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Nessuna fabbrica bruciò l'8 marzo 1908


helios
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Scritto da Alfredo Incollingo
Pubblicato Sabato, 14 Marzo 2015 10:51

8 marzo 1908
L'otto marzo del 1908 un calzaturificio newyorchese prese fuoco e le sue occupanti, sigillate al suo interno, perirono tra le fiamme. Ogni anno si commemora questo tragico evento con una giornata dedicata alla donna e alla sua lotta per l'emancipazione. E' andata veramente così?

Perché festeggiare la Festa della Donna? L'otto marzo del 1908 un calzaturificio a New York o a Chicago prese fuoco e le operaie, sigillate al suo interno (come punizione per i numerosi scioperi), perirono tra le fiamme. Questa è la tragedia che giustificherebbe questa ricorrenza. Eppure le femministe Tilde Capomazza e Marisa Ombra dimostrano l'infondatezza di questa ricostruzione storiografica. Non ci sarebbe stato nessun incendio.

Non è tutto. Le femministe ricostruiscono il travaglio storiografico intrapreso per giustificare le ritualità dell'otto marzo e sanare ogni dubbio. Si è parlato di repressioni violente di scioperi femminili accaduti nel 1857 o nel 1848. Anche in questi casi si è trattato di ricerche storiografiche false.

Ci fu una campagna intellettuale volta a celare o comunque a nascondere il fondo ideologico di questa festa. I motivi di queste scelte sono tuttora incerti.

E' provato invece che le celebrazioni in onore della donna furono in realtà volute da Lenin e dalla femminista Alexandra Kollontai per ricordare l'impegno donne nella rivoluzione russa. In pochi anni questa ricorrenza incluse le celebrazioni per commemorare le vittorie del femminismo e il sacrificio di migliaia di donne per una società egualitaria.

Non ci furono incendi né scioperi, l'otto marzo celebra il femminismo e le sue vittorie, questo pensiero di rivalsa sociale e culturale che sta ancora infiammando l'Occidente.

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Citazione
Anonymous
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La prima volta che si parlò dell'istituzione di una Giornata Internazionale della Donna, secondo la maggior parte delle fonti, fu alla II Conferenza Internazionale Socialista tenutasi a Copenaghen tra il 28 agosto e il 13 settembre 1910. Già da alcuni anni le più importanti esponenti del movimento rivoluzionario europeo, Rosa Luxemburg, Aleksandra Kollontaj ed in modo particolare la tedesca Clara Esner Zetkin ( direttrice del giornale "Die Gleichheit", L'Uguaglianza) avevano sottolineato la necessità che i partiti dei lavoratori affrontassero in maniera più specifica alcuni temi che, seppure propri della condizione femminile, avevano importanza universale: il diritto di voto alle donne in primo luogo, ma anche le "otto ore", il divieto del lavoro notturno, la tutela delle lavoratrici madri, il diritto di organizzarsi sindacalmente.

Nel 1910 tuttavia fu formalizzata in un documento ufficiale riportato da tutta la stampa dei lavoratori, la decisione di effettuare in ogni nazione una Giornata che ponesse con forza il problema della questione femminile.

L'incendio della filanda americana, dove nel marzo del 1908 sarebbero perite 129 donne, che aveva ispirato l'istituzione dell'8 marzo non centra niente.

Si può dirlo con assoluta certezza, nessun giornale americano del 1908 (da "Solidarity" dei mitici IWW - Industrial Worker of the World - al "New York Times" al "Chicago daily Socialist" ecc) riporta una simile notizia che pure, se non altro come fatto di cronaca, avrebbe dovuto avere una notevole risonanza.
Insomma il fatto che viene accreditato come l'ispiratore dell'istituzione della Giornata Internazionale della Donna (l'incendio di New York o di Chicago, secondo le versioni) non avrebbe alcun riscontro reale nel periodo in cui viene storicamente collocato.
Eppure questa leggenda viene continuamente riportata dai media ogni 8 marzo.

Un incendio effettivamente ci fu il 30 marzo 1911 a New York e fu terribile. Come riporta "Solidarity" il giornale dell'IWW del 1° aprile con l'articolo intitolato "Un crimine del capitalismo".

(Se interessa lo riporto testuale...)

In Italia sono stati il PCI, PSI, azionisti e cristiano-sociali che hanno alimentato questa menzogna...


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The_Essay
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cut..
(Se interessa lo riporto testuale...)

In Italia sono stati il PCI, PSI, azionisti e cristiano-sociali che hanno alimentato questa menzogna...

Gentile babuskin compatibilmente ai tuoi tempi se cortesemente fai tale "riporto testuale" penso che sia cosa gradita da parte dei soliti curiosi*,me compreso.Grazie!
Bye,Bye The Essay

*e aggiungerei pure gli amanti della verità storica


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Anonymous
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@The_Essay, la ringrazio dell'interesse.

L'articolo è intitolato "Un crimine del capitalismo", del I° aprile 1911.

New York è stata ieri la scena di uno dei più orribili sacrifici di vite proletarie al profitto capitalista che abbia mai turbato la metropoli e forse la nazione.
Centotrentaquattro giovani lavoratori e lavoratrici sono stati uccisi nell'incendio che ha distrutto il palazzo di dieci piani a "prova di fuoco" della Triangle Shirt waist Company, all'angolo tra Washington Place e Green Street. Intrappolati ai piani alti con le porte chiuse per costringerli a rimanere al lavoro, senza nessuna scala di sicurezza della quale potessero servirsi per mettersi in salvo, i lavoratori, terrorizzati, per lo più ragazze, sono saltati dalle finestre in numero tale che in effetti sembrava ai pompieri di trovarsi sotto una pioggia di esseri umani.
Le ragazze son venute giù a due e a tre insieme seppellendo i pompieri e quelli che li aiutavano sotto questa terribile pioggia di corpi. Molti erano anche bruciati in maniera tremenda. L'obitorio dove sono state portate le vittime, somigliava a un campo di battaglia con questa orribile mostra di cadaveri. I corpi erano bruciati, feriti, senza braccia o senza gambe, maciullati, arrostiti e distorti da tutte le agonie di una morte improvvisa e violenta.
Era una visione da inferno dantesco; una visione che solo Doré poteva immaginare e rappresentare.
Al momento dell'incendio i proprietari della Triangle Waist Company, erano tranquillamente al sicuro a casa propria con le mogli e i figli, mentre i proprietari dell'edificio si stavano godendo i piaceri di Palm Beach in Florida.
La S.W.C. assumeva anche operai non iscritti al sindacato e questo è stata la causa di un grande sciopero nel 1909 che era stato così punito.
naturalmente nessuno è precisamente responsabile di questo sacrificio orribile e inutile di vite di lavoratori: così ha detto il giudice, così dice il capo dei pompieri, in effetti questo è quello che dicono tutte le fonti legate ai capitalisti.
Non si può certo mettere in discussione il metodo capitalista di trarre profitto attraverso l'assassinio della classe operaia: questo è stato chiaramente dimostrato nel recente disastroso incendio a Newark, New Jersey, dove le vite dei lavoratori sono state liberamente spese e sprecate e i capitalisti che sfruttavano il loro lavoro hanno altrettanto liberamente potuto restare impuniti.

Naturalmente i padroni della fabbrica vennero assolti nel procedimento penale, ricevendo anzi un cospicuo indennizzo da un pool di compagnie assicurative. I parenti dei lavoratori morti furono risarciti, dopo una lunga causa, con 75 dollari per ogni vittima.
Quindi accadde effettivamente qualcosa di atroce che colpì, come spesso accade, (ANCORA OGGI) i soggetti più deboli: non a caso la maggior parte dei morti furono lavoratrici immigrate, in gran parte italiane ed ebree dell'Europa dell'est.
La vicenda tuttavia, anche se probabilmente ha ispirato le leggende sulle origini dell'8 marzo, non è in connessione diretta.
Basta fare una ricerca approfondita su fonti americane, si trovano notizie della strage in riferimento non alla condizione femminile, bensì al tema della sicurezza sul lavoro.


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