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Next step: Ucraina


proxer
Estimable Member
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Next step: Ucraina

Cosa sta succedendo ad est del fiume Dnestr?

L'agosto scorso nel remoto Caucaso si è mosso "qualcosa" che ha non poco inquietato le cancellerie occidentali, ma che dai media, sempre occidentali, è stato trattato in termini molto limitati; chi ha dato fiato al mai sopito odio antirusso accusando (di nuovo) la Russia di mire "imperiali", chi ha presentato il tutto come una oscura mossa americana e chi, come il frutto della "follia" incontrollata di un presidente georgiano che ha preso lucciole per lanterne.

Le riviste di geopolitica piu avvedute (ad es. Limes) avevano incominciato ad analizzare "l'affare ex-URSS" mesi addietro tracciando scenari al largo spettro. Questi scenari avevano come risultato finale il "ridisegno strategico" di quella che l'area geografica ex Unione Sovietica. Ridisegno ad opera di Mosca, che ha deciso di iniziare questa operazione non a caso nel A.D. 2008. Anno che ha visto (e vedrà) sia il definitivo assestamento del potere moscovita intorno all'asse Presidente-Premier (Dire-Fare) che altri eventi che sono di prossima scadenza: avvio della centrale iraniana di Bhusher e elezioni presidenziali americane, ma non solo.

Infatti, in questo 2008 sono in corso ulteriori eventi di portata mondiale e non certi irrilevanti. Il primo (per visibilità) è la crisi che sta investendo l'intero sistema finanziario statunitense e le cui conseguenze non sono ancora comprese appieno. Il secondo è l'andamento dei prezzi energetici che stanno salendo e scendendo in relazione sia della crisi dei mutui, che ha spostato grande liquidità sul mercato "futures" del petrolio, e che è stato "stranamente insensibile" alla tensione geopolitica dei fatti del Caucaso; infine i due teatri di guerra (Iraq e Afganistan) che hanno una particolarità tutta loro, producono pochi morti occidentali ma divorano una media di 1-1,5 miliardi di euro di costi finanziari giornalieri, di cui la maggior parte sulle spalle americane.

Il campanello che avvisava che la ricreazione (per gli occidentali) fosse finita è suonato nel 2007 quando Vladimir Putin, alla conferenza di Monaco, avvisò in maniera brutale che la Russia non avrebbe più accettato supinamente le decisioni occidentali. In qual caso i media occidentali, come al solito, eseguirono una campagna di presentazione degli eventi proponendo una lettura riduttiva, della serie: "...Putin ha detto quel che ha detto per fini di propaganda interna ...". Questo è un modo di vedere ed interpretare la realtà che non piace, tipicamente occidentale: " ... è solo un bluff, magari per cause di politica interna ...". Gli occidentali non hanno ben capito (o non hanno voluto capire) e quindi ecco arrivare la prima staffilata chiamato Caucaso.

Improvvisamente sono comparse nei vari media cartine geopolitiche del Caucaso, del Mar Nero, del Mar Caspio e anche dell'Ucraina e più in generale dell'ex URSS e tante, a seguire, le letture dei fatti georgiani. Ma il problema "ex-URSS" è stato subito dimenticato dai media che si dedicano ad un fatto solo se scorre sangue. Siccome di sangue non ne scorre, il problema è stato rimosso (per ora). Uragani, Olimpiadi, recessione e crisi bancarie hanno presto preso il posto e l'opinione pubblica occidentale ha dimenticato quanto bolle ad est. Che qualcosa stia bollendo lo si capisce dai viaggi del vice presidente americano, ma in particolare della "guerra verbale" fratricida che è in corso tra il Presidente e il premier dell'Ucraina. Quando un Presidente accusa "di alto tradimento" il suo premier la cosa è grave, ma in occidente la cosa è passata come un fatto quasi banale.

I più agitati sono apparsi i tedeschi. Sia per motivi storici, economici ed energetici, capiscono bene molto bene che con la Russia di Putin è meglio dialogare. Il Presidente francese, ha colto la palla a balzo per mettere se stesso al centro del problema e fornendo una mediazione europea che ha una particolarità tutta sua: non vede gli USA protagonisti, neppur come comparse. Il presidente francese ha capito al volo che questa crisi può offrire oltre a rischi non piccoli anche una grande opportunità: offrire la UE come soggetto terzo tra Russia e USA. Non è poco a livello politico. Infatti un giornale americano ha parlato di atteggiamento schizofrenico europeo, domandandosi se la UE è ancora alleata degli Stati Uniti oppure se la dipendenza energetica e il flusso affaristico hanno più peso del vecchio legame atlantico.

Torno alla domanda: Cosa sta succedendo ad est del fiume Dnestr?

Difficile dirlo nel dettaglio, di certo sappiamo che il governo di Kiev ha mostrato molta freddezza verso la Georgia, mentre il Presidente ha tuonato a destra e manca. Sappiamo che gli equilibri parlamentari in Ucraina sono talmente labili che sono possibili ribaltoni e capriole di tutti i tipi. Sappiamo che la Russia sta rilasciando migliaia di passaporti a cittadini ucraini di origine russa, in modo particolare in Crimea. Sappiamo che Gazprom ha paventato un tale aumento del costo del gas che stenderebbe le finanze ucraine, sappiamo che la flotta russa di stanza in Crimea fa quello che vuole e se ne frega degli avvertimenti del Presidente ucraino. Sappiamo (da sondaggi) che la maggioranza della popolazione non vuole l'entrata nella NATO, che è desiderata solo dalla elitè presidenziale. Sappiamo che gli oleodetti passano in ucraina e che sono critici per l'Europa (2006 docet).

Cosa potrebbe succedere ad est del fiume Dnestr?

L'Ucraina non è la Georgia e quindi tenderei ad escludere un conflitto con la Russia. Quest'ultima non ha alcun interesse a un tale scenario, ma proprio perchè non ha alcun interesse qualcun'altro potrebbe ipotizzarlo per ottenere che l'effetto paura dilaghi in Europa. Tornando per un attimo alla Georgia, ultimamente Putin ha detto che Bush "è suo amico" e che mal consigliato dai falchi della sua amministrazione che si muovono autonomamente. Che sia vero oppure no, il concetto è importante, è come dire che alla Casa Bianca il Presidente non è più al comando. Mica poco! In modo particolare se Putin lo dovesse pensare veramente. Indurre un tipo come Putin a pensare che "l'amico" Bush è manovrato o scavalcato nelle decisioni, crea una grave deficit di fiducia interpersonale che è terribile quando si dispone del bottone rosso. C'è da sperare che la frase sia solo frutto di un cinismo calcolato.

Proviamo a fare alcuni scenari del tutto ipotetici.

Scenario 1). Succede "qualcosa" al vertice del potere ucraino, La situazione degenera e il tutto si trasferisce dalle stanze del potere alla piazza. Probabilmente si arriverebbe ad una secessione certa della Crimea e forse di altri pezzi di Ucraina centrale e orientale. Siccome il tutto avrebbe connotati di eventi interni, gli occidentali non saprebbero che pesci prendere, venendo a mancare un interlocutore unico. A quel punto gli USA potrebbero tentare l'azzardo d'intervenire militarmente, in conseguenza la Russia si muoverebbe militarmente. Oltre è meglio non andare nello sviluppo di questo primo scenario.

Scenario 2) Presidenza e Governo ucraino si paralizzano a vicenda. Due le opzioni: nuove elezioni oppure uno stallo fino all'arrivo dell'inverno e a quel punto sarà Gazprom (Mosca) a stabilire i prossimi eventi a Kiev. In questo caso il tempo lavora per Mosca. Questo perchè l'amministrazione Bush è uscente (anche se nel pieno dei propri poteri) e deve agire di conserva con il futuro presidente e questo prima che abbia chiaro cosa fare nel passa di tempo. Una finestra di opportunità che Mosca sicuramente cercherà di sfuttare. In questo scenario L'Europa sarà semplice spettatrice e l'unica cosa che potrà fare sarà quella di offrire a Kiev una corsia preferenziale per l'entrata nella UE, altro non può.

Scenario 3) Si "riaccende" il conflitto georgiano oppure un tragico "incidente" nel Mar Nero. Per incidente non è da intendersi solo un confronto Russia-NATO ma anche Ucraina-Russia, dove m
agari gli ucraini tentano, con la forza di limitare la mobilità della flotta russa. E' lo scenario peggiore perchè per attivarsi non richiede tempi e grandi meccanismi politici, ma una semplice anche se oscura operatività, magari di un semplice comandante di cacciatorpedinere. A quel punto i meccanismi militari sono molto più veloci ma soprattutto automatici rispetto ai tempi politici e diplomatici. Riconfermo che questo sarebbe lo scenario da temere maggiormente perchè per attivarsi la catena di comando e le strutture coinvolte sarebbe estremamente limitate. Un tale scenario potrebbe rapidamente degenerare in un conflitto tra Ucraina e Russia e la possibilità che gli USA ne rimangano esclusi è piuttosto remota. Come per il primo scenario non ha alcun senso prevedere modalità dello scontro militare.

Scenario 4) Il fuoco divampa non nel Caucaso ma nell'Iran a causa dell'attacco americano o israeliano. Probabile che per una forma di "tanto peggio tanto meglio" qualcuno decida che anche l'Ucraina (oltre alla Georgia) si accenda sotto la formula del contagio geografico. Una crisi iraniana che dovesse estendersi al Caucaso, al Mar Nero e all'Ucraina avrebbe tutte le caratteristiche del conflitto mondiale. Anche in questo caso le opzioni non sarebbero più politiche o diplomatiche ma solo militari. Come sopra inutile approfondire gli sviluppi successivi.

Le opzioni descritte sono ovviamente "macro scenari" che non tengono conto dell'evento imprevedibile e singolo che può sempre modificare il quadro generale. Non c'è dubbio che una Ucraina che dovesse rientrare pacificamente nell'area di influenza russa non avrebbe alcuna ripercussione strategica per l'Europa ma sarebbe lo stop definitivo all'espansione dell'influenza americana. Espansione che è considerata come "conditio sine qua non" da parte dei circoli neocons americani per garantire agli Stati Uniti la supremazia sia verso Mosca che Pechino, in quanto una Ucraina definitivamente fuori dalla sfera americana ricondizionerebbe definitivamente gli equilibri nel centro Asia, fondamentali per tutte le risorse energetiche fuori dal mondo geografico islamico.

Considerazione finale.

Speriamo che crisi finanziaria che devasta borse e mercati non si saldi con una crisi geopolitica sull'asse Ucraina/Caucaso/Iran, se fosse questo il futuro .... mah

by nikita


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