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La Pietra d'Angolo: Sacrificio

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GioCo
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Molte cose mi fanno riflettere più di altre. Dove va l'attenzione, lì è il richiamo del mio demone. Non è un caso... Non lo è mai.

In fondo, perché certi dettagli della vita che conduco dovrebbero rimanermi impressi ed altri invece, che magari dopo un disamina meno superficiale non appiono più così importanti come sembrava, proprio no. Anzi, si fa una fatica davvero enorme a tenerli in testa, come fossero bestiole intente solo a fuggire via da noi.

Certo, esistono le esigenze del mondo materiale, che si chiama così per qualche motivo storico recondito pur sapendo (e avendo accettato tutti) ormai da troppo tempo che non è più materiale delle idee. Scienza docet.

D'altronde abbiamo imparato nel contempo (e in questo secolo) che le illusioni possono uccidere... Ben più della spada. Così le guerre che prima erano per fede e seguivano precisi rituali, poi sono sempre più diventate "la guerra di tutti contro tutti", cioè dentro di noi per la conquista di spazi vitali da riprendere al dominio dei morti.

Ma poi, perché dovremmo temere "la morte" se manco sappiamo cos'è ? Qualcuno (putroppo casi rari) è tornato per testimoniarlo, ma come accettare una cosa del genere in una società che ritiene indispensabile credere per poter procedere nel conoscere, perché così ci è stato insegnato ? Sarebbe come temere l'aria che si respira, giusto e solo perché non la vediamo e così ci è stato detto di "credere". Dovremmo ? In certi frangenti certamene è un bene, ma non in generale. Dovremmo tra le altre cose anche imparare a perdere l'abitudine di usare il particolare per giustificare il generale, abitudine studiatamente alimentata ogni santo giorno. Ad esempio un virus per il bene di tutti... Storia vecchia ma anche no.

Ecco, questo contributo (voluto come sempre da mio demone) è uno di quelli che preferirei non scrivere. Il mio targiversare lo denuncia. Ma tant'è che questa miserabile cosa terrena che si ribella e fa i capricci, alla fine deve ciò che deve.

Il Sacrificio è una di quelle cose come le precedenti appena accennate di cui non capiamo un ca%%o, ma guai ad ammetterlo. Anche perché la parola nel tempo ha acquisito un sapore velatamente ambiguo. Cristiano. Osceno. Repellente...

A parte un Santo, altra ambiguità di cui altri (autoelettisi in grado) si devono occupare per distinguere cos'è o non è e che dobbiamo credere abbia qualità sue speciali che lo rendono tale dopo che questi altri hanno stabilito tutto sulla fiducia nostra, chiunque non abbia questo speciale riconoscimento non ha accesso al Sacrificio che è certamente santificato, ma anche no.

Ora dovrebbe essere intuito perché non ne voglio parlare... Il Sacrificio è un tema più che spinoso e incompreso. E' la pietra d'angolo.

Quando si svuota il Sacrificio del suo senso ancestrale che è quello di arricchire di sapienza la cosa terrena, cosa rimane ? Se il sacrificio è consapevolmente fatto in nome di un credo, cioè della propria ignoranza palese, di cosa stiamo parlando esattamente ?

Non lo so, ditemelo voi...


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R66
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Trattando l'argomento in via generica.
Il sacrificio non è fine a sé stesso, ha la funzione di riscatto, il che comporta a monte un'accettazione, altrimenti oltre a non essere funzionale sarebbe anche un gesto parecchio sciocco.
Es.: "rapinatore, prendi me al posto suo!" - se il rapinatore declinasse l'offerta, l'eventuale sacrificio si tramuterebbe in stupidità.
La pietra d'angolo rappresenta la guida, il fondamento su cui è costruita la struttura, la sorregge.
I termini potrebbero riguardare una stessa casistica soltanto in contesti molto particolari, non si tratta di un automatismo.


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oriundo2006
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Il sacrificio nasce come effetto di separazione, scissione: lo simboleggia nella crocefissione come nelle altre mitologie. Il Purusa si separa dalla Prakriti, il mondo nasce cosi' dal suo sacrificio nel mondo induista, la mitologia della Tebe egizia lo certifica con lo smembramento di Osiride ad opera di Seth, il malvagio, satana, colui che scinde, separa ... e sotto un certo aspetto la nostra stessa nascita cos'altro è se non separazione dal corpo della Madre che ci ha dato la Vita ?

Non considerando gli altri miti, il cristianesimo, che fonda l'archetipo del sacrificio del mondo occidentale attuale, nel Vangelo di Matteo 10.32 passim lo testimonia proprio ab imis, nel suo progetto 'politico' ma potremmo dire antropologico, di separazione/scissione dell' Uomo dalle sue origini 'naturali':

''..Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa..''.

Il testo poi prosegue assai significativamente con la separazione dalla madre come chiave per l' ingresso nella 'religione' da lui inaugurata: ''..Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me..''.

Il significato è chiaro: solo ri-nascendo a nuovo  attraverso la resezione dei legami carnali e sociali possiamo essere seguaci di questa religione ... dell'antinatura: il percorso iniziatico prevede attraverso il sacrificio del legame che è anche fondativo del nesso sociale, la fine dell' unione 'naturale' degli uomini fra loro e la sua sostituzione con l' individualità 'assoluta' degli esseri umani che diviene nè può essere diversamente la 'spada' con cui gli uomini lotteranno disperatamente per affermare sè stessi ( spada che indica la lotta intraspecifica ).

Un 'sè stessi' che diviene problematico proprio perchè snaturato dalle sue componenti fondative originarie e sostituito da un 'essere cristiani' del tutto astratto da queste.

Infatti, quali divengano queste basi sociali 'nuove' è impossibile dirlo a priori: qui emerge la sostanziale ambiguità dell' Amore cristiano come l'inevitabile contraddittorietà nel voler fondare una 'nuova società' sulla base di questo 'verbo' ( innumerevoli saranno poi i tentativi tutti naufragati proprio perciò, come infinite saranno le lotte degli stati cristiani fra loro ).

Questo è il progetto 'politico' proprio di quel mito 'sacrificale' inaugurato duemila anni fa nel segno dei Pesci. Questo segno zodiacale è indice dell' ambivalenza irrisolta nel seno del genere umano, ripreso dal cristianesimo, che prendendone base erroneamente situa l' ontologia umana nella scissione e dunque nell' ambivalenza delle pulsioni in lotta fra loro per l'egemonia e non nella loro composizione armonica razionale.

Ogni sacrificio permette un passo ulteriore nella ominazione, siamo d'accordo, ma questo è un passo falso. La presunta dimensione 'archetipica' della nascita dell' Uomo Nuovo attraverso questo rito di passaggio lo dimostra, dando per risolto il 'male'  attraverso il sacrificio quando in realtà persiste proprio attraverso la scissione, anzi viene ri-fondato proprio da questo, ne viene potenziato.

Questo 'sacrificio', che è del Cristo ma anche di tutti i 'cristiani', presenta la ri-nascita come necessità 'metafisica' mentre è solo satanismo mascherato, è negazione 'ontica' degli uomini naturali, come tutta la storia del cristianesimo dimostra anche ai ciechi ed ai sordi attraverso la colonizzazione con la spada di popoli e regni e l' imposizione del dominio spirituale dell'antinatura, oggi legittimata conseguentemente persino dal papa. 

Il Cristo è stato l'anticristo ... di sè stesso e dei suoi seguaci. 

 

 

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R66
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@oriundo2006
Prima ho introdotto il discorso a grandi linee, ma anche entrando nello specifico il concetto non cambia.
I passi che citi sono molto più semplici di come li presenti. 
Il sacrificio operato da Gesù equivale al riscatto del genere umano, senza di esso l'umanità non avrebbe avuto chance.
Sarebbe stata "costretta" a seguire unicamente la legge mosaica per ottenere la salvezza futura, la quale però è quasi impossibile da rispettare.
A nessun cristiano è richiesto un sacrificio di riscatto in quanto già effettuato e non più necessario; quello che viene richiesto è l'impegno, per certi versi un termine equivalente, ma assai diverso dal significato principale del primo.

Il passo del padre e della madre sta a significare che se segui altre cose, non stai seguendo lui.
Ovvio che se il padre e la madre stessero seguendo anche essi Gesù, l'osservazione non avrebbe motivo di esistere, si da per scontato che sia stata fatta soltanto per le circostanze inverse.
Il tema riguardante la separazione è ribadito costantemente, in altri si usa pecore e capri, in altri ancora grano e pula.
In sostanza: chi segue e chi non segue, con conseguente diversa sorte per entrambi.

Come linea generale, quando si tenta un'interpretazione personale, si dovrebbe andare a controllare la concordanza con altri punti; quando essa è ribadita, la si può considerare esatta, quando è contrariata, probabilmente l'interpretazione è errata.


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BrunoWald
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@oriundo2006

Dici bene: "il percorso iniziatico prevede attraverso il sacrificio del legame che è anche fondativo del nesso sociale, la fine dell' unione 'naturale' degli uomini fra loro", per sostituirla con l'individualità assoluta. Non però quella intesa dall'individualismo liberale, che si manifesta nella lotta di tutti contro tutti, ma come un passaggio di stato, a uno stato dell'essere in cui i comuni esseri umani non possono seguire l'iniziato, che pertanto è "solo". Al posto della comunità non c'è l'ego empirico, ma il vero Sé, proiezione dell'Atman. Come diceva Castaneda attraverso il personaggio dello sciamano Don Juan, l'uomo di conoscenza ha soltanto la sua vita e il suo cammino da percorrere. È chiaro dunque che questa "separazione" ha senso solo in un contesto iniziatico, al di fuori del quale rimane improponibile.

 

@R66

Non vorrei sembrare polemico, ma il riscatto del genere umano rispetto a cosa? Rispetto a un concetto, quello di peccato originale, che ha senso solo nell'ambito di una specifica confessione religiosa. Se non si aderisce a quella confessione e al suo sistema di credenze, a cominciare dall'idea di "salvezza", vengono meno le premesse del discorso e non si sente il bisogno di essere salvati o riscattati da nessuno. L'idea di essere addirittura costretti a seguire la legge mosaica nella prospettiva di una presunta salvezza, mi risulta inconcepibile: in ogni caso preferireri essere "condannato", ammesso che questo termine abbia un significato reale, piuttosto che avere a che fare anche alla lontana con certa gente e le loro leggi. Infine, per seguire il tuo discorso, non mi sembra che il sacrificio di Gesù (non entrerò nel merito della polemica se sia esistito o meno) abbia dato una qualsivoglia chance all'umanità nel suo complesso, la quale infatti continua a vivere e comportarsi esattamente come prima, come ha sempre fatto, e forse è persino peggiorata.

Non ti ho manifestato queste mie opinioni per amor di discussione, ma perché ritengo che le persone consapevoli ormai possano incontrarsi e stabilire un dialogo solo in uno spazio comune situato al di là delle specifiche confessioni religiose, perché altrimenti, se ci si basa su premesse valide solo all'interno di quelle, la possibilità di una comunicazione produttiva viene meno, fatalmente. Per dire, le Quattro Nobili Verità del buddismo per me non sono affatto delle verità, o perlomeno non ne darei per scontata in anticipo la validità, il ché non mi impedirebbe certo di dialogare con un buddista, si spera al fine di un reciproco arricchimento.


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R66
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@BrunoWald non vorrei passare da colui che fa proselitismo, non è mia intenzione, né ne sarei capace anche a volerlo.
Non si tratta di un mio discorso, sto soltanto riportando ciò che è scritto nel libro in questione, non sto chiedendo a nessuno di crederci o meno, neanche di questo sarei capace.
Dato che il tema è il sacrificio e dato che è stata tirata in ballo la visuale cristiana, ho tentato di spiegare come viene presentata la faccenda nella Bibbia, se tutti la conoscessero non sarebbe necessario alcun intervento sul genere, ma dato che pochi la leggono e visto che la Chiesa Cattolica ne distorce il contenuto...
La tua, la mia o la fede di chiunque altro non dovrebbe compromettere affatto una discussione riguardo il contenuto; come poi considerarlo resta ovviamente affare di ognuno.
Nel caso di incapacità nell'operazione, non si dovrebbe parlare di alcun film, libro o vicenda che non possano essere appurati veri all'unanimità.

Riguardo alla tua domanda, il sacrificio del messia riscatta l'uomo dalla morte.
Chi lo accetta e lo segue verrà resuscitato e vivrà in eterno, gli altri resteranno inesistenti.

Piccola aggiunta/esempio per ribadire la premessa, nel caso volessi parlare delle Quattro Verità che hai citato, leggerei l'intervento volentieri senza tirar fuori il vero o falso, o ci credo o non ci credo, decisione che farei sul personale, il tuo discorso non sarebbe altro che una cortesia nei miei confronti in quanto ignoro totalmente la questione.


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Teopratico
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Leggevo proprio ieri fra gli scritti di s.Francesco circa la possibilità di seguirlo, poneva una condizione: devi odiare tua madre, tuo padre e i tuoi fratelli.


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Teopratico
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Letteralmente dalla Prima Regola: "Se qualcuno vuole venire presso di me, e non odia il padre , la moglie, e i figli, e i fratelli, e le sorelle, e persino l' anima sua, non può essere mio discepolo. E ognuno che avrà lasciato il padre , o la madre, i fratelli o le sorelle, la moglie o figli, le case o i campi, per amore mio, riceverà il centuplo, e possiederà la vita eterna".

Poco prima ammoniva di non dover mai toccare il denaro, ma se si sa lavorare, accettare tutto quello di cui si abbisogna per sopravvivere. Questa è la prima pagina della regola.

Scusate l' excursus, ma ho notato da subito la sua prosa fluente, la sintassi modernissima,  un italiano volgare che farebbe impallidire qualsiasi tg, gr o quotidiano di oggi. È una edizione Longanesi del '51 e mi sono sorbito l'introduzione dell' autore per capire che modalità di trascrizione avesse utilizzato: intonsa, giusto qualche correzione ortografica per ristabilire la lettura. Ma vi pare possibile un volgare così chiaro, spedito e pulito, mondato da qualsiasi dialettismo?

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R66
 R66
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@Teopratico quel passo non è affatto complicato, ce ne sono di molto più arcani.
Come dicevo, bisogna trovare le concordanze o meno in altri punti; visto che ha anche detto di amare il prossimo, di conseguenza odiare la madre, padre, fratelli e annessi sarebbe una contraddizione non da poco.
Che significa quindi?
Il fulcro sta nel passo subito dopo: portare la propria croce.
Ciò non va letto nel modo cattolico, ossia subire delle sofferenze e zitti, cilici, fustigazioni e simili; la suorina di Calcutta e altri ci hanno fondato imperi su questa "svista".
Significa far morire il proprio io orgoglioso e seguirlo, insomma secondo lui non si possono avere i piedi in due staffe.
Lo stesso concetto è ribadito diverse altre volte, o di qua o di là, o Dio o mammona ecc...
Da qui si comprende che "l'invito" ad odiare non ha un significato proprio letterale.

Aggiunta
Nello specifico che hai citato, l'attenzione va su "per amor mio".
Quindi, come detto in un post precedente, il monito è valido soltanto nelle situazioni che richiedono una scelta netta.
Se le opzioni sono una madre, moglie, zio ecc... che sono malfattori o comunque non conformi al messaggio e lui, per ovvia incompatibilità è richiesta una preferenza.
Anche qui cercare le concordanze/discordanze: come potrebbe prima invitare ad unirsi e poi dire di odiare il coniuge?


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BrunoWald
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@R66

Capisco, e come ho detto, non avevo intenzioni polemiche. Ho citato le Quattro Verità su cui si fonda la dottrina buddista solo per fare un esempio: per loro si tratta di verità evidenti, mentre altri non sono di questo avviso.

In sintesi: il dolore sarebbe l'esperienza fondamentale degli esseri senzienti (la vita è dolore); il dolore è generato dalla ricerca della felicità (che essi chiamano "sete", o "brama"); la cessazione del dolore consiste nella rinuncia al desiderio; a tale rinuncia si perviene attraverso un determinato percorso spirituale. Queste sono effettivamente delle verità per un determinato tipo umano, che non mi sognerei mai di confutare. Per altri tipi umani le cose stanno diversamente, e intraprenderanno semmai percorsi estatici, dionisiaci. Per i buddisti il mondo è illusorio, mentre ad esempio per il tantrismo il mondo è a pieno titolo una manifestazione del divino, e l'esplorazione dei desideri è un potente strumento per condurci ad esso.

Punti di vista. Se pensi alla vita come dolore, porre fine al dolore significa rinunciare alla vita. Anche per i cristiani questo mondo è una valle di lacrime, mero luogo di transito verso il Regno dei Cieli (o l'inferno). E, come ci hai ricordato, il sacrificio del messia ci riscatta dalla morte prodotta dal peccato originale: ma se si ritiene che non esista alcun peccato, che il mondo è il risultato della danza (e dell'accoppiamento) tra Shiva e Shakti, tra la Coscienza e l'Energia, le prospettive cambiano drasticamente.

Personalmente, non mi identifico in alcuna religione particolare, ho una mia visione spirituale ispirata a tradizioni che potremmo definire estatiche o sciamaniche, ma non ho alcun dogma o fede da difendere. Malgrado il banner che uso, definirmi "pagano" sarebbe ridicolo, essendo nato in una città occidentale del XX secolo. A ben vedere, siano tutti nati in quello che Evola definiva il "mondo pietrificato", un mondo che ha messo al bando la sacralità, e tutti quanti ne scontiamo, volenti o nolenti, le conseguenze.

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Teopratico
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@R66 Si, difatti conclude ( è s.Francesco non Gesù, eh?) con l' odiare persino la propria anima, e intende secondo me l' il proprio Ego, l' identificazione di se stessi, familiare, sociale, personale, e nient' altro come dici tu. Quella è la parte che ci impedisce di progredire come uomini e qualsiasi guru o santo ti dice di rimuoverla mi sembra. A tal proposito è interessante un esercizio che ho visto grazie al nostro GioCo che lo aveva consigliato qui, il video di un certo Baston, in un suo corso faceva camminare le persone lungo un sentiero nel bosco mettendogli fra le mani uno specchio piuttosto grande, di modo che la tua stessa immagine, continuamente riflessa su di te, ti impedisse letteralmente di vedere, provocando in chiunque penso un fastidio insopportabile....


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GioCo
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Avete tutti ragione. Eppure ho come l'impressione (me lo confermerete voi) che si è perso il bandolo nel frattempo. Perché quello che indico è sfuggente, bastardo, frutto di un addestramento lungo millenni che ha una sua legittimazione e ci costringe a guardare come fosse normale e quindi scontato ciò che non è affatto nulla di tutto ciò...
 
La chiesa cattolica è maestra somma del nascondimento, cioè quell'opera di prestidigitazione dove di tico quello che vuoi sentire ma non quello che sto dicendo. Così tutto appare come una magia, anche se è un trucco e poi quel trucco lo distingui da chi i trucchi li fa invece per mestiere e chiami i tuoi "sacri e santi" e i suoi "blasfemi". In questo modo ti riservi un giardino fiorito (per parafrasare (s)Borrel) e tutto il resto è selva...
 
Quando uno (un miserbile poveraccio come me) tenta di toccare quel cuore nero lì, è impossibile non sentirsi in qualche modo e misura offesi, dato che si tocca il tesoro più prezioso per quel Basso Astrale da cui dipendiamo fisicamente. Si va a toccare il massimo del difeso. Non per il nostro bene, ma per quello dei morti. Che poi manco è il loro ma nelle condizioni in cui si trovano... Non possono considerarlo diversamente.
 
Userò una serie di esempi. Se devo andare in Sardegna e sto a Roma, ma siamo in epoca atavica e prima di Cristo, per arrivarci sano e salvo porto un pollo (vivo) al tempio di Poseidone perché il mio viaggio stia nelle sue grazie e non mi capiti nulla di male. Tecnicamente sto venerando Poseidone, in pratica se sto ca%%o di Fato mi garantisse che ci arrivo comunque in qualche modo in Sardegna, chissene di Poseidone, può anche andare a stendere che per lui ho dovuto sacrificare uno dei miei polli.
 
Di più (approfondisco un attimo). Il fatto che il pollo lo sacrifico mi rende agli occhi della società un probo, timorato di Poseidone, cioé uno che crede che fare una roba del genere possa in qualche modo cambiare il mio destino e mi dia qualche chance in più di arrivare sano e salvo. E' Vero ? Bah, chissene, non cambierebbe una virgola. Poi su sta cosa ci si può anche tranquillamente costruire un economia florida perché quello che mi vende il pollo può benissimo essere anche il sacerdote del tempio che a tempo perso (non era una carriera, ci si andava volontari) fa anche l'allevatore di polli e perché no, fornisce i polli (con il benestare di Poseidone si intende) a quanti non ne vedono manco uno perché svolgono tutt'altra mansione. Un caso ? Ovvio che no, ma l'umana società è ricca di ste minchiate. Da quanto esiste. Che se fossimo appena un poco più saggi ci faremmo su un sacco di battute e basta.
 
Poi arrivano i cattolici. No Cristo... Che lui con tutta la più lucida consapevolezza che ci possiamo concedere, di certo non ha saltato di gioia perché l'hanno messo in croce e perché Dio lo ha deciso per il bene del mondo, stile Madre Teresa che vien dal Mare (Fantozzi docet).
 
Se devo salire una montagna, dicono i cattolici, arrivo in cima e faccio fatica, sudo, compio un opera meritoria e straordinaria, soprattutto se nessuno ci era mai riuscito prima. Faccio del bene a me stesso e conquisto la vetta... Dopo questa fatica, che pure non è da tutti, però non ho fatto nulla di straordinario... Di non umano... Se però ad ogni passo mi accoltello le gambe e però ci arrivo lo stesso, allora per forza deve essere intervenuta una sorta di volontà superiore che mi ci ha fatto arrivare... La logica sotto che non troverete in nessun seminario cattolico e nelle parole di nessun teologo o filosofo che dir si voglia, perché non viene MAI esplicitata in modo così chiaro, però è incontrovertibilmente esattamente questa. Ora, la mia domanda iniziale era per riflettere su questo aspetto cattolico. Cioè cercare il miracolo, IL SACRO e il SANTO, dove c'è un tipo di sacrificio, anche autoindotto, ESATTAMENTE SOVRAPPONIBILE AL SADOMASOCHISMO, perché non esiste distinzione possibile, e dire che se sei sadomasochista è più probabile che tu possa diventare santo. Come quando andavo a portare il pollo e dicevo che era più probabile arrivare sano e salvo in Sardegna...
 
Spero di essere stato più chiaro... La faccenda è parecchio difficile da esplicitare...

 


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R66
 R66
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Te lo ripeto, un sacrificio, per essere tale, deve essere prima accettato da chi dovrebbe elargire il favore/grazia/compenso e questo vale a prescindere, sia che si tratti di una divinità, sia di un rapporto del tutto umano; il fenomeno non funziona in maniera unilaterale.
Se l'altro ne fosse all'oscuro o addirittura contrario, il sacrificio diventerebbe una macumba fine a sé stessa, una sorta di cornetto rosso che si appende allo specchietto retrovisore dell'auto per garantirsi un viaggio sicuro.
La coincidenza è ovviamente prevista, ma basterebbe un solo caso di non coincidenza per eliminare l'esistenza di un qualche trattato e quindi della funzionalità.
Quindi, 'sto pollo che vorresti offrire, l'altro l'ha prima accettato? Ci sono delle regole che hai letto per l'offerta del pollo o faresti tutto da solo in stile cornetto?
Nel primo caso, quali sono queste regole?


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GioCo
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Pubblicato da: @r66

Te lo ripeto, un sacrificio, per essere tale, deve essere prima accettato da chi dovrebbe elargire il favore/grazia/compenso e questo vale a prescindere, sia che si tratti di una divinità, sia di un rapporto del tutto umano; il fenomeno non funziona in maniera unilaterale.
Se l'altro ne fosse all'oscuro o addirittura contrario, il sacrificio diventerebbe una macumba fine a sé stessa, una sorta di cornetto rosso che si appende allo specchietto retrovisore dell'auto per garantirsi un viaggio sicuro.
La coincidenza è ovviamente prevista, ma basterebbe un solo caso di non coincidenza per eliminare l'esistenza di un qualche trattato e quindi della funzionalità.
Quindi, 'sto pollo che vorresti offrire, l'altro l'ha prima accettato? Ci sono delle regole che hai letto per l'offerta del pollo o faresti tutto da solo in stile cornetto?
Nel primo caso, quali sono queste regole?

Ovvio che l'altro (divinità o semplice sacerdote) lo accetta, era implicito. Di solito il pollo era poi aperto e le viscere servivano proprio per vedere gli auspici. Che poi  erano il responso divino e sulla base di quello il richiedente decideva cosa fare.

Col mio demone il litigio è sempre questo. Cosa diamine serve trattare temi che poi  "per statuto" ci inchiodano l'attenzione altrove, dove NON sto indicando ?

Tu hai ragione @r66, ragionissima anzi, ma non è quello che sto indicando. Da assoluto miserabile non ho strumenti, poteri particolari o capacità che possono cambiare questo stato di cose. Ma il mio demone mi stressa uguale. Se ne fotte. Per ciò non me la piglio con te, @r66, che subisci come me e come tutti questo stato di cose. Se non devi capire, non capirai e la sola cosa che sta in mezzo tra questo e l'insistenza è la mia aspettativa, che non c'è... Manco quella !!! A me non importa proprio nulla che tu riesca o meno ad arrivare a capire cosa indico. Non ho rivalse e non riesco a sminuirti per questa cosa. Rimani una persona incredibile, potentissima, a prescindere e perché dentro di te c'è il potere che decide se permetterti o meno di capire e a quello mi inchino. La mancanza è solo mia perché sono un miserabile, con millantamila difetti. Sono un egoista, permaloso, spochioso di merda. Sono fatto così biologicamente... Quindi perché dovrei anche solo immaginare di poter educere qualcuno per qualsivoglia argomento ?! Perché dovrei sapermi in grado di far riflettere il mio prossimo invece che dargli solo noia ?! Ci provo ancora per ossequio al dovere. Ma se fallisco, non insisterò oltre...

Il "fenomeno" come lo chiami, in altre sedi l'ho definito auto-elettivo. Tu vuoi che si manifesti in te la santità e ti pugnali per salire la montagna perché la cerchi in quel modo (cioé cerchi una manisfestazione ultraterrena evidente) e siccome dall'altra parte (quando esiste questa connessione mistica) ti viene concesso ciò che chiedi (come nei sogni) allora accade il miracolo. Non sempre e non con tutti, ovvio. Mica tutti hanno raggiunto quel livello. Ma il punto che indico viene prima dell'accordo (così lo chiamano nel grande mondo "esotico"). Riguarda proprio e solo il modo in cui intendi raggiungere la santità, riguarda quello che chiedi e riguarda il fatto che la misura della santità dipenda proprio e solo da UNA specifica richiesta. Orrida. Cioé l'autoflagellazione mistica in nome di un sacrificio fatto a monte da un ente divino primigenio che legittima sta cosa spiritualmente. Come se il NON essere sadomasochista, per la nostra mentalità a radice cattolica, riduca o estrometta in qualche modo dall'alveo della legittimazione alla santità (tipo come uno che fa il furbo). Se ti immoli a cristo col martirio sei un santo serio, non una merdaccia, e sei più serio più il tuo è un martirio atroce. Il rispetto che diamo ai santi è quella roba lì... Poi che questo accada perché la divinità lo concede o no, viene dopo e non c'entra più nulla.

 


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R66
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Ovviamente non conosco tutti i riti pagani del mondo.
Si dovrebbe andare a vedere l'ottenimento caso per caso, che deve essere perentorio, altrimenti, se l'accettazione del sacrificio fosse determinata dall'umore della divinità nel giorno specifico, non avrebbe senso farlo.
Nella sfera cristiana so che non è previsto alcun tipo di accordo riguardo a dei sacrifici, chi lo fa è perché se la suona e se la canta da solo.
A volte, come in tutte le cose, si verifica la coincidenza, che poi la si interpreti diversamente è un altro paio di maniche...
"Tecnicamente" sarebbe idolatria.


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