Nazionalizzazioni e blocco

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Nazionalizzazioni cubane: pagine della Storia strappate per manipolare le note stampa

Dopo mesi di formalità e burocrazia, il Dipartimento del Tesoro USA ha autorizzato, per la prima volta in 56 anni, l'investimento di una società USA a Cuba.

E' la Cleber LLC, che installerà un impianto di assemblaggio di piccoli trattori nella Zona Speciale di Sviluppo Mariel.

Da mesi il governo dell'Avana aveva dato il via libera a questo progetto. E sono decenni che ha offerto possibilità di investimento per le aziende USA. Ma il blocco lo impedisce.

Perciò sorprende -ed indigna- che, all'informare su questa storica notizia, agenzie e media convertano, di nuovo, vittima in carnefice. Leggiamo, per esempio, l'agenzia AP: sarà "il primo investimento (...) di una società USA (...) da quando Fidel Castro prese il potere (...) e nazionalizzò miliardi di dollari di proprietà privata e di società USA, (che) provocò l'embargo".

Conclusione: Cuba fu colpevole del blocco che soffre, all'aver fatto detto processo di nazionalizzazione. Un messaggio che ripetono decine di media che, naturalmente, fanno molta attenzione a non raccontare gli imprescindibili antecenti storici.

Ricordiamo. Nel febbraio 1959 le banche USA ricevettero 424 milioni di $ rubati dall'erario pubblico da dirigenti della dittatura di Batista. Reclamati da Cuba, non furono mai restituiti.

Nell'aprile 1960, le società petrolifere Esso, Texaco e Shell, per imposizione del loro governo, ridussero l'esportazione di combustibile per l'isola. De in giugno, la Casa Bianca decretò la drastica riduzione della quota di zucchero cubano.

Erano le prime misure di blocco economico del paese, prima che questo fosse formalizzato e si estendesse a tutti i settori dell'economia.

La nazionalizzazione delle prime aziende USA, per inciso, non si realizzò sino a due mesi dopo.

Perché sarà che, al momento del redarre le note informative circa il contenzioso tra Cuba e USA, sempre s'incorre nelle stesse pagine della Storia?