sfottere")
Comunque lo snob, in questo caso, sarebbe la moglie, che ha studiato arte (ha la competenza).
Sentiamo lui (se vuole) ma l'impressione mia è di una cosa un po' più tranquilla che una "rivolta contro il sapere costituito", rappresentato da quegli stronzi che, amando una cosa, fanno questo terribile atto di arroganza di interessarsene molto, magari anche leggere, addirittura studiare, qualcosa in proposito.

e quindi deciderebbe "il come" a suo insindacabile giudizio

Chi? Il soggetto di questa frase sarebbe "chi non trova di suo gusto".
Presumo, da contesto, che tu intenda invece "lo snob" che impone agli altri il modo giusto di cosa è arte e cosa no. (E se mi sbaglio perdonami, ché io sto solo cercando, da contesto, di ricostruire la tua intenzione comunicativa a dispetto di cosa dice la sintassi).

Allora: Boh?
Dove li hai visti, questi censori che obbligano la gente a pensare questo invece di quello?
Non intendo in assoluto (che di cariatidi e tromboni è pieno il mondo).
Intendo in quello che ho scritto IO, visto che quoti me.
Ho detto che ci sono delle TECNICHE per avvicinare l'opera d'arte. Come ci sono delle tecniche per suonare il violino.
Non possiedi queste tecniche? Quel povero violino sembrerà un cardine male oliato.
Simile con l'arte. Anche se non ti sei accorto di fare un lavoro, ti sei sbattuto nelle orecchie la tecnica (la strategia d'ascolto) per ascoltare la TUA musica.
L'altra musica, l'altra arte, la vivi senza queste strategie o con strategie rudimentali: sei un "istintivo". Mi piace/non mi piace. Poco più di questo.

Cosa c'è di così drammatico, impositivo e violento nel dire una simile cosa?
E' il meccanismo per mezzo del quale apprezziamo (molto/poco/per niente) una cosa più complessa del semplice vedere, sentire, toccare, comunicare contenuti funzionali.

Più complesso il fenomeno, più articolata la "strumentazione" necessaria per coglierlo.
Più complicata la strumentazione, più diventa necessario faticare un pochino per usarla (bene/così così/male).
Tutto qui.
Niente soloni e grandi maestri. Puoi imparare tutto da solo, da autodidatta.

fermo nella sua certezza assoluta che "si sa per certo essere meritevole" (magari non tu, e' generico) l'opera in questione.

Frena!
Che "si sa essere meritevole" lo implicava Jor-el, non io.
"molti artisti che amo lo considerano un genio", "mia moglie ha studiato arte e a lei piace", "magari mi sbaglio".

Che è lo stesso meccanismo che applico io a quello che non mi piace e che però gente che stimo intellettualmente apprezza.
Stockausen? Mi fa cagare, ma ci sono fior di musicisti che lo amano (beh, insomma... lo trovano molto interessante). Che siano buoni musicisti lo so per certo. Possibile che loro siano tutti coglioni e io l'unico che ci capisce?
No, ci dev'essere un'altra spiegazione.
E... sorpresa! C'è un'altra spiegazione.
Che spiega come sia possibile che a parità di bagaglio musicale, culturale e di sensibilità, a me non piaccia e a lui sì, o viceversa.
E' stato studiato, ha riscontri in psicologia, in semiologia, in estetica: è un meccanismo NOTO.
Lui ha la strategia di ascolto per Stockhausen e la dodecafonia, e gli piace.
Io ho quella per la musica rinascimentale, il salsa e il samba che a lui fanno più o meno schifo.
Non tutti possiamo avere tutto.

E la figata è che questo meccanismo ci risparmia la fatica improba di giocare a chi ce l'ha più lungo:
- A me non piace ma è perché sono un zacco più zenzibbile della sporca massa condizzzzionata dal come foss'antani prematurato con triplo scappellamento
- A me piuacie perché io ho la conoscuenza pro...FONDA (piaciuto, eh?) della supercazzola tarapia tapioco tarapum taraponzipo'
[o viceversa ad libitum]

Quando e' il soggetto che determina un gusto, emozione o significato, oppure dimostra il contrario.

Non capisco questa frase, mi spiace.

Il soggetto determina il gusto?
Cioé? Io "decido" che mi piace una cosa o meno? Determino??
O non è magari che PRIMA mi piace e non so perché. POI mi ci devo mettere su a capire (prima di tutto per me) e spiegare (agli altri) il perché mi è piaciuta?

Determino che c'è un significato/emozione in qualcosa... perché in quel qualcosa C'E' effettivamente significato/emozione... oppure determino che c'è significato/emozione anche quando non c'è niente, come nella paraidolia (cioé quando vedi il volto di Budda negli anelli di un tronco d'albero)?

Né ho capito chi dimostra il contrario di cosa a chi.


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spadaccinonero
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@makkia

una volta per tutte faccio un esempio

domani la tv inizia a sponsorizzare magliette con il logo di un pene

le pubblicità martellanti intonano una canzoncina che fa

"le katz shirt sono fighe, le katz shirt sono le magliette dei campioni, le indossa pure totti"

dopodomani vedrai per le strade una marea di gente con le magliette del katz

la propaganda può vendere, rendere competente, proporre, far vedere qualsiasi cosa perché gestiscono le opinioni della gente, quindi non è importante la qualità o la bravura ma solo la creazione del mito

devo fare un esempio reale?


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Georgejefferson
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Dell'ultimo rispondo appena mi ritaglio tempo.

Intanto...
Mischi le carte a tuo piacimento Makkia. Qui nessuno, o almeno per quanto mi riguarda, intende "le opere d'arte non esistono".

Allora parlando di un particolare, una opera d'arte ad esempio, e tiri fuori il "tutto" la " realta' tout court", per dare rinforzo a quello che credi.

Io ho inteso, che l'opera in se' non ha significato senza il soggetto che la giudica, e dovresti altrimenti dimostrare la falsita di questo, e non puoi.

Inteso questo, l'unica cosa a cui puoi fare appello per la tua personalissima interpretazione dell'opera e':

Gli esperti dicono che..Perche hanno studiato e la maggioranza di loro dice cosi.
Per semplificare.
Quindi una nicchia di presunti esperti si arroga il diritto (per semplificare) di intendere, a loro insindacabile giudizio, cosa e' reale, e cosa no, di un'opera d'arte, ma contemporaneamente lo negano (che sono loro a gmad arrogarsi il diritto)

Quindi una posizione "astratta" (cosi la hanno chiamata, perche astrae da se il giudizio all'apparenza, come se fosse un'entita metafisica non meglio specificata che giudica al posto nostro)
E chi non e' d'accordo lo chiamiamo (con la parola decisa e inventata da loro in questo contesto):

Dissociato. Perche cosi noi abbiamo deciso, ma lasciamo intendere che la dissociazione non sia rivolta al nostro giudizio (altrimenti ci sgamerebbero), ma alla "realta" tout court".

Makkia.

Appena posso rispondo al resto.


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spadaccinonero
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cito da GJ

"Intanto...
Mischi le carte a tu piacimento Makkia."

si, ho notato anch'io questo vizietto

😉

ciao GJ

😀


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Georgejefferson
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Ho letto.

Ho fraintendi sinceramente, o ti barcameni con la retorica nasconderti le contraddizioni. Dal mio punto di vista non quadrano molte cose, devo rileggere meglio, appena posso ne parliamo.

Ps. se ci sforziamo al rispetto, oltre diverse ipotesi e contraddizioni irrisolte (per te non saranno lo stesso magari, prendero atto),e' molto interessante.

A domani.


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Georgejefferson
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Riletto di nuovo.

Eeee Makkia. Tra fraintendimenti (volontari o retorici) scorrettezze ( esagerazioni, trucchi retorici vecchi come il cucco, velate accuse ) stravolgimenti del mio intendere, riduzionismo (anche quello vecchissimo e sempre simile),

Non e' che sia un atteggiamento di dialogo serio.
Questa volevo fosse appunto NON una gara di chi ce l'ha piu lungo. Mille altre volte mi sono incazzato, ma per queste scorrettezze, non perche non abbia niente da dire (bello o brutto che sia per gli altri)

Anche perche per quanto mi riguarda, non posso provare niente di assoluto e certo. Il fatto e' che neppure tu, ma non lo vedi (o almeno, forse fingi di non vederlo). Le contraddizioni non sono negative a priori, anzi aiutano lo sviluppo del dialogo, dal mio punto di vista.

Ed io te lo mostro, passo per passo.
E magari riprendo anche quello che tralasci.

Abbiamo tutto il tempo, io non ho fretta e ripeto, mi sforzo di non mancarti di rispetto.


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makkia
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la propaganda può vendere, rendere competente, proporre, far vedere qualsiasi cosa perché gestiscono le opinioni della gente, quindi non è importante la qualità o la bravura ma solo la creazione del mito

Quasi vero. Si chiama showbiz, nel caso dello spacciare contenuti (pseudo) artistici.
Mi stai dicendo cose che so.
E che in parte ho detto, citando l'intervista di Bowie.
Il business distrugge l'arte per due motivi: perché non vende o perché gli dà fastidio politicamente. Quell'arte che non ha questi due "handicap" la lascia ancora circolare.

Il problema che ho con te è quando cominci a fare lo stesso lavoro della propaganda, ma al contrario: se è negli scaffali significa che non è arte!

Ma così diventa automatico (e becero) il giudizio. Uguale a quello che fa il business/potere ma di segno contrario.
Cioé è un'operazione estranea all'arte.

Solo mettendosi in prospettiva artistica si giudica l'arte. Ci sono meccanismi (non sicuri al 100%, ma funzionano) che ci permettono di scoprire dove l'arte non c'è, dove c'è poco, dove c'è ma nascosta sotto le infiocchettature del profitto.

Affermazioni come le tue (se il potere vuole fa passare qualsiasi cosa come arte) sono altamente imprecise.
Non è vero.
Certo, tenta di farlo, ma è un'operazione che difficilmente va in porto, o che funziona per un po' (l'arte invece trascende il tempo), o che gli si ritorce contro (l'arte "depurata" si trasforma in arte vera senza che il potere possa farci niente).

L'arte è più forte del business e del potere. E anche della lobby/intellighenzia ebraica.

Non è affatto vero che puoi creare a piacere la sensibilità artistica delle persone. La puoi orientare, ma non funziona.
E abbiamo i lunghissimi "esperimenti" del socialismo reale che ci hanno dimostrato che non funziona. Le masse si assoggettano e fanno i fruitori passivi, ma il gusto artistico rimane nelle persone.
I fascismi hanno fallito allo stesso modo.


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Georgejefferson
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la propaganda può vendere, rendere competente, proporre, far vedere qualsiasi cosa perché gestiscono le opinioni della gente, quindi non è importante la qualità o la bravura ma solo la creazione del mito

Quasi vero. Si chiama showbiz, nel caso dello spacciare contenuti (pseudo) artistici.
Mi stai dicendo cose che so.
E che in parte ho detto, citando l'intervista di Bowie.
Il business distrugge l'arte per due motivi: perché non vende o perché gli dà fastidio politicamente. Quell'arte che non ha questi due "handicap" la lascia ancora circolare.

Il problema che ho con te è quando cominci a fare lo stesso lavoro della propaganda, ma al contrario: se è negli scaffali significa che non è arte!

Ma così diventa automatico (e becero) il giudizio. Uguale a quello che fa il business/potere ma di segno contrario.
Cioé è un'operazione estranea all'arte.

Solo mettendosi in prospettiva artistica si giudica l'arte. Ci sono meccanismi (non sicuri al 100%, ma funzionano) che ci permettono di scoprire dove l'arte non c'è, dove c'è poco, dove c'è ma nascosta sotto le infiocchettature del profitto.

Affermazioni come le tue (se il potere vuole fa passare qualsiasi cosa come arte) sono altamente imprecise.
Non è vero.
Certo, tenta di farlo, ma è un'operazione che difficilmente va in porto, o che funziona per un po' (l'arte invece trascende il tempo), o che gli si ritorce contro (l'arte "depurata" si trasforma in arte vera senza che il potere possa farci niente).

L'arte è più forte del business e del potere. E anche della lobby/intellighenzia ebraica.

Non è affatto vero che puoi creare a piacere la sensibilità artistica delle persone. La puoi orientare, ma non funziona.
E abbiamo i lunghissimi "esperimenti" del socialismo reale che ci hanno dimostrato che non funziona. Le masse si assoggettano e fanno i fruitori passivi, ma il gusto artistico rimane nelle persone.
I fascismi hanno fallito allo stesso modo.

Per quanto mi riguarda questo lo condivido abbastanza.
Ma tu sai (credo percepisci) che il mio discorso e' diverso, perche non e' che nego a priori certe cose.

Avro modo di spiegarlo meglio, e il tuo contributo e' parte dello sviluppo del discorso, ti chiedo pero di non essere sleale, cosa che da parte mia mi impegnero di fare.
Sempre se ti andra, ovviamente di proseguire.


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makkia
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Mischi le carte a tuo piacimento Makkia.

E questa è un'accusa di malafede, come tante altre che fai.
Ed è la difesa di chi gli argomenti non ce li ha o se li è visti controbattere e non sa come ulteriormente rispondere.

Io faccio il mio discorso. Non mi piego al tuo. Rispondo di quello dico. Rispondo a quello che dici.

Quello che dà giudizi sulla persona del proprio interlocutore sei tu. E non sulle opinioni della persona.
Cioé vuoi "vincere" ma senza argomentare.
Io non ho MAI detto niente su georgejefferson in questo topic (ho detto a spada che è paranoico, ma con lui ho un rapporto diverso).
Io rispondo a quello che dici, quando lo capisco. Alle argomentazioni. Se mi riguardano.

Il resto è fuffa che continui a sbrodolarmi addosso non so perché.

Qui nessuno, o almeno per quanto mi riguarda, intende "le opere d'arte non esistono".

Frase senza senso. Come quella identica di spadaccino.
Non accuso di dire questo. Accuso di utilizzare un metro per "identificare" l'arte che non può portare a nessuna conclusione nel campo dell'arte, ma solo nel campo della funzionalità comunicativa "normale".
["Funzionale" lo uso come sinonimo di "utilitario" e come contrario di "simbolico" (evito deliberatamente "artistico", che sarebbe più giusto ma creerebbe confusione)]

Arte e scienza. Arte e politica. Arte e controllo delle masse. Arte e business.
Sono tutte occasioni in cui l'arte viene usata per fare qualcosa di funzionale, utilitaristico. Cioé per conseguire scopi estranei all'arte.
Che questi attori esterni all'arte conseguano o meno i loro obiettivi non ha a che vedere col fatto che quella che usano sia veramente arte o non lo sia.
Decidere se una cosa è arte a partire dall'utilizzo funzionale che si fa di quell'opera è fondamentalmente sbagliato.
Es: che un coglione usi una coppa di Cellini come posacenere non cambia la perfezione orafa di quella coppa.

Io ho inteso, che l'opera in se' non ha significato senza il soggetto che la giudica, e dovresti altrimenti dimostrare la falsita di questo, e non puoi.

Hai inteso male.
Io ho detto il contrario esatto.
Che l'opera d'arte è portatrice di contenuti. E che dall'interazione fra il soggetto fruitore e l'opera d'arte questi contenuti vengono "liberati".
Quindi ho posto come attori SIA il fruitore CHE il "qualcosa" che è nell'opera d'arte (se ricordi ho detto che senza questo qualcosa non sarebbe un'opera d'arte ma un pezzo di marmo).
Inoltre (come ho detto) che quei contenuti sono infusi nell'opera dall'artista. Quindi c'è anche un "terzo incomodo".
L'arte ha bisogno di tutti tre: l'artista che mette dei contenuti nella materia inanimata, l'opera che si mette in vista come "impossibile da ignorare", il passante che entra in comunicazione con l'opera e ne estrae dei contenuti.
Ma l'arte "ha bisogno" di questi tre protagonisti SOLO per avere l'ambiente in cui l'arte si esprime, altrimenti non staremmo neanche qui a parlare di una cosa chiamata "arte" (parleremmo molto più vagamente del "Bello").
Non "ne ha bisogno" nel senso che ci sia questa indispensabilità. In realtà l'opera d'arte ha "bisogno" solo di esistere, di nascere. Da lì in poi è tutta discesa.

E vediamolo:
La comunicazione artistica NON è funzionale. Non veicola significati obbligati e sempre uguali come quando scriviamo una lettera commerciale.

La comunicazione artistica è simbolica. Quindi ogni fruitore viene investito dai contenuti e "si sperde" nei simbolismi, viene irretito in una comunicazione che è sì potente, ma è vaga e imprecisa (un simbolo è un agglomerato di contenuti). E "inventa" dei contenuti: il suo piacere è nel diventare un creatore di contenuti per il tempo che dedica all'interazione con l'opera d'arte.

La simbolicità dell'opera la rende indispensabile a suscitare questa "creatività" nel soggetto fruitore. Senza opera d'arte niente interazione, niente simbolismi da frugare, niente crezione di contenuti in noi.

Quindi il fatto che senza il fruitore non esiste l'opera è una sciocchezza.
A meno che si voglia dire che l'opera d'arte, chiusa in una cassaforte e dimenticata lì, diviene una non-opera d'arte perché nessuno può fruirne.
Ma è ridicolo: è costruire il caso limite solo per poter affermare una tesi (quella che senza il fruitore l'opera d'arte non esiste).

La realtà è che l'opera d'arte, senza un fruitore fra i piedi, rimane un potente creatore di simboli, una bomba di comunicazione simbolica pronta a esplodere.
L'opera d'arte esiste benissimo senza il fruitore.

Dimostrazione inversa: il fruitore sarebbe l'unica cosa indispensabile perché è lui che mette in contenuti nell'opera d'arte.
Schiocchezza.
Noi non possiamo mettere contenuti in qualsiasi cosa. Di solito gli oggetti, le azioni, i suoni, hanno valore funzionale e ci comunicano sempre la stessa cosa: "ciao, sono un'automobile, una scarpa, il rumore del treno che passa".
Uguale (o molto simile) per tutti. E già si vede la differenza con l'arte. Niente simbolicità, niente incertezza di interpretazione, niente necessità di creare/estrarre dei significati, niente diversa interpretazione per ciascun fruitore.
Ma soprattutto gli oggetti, le esperienze di tutti i giorni HANNO GIA' il loro bel contenuto. Non siamo noi che ce lo mettiamo. Figuriamoci se siamo così potenti e creativi da "mettere" contenuti in qualcosa che non li ha.
Quello è il lavoro dell'artista (per i contenuti simbolici) o dell'inventore (per gli oggetti funzionali a cui non abbiamo mai associato prima un contenuto).

DISCORSO SUL GIUDIZIO E SUI "PADRONI" DELL'ARTE
Qualcuno ha introdotto il concetto che a questa presunta (per me inesistente) capacità di "portare all'esistenza" l'opera d'arte da parte del fruitore si aggiunga il discorso che l'esperienza estetica che si fa al cospetto di un'opera d'arte sia "un giudizio".

Questo io non l'ho MAI detto.
Il fruitore siamo tutti noi. Siamo liberi di creare contenuti. Siamo anarchici nel creare questi contenuti. L'unico vincolo che subiamo alla nostra creatività come fruitori è quello che ci ha predisposto l'artista. Lui ha determinato un orientamento di massima a come vuole che i fruitori della sua opera reagiscano (interagiscano).
[E non sempre ci coglie. Nel senso che il fruitore può cogliere più di quello che l'artista voleva o qualcosa di molto diverso. Problemi dell'artista, non nostri, come fruitori 😛 anche l'artista, una volta creata l'opera, non è più necessario]

Quello che dà giudizi sull'opera d'arte non è un fruitore, è IL CRITICO.
Che fa un'operazione diversa dall'esperienza estetica.
Cioé cerca di ricostruire il percorso mentale, culturale, estetico, che l'artista ha fatto nel dare vita a quella particolare opera d'arte. Cerca di sviscerare i motivi sottili e profondi per cui quell'opera ha questo o quell'effetto (di massima) sui fruitori.

Io non ho mai parlato di giudizio e di critica. Quindi non mi interesso di rispondere su cose che non ho argomentato.
Se si vuole la mia opinione in merito alla critica e alla casta dei baroni dell'arte, basta chiederla.
Ma non ho visto alcuna richiesta in tal senso.
Ho visto soltanto delle richieste di replicare ad affermazioni che secondo te ho fatto o, peggio, avrei dovuto fare.

A margine vale la pena di ricordare che il lavoro del critico NON è inutile o dannoso. E' molto tecnico e può essere utile ad avvicinare delle opere o generi particolarmente complessi o che ci respingono.
Ma poi l'esperienza estetica, il rapporto intimo, con l'opera ce lo facciamo (dobbiamo farcelo) per conto nostro.

Il fatto che molti si sentano critici d'arte solo perché hanno la capacità di descrivere quello che provano e che ci hanno visto dentro, è un problema di non sapere o non capire la differenza fra un'esperienza estetica (simbolica) e un'analisi tecnica (funzionale). Cazzi loro: continuassero pure a credere di essere degli Zevi o Sgarbi "però giusti e popolari" (come i giornalisti di certe riviste di musica rock, per fortuna estinte).
Non fanno e non saprebbero fare il lavoro di Zevi o Sgarbi, semplicemente perché non sanno neanche quale è questo lavoro.


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Georgejefferson
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Oppla...sei sbroccato.

Non importa.

Non era mia intenzione piegarti al "mio discorso", qualsiasi cosa voglia dire, e che non vale piu di qualsiasi altro.

E' solo che il "tuo" discorso, non e' il tuo. E' una astrazione della realta.

E questo lo percepisci ma ti turba le convinzioni che ti sei fissato, e a cascata tutto il resto di merda che mi spali addosso in difensiva, (perche lo sai benissimo che le mie conclusioni sono di scetticismo, anche su quello che scrivo, ma si scontra verso le tue certezze che pensi granitiche)

Non fa niente, ho deciso di non fare altrettanto e riprendero punto per punto, riprendendo quello che hai lasciato indietro.

Ma devi avere pazienza, non ho tanto tempo. Oppure non ti interessa, e va bene, per me sono esercizi.

E sei sbroccato solo perche all'origine ho toccato uno dei feticci contemporanei a cui sei affezionato,nel caso Bowie.


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Georgejefferson
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Te l'ho detto che possiamo andare molto lontano Makkia, ma se svicoli dalle contraddizioni fermi il percorso insieme, e guarda che anche in quello che scrivo io ci sono le contraddizioni. Ma per svelarle entrambi bisogna affrontarle insieme, non farne una gara su chi ce l'ha piu lungo.

Deciditi, o gli argomenti non li ho.

Oppure li ho.

Ma se pensi che non sappia come controbattere sbagli, e' solo che non ho tanto tempo e lo posso fare a puntate.

Ma se devo copia incollare tutti i fraintendimenti per risolverli perche ti senti attaccato il dialogo si impantana.


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