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ONU: paravento del razzismo


paolodegregorio
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- ONU: il paravento del razzismo -
a cura di Paolo De Gregorio, 21 aprile 2009

L’Occidente: Usa, Israele e parte dell’Europa, si fanno belli abbandonando, senza argomenti, la riunione indetta dall’ONU, in Svizzera, sul problema razziale.
Peccato che in questa circostanza il razzismo non c’entrasse nulla e si sia invece visto una dura condanna contro i malvagi bombardamenti israeliani sulla popolazione di Gaza, barbarie che viene percepita dalla grande maggioranza delle popolazioni del pianeta come un crimine.
Come al solito, gli americani e i loro camerieri europei si servono della autorità dell’ONU quando si tratta di imporre veti che di fatto bloccano qualsiasi decisione sgradita all’Occidente, invece, con grande spirito democratico, quando si tratta di ascoltare le ragioni di chi rappresenta la vera maggioranza dei popoli della terra, se ne vanno perché non tollerano di essere in minoranza.
Vorrei ricordare a chi pensa che l’Occidente sia la culla della democrazia, che sono proprio i paesi demokratici ad avere una potenza militare strutturata per invadere altri paesi, cosa che fanno regolarmente quando gli gira, e lo fanno vigliaccamente solo quando i rapporti di forza sono 50 a 1, e non si sognerebbero di toccare potenze come la Russia e la Cina, dove i loro avi colonialisti scorrazzavano rubando e uccidendo fino all’altro ieri.
L’Occidente non si rassegna alla evidente realtà di un mondo multipolare, dove non si può più usare la forza perché non funziona, perché le guerre contro i popoli non si vincono mai, e si deve arrendere al fatto che l’egemonia attraverso la potenza militare e la forza economica costano troppo e portano al fallimento, e oggi gli Usa sarebbero alla bancarotta se solo la Cina cessasse di comprare i buoni del tesoro americani.
Siamo oggi di fronte a fatti incontestabili: la crisi finanziaria ed economica degli Usa, la fine della loro egemonia, la condizione di paese più indebitato al mondo, la spesa militare più alta del mondo. Un paese con dirigenti sani di mente, dopo aver osservato che un gigantesco e costosissimo apparato militare diffuso in 900 basi nel mondo, mette in crisi l’economia e non risolve il problema della perduta egemonia, smantellerebbe tale apparato e utilizzerebbe il denaro per i bisogni dei suoi cittadini. Quel falso di Obama parla, invece, di VITTORIA in Afghanistan, di un altro “american century” e non parla di togliere un dollaro al Pentagono.
Non riescono ad accettare la realtà questi americani, la loro crisi non è solo legata ai mutui subprime o ai titoli tossici, è strutturale. Per la prima volta nell’era moderna hanno perduto il controllo dei mercati, la forza inarrestabile delle economie della Cina, dell’India, del Brasile, hanno sottratto mercati e profitti. Anche sul fronte delle materie prime la Cina le acquista in Africa e in tutti i continenti a suon di dollari, e un “secolo americano” non ci sarà più.
L’unico imbroglio che possono ancora utilizzare è quello del “terrorismo” o la “minaccia” che costituisce il nucleare iraniano.
Nel mondo dietro tutti i terrorismi vi sono servizi segreti che sanno benissimo che il terrorismo non vince le guerre, ma le giustifica e le rende possibili a chi ha già deciso di farle. Non vi è nessuno Stato così potente da invadere un altro paese e imporvi la sua volontà, nessuno ha interesse a farlo e chi possiede migliaia di bombe atomiche non ha alcun diritto di imporre ad altri di non fabbricarne.
Israele possiede un arsenale atomico e nessuno ha mai protestato per questo. Le guerre finiranno solo quando ci sarà un bilanciamento dei rapporti di forza, e se i prezzi da pagare saranno molto alti nessuno si sognerà più di farle.
Paolo De Gregorio


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afragola
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http://www.radiocittaperta.it/
Alla Conferenza di Ginevra i delegati della maggioranza del pianeta applaudono il discorso del presidente iraniano. Sui sopravvissuti ai lager nazisti e razzismo antiarabo emergono gli scheletri nell'armadio di Israele PDF Stampa E-mail

SC, Radio Città Aperta

Il palazzo dell'ONU a Ginevra21-04-2009/11:24 --- Sono le 15 e 30 passate da poco quando l’attacco del presidente iraniano Amadinejhad a Israele, che non viene mai nominata, va a segno, sia pure con toni meno veementi che in passato (nessun auspicio alla sua «cancellazione dalle carte geografiche»). Nel suo intervento alla Conferenza delle Nazioni Unite sul razzismo, il capo dello Stato iraniano ha infatti nuovamente attaccato Israele: «Dopo la fine della Seconda guerra, loro (gli alleati, ndr) hanno fatto ricorso all'aggressione militare per privare una nazione intera delle sue terre, prendendo come pretesto la sofferenza ebraica», ha affermato. «Hanno mandato degli emigranti dall'Europa e dagli Stati Uniti per creare un governo razzista nella Palestina occupata», ha sottolineato Ahmadinejad. I rappresentanti dei 23 Paesi dell’Unione europea che avevano scelto di non boicottare la Conferenza (fra loro Francia, Gran Bretagna e Spagna) si alzano e abbandonano l’Assemblea, come avevano annunciato in caso di attacchi a Israele da parte del presidente iraniano. Ahmadinejad, interrompe il discorso. Aspetta il silenzio e riprende: «È necessario mettere fine agli abusi dei sionisti e di chi li sostiene», dice leggendo dal testo, adesso. Ma è quando accusa «gli Stati occidentali di essere rimasti in silenzio di fronte ai crimini commessi a Gaza» che gran parte dell’assemblea - composta ormai in maggioranza dai rappresentanti dei paesi arabi, africani, asiatici e dell'America Latina - applaude in modo visibile e scrosciante rivelando al mondo che i paesi europei non sono più i "rappresentanti del mondo" ma solo una parte di esso e neanche più quella principale.

Mentre alla conferenza dell'ONU anime belle e gruppi filo-sionisti si indignano contro il discorso del presidente iraniano accusandolo pretestuosamente di negare l'Olocausto, in Israele viene fuori che migliaia di sopravvissuti allo sterminio nei lager nazisti e che oggi vivono in Israele, devono ancora ricevere gli aiuti garantiti loro dallo Stato, nonostante siano state introdotte nuove leggi negli ultimi due anni per migliorare le loro condizioni di vita. Lo riporta il sito web del maggiore quotidiano israeliano, Jerusalem Post. Secondo le statistiche fornite ieri dal ministero del Welfare israeliano, poco più della meta dei 243mila sopravvissuti che vivono in Israele hanno ricevuto finora aiuti da parte dello Stato. Il Jerusalem Post ha inoltre appreso che appena 2.300 persone hanno beneficiato degli aiuti addizionali previsti da una legge del marzo 2008, che avrebbe dovuto aiutare circa 8mila sopravvissuti, in gran parte immigrati della ex Unione Sovietica. Per i gruppi no-profit oltre un terzo dei sopravvissuti della Sohah vive al di sotto della soglia di povertà. Oggi in Israele si celebra la Giornata della Memoria, in cui vengono ricordati i sei milioni di ebrei sterminati dai nazisti. Ieri sera, nel corso della cerimonia di apertura, il premier Benjamin Netanyahu ha promesso ai sopravvissuti che il suo governo si impegnerà a fornire la massima assistenza possibile.

Intanto proprio in Israele si ripetono episodi di razzismo anti-arabo negli stadi esattamente come avviene - nella condanna generale - in Italia. Il giudice sportivo israeliano, riferisce oggi la stampa locale, sarebbe sul punto di infliggere una penalizzazione di quattro punti alla formazione del Betar Gerusalemme per i cori razzisti contro gli spettatori arabi scanditi dai suoi ultras durante l'incontro di sabato scorso contro il Maccabi Petah Tikva. Il Betar, terzo in classifica a sei punti dalla capolista Hapoel Tel Aviv, era gia' diffidato per lo stesso motivo e la penalizzazione metterebbe fine alle sue residue speranze di difendere il titolo di campione di Israele conquistato lo scorso anno. Accesi nazionalisti, gli ultras del Betar Gerusalemme sabato scorso, quando si sono resi conto della presenza di arabi israeliani tra i tifosi del Petah Tikva, hanno cominciato a scandire: "Morte a Maometto". Sono peraltro temuti dalla polizia per le risse fuori e dentro lo stadio che scatenano ogni volta che la loro squadra affronta il Sakhnin, unica formazione araba della Premier League israeliana.


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fastidioso
Estimable Member
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- ONU: il paravento del razzismo -

Grande Ahmadinejad !!!


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